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 Fiordo svedese... di Carla
 

"Devi scegliere, Anna: la tua scoperta o la Terra." Deserto rosso - Nemico invisibile

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 01/11/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 1938 volte)
Nel 2012, prima di iniziare a pubblicare le mie opere originali, trasformai una vecchia fan fiction del film “La Mummia” (quello di Stephen Sommers) scritta nel 2000 in un ebook gratuito, tuttora disponibile, per iniziare a creare intorno a me un piccolo gruppo di lettori e testare la piattaforma di pubblicazione di Smashwords, che poi avrei usato per portare tutti i miei libri su Kobo e iTunes.
Questa fan fiction si intitola “La morte è soltanto il principio” e rappresenta un sequel alternativo del famoso film del 1999 (che aveva come protagonista Brendan Fraser) e soprattutto della sua novelization firmata da Max Allan Collins.
 
Non ho idea del numero totale di volte che questo ebook è stato scaricato, poiché mi mancano i dati di Kobo, ma considerando solo Smashwords, iTunes e Google Play la cifra che ottengo è di circa 70 mila copie.
 
L’edizione pubblicata nel 2012 era ovviamente una versione revisionata di quella scritta dodici anni prima. Successivamente nel 2015 ho ripreso in mano il testo e l’ho sottoposto a una revisione più approfondita, facendo tesoro di quanto avevo imparato in tre anni di scrittura e pubblicazione.
E adesso ho deciso di farlo di nuovo, ma, invece di revisionare il testo e solo dopo pubblicare una nuova edizione in sostituzione della precedente, stavolta mi sono rivolta a Wattpad.
 
 
Come immagino sappiate, Wattpad è un social network di scrittura e lettura. Gli utenti pubblicano le proprie storie a puntate e i loro follower le leggono e le commentano.
Sono iscritta a Wattpad da qualche anno, ma finora l’ho usato solo per inserire un’anteprima dell’edizione inglese di due miei libri. Circa due settimane fa, invece, ho pensato di usarlo come strumento per diffondere la nuova edizione de “La morte è soltanto il principio”, man mano che procedo con la sua revisione.
 
Finora devo dire che sto trovando l’esperienza molto divertente. Ho ancora relativamente pochi follower, ma quei pochi si stanno mostrando molto attivi nel commentare i passaggi del testo e talvolta nel darmi una mano a individuare dei refusi che altrimenti mi sarebbero sfuggiti per l’ennesima volta.
Il libro è costituito da tre parti e non è originariamente suddiviso in capitoli, ma per adattarlo alle esigenze di Wattpad sono costretta ad aggiungere questa suddivisione. Non so esattamente quanti capitoli verranno fuori alla fine, ma ho intenzione di pubblicarne almeno uno alla settimana e di finire entro Natale.
Terminata la pubblicazione online, sostituirò l’ebook nei retailer con l’edizione aggiornata, che quindi potrete scaricare sul vostro dispositivo.
 
Se non avete ancora letto “La morte è soltanto il principio”, vi va di unirvi ai miei follower su Wattpad?
 
Se prima volete saperne qualcosa di più, eccovi la descrizione del libro.
 
