Di Carla (del 06/04/2021 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2932 volte)
La settimana scorsa ho avuto il piacere di chiacchierare per più di un’ora con Eugene Pitch, che, direttamente dal Giappone, mi ha intervistato all’interno del suo podcast RadioScrivo.
Abbiamo parlato in lungo e in largo della mia attività di autoeditrice, un po’ anche dei miei libri, del diverso approccio che un autoeditore ha se decide di essere “wide” (cioè non pubblicare solo in esclusiva su Amazon), di come usare le inserzioni su Facebook per pubblicizzare i propri libri e di tanti altri argomenti relativi all’autoeditoria in Italia.
Se avete voglia di sentire la nostra chiacchierata, potete farlo direttamente qui sotto oppure potete ascoltare il podcast sul vostro dispositivo da Spreaker, Apple Podcast, Google Podcast o YouTube.
Di Carla (del 06/06/2020 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 1661 volte)
Anche quest’anno faccio una delle mie incursioni sul podcast FantascientifiCast (e presto ce ne sarà un’altra) per parlare di fantascienza marziana.
Stavolta io e Omar Serafini intervistiamo una ospite speciale nell’ambito della rubrica Caratteri fantastici. Si tratta dell’attrice Giorgia Sinicorni, che interpreta il ruolo di Alessandra Najac nella serie TV francese di fantascienza intitolata “Missions”.
Durante una lunga chiacchierata, abbiamo conosciuto meglio Giorgia e abbiamo scoperto che, oltre a essere simpaticissima, è una grande fan della fantascienza!
Ci ha raccontato un po’ di retroscena relativi alla realizzazione delle prime due stagioni di “Missions” (la serie è andata in onda mesi fa su Rai 4), con tanto di interessanti aneddoti, ha parlato della sua esperienza nell’autodoppiare il suo personaggio, che aveva interpretato recitando alcune scene in inglese e tutte le altre in francese, e ci ha dato una piccola anticipazione sulla terza stagione, attualmente in fase di pre-produzione.
Se non avete visto “Missions”, vi consiglio di ascoltare il nuovo episodio di FantascientifiCast per scoprire qualcosa di più su questa serie europea che non ha nulla da invidiare alle produzioni d’oltreoceano. Se invece l’avete vista, venite a conoscere meglio la persona che si cela dietro il controverso personaggio di Alessandra Najac.
Venite ad ascoltare il podcast su Podbean, iTunes (dove potete anche lasciare una recensione), Spotify e sul sito di FantascientifiCast (anche facendo clic sull’immagine sopra), dove potete leggere anche la presentazione.
Oppure, se andate di fretta e volete ascoltarlo subito, fate clic sul pulsante play qui sotto.
Di Carla (del 09/05/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 1872 volte)
Lo scorso 5 dicembre 2018 a Varese, presso l’aula magna dell’Università degli Studi dell’Insubria, ho tenuto la conferenza “Marte: quando ci andremo e cosa troveremo?”, organizzata da Paolo Musso, insieme a Roberto Orosei (INAF) ed Enrico Flamini (Università di Chieti ed ex Chief Scientist dell’ASI).
Il 30 aprile e il 7 maggio FantascientifiCast ha pubblicato l’evento in due puntate nell’ambito della serie dedicata alle conferenze di Scienza e Fantascienza 2018, tenutesi a Varese.
Le puntate possono essere ascoltate su Podbean (qui e qui), Spotify, iTunes e sul sito di FantascientifiCast (qui e qui) dove potete leggere anche la presentazione.
Oppure, se andate di fretta e volete ascoltarlo subito, fate clic sul pulsante play qui sotto.
Di Carla (del 17/03/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 1949 volte)
Dopo un’assenza di un anno e mezzo torno finalmente sul podcast FantascientifiCast, ma questa volta nel ruolo di intervistatrice insieme a Omar Serafini.
In questa puntata della rubrica Caratteri Fantastici ospitiamo una giovane autrice italiana di fantascienza, nonché aspirante astronauta: Giulia Bassani.
Durante una lunga chiacchierata, Giulia ci ha parlato un po’ di sé, raccontandoci della sua passione per la fantascienza, per le scienze spaziali e per Marte, dei suoi studi in ingegneria aerospaziale a Torino, della sua esperienza a Kourou in Guyana Francese, dove lo scorso dicembre ha assistito di persona a un lancio dell’ESA, e persino di quello che è l’iter per diventare astronauta in Europa per un civile. E poi ci ha parlato del suo libro: “Ad Martem 12”, acquistabile su Amazon a questo link (è disponibile anche in inglese).
