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 Fiordo svedese... di Carla
 

"Siete stati manipolati a un livello più profondo di quanto immaginiate." L’isola di Gaia

 

Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 27/11/2018 @ 09:30:00, in Eventi, linkato 2525 volte)

Il mese scorso ho avuto l’opportunità di partecipare alla seconda edizione dell’evento “Segni e voci di altri mondi” organizzato nella sede di ALTEC a Torino. È stata un’esperienza fantastica che mi ha visto impegnata per due giorni in quella che viene definita la porta italiana verso la Stazione Spaziale Internazionale, come recita l’enorme scritta all’ingresso (The Italian Gateway to the International Space Station), e mi ha permesso di conoscere tante persone interessanti, oltre che parlare del mio lavoro.
 
L’evento in sé, quello aperto al pubblico, è durato solo un giorno, il 14 ottobre, ma noi (io e il mio compagno), essendo espositori, ci siamo recati anche il giorno prima alla sede di ALTEC per preparare il nostro stand. Era la prima volta che partecipavo a un evento del genere. È stato bello sistemare tutti i miei libri di fantascienza (in tutto otto titoli disponibili in più copie) in un banchetto, insieme ad altro materiale promozionale, ma anche poter osservare in anteprima l’allestimento della mostra di modellismo, che contava davvero degli esemplari straordinari.
 
In aggiunta a ciò, abbiamo avuto il piacere di fare una breve visita privata allo stabilimento insieme a Paolo Navone, che ci ha portato a vedere, tra le varie cose, la sala controllo, la replica di un modulo che si trova sulla ISS e la piscina usata per l’addestramento degli astronauti, e che ci ha fatto da guida, spiegandoci il ruolo di ALTEC nella costruzione della stazione spaziale e in altre missioni spaziali internazionali. Tra queste c’è quella del mini shuttle dell’ESA IVX, cui Paolo ha partecipato in prima persona.
 
La giornata si è poi conclusa in una bella cena insieme ad alcune persone che avevano organizzato l’evento (appartenenti al CRAL ALTEC e al Centro Modellistico Torinese) e ad altre che vi avrebbero partecipato. Oltre a godere della compagnia di Marco Ambrosio (che, insieme a Paolo, mi ha invitato a partecipare all’evento) e di sua moglie, abbiamo conosciuto alcuni dei modellisti, tra cui non posso non citare Sandro Degiani, che ha tenuto banco tra le persone sedute vicino a lui (me compresa), e il professor Giancarlo Genta, qui nel ruolo di autore di romanzi di fantascienza. Al gruppo si è unito anche il mitico Giovanni Mongini, detto Vanni, autore e massimo esperto di fantascienza italiano, che avevo conosciuto poche ore prima allo stabilimento e che mi sarei ritrovata nello stand di fronte il giorno dopo.
 
E poi è arrivato, appunto, il giorno dell’evento. Le prime due ore sono state la parte più semplice. Ho avuto modo di presentare la serie di “Deserto rosso” nell’auditorium nell’ambito dell’intervento “Marte al femminile”, moderato da Maurizio Maschio. Insieme a me c’era Giulia Bassani che presentava il suo romanzo “Ad Martem 12” (ed era anche mia vicina di stand alla mostra).
 
 
A entrambe è stato chiesto in che modo siamo entrate in contatto con la fantascienza e cosa ci abbia spinto a iniziare a scriverla. Io ho raccontato di come sono cresciuta tra E.T., Ritorno al Futuro, Star Wars (da cui il mio nickname Anakina), i Visitors e tanti altri film e telefilm che mi hanno avvicinato al genere e come ciò abbia stimolato la mia immaginazione. Avevo nella mente tante storie e a un certo punto mi sono resa conto che l’unico modo per renderle vere era scriverle.
 
Subito dopo la presentazione, sono tornata al mio stand, dove ho accolto alcune delle persone che mi avevano ascoltato nell’auditorium e volevano acquistare uno dei miei libri.
 
Come ho anticipato prima, però, la parte difficile sarebbe arrivata dopo. A partire dalle 11.30 sono entrati nuovi visitatori (erano suddivisi in scaglioni da massimo 200 persone per due ore, per evitare sovraffollamenti) che non sapevano chi fossi. Stava a me attirare la loro attenzione.
Credo che la frase che ho usato più spesso sia stata: “Vuole prendere una cartolina?
Avevo con me un bel po’ di cartoline promozionali di “Deserto rosso” da offrire ai visitatori e le ho usate per indurli a fermarsi al mio stand, per poi spiegare loro qualcosa sui miei libri. Tenete conto che ho dato via 54 cartoline e per buona parte di esse mi sono soffermata a raccontare l’inizio della storia di Anna Persson e la struttura del ciclo dell’Aurora. L’ho raccontata tante di quelle volte che l’altro mio vicino di stand, Roberto Azzara, l’ha imparata a memoria!
Devo dire che il mio sforzo è stato ripagato e sono riuscita a vendere più della metà dei libri che avevo con me. E così ho anche evitato di doverli rispedire in Sardegna per posta.
 
Durante tutta la giornata (l’evento è durato dalle 9.30 alle 20) ho avuto quindi modo di parlare con un sacco di persone e tra queste mi sono ritrovata di fronte un mio ignaro lettore, che, solo dopo aver visto le copertine, ha riconosciuto i libri e si è reso conto di avere davanti a sé l’autrice degli ebook presenti nel suo cellulare. È la prima volta che mi capita di imbattermi per caso in un mio lettore ed è stato davvero un piacere conoscerlo.
 
Non solo. È anche venuto a farmi visita insieme alla famiglia un mio collega di Torino: Luca Rossi, autore indipendente di fantascienza e fantasy, che è mio amico su Facebook dal 2012 e che sono finalmente riuscita a incontrare di persona. Inoltre ho rivisto con piacere Dario Tonani (anche lui autore di fantascienza e amico di lunga data su Facebook) e sua moglie Giusy, che avevo già incontrato al Sassari Comics & Games 2015.
 
Tra una chiacchiera e l’altra e qualche foto con i vicini di stand (Giulia, Roberto e Vanni, che ho citato prima, e Luigi Petruzzelli di Edizioni della Vigna) le ore sono volate, intervallate da alcuni brevi pause per rivedere e fotografare i modellini esposti, e andare a osservare prima il Sole e poi la Luna al telescopio, grazie alle postazioni di osservazione allestite da Celestia Taurinorum.
 