Londra, 1926 d.C.
Quando Evelyn Carnahan rivede dopo alcuni anni la sua vecchia amica d’infanzia Anne Howard, si rende subito conto di quanto sia cambiata. La ragazza perennemente annoiata e insofferente che ricordava si è trasformata in una giovane donna sicura di sé, per niente addolorata dalla recente morte del marito Robert MacElister, avvenuta in circostanze misteriose durante una campagna di scavi in Egitto.
Inoltre, al suo ritorno a Londra dopo questo viaggio, la giovane vedova ha portato con sé, oltre che una grande quantità di reperti da esporre al British Museum, uno strano egiziano di nome Assad, indossante il tatuaggio dei Med-Jai, gli antichi guardiani di Hamunaptra, la Città dei Morti scoperta non molto tempo prima proprio da Evelyn, suo fratello Jonathan e Rick O’Connell.
Non tutto quello che Anne ha rinvenuto ad Hamunaptra, però, è stato esposto durante la mostra. Due sono gli artefatti che la donna ha deciso di tenere per sé: una mummia malridotta e un libro nero che necessita di una chiave per essere aperto.
Ma ciò che Anne e Assad non sanno è che nel loro viaggio di ritorno sono stati seguiti anche da un’oscura presenza in cerca di una vendetta vecchia di tremila anni.
Nel tentativo di risolvere questo nuovo mistero, i fratelli Carnahan e l’americano Rick O’Connell dovranno ben presto scontrarsi con forze sovrannaturali di gran lunga al di sopra della loro portata e saranno costretti, loro malgrado, a combattere ancora una volta per salvare il mondo.
Nel farlo, però, troveranno in un vecchio nemico un inatteso e potente alleato.
 
Non mi resta che augurarvi buona lettura su Wattpad!
 
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Di Carla (del 25/10/2017 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2725 volte)

 Un classico senza tempo
 
Provo sempre una strana sensazione nell’accostarmi ai classici, poiché presentano modi di narrare che non avrebbero alcun spazio nella narrativa moderna, eppure alcuni di essi conservano l’immutata capacità di coinvolgere il lettore.
Questo è il caso de “La macchina del tempo” di Wells, in cui la voce narrante è un personaggio del tutto secondario che si limita a riferire ciò che il protagonista racconta. Questo tipo di struttura narrativa per così dire “incorniciata” potrebbe creare una certa distanza tra il lettore e gli eventi, ma ciò non avviene affatto in questo libro, poiché il narratore si limita quasi soltanto a presentare il viaggiatore del tempo e a lasciare che parli con la sua voce. E il modo in cui lo fa è così vivido che nella mente del lettore ogni elemento ed emozione descritta diventa immagine, nonostante il linguaggio datato (ho letto il libro in lingua originale), anzi, proprio quest’ultimo contribuisce alla sospensione dell’incredulità. Infatti, ci si ritrova trasportati non soltanto nel lontano futuro in cui si svolgono le avventure narrate dal viaggiatore, ma anche alla fine del diciannovesimo secolo, in cui questi le sta riferendo ai propri amici.
In tal modo la lettura si trasforma anch’essa in un breve ma intenso viaggio.
 
The Time Machine (inglese, tutti i formati) su Amazon.it e Amazon.com.
La macchina del tempo (tutti i formati) su Amazon.it e Amazon.com.
 
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
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http://www.anobii.com/anakina/books
Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
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Di Carla (del 18/10/2017 @ 09:30:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2207 volte)
L’ospite di oggi è una vecchia conoscenza di questo blog: lo scrittore di fantascienza Richard J. Galloway. Autore di “Amantarra” e di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard, entrambi tradotti da me, Richard ci offre una sua presentazione di quest’ultimo libro e risponde ad alcune domande che gli ho rivolto.
 
 
Trecentomila anni fa la sorella di Amantarra, Saranythia, era partita per svolgere una missione segreta il cui scopo era salvare la sua gente. Da allora non si erano più avute sue notizie. Aveva nascosto così bene le proprie tracce che persino gli individui di una specie avanzata come i Bruwnan non erano stati in grado di trovarla, nemmeno quando la situazione aveva raggiunto un punto critico e il suo aiuto sarebbe stato fondamentale.
Sono passati dodici anni da quando la crisi è stata scongiurata e il controllo della città di Valheel è stato restituito ad Artullus. L’entità che controllava la città non è stata sconfitta, bensì è semplicemente svanita, lasciandosi alle spalle una serie di intricati misteri. Non tutti i cittadini di Valheel hanno fatto ritorno e la maggior parte dei Bruwnan sono tuttora dispersi. Quelli che sono tornati si stanno impegnando per scoprire le ragioni che hanno spinto l’entità a tentare un tale genocidio.
Sulla Terra, intanto, la vita è stata benevola con John ed Elleria, ma non del tutto tranquilla. La sensazione che qualcosa che finora si è celato a loro sia in procinto di rivelarsi non li ha mai del tutto abbandonati e per dodici anni si sono guardati intorno, in attesa. In particolare Amantarra ha tenuto sotto controllo Tyrus, la cui manifestazione in forma umana è coincisa con la scomparsa dell’entità. Tyrus, un agente dell’entità, occupa il suo tempo prodigandosi per trasformare l’azienda di Burnston in un impero, ma mantenendo nascosto il suo vero scopo.
Un giorno, però, Amantarra riceve un invito da una luna situata in un galassia lontana, e da questo momento tutto è destinato a cambiare.
“Saranythia” sarà pubblicato in quattro brevi parti.
 
