Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Circa una settimana fa il corriere mi porta un pacchetto proveniente dagli Stati Uniti. Già il fatto che si tratta di DHL mi fa intuire il mittente: DHL è il corriere utilizzato da Amazon, incluso Amazon Publishing, per inviare oggetti direttamente dall’America. E infatti la mia intuizione è giusta, viene proprio da Amazon Publishing. Riconosco, come responsabile della spedizione, il nome della persona che si occupa della relazione con gli autori di AmazonCrossing. Ma ancora più interessante è il contenuto riportato sulla lettera di vettura: “gifts: trophy, Kindle”.
Regali!
I regali fanno sempre piacere. Fanno più piacere se ti vengono inviati dal tuo editore americano per premiarti dei risultati conseguiti dal tuo libri. Ma fanno ancora più piacere se il regalo in questione è un Kindle (anche se ne ho già uno).
Ed ecco nella foto sopra cosa trovo dentro il pacchetto.
C’è prima di tutto una lettera scritta a mano e indirizzata a “ Carla” (già il fatto che viene usato il nome con cui mi chiamano le persone che mi conoscono davvero mi rende felice) in cui tutto il team di AmazonCrossing si congratula per il numero di lettori raggiunto da “ The Mentor” e per le belle recensioni che sta ricevendo (ci avviciniamo a mille!).
Poi c’è un trofeo, che considerando forma e peso ritengo subito idoneo a diventare un’arma del delitto (scusate, è una deformazione professionale!), in cui si commemorano gli oltre 125 mila lettori raggiunti nel solo mese di ottobre 2015, in cui il libro è pubblicato e promosso negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia (qualcuno ricorderà che per l’occasione raggiunse la prima posizione nel Kindle Store in tutti e tre i mercati).
Ma ovviamente la parte più bella del contenuto del pacchetto è il Kindle Voyage. Ah!
Quelli del team devono avermi letto nel pensiero, perché è da un po’ che valutavo l’idea di prendermi un Kindle aggiuntivo da usare in viaggio o in spiaggia (adoro il mio Kindle DX per via dello schermo grande, dei tasti di cambio pagina, del sensore per passare alla visione panoramica e della tastiera, che lo rendono un perfetto strumento di lettura e di revisione da usare a casa, possibilmente sul letto) e stavo occhieggiando proprio il Voyage, per via dei sensori di cambio pagina sulla cornice che sono un ottimo sostituto dei tasti ormai non più presenti nei nuovi modelli, ma ero frenata dal prezzo (diciamocelo: rispetto al modello base non ha poi così tante funzionalità in più da per giustificare il prezzo, almeno rispetto alle mie necessità, considerando che la luce, che comunque c’è anche nel Paperwhite che costa molto meno, non mi interessa affatto). A dirla tutta, avrei voluto il modello che include anche il 3G (che è presente nel Kindle DX), ma, vabbe’, a caval donato non si guarda in bocca!
Insomma, questo pacchetto ricevuto da Amazon Publishing è stato gradito in ogni sua parte e colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente i ragazzi del team, in particolare le due persone con cui ho avuto a che fare direttamente in questo anno e tre mesi di collaborazione, cioè la mia acquisitions editor Gabriella Page-Fort (che ho avuto anche il piacere di conoscere di persona a Francoforte nel 2014) e l’addetta alle relazioni con gli autori Lauren Andrews, ma anche tutti gli altri che hanno firmato a mano la cartolina (Elizabeth, Galen, Priyanka, Le e Gracie) e quelli che non hanno potuto.
Grazie!
Chi in Italia fosse curioso di leggere il thriller italiano che è piaciuto tanto agli americani può accedere a un’anteprima dell’ebook su Amazon (dove il libro è disponibile anche in cartaceo) facendo clic sulla copertina qui accanto.
Se non avete un Kindle né un account Amazon (e non volete crearne uno), potete acquistare “ Il mentore” nei principali retailer utilizzando i link riportati in questa pagina.
Ribadisco inoltre il ringraziamento a tutti coloro che hanno letto il libro in italiano o in inglese, ovunque si trovino nel mondo.
Grazie davvero!
Lo scorso venerdì la versione online italiana della rivista internazionale WIRED ha pubblicato un articolo intitolato "I 10 migliori autori italiani autopubblicati", frutto di una breve ricerca fatta dalla redazione, che nei mesi precedenti si era rivolta a vari gruppi su Facebook e altri luoghi virtuali frequentati da lettori, da cui aveva ottenuto numerose segnalazioni di autori indie. All'interno di questa lista ci sono anch'io e "Deserto rosso"!
Con questo post, più che riportare il mio inserimento all'interno della lista, che probabilmente avrete già notato dalle varie condivisioni sul web dell'articolo, vorrei in realtà fare dei doverosi ringraziamenti.
Il primo ringraziamento va alla redazione della sezione Idee di WIRED.it nella persona di Alberto Grandi, autore dell'articolo, in cui tra l'altro è presente una bellissima recensione della mia serie di fantascienza. Si tratta per me del primo riconoscimento all'interno di una testata giornalistica autorevole, che inoltre non solo parla del mio lavoro, ma ne parla bene. Grazie davvero per aver letto i miei libri (ben quattro libri) e per le belle parole scritte. Come potete vedere, ne sto facendo buon uso nella home page del blog e sulle schede dei miei libri su Amazon.
Il secondo grazie va ancora una volta a tutti i miei lettori, ma in particolare a coloro che hanno segnalato i miei libri a WIRED. Il fatto di essere stata (forse) l'autrice più segnalata era stato riportato anche su Scrivo.me, in un articolo che illustrava l'iniziativa di WIRED, e anche grazie al quale ho ottenuto un po' di pubblicità gratuita, che non fa mai male. Quindi GRAZIE, perché, se voi non mi aveste segnalato, la redazione di WIRED non avrebbe letto "Deserto rosso" e non sarei mai apparsa su quell'articolo. Ci sono infatti tantissimi altri autori indipendenti meritevoli di essere inseriti in quella lista e che non ne fanno parte, non solo perché 10 è un numero insufficiente per contenerli tutti, ma perché effettivamente non sono mai giunti all'attenzione della redazione di WIRED. Insomma voi lettori, come sempre, avete fatto la differenza.
Voglio solo aggiungere che l'articolo in questione spezza una lancia in favore del buon self-publishing, dando spazio a opere che, così come sono, con i loro pregi e i loro eventuali difetti, difficilmente hanno la possibilità di essere valutate da una testata che si rivolge a un grande pubblico. Si tratta di un'occasione rara, al momento, ma spero sia la prima di tante che in futuro coinvolgeranno anche altri autori e altre opere.
Tutte le immagini sono screen capture dell'articolo su WIRED.it.
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