Alla fine stanchi ma felici siamo andati via. Il giorno dopo, in attesa di prendere il volo che ci avrebbe riportato a Cagliari, all’aeroporto di Caselle ci siamo imbattuti proprio nel mini shuttle XVI dell’ESA, esposto nell’area check-in. Una foto ricordo con il veicolo spaziale è stata la degna chiusura di questo bellissimo weekend.
 
Colgo l’occasione di ringraziare ancora una volta Marco Ambrosio e Paolo Navone, che mi hanno invitato a partecipare a questo evento. Grazie di cuore!
 
Foto (dall’alto): durante il mio intervento insieme a Maurizio Maschio, il mio banchetto di libri, ingresso dell’ALTEC, vista dall’interno della replica di un modulo della ISS, con Luca Rossi, su Marte (più o meno) con Giulia Bassani.
Potete vedere altre foto, incluse quelle di numerosi modellini in mostra, sulla mia pagina Facebook a questo link.
 
Di Carla (del 09/10/2018 @ 09:30:00, in Eventi, linkato 1756 volte)

Dopo un anno di pausa, si torna in pista con nuovi eventi: una presentazione, una conferenza e un corso.
 
Il primo di questi eventi si terrà domenica prossima (il 14 ottobre) a Torino nella sede di ALTEC, in corso Marche 79. Si tratta dell’edizione 2018 di “Segni e voci di altri mondi”, organizzata dal CRAL ALTEC e dal Centro Modellistico Torinese, in cui la tecnologia spaziale e la scienza si incontrano con la fantascienza, attraverso la presentazione e l’esposizione delle opere di autori, fumettisti, illustratori, modellisti, l’esibizione di musicisti e le conferenze su romanzi e film.
 
E tra gli autori ci sono anch’io.
Dalle 10.15 alle 11 nell’auditorium, avrò l’opportunità di presentare al pubblico la serie di “Deserto rosso” e il ciclo dell’Aurora. Insieme a me ci sarà Giulia Bassani, meglio conosciuta sul web come Astro Giulia, che presenterà il suo romanzo “Ad Martem 12”.
Il nostro intervento, intitolato “Marte al femminile”, verrà moderato dal giornalista e scrittore Maurizio Maschio.
 
Ma non finisce qui.
Per tutta la durata della mostra, vale a dire dalle 9.30 alle 20, avrò l’opportunità di esporre i miei libri e di interagire con i visitatori. Saranno anche disponibili per la vendita alcune copie di tutti i miei romanzi di fantascienza: i quattro libri singoli di “Deserto rosso”, la raccolta della serie, “L’isola di Gaia”, “Ophir. Codice vivente” e “Per caso” (anche se quest’ultimo non fa parte del ciclo dell’Aurora).
 
Se siete a Torino o dintorni e volete partecipare all’evento, è necessario che vi prenotiate a questo link: https://prenotazioni.altecspace.it/index.php/e/13/mostra-cral-altec-2018
L’ingresso è gratuito, ma ci sono a disposizione solo 1000 posti suddivisi in cinque fasce di orario: 9.30-11.30, 11.30-12.30, 14-16, 16-18 e 18-20.
In ogni fascia è ammesso un massimo di 200 persone, che potranno trattenersi fino a due ore. Durante la prima fascia potrete assistere al mio intervento all’auditorium. Sarò comunque presente al mio stand per tutto il resto dell’evento, se vorrete venire a fare due chiacchiere con me.
 
La cosa essenziale è prenotarsi il prima possibile, poiché i posti finiranno molto in fretta.
 
Per maggiori informazioni sugli altri ospiti e sulle attività previste durante la mostra “Segni e voci di altri mondi”, date un’occhiata a questo articolo sul sito di ALTEC.
 
Prossimamente vi parlerò degli altri due eventi che ho citato all’inizio di questo articolo. Vi anticipo soltanto che si terranno entrambi a Varese il prossimo dicembre.
Ma prima di allora, il 30 novembre, è prevista la pubblicazione del mio nuovo libro, che è anche la quarta parte del ciclo dell’Aurora: “Sirius. In caduta libera”.
 
Nel frattempo vi aspetto domenica a Torino!
 
Di Carla (del 03/06/2017 @ 10:00:00, in Eventi, linkato 2586 volte)

Il 26 maggio ho avuto il piacere di presentare la trilogia del detective Eric Shaw al folto pubblico intervenuto alla Biblioteca Comunale di Carbonia nell’ambito della rassegna Carbonia Scrive. Mi ha fatto particolarmente piacere parlare dei miei romanzi nella città in cui sono nata e dove ho frequentato il liceo, davanti a tante persone che conoscevo, alcune delle quali non vedevo da molto tempo.
 
Insieme ad Anna Paola Peddis, che ha moderato l’evento, abbiamo ripercorso questi ultimi cinque anni che mi hanno visto intraprendere la strada dell’autoeditoria e pubblicare ben dodici libri, dalle prime esperienze con “Deserto rosso”, passando per il contratto con AmazonCrossing per la pubblicazione in inglese de “Il mentore”, fino al completamento della trilogia del detective Shaw con “Sindrome” lo scorso anno e “Oltre il limite” il 21 maggio 2017.
 
 
Mi è stato chiesto di raccontare del mio approccio nei confronti della scrittura, che non è un qualcosa mosso dall’ispirazione del momento, ma un mestiere fatto di disciplina, progettazione e scadenze, in cui non c’è posto per capricci come il cosiddetto “blocco dello scrittore”. E poi ho avuto modo di accennare come lo scrivere sia solo la prima parte del mestiere ben più complesso dell’autoeditore.
 
Non è mancata l’opportunità di approfondire alcune tematiche dei miei libri, in particolare della trilogia del detective Eric Shaw, che vede come protagonista un antieroe abituato a etichettare il modo in cui ha sempre contravvenuto alle regole definendolo come giusto, poiché atto ad assicurare i criminali alla giustizia, e che vede le proprie certezze vacillare fino a crollare nel momento in cui si scopre ad accettare il comportamento di una persona cui tiene che si è macchiata di efferati crimini per perseguire un senso di giustizia più estremo del suo.
 