In passato mi hai raccontato dell’orologio che ispirato “Amantarra” (in questo post). Esiste un oggetto o un evento particolare che ha influenzato la stesura di “Saranythia”?
No, non c’è stato alcun oggetto né evento, non questa volta. La storia è basata più che altro su una serie di concetti. Sono affascinato dall’inesplicabile, che sia scientifico o meno, e provo l’impulso di tentare di dare a esso una spiegazione. Pensa ai fantasmi: nessuno ha mai provato la loro esistenza eppure continuano a persistere nella cultura umana. Perché?
Ti faccio un esempio parallelo. Alcuni anni fa stavo pensando a un amico che conoscevo ai tempi della scuola. Erano passati anni dall’ultimo volta che l’avevo visto o sentito, poiché viveva a migliaia di miglia di distanza da qui, nell’estremo oriente. Il giorno dopo che ho pensato a lui ecco che me lo ritrovo davanti alla porta di casa. Era in Inghilterra per motivi di lavoro e aveva pensato di farmi una visita. Ora questa è una storia vera, non una leggenda urbana, e funge da spunto alle tre domande che seguono.
1. Il mio amico è venuto a trovarmi perché ho pensato a lui? Causa ed effetto.
2. Ho pensato a lui perché lui stava decidendo di venire a trovarmi? Premonizione.
3. È stata una coincidenza?
Forse tutte e tre erano vere finché una di esse non è accaduta (meccanica quantistica) o forse c’è dietro qualcosa di completamente diverso. Ecco, “Saranythia” è la ricerca di una risposta definitiva ai misteri relativi ai fantasmi e agli amici che per coincidenza riappaiono dopo tanto tempo: è semplicemente accaduto in un altro pianeta.
 
Perché hai deciso di pubblicare la storia in quattro parti?
Principalmente perché è passato molto tempo dalla pubblicazione di “Amantarra”. A causa di problemi familiari mi è stato difficile scrivere negli ultimi cinque anni. Ora per fortuna tali eventi appartengono al passato, ma ovviamente è trascorso un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho pubblicato qualcosa, perciò ho deciso di pubblicare “Saranythia” in quattro brevi parti. In questo modo riuscirò a consegnare la storia ai miei lettori molto più in fretta.
Saranythia Parte 2 - I Varton” sarà pubblicato nell’aprile 2018.
 
C’è qualche libro, tra quelli che hai letto durante la scrittura di “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, che pensi possa averla influenzata?
Amo le opere fantasy di Robin Hobb e sono sicuro che il suo stile di scrittura abbia influenzato la mia scrittura, ma le influenze sono quasi sempre grafiche. Tendo a immaginare una scena molto tempo prima di aver deciso che cosa vi accadrà. Per esempio, la scena di apertura di “Saranythia” è stata ispirata dall’immagine di sfondo del mio computer. Una volta che ho l’ambientazione, appaiono subito i personaggi e iniziano a interagire. Così io mi limito a trascrivere quello che dicono e fanno. Okay, questa è una semplificazione del processo creativo, ma rappresenta l’essenza di ciò che accade.
 
