Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Carla (del 18/12/2024 @ 09:30:00, in Tennis, linkato 349 volte)
Questo 2024 è stato davvero un anno indimenticabile per il tennis italiano. Da appassionata, sono ancora incredula di fronte ai risultati ottenuti dai nostri giocatori.
Già il 2023 era finito davvero alla grande, con l’exploit di Jannik Sinner nell’ultima parte della stagione, culminato con la conquista della Coppa Davis per l’Italia, che, sebbene si tratti di una competizione per squadre, è stata raggiunta per gran parte per merito suo.
Sapevo che per il 2024 c’erano i presupposti di un’ottima stagione per lui, ma non immaginavo minimamente che sarebbe diventato in maniera così schiacciante il giocatore più forte del mondo, vincendo due Slam, tre ATP Masters 1000, due ATP 500 e le ATP Finals (cui si aggiunge la vittoria al 6 Kings Slam, che pur essendo un’esibizione l’ha visto dominare, in sequenza, Medvedev, Djokovic e Alcaraz), terminando l’anno nella prima posizione del ranking con un margine di distanza dal secondo in classifica tale da dargli la certezza di trovarsi ancora lassù almeno fino a febbraio, indipendentemente da come andrà l’inizio del 2025.
E poi c’è stata la ciliegina sulla torta: un’altra Coppa Davis, stavolta vinta insieme a Matteo Berrettini, che nonostante i numerosi infortuni degli scorsi anni e anche di questo che sta per finire, è riuscito a concluderlo da protagonista, dopo aver conquistato anche tre titoli stagionali.
Insomma, più ci penso e più mi devo dare dei pizzicotti per rendermi conto che, sì, è tutto vero.
Ancora una volta non posso che confermare ciò che mi sono detta a giugno, quando Jannik ha raggiunto per la prima volta la posizione n. 1 del ranking: i sogni si avverano.
E questo a volte succede se si lavora seriamente per raggiungerli. Non basta desiderarlo, né basta crederci. È necessario impegnarsi, prendendosi tutto il tempo necessario per cercare di migliorare: i risultati non sono altro che la conseguenza di questo incessante lavoro.
A noi possono sembrare quasi incredibili, se paragonati a un passato molto recente, ma chi li raggiunge, in questo caso Jannik Sinner, sa esattamente cosa ha dovuto fare per riuscirci e come ci è riuscito.
Di recente, in un’intervista, gli è stato chiesto di definirsi con un’unica parola e, dopo averci pensato per qualche breve istante, ha detto: determinato.
Credo che lo descriva davvero in maniera perfetta.
Lui aveva un sogno e con determinazione ha cercato e trovato il modo migliore di perseguirlo, finché non l’ha trasformato in realtà. Non è stata magia, né fortuna, ma solo il risultato del suo lavoro.
Non so voi, ma io trovo tutto questo, oltre che fonte di grande ispirazione, anche assolutamente rassicurante.
E lo rende ancora di più il fatto che il successo di Jannik Sinner non è affatto un caso isolato.
C’è quello di Jasmine Paolini, che, a 28 anni, ha avuto una stagione ricca di soddisfazioni. Non qualche fiammata improvvisa, ma una serie di risultati importanti per tutto il corso dell’anno: un WTA 1000 e due finali Slam in singolare, oltre che tanti ottimi piazzamenti nella maggior parte dei tornei cui ha partecipato, due WTA 1000, un WTA 500, una finale Slam e una medaglia d’oro alle Olimpiadi in doppio insieme a Sara Errani, la partecipazione alle WTA Finals sia in singolare che in doppio e, anche in questo caso ciliegina sulla torta, la vittoria con la nazionale della Billie Jean King Cup, giocando sia in singolare che in doppio (grazie anche all’importantissimo contributo di Lucia Bronzetti come seconda singolarista in semifinale e in finale), che l’anno scorso aveva solo sfiorato.
A tutto ciò si aggiunge l’aver terminato l’anno da n. 4 del mondo, cosa mai riuscita a nessun’altra tennista italiana.