Non sono mancati neppure momenti di divertimento, come potete vedere nella prima foto!
 
E come sempre mi è stato chiesto per quale motivo abbia deciso di ambientare questa storia a Londra, cioè in un ambiente lontano dalla mia realtà. E come sempre ho risposto che è proprio questo il motivo: la realtà e la finzione sono due cose distinte e che quando creo una storia lo faccio proprio per allontanarmi dalla mia realtà. Inoltre la finzione merita di essere tanto credibile quanto lo è la realtà e per riuscirci deve avere un’ambientazione adeguata.
Quale migliore città si adatta a una storia di serial killer, se non Londra?
Con i suoi luoghi più popolari in cui si svolgono molte delle scene della trilogia, Londra rappresenta un’ambientazione familiare in cui qualsiasi lettore è in grado di trovarsi a proprio agio a seguire le vicende dei protagonisti e a immedesimarsi in essi, allo stesso modo in cui io, che conosco abbastanza bene questa metropoli (sono stata in quasi tutti i luoghi citati), mi sono trovata a mio agio nel narrarle, mantenendo nel contempo la massima immedesimazione.
 
Ma un momento veramente speciale è stato quello in cui sono stati letti dei passaggi rispettivamente de “Il mentore” e di “Oltre il limite”. Non mi era mai capitato di sentire qualcuno leggere a voce alta qualcosa che io avevo scritto e di realizzare nei visi dei presenti l’effetto che le mie parole avevano su di loro. È stata una sensazione unica, indescrivibile, che ha contribuito a rendere questa serata perfetta.
 
Ringrazio ancora una volta tutte le persone che sono intervenute e quelle che hanno organizzato l’evento, in particolar modo Anna Paola Peddis e la sua collega di cui non ricordo il nome (scusa!), che potete vedere nelle foto insieme a me (altre foto dell’evento sono disponibili su Facebook).
Grazie davvero a tutti!
 
Di Carla (del 18/05/2017 @ 09:30:00, in Eventi, linkato 1995 volte)
In occasione dell’uscita del libro finale della trilogia del detective Eric Shaw, “Oltre il limite”, ho il piacere di presentare l’intera serie ai lettori di Carbonia (la città in cui sono nata!), nell’ambito della serie di eventi “Carbonia Scrive”.
La presentazione avrà luogo venerdì 26 maggio a partire dalle 18.30 presso la Biblioteca Comunale in viale Arsia (Parco Villa Sulcis) e vedrà, oltre alla mia partecipazione, l’intervento di Emanuela Rubiu (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Carbonia).
 

 
Anche in questo caso cercherò di illustrare la trilogia, che include il bestseller internazionale “Il mentore”, “Sindrome” e “Oltre il limite”, evitando il più possibile eccessive anticipazioni sulla trama, per non togliere a chi volesse il piacere di scoprirla leggendo i libri.
Pur non entrando troppo nei dettagli degli eventi narrati, racconterò come è strutturata la trilogia rispetto all’evoluzione del personaggio di Eric Shaw e al rapporto con la sua allieva. Inoltre parlerò delle ricerche svolte per creare la mia Londra e la mia particolare interpretazione della Polizia Metropolitana (quella con sede a New Scotland Yard), soprattutto del Servizio di Scienze Forensi.
Infatti accanto a una Londra in cui vengono messi in risalto alcuni luoghi ben noti, e altri un po’ meno, cosa che dà a certi passaggi un taglio quasi turistico, c’è la vera scienza forense utilizzata dai personaggi per affrontare i singoli casi.
 
Ma l’aspetto più importante è il fatto che l’ambientazione e l’investigazione rappresentano un contorno (spero godibile) di quello che poi è l’elemento posto al centro di tutti i miei libri, cioè la crescita dei personaggi (e i principali sono quasi sempre degli antieroi), cosa che fa sì che questa trilogia sia una serie di crime thriller e non di gialli.
 
Rispetto alla presentazione precedente, che risale a dicembre, si è aggiunto il libro finale e con esso tanti altri aspetti di cui parlare, senza però rivelare elementi cruciali della trama.
 
Se siete a Carbonia o dintorni, spero di vedervi di persona!
Altrimenti qualche giorno dopo provvederò io stessa a scrivere un resoconto dell’evento.
 
Di Carla (del 04/01/2017 @ 09:30:00, in Eventi, linkato 4206 volte)

Anche se con un certo ritardo, volevo condividere con voi alcune osservazioni sul convegno “Il mercato del self-publishing in Italia”, di cui sono stata relatrice, tenutosi il 10 dicembre a Roma, nell’ambito di Più Libri Più Libri, la fiera italiana della piccola e media editoria.
 
Non sto a ripetervi di cosa si è parlato, poiché è stato riportato e commentato in numerosi altri articoli. In particolare vi segnalo l’interessante resoconto di alcuni self-publisher presenti tra il pubblico: Giovanni Venturi, Francesco Zampa, Cetta De Luca e Nunzia Assunta D’Aquale. Ognuno di loro ha messo in evidenza aspetti diversi dell’evento e proposto delle considerazioni personali che meritano di essere lette.
Un altro resoconto molto accurato del convegno si trova su Cronache Letterarie, in cui è anche riportata una trascrizione quasi completa del mio intervento. Se poi volete proprio ascoltarlo direttamente, qui trovate un video del mio intervento ripreso e pubblicato da Extravergine D’Autore, che colgo l’occasione per ringraziare.
 
Quindi non vi ripeterò neppure cosa ho detto o in generale la mia opinione sull’argomento, piuttosto vorrei proporre alcune considerazioni, a partire dall’indagine sul self-publishing in Italia (i cui risultati sono riassunti in questo comunicato stampa), che ha occupato circa metà del tempo del convegno, riducendo al minimo l’intervento dei relatori (oltre a me, c’erano Lorenzo Fabbri di Ilmiolibro.it, Giovanni Peresson della AIE, Vittorio Anastasia della Ediciclo Editore e Cristina Mussinelli della AIE, che ha fatto da moderatrice) e impedendo del tutto che il pubblico potesse rivolgerci delle domande.
Premetto che dalla posizione in cui ero seduta non riuscivo a leggere bene le slide e quindi le ho controllate di tanto in tanto, mentre per il resto ho ascoltato l’esposizione di Giovanni Peresson. Comunque già le prime mi hanno suscitato delle perplessità, poiché l’indagine si basa unicamente sui libri, in particolare sugli ebook (che sono il formato principale nell’ambito del self-publishing), con ISBN italiano. Inoltre dal discorso relativo al fatturato complessivo del self-publishing digitale è escluso completamente ciò che passa attraverso Kindle Direct Publishing di Amazon (cui compete almeno l’80% del mercato), poiché l’azienda non rivela questo tipo di informazioni.
 