 

 
Cresciuto tra vicino alle industrie del nord-est dell’Inghilterra con Star Trek, Doctor Who e romanzi fantasy, RICHARD J. GALLOWAY si è ribellato al destino segnato dalle scuole che ha frequentato, che imponeva come sua vocazione il lavoro industriale. Dopo aver esaurito l’unica opzione apparente, il suo insegnante era disperato. “Se non vuoi lavorare nelle acciaierie, dove vuoi lavorare?” La sua risposta era sempre: “Non lo so.” Il settore in cui sarebbe finito non si concretizzò che dieci anni dopo. Nessuna meraviglia che il suo insegnante si preoccupasse. Dalla scuola, tramite lo studio del disegno e dell’architettura, alla fine si è trovato a lavorare con i grandi sistemi informatici.
Carriera a parte, il filo che ha legato il tutto è stato la fantasia. Non ha mai perso la sua fascinazione per le immagini che una buona storia sono in grado di evocare. Dopo tutto, gli aveva mostrato dei mondi al di là di questo, e le possibilità al di là delle acciaierie. E continua a farlo.
Richard vive ancora nel nord-est dell’Inghilterra con la moglie, la famiglia, e un grosso gatto chiamato Beano. L’industria pesante si è ridotta, ma il mondo della fantasia di Richard è cresciuto. Spesso si chiede quale consiglio avrebbe ricevuto, se il suo insegnante avesse letto un po’ di fantascienza.
 
Il suo primo romanzo, “Amantarra”, è stato pubblicato in italiano nel 2013, mentre il seguito, “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”, è ora disponibile su Amazon.
 
Visitate il suo sito web italiano: www.richardjgalloway.eu
Oppure fategli visita su Facebook e Twitter.
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Di Carla (del 11/10/2017 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 1965 volte)

 Il ritorno del Vuoto
 
Sette anni dopo aver letto la trilogia del Vuoto, ritorno nell’universo del Commonwealth creato da Hamilton con questo primo libro della dilogia della Chronicle of the Fallers e ritrovo Nigel Sheldon in una nuova storia ambientata appunto dentro il Vuoto. Cronologicamente la storia al di fuori di questa anomalia situata all’interno della nostra galassia si sovrappone in parte a quella della trilogia, ma ha contatti minimi con quest’ultima. Nel Vuoto, invece, conosciamo nuovi personaggi in un nuovo pianeta dove delle astronavi sono state condotte circa duecento anni prima (ma lì ne sono passati tremila): Bienvenido. E abbiamo modo di scoprire anche qualcosa di più sullo scopo dell’esistenza del Vuoto.
Il romanzo, suddiviso in più libri, è lungo e complesso, ma tutti i filoni vengono pian piano riuniti con precisione da parte dell’autore e con grande divertimento del lettore. Accanto alle lotte di classe di una civiltà che da tremila anni vede la propria evoluzione bloccata dall’avversione del Vuoto nei confronti delle tecnologie più avanzate c’è quella contro una nuova specie aliena, che facendo uso di un inganno che di certo non rappresenta una novità nella fantascienza (mi ha subito fatto venire in mente “L’invasione degli ultracorpi”) rappresenta una minaccia subdola e costante per gli abitanti di Bienvenido. Allo stesso tempo, però, si rivelerà una risorsa.
Alla fine della lettura del romanzo, senza dubbio il più bello che abbia letto di questo autore, il desiderio di procurarsi subito il seguito è molto forte. E credo proprio che, per quanto mi riguarda, lo asseconderò presto.
 
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Questo libro è in lingua inglese!

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Sono passati quasi quattro anni dall’uscita dell’edizione italiana di “Amantarra”, il romanzo di fantascienza di Richard J. Galloway di cui io ho avuto il piacere di curare la traduzione, e adesso l’autore sta lavorando ai suoi seguiti nell’ambito della serie intitolata L’ascensione di Valheel.
Il primo di questi è “Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard”.
 
E anche questa volta sono io ad affiancarlo nella realizzazione dell’edizione italiana.
 