Ho già citato i successi in doppio di Jasmine con Sara Errani, ma quest’ultima nel 2024 ha vinto un altro Slam (oltre ai cinque conquistati con Roberta Vinci in passato), questa volta in doppio misto con Andrea Vavassori.
E poi lo stesso Vavassori insieme a Simone Bolelli ha raggiunto quest’anno due finali Slam, vinto due ATP 500 e un ATP 250, partecipato alle ATP Finals, vinto la Coppa Davis con la nazionale e tuttora si trova nella top 10 del doppio.
Infine, abbiamo i già citati tre titoli di Berrettini (che raggiunge quota dieci in carriera), cui si aggiungono il primo in assoluto di Luciano Darderi e il quarto di Lorenzo Sonego (che ora può vantarsi di aver vinto un titolo su tutte le superfici e in tutte le condizioni).
In pratica, quest’anno, quasi ogni settimana avevamo uno o più tennisti italiani in finale e in molti casi vincitori di titoli. Una roba esagerata!
Che dire, se non che è un gran momento per essere un appassionato di tennis in Italia?
Io non posso che esserne felice.
E, proprio adesso che quest’anno sta per finire, voglio solo fermarmi un attimo per godermi questo momento e tutta la serenità che trasmette alla mia vita.
Non so cosa succederà nella prossima stagione, ma di certo nulla e nessuno potrà togliermi la soddisfazione che ho provato durante il 2024.
Le foto di questo articolo non le ho prese dalla rete. Le ho scattate io.
Ho avuto la fortuna di vedere di persona le ragazze trionfare a Malaga, alla Billie Jean King Cup, il 20 novembre scorso e i ragazzi vincere i quarti di finale (il 21 novembre) di quella Coppa Davis che avrebbero poi conquistato qualche giorno dopo.
In questi anni sono riuscita a veder giocare dal vivo molti giocatori italiani (qualcuno, come Sonego, in più occasioni), ma stavolta ho potuto aggiungere a questa mia personale “raccolta” Lucia Bronzetti, Jasmine Paolini, Matteo Berrettini (che mi era “sfuggito” in passato) e soprattutto il mio tennista preferito già da alcuni anni (ben prima che diventasse il preferito di mezzo mondo!): Jannik Sinner.
L’ho visto giocare e vincere letteralmente a pochi passi da me sia in singolare che in doppio.
Ho potuto osservare dal vivo la sua grande concentrazione, la sua forza, velocità e precisione, il modo con cui si isola dalle migliaia di persone che lo circondano e affronta ogni punto. Ho percepito proprio quella determinazione di cui lui stesso ha poi parlato e mi sono lasciata ispirare da essa, constatando direttamente con tutti i miei sensi che, in realtà, non c’è niente di incredibile, miracoloso o magico.
È tutto semplicemente vero.
E questa è un’altra soddisfazione che nessuno potrà togliermi.
Tutte le foto sono © 2024 Rita Carla Francesca e sono state scattate il 20 e il 21 novembre 2024 a Malaga.
Dall’alto: 1) Jannik Sinner; 2) Jannik Sinner; 3) la nazionale italiana maschile di tennis durante l'inno italiano; 4) Matteo Berrettini e Jannik Sinner; 5) Jannik Sinner; 6) Jasmine Paolini; 7) Jasmine Paolini; 8) Elisabetta Cocciaretto, Jasmine Paolini, Tathiana Garbin e Sara Errani; 9) Matteo Berrettini; 10) la nazionale italiana femminile di tennis dopo la premiazione della Billie Jean King Cup; 11) Lucia Bronzetti; 12) Jannik Sinner; 13) Jannik Sinner e Matteo Berrettini.
Di Carla (del 10/06/2024 @ 15:30:00, in Tennis, linkato 2358 volte)
Il 10 giugno 2024 per la prima volta un tennista italiano raggiunge il numero 1 del ranking mondiale di tennis maschile (ATP): Jannik Sinner.
Non solo, in questa stessa data Jasmine Paolini raggiunge il numero 7 del ranking mondiale di tennis femminile (WTA), facendo sì che per la prima volta l’Italia abbia contemporaneamente un rappresentante nella top 10 di entrambe le classifiche, cui si aggiunge Andrea Vavassori al numero 10 del ranking mondiale di doppio maschile.