Sul fatturato non faccio commenti, poiché i dati, anche solo per l’assenza di Amazon, non sono un granché significativi.
Ma anche su tutto il resto mi viene difficile fare un’analisi, senza avere l’impressione che abbia un’utilità abbastanza limitata. Infatti, secondo quanto riportato dall’indagine gli ebook in Italia nel 2015 erano circa 25 mila. Si parla però di ebook con ISBN italiano.
Questo dato è lontanissimo dall’indicare il numero reale di ebook in lingua italiana disponibili sul mercato. Per farsi un’idea molto più precisa basta infatti andare su Amazon (in cui si può dire che siano in vendita tutti o quasi gli ebook esistenti in italiano), nella pagina del Kindle Store dedicata agli ebook in lingua italiana e scoprire quanto riportato nell’immagine (è uno screenshot fatto alle 1.12 del 4 gennaio 2017).
Sono elencati qualcosa come 168.578 ebook (vedi foto accanto). Ho controllato questo dato circa due settimane fa e ce n’erano più di mille in meno (e cinque ore fa 28 in meno), quindi tendo a pensare che, se state leggendo questo articolo in una data futura, troverete un numero ancora più alto. In ogni caso è una bella differenza rispetto ai 25 mila dell’indagine. È chiaro, questi dati si riferiscono al gennaio 2017, ma dubito che in poco più di un anno ci sia stata una crescita così mostruosa.
 
Ma sono interessanti anche gli altri dati. Gli ebook in lingua italiana presenti su Kindle Unlimited, cioè in esclusiva su Amazon nel caso dei self-publisher (agli editori tradizionali non è richiesta questa esclusiva, ma i loro titoli inseriti nell’offerta sono un piccolo numero rispetto al totale), sono oltre 32 mila, ancora superiori a quei 25 mila. Guardando inoltre il riquadro delle novità, si evince che negli ultimi 90 giorni sono stati pubblicati oltre 9 mila titoli, di cui più di 3 mila nell’ultimo mese.
Se poi si fa clic su ebook Kindle, si entra nella divisione per generi, in cui, volendo, si possono fare tutta una serie di considerazioni, tenendo però conto che ogni libro può essere inserito in due categorie (per i self-publisher) o più (per gli editori tradizionali) e questo è il motivo per cui la categoria della narrativa non di genere è molto affollata (ne fa parte addirittura “Crypto” di Dan Brown, il primo indicato in questo momento in ordine di popolarità, che è senza dubbio un libro di narrativa di genere; per non parlare del primo libro di Harry Potter, che si trova al secondo posto; vedi screenshot sotto).
 
Vi chiederete il perché di questa discrepanza tra i dati dell’indagine dell’AIE e quello che ognuno di noi può facilmente vedere con un paio di clic su Amazon. La risposta è semplice: gli ebook mancanti non hanno un ISBN italiano o non ce l’ha affatto (su Amazon l’ISBN per gli ebook non è necessario, benché in Italia sia consigliato averne uno in modo da ridurre l’IVA dal 22 al 4%).
 
E perché molti ebook italiani su Amazon dotati di ISBN non ne hanno uno italiano?
I motivi principali sono tre:
1) arrivano su Amazon attraverso un aggregatore estero che fornisce gratuitamente un ISBN (come Draft2Digital);
2) sono libri di autoeditori stranieri tradotti in italiano (fenomeno in forte crescita), quindi, se hanno l’ISBN, si tratta di uno preso nel proprio paese;
3) gli ISBN italiani per l’authorpublishing, come vengono definiti dall’agenzia ISBN italiana, cioè per i self-publisher senza una partita IVA (quasi tutti, poiché aprire una partita IVA come self-publisher diventa una spesa inutile, se non si hanno degli incassi elevati; gli autori, si sa, tranne rari casi guadagnano poco), costano troppo: 80 euro più IVA l’uno, fino a un minimo di 68 euro più IVA per un blocco di cinque.
Si tratta di una cifra notevole, considerando che la maggioranza dei libri vendono poche copie, che non possiamo scaricare questa spesa dalle tasse né recuperare l’IVA (non avendo una partita IVA; d’altronde, se ce l’avessimo, potremmo comprare gli ISBN in blocchi almeno da dieci, spendendo molto meno per ciascuno), ma soprattutto perché come self-publisher preferiamo di certo spendere dei soldi per produrre un libro di qualità, piuttosto che per ottenere un semplice codice di classificazione (che, ripeto, ha solo la funzione di ridurre l’IVA su Amazon; non appare neppure nella pagina del prodotto), visto che esiste la possibilità di acquistarlo a meno di 10 dollari altrove (qui, per esempio) o molto meno, se ne acquistiamo una certa quantità in blocco, magari insieme ad altri colleghi.
 
Di certo tra gli ebook senza ISBN ci sono spesso veri e propri esperimenti e quello che può essere definito trash-publishing (da libri pubblicati alla prima stesura, senza il minimo tentativo di revisione, a quelli tradotti da altre lingue usando Google Translate, e così via), ma tendo a pensare che un self-publisher italiano che si sia preso la briga di premunirsi di ISBN estero, per ridurre l’IVA sul prezzo e aumentare il proprio margine di guadagno a parità di prezzo, abbia perlomeno l’intenzione di fare sul serio, anche perché lo sta facendo in modo tale da evitare ulteriori spese inutili, visto il costo inferiore rispetto a quello italiano.
Io rientro in questa categoria.
 