Ambientato dodici anni dopo gli eventi di “Amantarra”, nella prima parte di “Saranythia” ritroviamo i personaggi del romanzo precedente, sia sulla Terra che a Valheel (la città virtuale costruita dentro una sfera), e scopriamo che ne è stato di loro dopo tutto questo tempo.
Mentre Jack e i Bruwnan continuano la propria esistenza a Valheel e il Bibliotecario porta ancora avanti una quasi impossibile ricerca all’interno della Biblioteca, sulla Terra John, Elleria, Frank e i loro amici (e nemici) stanno ora affrontando la vita adulta, ognuno a modo proprio. Esistono però dei nuovi personaggi che vivono in un pianeta lontano dove il nome di Saranythia, la sorella perduta di Amantarra, è venerato come quello di una divinità e dove un esercito all’interno di una fortezza combatte ogni giorno contro un terribile nemico.
E saranno proprio le loro vicende a coinvolgere alcuni tra i protagonisti del primo libro in un nuovo viaggio.
 
Tra avventura, tecnologie così evolute da sembrare frutto della magia, e una notevole dose di ironia verrete condotti da Amantarra fino alle porte della fortezza di Setergard.
 
Saranythia Parte 1: Le porte di Setergard” di Richard J. Galloway e tradotto da me è ora disponibile su Amazon a soli 1,69 euro!
 
Ecco la descrizione del libro.
 
Sono passati dodici anni dalla scomparsa dell’entità misteriosa che ha quasi annientato i Bruwnan. Gran parte degli abitanti sono stati restituiti alla città di Valheel, ma molti sono ancora dispersi.
Qualsiasi tentativo di comprendere lo scopo del genocidio da parte dell’entità, o la sua attuale sorte, è fallito. L’entità è scomparsa per sempre? Nessuno ne è convinto.
Nel frattempo la vita va avanti, accompagnata da un disagevole senso di anticipazione, che sembra destinato a continuare ancora per molto tempo.
Fino al giorno in cui Amantarra riceve un invito.
 
 
Il libro successivo, “Saranythia Parte 2: I Varton”, uscirà nel 2018.
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Di Carla (del 27/09/2017 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2582 volte)

 Una storia coinvolgente e imprevedibile
 
Ho letto ogni pagina di questo libro con grande curiosità, perché non era il solito thriller dall’atmosfera cupa e drammatica in cui qualcuno prima o poi muore.
A parte il prologo, “The Swimming Pool” ti trasporta nella vita di un’insegnante, una donna normale, Natalie, con un marito e una figlia adolescente, che vive un’esperienza fuori dell’ordinario: fa amicizia con Lara Channing, una celebrità locale. Si trova catapultata in un ambiente patinato che la attrae sempre di più, portandola a trascurare le vecchie amiche e la famiglia.
Cosa c’è dietro tutto questo interesse da parte di Lara nei suoi confronti?
Il bello di questo libro è che non hai la minima idea di dove voglia andare a parare. Qual è veramente il conflitto che lo definisce? Riguarda Natalie, suo marito, sua figlia o Lara? O qualcun altro?
Be’, ogni giorno aspettavo con ansia il momento di immergermi nella lettura per scoprire cosa sarebbe successo.
I personaggi sono ben costruiti e lo svolgimento della trama non è mai noioso, nonostante ci sia pochissima azione. A posteriori, mi rendo conto che questo romanzo è caratterizzato da una struttura molto ben definita, che permette al lettore di non perdersi nei tre piani temporali in cui si svolge.
Durante la lettura intuivo gli sforzi dell’autrice per farmi mantenere l’attenzione sul centro della storia, impedendomi di concentrarla troppo a lungo sulla figlia della protagonista, Molly, ma non mi rendevo conto fino a che punto questo aspetto fosse cruciale.
Il finale, poi, è la cosa più bella di tutto il libro e ha fatto sì che decidessi per le cinque stelle invece che quattro, meritate dal resto del romanzo, in particolare per il modo in cui crea un parallelismo tra madre e figlia.
Questo non significa che “The Swimming Pool” sia un romanzo perfetto.
Non ho apprezzato l’uso fuorviante del prologo, per esempio.
Attenzione, spoiler: il prologo è un sogno, non un evento reale. Per tutto il libro mi sono arrovellata nel cercare di collocarlo nella storia, per poi scoprire che non potevo, poiché non era un evento reale. E questa è stata una delusione.
Come dicevo prima, il romanzo è ben strutturato, ma a tratti lo è fin troppo, tanto da apparire artificioso. Il passaggio tra i vari piani temporali appare forzato dalla necessità di seguire uno schema piuttosto che dare l’impressione di essere spontaneo all’interno dello sviluppo della trama, e ciò mi ha distratto più volte dall’immersione nella lettura.
La protagonista, inoltre, è esageratamente ingenua e debole. È evidente da subito che Lara si è avvicinata a lei per un motivo. In particolare, l’atteggiamento di colpa della protagonista anche alla luce dell’inganno subito è irritante. Natalie ha un’eccessiva bassa considerazione di se stessa. Mi aspettavo da parte sua una reazione, una rivincita. Ciò che aveva fatto da ragazzina non poteva essere paragonato come gravità alle azioni di Lara, perché quest’ultima è un’adulta. Eppure Natalie non si arrabbia veramente, continua a sentirsi in colpa.
Arrivata al penultimo capitolo, che è un lungo noioso resoconto, ho temuto che la storia implodesse. Ma poi questa viene salvata inaspettatamente dall’ultimo capitolo e quasi mi spiace non sia stato dato più spazio al personaggio di Molly, il cui carattere è di certo molto più interessante di quello della madre.
 