Si tratta della dimostrazione più evidente di come il tennis italiano stia vivendo forse il miglior momento della sua storia, testimoniato anche dal fatto che abbiamo un/a tennista e una coppia in lizza per le Finals ATP e WTA sia in singolare che in doppio.
Per chi è tifoso di tennis è davvero una grande soddisfazione, anche perché seguire in maniera assidua questo sport non è affatto semplice: richiede davvero tanto tempo e una certa adattabilità al guardare partite negli orari più disparati del giorno o della notte per circa 11 mesi l’anno.
Io ho la fortuna di essere una lavoratrice autonoma e di decidere quando e dove lavorare, e quindi riesco a guardare gran parte delle partite degli italiani nei circuiti maggiori (a volte organizzandomi con due o tre schermi) e in particolare tutte quelle di Jannik e Jasmine, ma allo stesso tempo è faticoso, perché non c’è mai un attimo di pausa e, come tutti, anche io ho una vita mia!
Ma questi risultati rendono la mia fatica decisamente più accettabile.
Come vi raccontavo tempo fa, ho iniziato a seguire il tennis in maniera costante durante il periodo della pandemia, poiché era stato uno dei primi sport a ripartire. Da allora è diventato un po’ una droga, una di quelle che però non fanno male alla salute, al massimo ogni tanto ti tolgono qualche ora di sonno e ti incasinano un po’ i ritmi circadiani.
Questi fastidi sono per me assolutamente sopportabili di fronte al senso di benessere che mi dà il guardare una partita di tennis, ancora di più se poi a vincere è un italiano. Mi rilassa, mi emoziona e, poi, quando finisce mi dà la giusta spinta a dedicarmi alle altre attività, incluse quelle lavorative.
Il tennis mi ha progressivamente aiutato ad attenuare gli strascichi psicologici del regime sanitario adottato durante la pandemia e, anche se sono ancora una persona molto più ansiosa di quella che ero un tempo, l’avere questo tipo di “impegno” mi conferisce un senso di ordine e mi consente di guardare al futuro di nuovo con ottimismo, e magari di iniziare a gettare le basi di qualche altro progetto lavorativo e personale (le due cose, per mia fortuna, non sono separate).
In tutto questo devo ringraziare Jannik, Jasmine e tutti gli altri, che mi fanno compagnia nel mio personale viaggio e che mi ispirano con la loro ambizione e con la determinazione e l’impegno con cui lavorano per trasformare i loro sogni in realtà.
Le loro storie dimostrano che, se hai un obiettivo in cui credi e se lavori duramente per ottenerlo, per quanto questo possa apparire lontano e difficile, non è affatto impossibile raggiungerlo.
Nel 2018 a un giovanissimo Jannik Sinner venne chiesto quale fosse il suo sogno e lui rispose che era diventare il numero uno al mondo.
Il 10 giugno 2024 quel sogno è diventato realtà.
Jannik ci ha mostrato che può accadere: i sogni si avverano.
Di Carla (del 18/05/2024 @ 09:30:00, in Tennis, linkato 494 volte)
Lo scorso primo maggio ho trascorso un bellissimo pomeriggio al Tennis Club Cagliari, in occasione della terza giornata del torneo ATP Challenger 175 Sardegna Open.
Quest’anno i biglietti era giornalieri, con inizio degli incontri a mezzogiorno (che poi continuavano fino a tarda sera), quindi abbiamo avuto l’occasione di vedere tanto tennis. E, trattandosi di un giorno di festa, era pieno di gente.
Nonostante il ritiro durante l’incontro, ho potuto vedere giocare Fabio Fognini per la prima volta dal vivo.
Ho visto anche Giulio Zeppieri (anche lui si è ritirato... quanta sfortuna per i nostri).
E ho rivisto con piacere, dopo lo scorso settembre a Bologna, Lorenzo Sonego, che ha salvato la giornata, vincendo in tre set contro Alex Michelsen!
Il grande tifo è stato sicuramente un fattore in questa vittoria. Lorenzo è uno di quei giocatori che anche nei momenti difficili riesce a trovare nell’ambiente che lo circonda le motivazioni e la forza necessaria per spuntarla. E anche in questa occasione l’ha dimostrato.