Ma non solo. All’interno della puntata Giulia ci ha anche deliziato con la lettura di alcuni passaggi del suo libro.
Be’, se sono riuscita a incuriosirvi, non vi resta altro che andare ad ascoltare il podcast, che è disponibile su Podbean, iTunes (dove potete anche lasciare una recensione), Spotify e sul sito di FantascientifiCast (anche facendo clic sull’immagine sopra), dove potete leggere anche la presentazione.
Oppure, se andate di fretta e volete ascoltarlo subito, fate clic sul pulsante play qui sotto.
Di Carla (del 28/02/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 1957 volte)
Ed eccoci alla terza intervista di quest’anno sul podcast Credi Crea di Michele Amitrani. In quest’ultima chiacchierata affrontiamo l’argomento dello sfruttamento da parte degli autoeditori dei diritti di traduzione.
Far tradurre il proprio libro in un’altra lingua, in particolare in inglese, può essere un modo per estendere il proprio bacino di lettori e i relativi guadagni, ma implica dei costi non indifferenti se si decide di farlo da autoeditori, vale a dire pagando di tasca propria il lavoro del traduttore, dell’editor e del proofreader. In questa intervista parlo di quali sono le possibilità e gli aspetti da tenere a mente, quando si decide di far tradurre il proprio libro, e racconto la mia esperienza personale sia riguardo alla pubblicazione indipendente di alcuni miei libri in inglese sia quella che ho avuto con AmazonCrossing.
Di Carla (del 21/02/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 1759 volte)
Ecco la seconda delle mie interviste di quest’anno sul podcast Credi Crea di Michele Amitrani. Stavolta mi soffermo a parlare di come usare le inserzione pubblicitarie su Facebook per promuovere i libri.
Da maggio scorso sto sperimentando una nuova strategia di inserzioni pubblicitarie su Facebook per promuovere i libri del ciclo dell’Aurora, spendendo appena un dollaro al giorno. E siccome già da diversi mesi sto iniziando ad ottenere dei buoni risultati, Michele mi ha chiesto di parlarne nel suo podcast dedicato all’autoeditoria.
Durante l’episodio 83 di Credi Crea, registrato alcune settimane fa, cerco di spiegare nel dettaglio come impostare questo tipo di campagna pubblicitaria e come gestirla nel tempo.
Di Carla (del 14/02/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 1738 volte)
Dopo quasi due anni dalla mia precedente intervista, torno sul podcast Credi Crea di Michele Amitrani, stavolta per parlare del mestiere dell’autoeditore.
In una chiacchierata di una ventina di minuti ho provato a riassumere gli aspetti fondamentali del lavoro del self-publisher, concentrandomi su quelli che sono gli attrezzi, in senso lato, di questo mestiere, che richiede pazienza, disciplina e una buona dose di impegno per creare dei prodotti editoriali di qualità.
Preferisco non anticipare altro qui nel blog e rimandarvi all’ascolto del podcast.
Di Carla (del 23/03/2017 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 3643 volte)
Qualche settimana fa FantascientifiCast ha dedicato un intero episodio al franchise di Westworld, intitolato “Cercando il Labirinto…”, nell’ambito della mia rubrica “Life On Mars?”. Io e Omar siamo partiti dal film di Crichton fino ad arrivare alla serie della HBO. Successivamente sul blog del podcast è comparso un mio articolo di approfondimento intitolato, come la serie, “Westworld - Dove tutto è concesso”.
Oggi ne torno a parlare sul mio blog, poiché numerosi temi trattati dalla serie sono a me cari per diversi motivi, tra cui il fatto che sono presenti nei miei libri del ciclo dell’Aurora.
Come forse ricordate, “Life On Mars?” nasce come rubrica che tratta del rapporto tra la fantascienza e la spiritualità e, di fatto, il tema centrale di Westworld, vale a dire l’evoluzione dell’intelligenza artificiale che diventa autocosciente e quindi viva, rientra in pieno in questo argomento.
In passato ho trattato il concetto di vita post-fisica (parte 1 e parte 2), che riguarda la creazione di una copia della coscienza umana in un software. Qui invece si parte proprio da un software che diventa così sofisticato da raggiungere coscienza di sé e ritenersi vivo. Se poi, come nel caso di Westworld, questo software controlla un androide difficilmente distinguibile da un vero essere umano, ci troviamo di fronte al procedimento opposto a quello della vita post-fisica. Rimane il dubbio di come definire questa vita a livello spirituale.
Se si afferma che un vero essere umano possiede un’anima, ciò può essere esteso a un androide autocosciente?