The Swimming Pool (Kindle, brossura) su Amazon.it.
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Questo libro è in lingua inglese!
 
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
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Di Carla (del 21/09/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4120 volte)
David Holt CC 2.0
Ho aperto questa serie di articoli con New Scotland Yard, che dal 1967 fino all’ottobre del 2016 si trovava in un edificio situato al numero 10 della Broadway, e mi pare giusto chiuderla con la sede del Servizio di Polizia Metropolitana di Londra che dal novembre 2016 occupa un edificio su Victoria Embankment: il Curtis Green Building.
 
Situato lungo il Tamigi, più o meno di fronte al London Eye, il Curtis Green Building deve il suo nome all’architetto che lo progettò negli anni ’30 del ventesimo secolo: William Curtis Green. Si tratta di un palazzo bianco in stile neoclassico costruito tra il 1935 e il 1940 e che è sempre appartenuto alla Polizia Metropolitana londinese. Venne inizialmente utilizzato come un’estensione della sede della polizia, ospitando i dipartimenti di scienze forensi e di tecnologia. Successivamente quando la sede fu spostata nella Broadway, divenne la stazione di polizia di Whitewall fino al 2010.
 
David Holt CC 2.0
 
Il rinnovamento dell’edificio avvenuto tra il 2015 e il 2016 è stato progettato dalla Arup (la stessa azienda che ha dato vita al London Eye e al nuovo tetto dell’area delle partenze della King’s Cross Station) e gli ha donato un tocco di modernità, pur mantenendone la struttura originale. Sul tetto del nuovo ingresso delimitato da una parete a vetro è stata posizionata un’insegna recante la scritta “New Scotland Yard”, mentre sul suo lato destro è stata installata la famosa insegna rotante, prelevata dalla vecchia sede. All’altra estremità dell’ingresso è invece situata la Eternal Flame, una fiamma sempre accesa in commemorazione degli agenti caduti.
 
Uscendo dal Curtis Green Building e attraversando la strada ci si trova sul lungofiume del Victoria Embankment, da cui si possono ammirare le costruzioni presenti sulla riva opposta. Se invece ci si incammina in direzione opposta allo scorrere delle acque del Tamigi, ben presto si arriva nei pressi del Big Ben e del Palazzo di Westminster (sede del parlamento britannico).
La Polizia Metropolitana nel trasferirsi al Curtis Green Building, oltre a portare con sé l’insegna rotante, ha spostato anche il Black Museum, che purtroppo continua a non essere aperto al pubblico.
Ovviamente, a meno che non vi facciate arrestare, non è possibile vedere l’interno di questo edificio, ma credo che valga comunque la pena, vista anche la posizione ottimale, avvicinarsi nei suoi pressi per ammirarlo dall’esterno e scattare qualche foto (le immagini in questo articolo sono di David Holt CC 2.0).
 