Al di là di questo discorso, ciò che è apparso palese a qualunque autoeditore presente al convegno è che l’editoria tradizionale ha una conoscenza molto approssimativa del self-publishing. Il motivo penso sia dovuto al fatto che gli editori tradizionali hanno visto questo fenomeno fin da subito come una minaccia. La stessa presentazione del convegno lo dice chiaramente. E, invece di cercare di comprenderlo, hanno preferito chiudersi in una sorta di negazionismo.
Il fatto che abbiano deciso di organizzare questo convegno e soprattutto l’interesse mostrato nelle conversazioni che ho avuto prima e dopo l’evento con i due rappresentanti dell’AIE sono la dimostrazione che adesso c’è finalmente la volontà da parte dell’editoria tradizionale di comprendere l’autoeditoria e il suo impatto sul mercato editoriale nazionale, perché, che loro lo vogliano o meno, noi facciamo parte del mercato, siamo editori, perciò non possono più ignorarci.
Ma la risposta alla minaccia che secondo loro rappresentiamo non è snobbarci o, peggio, tentare di osteggiarci, bensì iniziare a pensare a noi come partner in possibili collaborazioni. Collaborazione non significa solo pescare nel self-publishing per fare scouting né tanto meno vedere gli autoeditori come clienti da sfruttare cui vendere i propri servizi. No. Collaborazione significa creare delle sinergie alla pari che siano convenienti per entrambe le parti, cosa particolarmente adatta alla media e piccola editoria, che, ben più della grande editoria, subisce gli effetti di un’eventuale concorrenza da parte dell’autoeditoria digitale.
Basti pensare ai prezzi degli ebook dei self-publisher che, nell’ambito della narrativa, di genere o meno, raramente raggiungono i quattro euro e hanno 2,99 euro come prezzo preferito, poiché è il più basso che permette di ottenere una royalty del 70% al netto dell’IVA su Amazon (parlo di libri che vengono di fatto acquistati dai lettori; quelli con prezzi più elevati tendono a essere fuori mercato e quindi al lato pratico non contano, indipendentemente dal loro numero totale), e il più delle volte, soprattutto in certi generi della narrativa, sono venduti a 99 centesimi o addirittura offerti gratis. Sono tutte letture che tolgono spazio ad altre più dispendiose tra quei lettori che si interessano a determinati generi, ma non si affezionano necessariamente a determinati autori famosi, che comunque non pubblicano più di un libro all’anno, salvo rari casi.
 
Ricordiamoci anche che chi compra gli ebook in genere poi li legge, poiché, a differenza dei libri cartacei, non può utilizzarli come regalo o per arredare la casa. Se li compra, lo fa solo con l’intenzione di leggerli, prima o poi.

A ciò si aggiunge poi la tendenza di una buona parte dell’autoeditoria a rivolgersi a settori di nicchia, anche nell’ambito della narrativa, che interessano poco all’editoria tradizionale, poiché non abbastanza sfruttabili dal punto di vista commerciale per un’azienda, ma che sono ben sufficienti al singolo autoeditore per portare avanti economicamente il proprio progetto. Questo aspetto, su cui ci sarebbe tanto da dire, di certo ha come conseguenza un evidente vantaggio per il lettore: una maggiore scelta di letture.
 
E, parlando invece di collaborazione tra autoeditoria e editoria tradizionale, colgo l’occasione di citare un esempio concreto: l’uscita in edicola del prossimo 7 gennaio con il Corriere dell’Umbria, in collaborazione con TAU Editrice, del romanzo “Doppio omicidio per il maresciallo Maggio” del collega Francesco Zampa (vedi foto accanto, proveniente dal blog dell'autore), il primo della sua serie di gialli autoprodotti.
Tale collaborazione non ha richiesto la cessione dei diritti primari sull’opera, né quella esclusiva dei diritti sull’edizione cartacea. Si tratta di un accordo tra editori (Francesco Zampa, TAU e l’editore del quotidiano) per un tempo limitato e per una specifica edizione cartacea, con lo scopo di raggiungere una fetta di mercato che di fatto è al momento preclusa ai self-publisher in Italia: edicole (e quindi anche grande distribuzione) e in futuro librerie (intesa come presenza sugli scaffali, non solo possibilità di ordinare il titolo). In contemporanea il libro non smetterà di essere disponibile su Amazon nella sua precedente edizione cartacea pubblicata dall’autore.
 
Tornando al convegno del 10 dicembre, vorrei in chiusura fare una precisazione, che anche altri colleghi hanno fatto nei loro rispettivi resoconti. Verso la fine dell’evento, Vittorio Anastasia di Ediciclo Editore ha fatto un’infelice uscita in cui metteva in dubbio che i self-publisher pagassero le tasse.
Apriti cielo!
È stata una gaffe involontaria, ne sono certa, gaffe che però pare confermare ancora una volta come l’editoria tradizionale non conosca il self-publishing e raramente faccia qualcosa per cercare di comprenderlo appieno.
 
Ovviamente noi autoeditori paghiamo le tasse, come fanno tutti i lavoratori autonomi, con modalità che variano se riceviamo le royalty in qualità di persona fisica o giuridica.
Inoltre, chi si avvale di una piattaforma di self-publishing italiana, come Ilmiolibro.it, si ritrova nella stessa situazione identica di un semplice autore, poiché la piattaforma (che fa anche da aggregatore/distributore) funge da sostituto d’imposta, come un qualsiasi editore, versando per l’autore la ritenuta d’acconto allo Stato. Per il resto, se l’autore dovrà pagare altro (che in genere verrà stabilito con l’ausilio di un commercialista), ciò dipenderà dal suo reddito totale, che verrà riportato nell’apposita dichiarazione dei redditi.
Chi, invece, utilizza esclusivamente piattaforme estere, si rivolge a un commercialista, che riporta la cifra totale ricevuta (sul conto corrente del self-publisher, quindi completamente tracciabile) sotto forma di royalty, da tali piattaforme durante l’anno solare, nella dichiarazione dei redditi e in particolare nell’apposito campo relativo ad altri redditi derivati da opere d’ingegno. Su quella cifra calcolerà poi le tasse che il self-publisher dovrà versare, come ogni onesto cittadino.
 