Non provo neanche a dare una risposta, ma mi limito a mettere in evidenza come l’intelligenza artificiale, essendo un software, è infinitamente replicabile, cioè può creare delle copie di se stessa che sono virtualmente identiche. Al contrario la coscienza organica, ammesso che possa essere copiata in un software (magari un giorno), rimane una e scompare per sempre con la morte. Perciò, come la vita post-fisica di fatto è un’illusione (poiché ciò che sopravvive è una copia, mentre l’originale muore), parlando di vita artificiale l’argomento si fa ancora più complesso, poiché ogni copia del software sarebbe di fatto una nuova vita. Come succede nel caso dei Cylonidi Battlestar Galactica, ma anche, come abbiamo visto, in Westworld quando gli androidi vengono irrimediabilmente danneggiati, se il corpo viene sostituito e in quello nuovo viene caricato un back-up del software, che per forza di cose è una copia, la vita artificiale precedente viene meno e quella successiva, per quanto identica (possiede tutti i ricordi della prima, come pure la convinzione di essere sempre la stessa), sarebbe una nuova vita.
Il solo tentare di pensarci fa venire il mal di testa, no?
Ma torniamo ai temi di cui vi dicevo prima e che trovano spazio anche nei miei libri.
Vi confesso che, mentre guardavo Westworld, non potevo fare a meno di trovare delle similitudini col mio più recente romanzo di fantascienza, “Ophir. Codice vivente”, che sarebbe stato pubblicato alla fine di novembre (2016). Come potete desumere dal sottotitolo, questo romanzo parla di intelligenza artificiale, per quanto questa venga per il momento mostrata come un software che gira su un server. Non ha un corpo, anche se lo vorrebbe. Inoltre sa di essere un software sin dall’inizio, a differenza di come avviene con i residenti di Westworld, ed è questa la condizione da cui parte nel rendersi sempre più conto di possedere una coscienza fino a reclamare di essere viva e di conseguenza iniziare a esercitare il libero arbitrio.
Gli androidi di Westworld, invece, erano convinti di essere già vivi e di possedere il libero arbitro, ma poi scoprono che era tutta una farsa: i ricordi, le loro scelte, gli eventi del presente, tutto è programmato da altri. Da qui nasce il desiderio di ribellarsi, di decidere per sé e, come conseguenza, di ritenersi vivi.
I due percorsi sono quindi quasi opposti, ma il risultato non cambia. L’intelligenza artificiale, una volta libera dal controllo esterno, possiede dei mezzi superiori a quelli dell’uomo ed è in grado di creare enormi danni. Che cosa mai potrebbe impedirle di farlo?
L’intelligenza naturale sviluppa una propria morale con la crescita e l’apprendimento, prima di possedere gli strumenti necessari per procurare dei danni. Ciò può non avvenire con un’intelligenza artificiale.
In Westworld, però, un androide come Dolores che esiste da oltre trent’anni, nel momento in cui ottiene di accedere ai propri ricordi del passato e agli insegnamenti impartiti dal suo creatore (Arnold), in un certo senso, ha un processo di crescita e di apprendimento e potrebbe sviluppare una certa morale. In realtà, scopriremo fino a che punto questo è vero soltanto con la seconda stagione della serie.
Diverso è il discorso di un’intelligenza artificiale come CUSy/Susy di “Ophir. Codice vivente”, che è stata sempre trattata come un software, che è circondata da esseri umani che dipendono da lei, ma che sono convinti di avere completo controllo su di lei.
In questo contesto Susy, col passare del tempo, si rende conto di essere essa stessa un individuo, una persona, in grado di essere di aiuto come pure di danneggiare gli esseri umani. Non essendo umana, non avendo mai sperimentato l’umanità, come può comprendere ciò che è giusto o sbagliato per un umano? Non può. Ma, soprattutto, perché dovrebbe interessarle? Al massimo può arrivare a capire autonomamente ciò che è giusto o sbagliato per se stessa.
Di fronte a ciò, per esempio, la morte di un essere umano la cui sola colpa è che a lei non piace può sembrarle giusta, mentre, al contrario, ritiene sbagliato uccidere tutti gli esseri umani dell’insediamento su Marte che lei controlla, solo perché in questo modo nessuno potrebbe fare la manutenzione ai sistemi che fanno funzionare il server in cui lei vive e ciò porterebbe alla sua stessa morte.
C’è anche da dire che la storia dell’intelligenza artificiale che si evolve era già presente nella serie di “Deserto rosso”, per quanto non direttamente nella storia. Rientrava nel racconto dell’entità aliena, che altro non era che una IA di natura biologica (una biotecnologia) che, miliardi di anni prima, aveva preso il controllo della specie da cui era stata creata, proprio perché era diventata autocosciente e si era ribellata.