Essendo diventato New Scotland Yard, il Curtis Green Building appare nell’ultimo libro della trilogia del detective Eric Shaw, “Oltre il limite”, proprio in questa veste e soprattutto come sede di una delle squadre (quella di Eric) del Servizio di Scienze Forensi della Polizia Metropolitana.
Numerose scene del romanzo sono ambientate al suo interno, per descrivere il quale ho fatto affidamento sulla mia immaginazione, plasmandolo a mio piacimento in base alle esigenze della storia (in realtà è sostanzialmente diverso). In quest’ultima vediamo soprattutto Eric nel suo nuovo ufficio, il laboratorio informatico, la sala riunioni e anche l’ufficio di Jane. A dirla tutta, non so neppure se nel Curtis Green Building si trovi una qualche sezione del Servizio di Scienze Forensi (il cui laboratorio principale a Londra è situato a Lambeth Road), in ogni caso ho deciso di far muovere i personaggi tra le sue mura per via della sua posizione geografica (di fronte al London Eye) e soprattutto perché, trattandosi di un edificio rinnovato, rappresenta il luogo ideale per un nuovo inizio nella vita di Eric.
Ma per capire di cosa sto parlando temo proprio che dovrete leggere il libro.
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Di Carla (del 13/09/2017 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2444 volte)

 Il (quasi) thriller che non ti aspetti
 
 
Non avevo mai letto nulla della Allende, semplicemente non era ancora successo, finché non mi è capitato tra le mani questo suo libro. Ero incuriosita dal fatto che un’autrice come lei, che di certo non scrive narrativa di genere, si fosse cimentata in un thriller. Com’era possibile?
Ma, man mano che leggevo, mi rendevo conto che quella del thriller era poco più di un’etichetta data a un libro che è difficilmente etichettabile.
Certo, c’è un serial killer, delle indagini e verso la fine una notevole quantità di suspense, persino un po’ d’azione e la scoperta di un assassino impensabile, ma il fulcro di questo romanzo non è la trama, bensì i suoi personaggi bizzarri e il modo in cui la Allende dipinge un quadro della loro vita fuori dalle righe (e sicuramente divertente), immersa nella quotidianità di San Francisco. A differenza di molti thriller che sembrano pensati a tavolino utilizzando sempre gli stessi schemi, “Il gioco di Ripper” è un romanzo ad ampio respiro, ricco di digressioni che, come le tessere di un puzzle, si inseriscono nel quadro generale. Sono talmente lontane le une dalle altre che non riusciamo a indovinare ciò che vedremo nell’immagine finale, ma in fondo poco ci importa, poiché ognuna di esse ci diverte, ci ispira e, in qualche modo ci arricchisce, grazie alla quasi interminabile inventiva dell’autrice nel creare i personaggi più strani, facendo uso di una prosa semplicemente meravigliosa.
È senza dubbio uno nei libri più belli che abbia mai letto.
 
Il gioco di Ripper (Kindle, brossura) su Amazon.it.
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Di Carla (del 06/09/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 3880 volte)
dal sito: https://worldtravelfamily.com/platform-9-and-three-quarters-london/
Nel borgo di Camden è situata una delle stazioni ferroviarie più importanti di Londra, che rappresenta il capolinea della East Coast Main Line diretta nel nord-est dell’Inghilterra e in Scozia: King’s Cross Station.
Originariamente aperta nel 1852, ha subito numerosi ampliamenti e rinnovamenti nel corso di oltre 160 anni, l’ultimo dei quali, risalente al 2012, è responsabile del suo aspetto attuale, in particolare del nuovissimo atrio delle partenze, una struttura semicircolare con un tetto in acciaio e vetro (foto sotto di © Colin / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0) progettata da Arup (la stessa azienda che ha progettato il London Eye).
 