Di Carla (del 28/12/2016 @ 09:30:00, in Eventi, linkato 3147 volte)

Lo scorso 2 dicembre 2016 ho avuto il piacere di presentare la trilogia del detective Eric Shaw e il romanzo di fantascienza “Ophir. Codice vivente” alla Biblioteca Comunale di Iglesias. È stato un evento molto carino, in cui io e la preparatissima presentatrice, Clara Congia, abbiamo parlato per quasi due ore dei miei libri e della mia attività di scrittrice e self-publisher a beneficio di un piccolo ma interessato pubblico.
 
Prima di tutto devo fare i miei più sentiti ringraziamenti, ma anche complimenti, a Clara, che ha condotto l’evento con professionalità e passione, e mi ha rivolto alcune tra le più interessanti e originali domande che mi siano mai state fatte da quando mi occupo di editoria.
 
Abbiamo iniziato col parlare de “Il mentore” e di “Sindrome”, i primi due romanzi della trilogia di crime thriller del detective Eric Shaw. Ho cercato di incuriosire i presenti, raccontando qualche elemento della trama, senza troppe anticipazioni per non rovinare la sorpresa. Il fulcro di tutta la serie è proprio il rapporto tra Eric Shaw, il mentore, e la sua allieva, la cui identità si scopre nel primo libro. Accanto all’investigazione sui casi che vengono sviluppati nei singoli romanzi e che vedono sempre i protagonisti coinvolti personalmente, c’è proprio l’evoluzione di questo rapporto che inizia con “Il mentore”, si sviluppa in “Sindrome”, in cui Eric cerca di capire se può o vuole allontanarsi dalla sua allieva e dai crimini di cui è responsabile, fino a trovare una conclusione del libro finale della trilogia, “Oltre il limite”, che uscirà il 21 maggio 2017 e di cui sto attualmente scrivendo gli ultimi capitoli.
 
Ho raccontato delle numerose licenze che mi sono presa nella stesura di questi libri, alcune dovute al fatto che non ero in grado di reperire certe informazioni al momento della stesura (poiché i libri si svolgono sempre in un periodo successivo alla data in cui sono stati effettivamente pubblicati e quindi diversi mesi dopo la scrittura) e altre che sono stata rese necessarie per rendere la trama più interessante. Sono stata, però, abbastanza rigorosa su due aspetti: quello scientifico (i protagonisti sono tutti agenti della Polizia Scientifica) e quello geografico (i luoghi pubblici di Londra in cui si svolgono le scene corrispondono alla realtà, tanto che, per esempio, la casa in cui si nasconde l’assassino de “Il mentore” esiste davvero!). A entrambi ho dedicato una serie di articoli in questo blog, che vi consiglio di leggere, se non l’avete già fatto: Scena del crimine e Luoghi dei romanzi. Ne pubblicherò altri per l’uscita di “Oltre il limite”.
Infine ho rivelato qualche anticipazione su quest’ultimo libro, ma a tal proposito non posso dirvi proprio nulla!
 
E poi siamo passate a parlare di “Ophir. Codice vivente” e in generale del ciclo fantascientifico dell’Aurora, a iniziare da quella mattina all’alba in cui Anna Persson aveva lasciato di nascosto la Stazione Alfa per avventurarsi nel deserto rosso di Marte.
Mi ha fatto particolarmente piacere essere riuscita nell’intento di spingere chi era venuto lì per i miei thriller ad avventurarsi nella lettura dei miei romanzi di fantascienza. In fondo, tutti i miei libri sono accomunati da temi simili: la storia è mostrata attraverso le sensazioni dei personaggi, hanno antieroi come protagonisti e prima o poi ci scappa sempre il morto!
 
Infine ho raccontato un po’ la mia vita da self-publisher: cosa significa essere un autoeditore (o autoeditrice, se preferite), come lavoro a ogni mio singolo libro e le tante piccole soddisfazioni che questo mestiere mi ha dato e continua a darmi.
In chiusura ho avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con i presenti, rispondere a delle domande e scrivere una breve dedica nelle copie che sono state acquistate.
 
Insomma, è stata davvero una bella serata e conto di avere presto l’opportunità di partecipare ad altri eventi simili, soprattutto, per ovvi motivi logistici, nella mia Sardegna.
 
L’ultimo evento cui parteciperò quest’anno in qualità di relatrice è il convegno intitolato “Il mercato del self-publishing in Italia” che si terrà il prossimo sabato 10 dicembre nell’ambito della fiera della media e piccola editoria Più Libri Più Liberi al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma (piazza Kennedy, 1).
 
 
Parteciperanno all’evento: Vittorio Anastasia di Ediciclo Editore, Giovanni Peresson dell’Ufficio Studi AIE, Lorenzo Fabbri di ilmiolibro.it e Rita Carla Francesca Monticelli (io!).
L’evento sarà moderato da Cristina Mussinelli, consulente AIE per l’editoria digitale, e avrà luogo dalle 12 alle 12.45 presso la Aldus Room (ex Sala Smeraldo).
 
Durante il convegno verrà presentata la prima indagine nazionale sul self-publishing e verranno sviluppati alcuni temi relativi a questo argomento, tra cui: il rapporto tra l’autoeditoria e l’editoria tradizionale, cosa significa essere un autoeditore (self-publisher), quali conseguenze ha avuto l’aumento dei libri autopubblicati sull’editoria in generale, il passaggio di un autore tra i due formati editoriali e i cosiddetti autori ibridi.
Vi invito anche a dare un’occhiata alla pagina dedicata sul sito di Più Libri Più Liberi.
 
La mia partecipazione è in qualità di autrice e, ovviamente, self-publisher a un evento che è stato organizzato dall’Associazione Italiana Editori e che quindi osserva il self-publishing da una posizione esterna. Mia intenzione sarà quella di mostrare l’autoeditoria dall’interno a partire dalla mia esperienza personale e soprattutto mettere in evidenza come i self-publisher professionisti sono persone che hanno imparato a conoscere l’editoria e che vogliono farne parte in prima persona, non solo perché cercano un modo per pubblicare i propri libri.
Pubblicare un libro non viene visto come un traguardo, bensì come il punto di partenza per sviluppare il proprio progetto editoriale e trasmettere il proprio messaggio al pubblico, in un contesto in cui il profitto non è al primo posto tra le priorità, ma può diventare una conseguenza interessante che, come in ogni attività imprenditoriale, dipende in buona parte dall’impegno profuso in tutte le sue fasi: ideazione, creazione, trasformazione in prodotto editoriale di qualità, pubblicazione, commercializzazione e promozione.
 