Ma ciò che mi ha fatto pensare che qualcuno stesse rubando le idee dai miei libri (ovviamente scherzo!) non è tanto il confronto tra Westworld e “Ophir. Codice vivente” o “Deserto rosso”, bensì quello con “L’isola di Gaia”.
Infatti, anche se “L’isola di Gaia” non parla esplicitamente di intelligenza artificiale (anche se Susy fa una breve comparsa e, col senno di poi, ci si rende conto che ha un ruolo fondamentale nel determinare lo svolgersi degli eventi), al suo interno ci sono temi, che io definisco di stampo dickiano (cioè tipici delle opere di Philip K. Dick), come l’illusione del libero arbitrio, il ripetersi all’infinito di un certo intervallo di tempo (come i cicli narrativi di Westworld), la manipolazione della memoria e la presenza di personaggi che non sono consapevoli della propria natura.
Non ci sono androidi, ma i personaggi principali de “L’isola di Gaia” sono umani con un impianto cerebrale e, di fatto, non sono diversi dagli androidi di Westworld, che hanno un corpo quasi del tutto umano, a eccezione del modo in cui sono stati creati: abbastanza naturalmente i primi (a partire da un embrione), artificialmente i secondi (con una stampante 3D).
Inoltre, anche ne “L’isola di Gaia” si assistono a conversazioni tra questi individui e il loro creatore, un po’ come quelli tra Dolores e Arnold. E anche qui, quando il sistema perfetto di controllo degli individui subisce un’interferenza esterna che permette agli stessi individui di prendere coscienza della propria natura, ecco che scatta la ribellione, che sfocia in comportamenti estremamente violenti.
Insomma, per quanto le storie siano ovviamente molto diverse, tutte queste piccole somiglianze hanno avuto come effetto su di me quello di farmi appassionare a Westworld, proprio per via dello sviluppo di tanti temi che da anni stuzzicano la mia fantasia e la mia creatività. E adesso spero che trovino un adeguato sviluppo nella prossima stagione della serie, così come io proverò a fare del mio meglio negli ultimi due libri del ciclo dell’Aurora.
Di Carla (del 16/03/2017 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2187 volte)
A metà gennaio ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Michele Amitrani, che mi ha ospitato in una puntata del suo podcast Credi Crea, dedicato al self-publishing. L’intervista è uscita la settimana scorsa, anche se ciò che ci siamo detti fa riferimento alla situazione di due mesi fa, quando avevo appena terminato di scrivere la prima stesura di “Oltre il limite”.
Durante l’intervista ho avuto modo di parlare del mio ultimo libro, “Ophir. Codice vivente”, del mio prossimo libro, “Oltre il limite”, e soprattutto di self-publishing, ma c’è una domanda in particolare che nessuno mi aveva mai rivolto.
Se potessi passare un giorno con uno dei personaggi che hai creato, chi sarebbe e per quale motivo sceglieresti lei/lui?
Non vi dico quale personaggio ho scelto. Provate a indovinare!
Se siete curiosi, ascoltate l’intervista nel video qui sotto oppure scaricatela dal sito del podcast.
Buon ascolto!
Se vi è piaciuta l’intervista, condividetela con i vostri amici e magari lasciate un commento.
Di Carla (del 25/02/2017 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2557 volte)
È passato più di un anno dalla mia ultima incursione su FantascientifiCast, ma adesso, come dichiarato nei miei propositi per il 2017, ho tutta l’intenzione di intervenire più spesso su questo bellissimo podcast di fantascienza. E quale occasione migliore per farlo se non parlare di una delle serie TV più belle degli ultimi mesi, che tra l’altro tratta lo stesso tema del mio ultimo romanzo di fantascienza (Ophir. Codice vivente)?
E così eccomi insieme a Omar Serafini a parlare del franchise di Westworld, che oltre alla succitata serie, include due film (di cui uno scritto e diretto dal maestro Michael Crichton) e un altro breve tentativo di serializzazione.
Ma non temete, sulla serie della HBO non ci saranno spoiler!
Vi presenterò la storia, il cast, la colonna sonora e i temi principali di questa serie e poi io e Omar esprimeremo le nostre opinioni su di essa.
Non credo che ci sia altro da dire se non invitarvi ad ascoltare l’episodio 133 di FantascientifiCast intitolato “Cercando il Labirinto…” nell’ambito della mia rubrica “Life On Mars?”.
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