La stazione di King’s Cross è adiacente a quella di St Pancras International, che è il capolinea dei servizi Eurostar provenienti dell’Europa continentale, e al di sotto di entrambe c’è l’enorme stazione sotterranea di King’s Cross St Pancreas, che è attraversata da più linee di qualsiasi altra stazione della rete metropolitana di Londra.
Nel loro insieme queste tre stazioni rappresentano un vero è proprio hub dei trasporti del Regno Unito, per cui è molto probabile trovarsi in una di esse quando si fa un viaggio a Londra.
 
© User:Colin / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
 
In particolare, se vi trovate a prendere un treno (o ad arrivare) alla stazione di King’s Cross, ricordatevi di fare una piccola visita alla cosiddetta Platform 93/4. Si tratta di un binario fantasma situato tra il binario 9 e il binario 10, cui è possibile accedere passando attraverso una parete di mattoni (ma solo se sei un mago!) e che è citato della saga di Harry Potter.
In passato il cartello a esso riferito e il carrello incastrato nel muro erano situati proprio nei pressi dell’accesso ai binari dal 9 all’11, ma nel 2012, in seguito al rinnovamento, sono stati trasferiti vicino al negozio del merchandising ispirato al franchise nato dai libri della Rowling. In realtà, le scene dei film in cui appare l’esterno della stazione non sono state girate a King’s Cross, ma a St Pancras.
 
La stazione di King’s Cross prende il nome dal quartiere che la ospita: un’area centrale di Londra che si estende tra Camden e Islington. Per saperne di più, date un’occhiata al sito ufficiale di King’s Cross.
King’s Cross” è anche il titolo di una canzone dei Pet Shop Boy ispirata appunto alla stazione (un po’ come accadde per il West End e “West End Girls” della stessa band), come luogo di arrivo in cerca di lavoro per le persone provenienti dal nord-est dell’Inghilterra.
 
La stazione di King’s Cross fa la sua apparizione nella trilogia del detective Eric Shaw in occasione del libro finale, “Oltre il limite”. Nel tardo pomeriggio del 22 maggio 2017, la detective Miriam Leroux e il sergente Mills si recano di fretta al binario di arrivo del treno proveniente da Cambridge in cerca di una donna che potrebbe essere nel mirino di un serial killer.
Non posso però dirvi se la troveranno.
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Di Carla (del 31/08/2017 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2754 volte)

 Bosch non delude mai
 
Stavolta Harry Bosch dovrà fare i conti con un caso del passato che lo riguarda personalmente: l’omicidio di sua madre, una prostituta la cui morte non ha mai trovato una spiegazione. Per tanto tempo ha voluto evitare di occuparsene, ma adesso nell’ennesimo periodo di crisi che si trova ad affrontare (la sua donna l’ha lasciato, la sua casa verrà demolita ed è stato sospeso dal lavoro per aver aggredito il suo capo, mentre vede il riacuirsi dei suoi problemi con l’alcol) decide di far chiarezza su un omicidio che non è mai interessato a nessuno, tranne che a lui.
La penna di Connelly ci catapulta nei luoghi più oscuri della Los Angeles degli anni ’90 e ’60, per seguire Bosch nella sua ricerca della verità. Ancora una volta l’autore ci mostra un’altra sfaccettatura di questo meraviglioso personaggio, così complesso da essere fonte quasi inesauribile di conflitti che non annoiano e che riescono a far immedesimare il lettore.
Come nei precedenti romanzi veniamo condotti verso numerose teorie, ma la risposta è davanti ai nostri occhi, eppure invisibile fino all’ultimo, poiché il nostro coinvolgimento nelle vicende personali ed emotive di Bosch ci rendono quasi ciechi nei confronti dei dettagli, proprio come succede a lui.
 
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