Colgo l’occasione per ringraziare Giovanni Peresson per l’invito e Claudia Pelizzoli per l’assistenza offertami nell’assicurare la mia presenza all’evento.
Se sabato pensate di andare alla fiera Più Libri Più Liberi o siete a Roma e non avete altri impegni, venite ad ascoltarmi e fatevi riconoscere, così ci facciamo due chiacchiere di persona!
 
Il prossimo dicembre sarà caratterizzato da alcuni impegni, per così dire, offline, che mi porteranno davanti a un pubblico di lettori. Il primo di questi è una presentazione alla Biblioteca Comunale “Nicolò Canelles” di Iglesias (in via Gramsci, 11) che avrà luogo venerdì 2 dicembre a partire dalle ore 18.
 
 
Sarà per me la seconda volta che ho il piacere di essere protagonista di un evento nella mia terra, ma stavolta molto più vicino a casa (la precedente è stata la fiera Sassari Comics & Games 2015).
Durante questo incontro con i lettori, avrò modo di parlare della trilogia di crime thriller che ha come protagonista il detective Eric Shaw, vale a dire quella che include il bestseller internazionale “Il mentore”, il suo seguito “Sindrome” e il romanzo che sto tuttora scrivendo, “Oltre il limite”, la cui pubblicazione è prevista per il 21 maggio 2017.
 
Racconterò come nasce, in un’autrice italiana come me, l’idea di scrivere dei romanzi ambientati a Londra e che vedono nei ruoli principali degli agenti della Sezione Scientifica di Scotland Yard, e come questo mio non essere britannica mi abbia spinto a mostrare un’interpretazione del tutto personale del mondo da me narrato e dei personaggi che si muovono al suo interno.
Parlerò delle ricerche fatte prima e durante la stesura dei romanzi, dell’aspetto scientifico che, immancabile, fa la propria comparsa nella storia come conseguenza del mio essere una biologa (anche se ormai pratico questa scienza solo nel campo dell’editoria) e dell’abbondanza di ambientazioni turistiche, che rendono i luoghi in cui si svolgono le trame familiari a chi abbia visitato almeno una volta la capitale britannica, di persona o anche soltanto attraverso la letteratura, la televisione o il cinema.
E poi chiarirò perché i miei libri, pur trattando di omicidi e investigazioni da parte della polizia, non sono dei romanzi gialli, bensì dei crime thriller, in quanto il fulcro della storia è rappresentato dalle vicende degli investigatori, che sono sempre coinvolti in maniera personale nei casi trattati.
 
Nella seconda parte dell’incontro, invece, presenterò il mio nuovo romanzo di fantascienza, “Ophir. Codice vivente”, che uscirà appena due giorni prima di questo evento. Si tratta della terza parte del ciclo dell’Aurora (tecnicamente è il sesto libro, in quanto la prima parte ne contiene quattro), che include anche la raccolta di “Deserto rosso” e il romanzo “L’isola di Gaia”.
Ophir. Codice vivente” nello specifico è il seguito cronologico di “Deserto rosso” e rappresenta il mio ritorno (e quello dei miei lettori) su Marte.
Si tratta di fantascienza hard, cioè con fondamento fortemente scientifico, in particolare nell’ambito delle scienze spaziali, di cui fa parte anche l’astrobiologia. A ciò si aggiunge il tema che sottende tutta la trama, cioè quello dell’intelligenza artificiale e degli eventuali benefici, ma anche rischi, di una sua evoluzione incontrollata. Ma soprattutto è un romanzo ricco di avventura, azione e personaggi complessi, in grado (spero) di smuovere le emozioni dei lettori.
 
Di tutto questo e di tanto altro avrò modo di parlare di persona il 2 dicembre 2016 a Iglesias. L’evento è organizzato e sarà moderato da Clara Congia, che ringrazio pubblicamente per il graditissimo invito.
Se siete in zona, non mancate!
 
Immagine da Infoinsubria.com
Lo scorso mese ho avuto l’opportunità di tenere un corso integrativo all’Università degli Studi dell’Insubria. È stata un’esperienza particolare perché mi ha vista ritornare dietro una cattedra a dodici anni da quando ho smesso di lavorare all’università qui a Cagliari. Allora facevo l’assistente della professoressa di Ecologia, adesso invece ho potuto tenere un corso tutto mio in un campo completamente diverso, quello del self-publishing. Ma la soddisfazione di lavorare con degli studenti che sono lì per loro scelta, e che quindi sono in buona misura interessati all’argomento, è sempre la stessa.
 
Il corso, che si è svolto in quattro lezioni da quattro ore ciascuna, ha avuto luogo nell’arco di due settimane all’inizio e alla fine di maggio, ed è stato preceduto da una breve conferenza. In quest’ultima (a essa si riferiscono le mie due foto), cui era stato dato il titolo provocatorio “Il futuro dell’editoria: gli editori sono destinati a scomparire?”, ho illustrato come l’avvento del self-publishing stia rivoluzionando l’editoria, quali tipi di rapporti tra questo e l’editoria tradizionale si siano sviluppati nel giro di pochi anni e alcuni possibili previsioni su cosa accadrà in futuro.
 
La mia opinione, a tal proposito, è che si osserverà un sempre maggiore fenomeno di convergenza da parte dei due formati editoriali. Gli editori tradizionali daranno sempre più spazio a collaborazioni alla pari con i self-publisher, poiché questi ultimi diventeranno più preparati e meglio inseriti nel mercato. Dall’altra parte avremo un self-publisher che si avvicinerà sempre più a essere lui stesso un editore tradizionale, trasformando la propria attività in un’azienda. Ciò sta in realtà già accadendo, ma io credo che diventerà sempre più la regola, anche se nel mezzo resteranno tutte le altre gradazioni, dal self-publisher purista che fa tutto o quasi da sé all’editore che se potesse continuerebbe a negare anche l’esistenza del self-publishing o addirittura quella dell’ebook.
Il risultato generale sarà una maggiore diversità del mercato, una maggiore concorrenza in cui solo il più resiliente prospererà. E in questo scenario chi ricaverà i maggiori vantaggi sarà senza dubbio il lettore, che avrà a disposizione libri più vari, meglio prodotti e meno cari.
 