Inoltre, è stato simpatico incrociare una ventina di volte (a sua insaputa) anche quest’anno Lorenzo Fares di SuperTennis TV e altre facce note come Mauro Ricevuti e il presidente della FITP Angelo Binaghi.
Insieme al mio compagno ci siamo messi ad osservare il viavai dei giocatori, cercando di individuarne il più possibile, come Luciano Darderi (speriamo di riuscire a vederlo giocare in un’altra occasione futura), Lorenzo Musetti, Yoshihito Nishioka, Juan Manuel Cerundolo, Gabriel Diallo, Juan Pablo Varillas, Daniel Elahi Galan e tanti altri.
Io indovinavo gran parte dei nomi, invece lui, quando non li riconosceva, sparava un nome a caso, totalmente improbabile, di un altro giocatore. E ci mettevamo entrambi a ridere.
Per fortuna, non ci conosceva nessuno!
Inoltre, abbiamo visto in campo Daniel Altmaier, Shintaro Mochizuki, Taro Daniel, Camilo Ugo Carabelli, Marton Fucsovics (che ha giocato contro Zeppieri) e Federico Coria (che ha giocato contro Fognini).
Insomma, anche quest’anno ci siamo proprio divertiti.
Tutte le foto sono mie (© 2024): 1) io durante l’incontro tra Alex Michelsen e Lorenzo Sonego; 2) Fabio Fognini; 3) Lorenzo Sonego.
Di Carla (del 08/11/2023 @ 10:30:00, in Tennis, linkato 649 volte)
Potrei aggiungere: e me ne vanto!
No, aspettate, questo non significa che io giochi a tennis. Non ho mai giocato a tennis. Mio padre ha provato a insegnarmi qualcosa quando ero ragazzina, ma poi, per mancanza di tempo, non ho continuato.
No, non gioco a tennis. A me piace guardare gli altri che lo fanno, in particolare quelli bravi.
Ho scoperto questa mia passione solo da pochi anni. In passato osservavo questo sport con curiosità, ma solo di tanto in tanto avevo l’occasione di vedere un incontro, anche perché era oggettivamente più difficile beccarne uno in TV in chiaro prima dell’arrivo di SuperTennis (il canale della FITP). Però ogni volta venivo ipnotizzata da quella pallina che andava avanti e indietro sul campo e dalle prodezze di quei tizi e quelle tizie che la colpivano.
Probabilmente ciò deriva dal fatto che mio padre da giovane giocava e c’era un campo proprio nel nostro condominio, quindi tra i miei giocattoli non era raro trovare qualche pallina da tennis usata.
Ma successivamente mi sono concentrata sul calcio, sul tifare il Cagliari, cosa che faccio tuttora.
Poi è arrivata la pandemia, e il tennis, essendo uno sport senza contatto, è stato uno dei primi a riprendere. Così ho iniziato a seguirlo in maniera più costante e in breve tempo ne sono stata catturata.
Sono tante le cose che mi piacciono del tennis.
Prima di tutto, il fatto che sia fisica in azione: quella pallina va lì perché è stata colpita in un certo modo.
In secondo luogo, c’è che si tratta di uno sport estremamente psicologico. Ci sono i colpi, il talento, la forma fisica, la tattica, ma ciò che può fare la differenza è come si sente il giocatore in quel momento. Basta poco, quasi nulla, per far cambiare l’inerzia di un incontro solo per il fatto che il giocatore si senta in fiducia rispetto ai propri mezzi oppure perda questa fiducia. La forza mentale, che consente di dimenticare un proprio errore o una prodezza dell’avversario e riprendere a giocare come se niente fosse, può avere la meglio sul resto.
Inoltre, gli incontri di tennis sono come dei thriller. Talvolta basta un episodio, magari fortunoso, un colpo di scena, che può decidere le sorti di un game e creare i presupposti per ribaltare il risultato. Non è mai finita finché non è finita. Un giocatore può essere sull’orlo del baratro, con tre match point contro (anche di più, se si tratta di un tie-break), e annullarli, poi vincere il set e alla fine vincere l’incontro. Tutto può succedere.