Ma come si diventa dei self-publisher in grado di affrontare nel migliore dei modi l’evoluzione del mercato editoriale?
Ho provato a spiegarlo nelle sedici ore del corso integrativo “Self-publishing nei sistemi multimediali” rivolto agli studenti del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, ma aperto anche al pubblico.
 
Nella prima lezione, dopo aver fatto una breve introduzione sul self-publishing (che significa autoeditoria e non autopubblicazione!), mi sono concentrata sulla figura del self-publisher nel ruolo di autore. Esiste una profonda differenza tra scrivere per un editore tradizionale e farlo con la consapevolezza che diventeremo editori di quel libro. A parte la certezza della pubblicazione, che già di per sé è un grande stimolo, ci si dedica alla scrittura con un piglio diverso, tenendo bene in mente un piano editoriale più ampio, sfruttando da subito le occasioni per promuoversi e per portare avanti una parte del lavoro che tornerà utile più avanti.
 
Nella seconda lezione mi sono invece concentrata su quello che è il cuore del mestiere del self-publisher: il ruolo di editore. Esso comprende tutte le attività che portano il manoscritto a diventare un prodotto editoriale di qualità e quest’ultimo a essere messo in vendita. È anche il ruolo in cui il self-publisher ha completo controllo della sua attività, senza dover dipendere dai capricci dell’ispirazione (con cui bisogna fare i conti quando si scrive) o da quelli della fortuna (che entrerà in gioco dopo). Tutto dipende dalle sue capacità, dalle sue competenze e dal suo impegno ad acquisirne delle nuove. Il self-publisher nel ruolo di editore non ha scuse: se il prodotto che pubblica non è di buona qualità, è colpa sua e sta a lui rimediare. Se è di ottima qualità, be’, il merito è tutto suo.
 
La terza lezione, invece, ha affrontato la parte imprenditoriale del self-publishing, che riguarda tutte le attività che fanno sì che il libro pubblicato arrivi al massimo numero possibile di lettori, permettendo che gli sforzi compiuti come autore e editore conducano al meritato ritorno economico. Questo aspetto è il più complesso da affrontare, perché non esiste un modo giusto e ognuno di noi self-publisher è destinato a trovare la propria strada che funziona, una strada irriproducibile non solo da altri ma anche da sé stesso, vista la mutabilità del mercato. Perciò, durante questa lezione, ho cercato di suggerire tutta una serie di approcci portati avanti sia da me che da altri self-publisher di successo, presentandoli come esempi o come possibile punto di partenza da cui possano scaturire nuove idee vincenti.
 
Infine, nell’ultima lezione, ho dato la parola agli studenti, che partendo da quanto era stato loro esposto finora si sono calati nel ruolo di self-publisher, immaginando di pubblicare un libro, e hanno realizzato un piano editoriale dettagliato per la loro opera immaginaria. Sono venuti fuori una serie di spunti interessanti, sinossi e copertine intriganti (ve ne riporto una che ho su file; gli studenti hanno usato immagini prese da Google, ma trattandosi di un uso didattico non si intende in alcun modo violare il copyright dell’autore della foto). Uno studente ha persino presentato delle recensioni, ovviamente inventate, scritte da autori come Stephen King e testate nazionali come La Repubblica.
È un peccato che quei romanzi non esistano davvero. Io li avrei acquistati tutti!
 
Insomma, nel complesso è stato proprio un bel corso, almeno dal mio punto di vista. Spero che sia piaciuto anche a loro e, soprattutto, che ne abbiano tratto degli insegnamenti utili. Magari un giorno non tanto lontano qualcuno di loro diventerà un self-publisher, anzi c’è chi ha colto l’occasione per riprendere in mano un vecchio blog e iniziare già a fare un po’ di pre-promozione.
In bocca al lupo a tutti!
 
Di Carla (del 26/04/2016 @ 09:30:00, in Eventi, linkato 2623 volte)

Questo maggio mi vedrà tornare a Varese, dopo la conferenza tenuta nel dicembre del 2014, questa volta per due importanti appuntamenti.
 
Il 3 maggio terrò una conferenza dal titolo “Il futuro dell’editoria: gli editori sono destinati a scomparire?” nell’ambito della quale illustrerò quali tipi di evoluzione l’autoeditoria ha innescato nell’editoria tradizionale e le interazioni che già esistono tra le due (editori che cercano nuovi autori tra i self-publisher, autori ibridi, autori indipendenti che concedono agli editori tradizionali alcuni diritti sui propri libri, editori che offrono servizi per il self-publishing e altri esempi).
L’evento avrà luogo nell’Aula Magna del Collegio Cattaneo (via Dunant 3, Varese) a partire dalle ore 16.
 
Sempre nello stesso mese terrò un corso integrativo all’Università degli Studi dell’Insubria: “Laboratorio di self-publishing nei sistemi multimediali”. Il corso della durata complessiva di 16 ore avrà luogo il 4, 5, 24 e 25 maggio a partire dalle ore 14 (4 ore per ogni lezione) nel Padiglione Morselli (via Rossi 9, Varese). I posti disponibili per gli studenti (20) sono già esauriti, ma le lezioni sono aperte al pubblico.
 
Nell’ambito di questo laboratorio si analizzeranno in dettaglio i ruoli di autore, editore e imprenditore richiesti dal self-publishing, quali competenze siano necessarie per svolgerli, e come acquisirle, e quali possano o debbano essere delegate ad altre figure di cui il self-publisher si avvale nell’ambito del proprio team editoriale.
Maggiori informazioni, tra cui il programma e l’indicazione delle aule dove si terrà il corso, sono riportate nel documento scaricabile a questo link.
 
Alla fine di questa esperienza vi parlerò un po’ di come è andata. Nel frattempo vorrei ringraziare il professor Paolo Musso che ha reso possibile l’organizzazione di questo corso e della conferenza che lo anticipa, ma anche gli studenti che si sono iscritti, occupando tutti i posti disponibili ben prima della scadenza.
Ci vediamo in aula!
 
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