E poi c’è tutto quello che avviene al di fuori del campo: la preparazione, la programmazione della stagione, l’impegno dei giocatori, l’ambizione, la capacità di migliorare se stessi per diventare più forti sotto tutti i punti di vista.
La cosa più bella è proprio vedere dei giocatori che dall’inizio della loro carriera ottengono i primi successi, accumulano punti, e pian piano salgono in classifica, si misurano con i grandi e poi magari diventano come o meglio di loro.
In tutto questo io trovo ispirazione.
Infine, il tennis ha la peculiarità di essere praticato tutto l’anno. A eccezione di dicembre, ogni settimana c’è almeno un torneo di tennis dei circuiti maggiori (ATP e WTA) e, con tutti gli italiani, sia uomini che donne, che stanno ottenendo ottimi risultati in questo sport, ciò significa che c’è sempre un incontro da vedere. Spesso faccio colazione davanti a un incontro in TV, magari in seguito a una levataccia proprio per non perdermelo, visto che i tour toccano tutti i continenti. In un certo senso, è confortante sapere che posso vedere qualcosa che mi piace anche tutti i giorni, se voglio.
Inizialmente lo facevo di tanto in tanto, ma poi ho iniziato a conoscere meglio i giocatori, le loro storie, ad appassionarmi al loro gioco. Adesso mi ritrovo a organizzare la mia vita, sia quotidiana che gli impegni programmati, incluse eventuali vacanze, in modo tale da non perdere i tornei che mi interessano.
E, qualche volta, una mia vacanza non è altro che un viaggio per andare a vedere un torneo e poi, visto che ci sono, faccio anche la turista.
Ammetto che essere una lavoratrice autonoma mi facilita non poco le cose! Se avessi degli orari di lavoro fissi, sarebbe un bel problema vedere un incontro la mattina e il pomeriggio o, peggio ancora, durante la notte.
Potrebbe sembrare che il tennis mi porti via tempo, molto tempo. Da una parte è vero, poiché qualche volta, all’inizio di un grosso torneo come uno Slam, capita che ci sono anche quattro o cinque incontri di tennisti italiani in un giorno, alcuni dei quali non si sovrappongono e quindi che posso vedere. D’altra parte, però, avere questo tipo di impegno mi porta a sfruttare meglio il mio tempo.
Avere a disposizione un numero limitato di ore per lavorare a qualcosa, invece che genericamente tutta la giornata, mi spinge a essere più disciplinata, perché poi potrò avere la mia ricompensa. Per esempio, adesso che sto scrivendo questo articolo sono in attesa che inizi un incontro alla TV e ciò mi spinge a scrivere in fretta, invece di stare lì a pensarci tanto o, peggio, a mettermi a cazzeggiare su qualche social network!
Ma mi ha anche aiutato a rivedere le mie priorità. Mi sono resa conto che spesso mi occupavo di cose non necessarie più per abitudine che per reale interesse (ormai perso). Anzi, alla fine mi facevano sentire inutilmente insoddisfatta, poiché non mi procurava più piacere farle e allo stesso tempo non portavano ai risultati sperati. Molto meglio lasciarle da parte e guardare un po’ di tennis, per trovare il buonumore (soprattutto in caso di vittoria!) necessario per affrontare i miei doveri e nuove stimolanti sfide.
Ma devo ammetterlo: il tennis crea dipendenza. Me ne accorgo quando non ho nessun incontro da vedere per un paio di giorni. Non parliamo poi del mese di dicembre! Però in quel caso almeno mi consolo col pattinaggio di figura su ghiaccio.
Comunque si tratta di una bella dipendenza, una di quelle senza effetti collaterali.
Okay, adesso devo proprio andare: non solo l’incontro è iniziato, ma le ultime frasi le ho scritte durante un cambio campo!
Tutte le foto sono mie (©2023): 1) Sardegna Open (maggio 2023); 2) io a Bologna durante la fase a gironi della Coppa Davis 2023; 3) Lorenzo Sonego ed Elias Ymer (Bologna, Coppa Davis 2023).
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