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 I personaggi di "Deserto rosso"... di Carla
 

“Il fatto che le nostre specie sono nemiche non significa che anche tu e io dobbiamo esserlo.” Per caso

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 22/05/2015 @ 03:21:36, in Interviste, linkato 3506 volte)

UpSpringer è una piattaforma internazionale di crowdfunding dedicata alla letteratura e all’editoria. Si tratta in altre parole di un luogo virtuale dove raccogliere dei fondi per finanziare un progetto di natura editoriale o legato al mercato dell’editoria.
Qualche tempo fa sono stata contattata da una persona di UpSpringer che mi ha chiesto di rispondere ad alcune domande per un’intervista che verteva sul self-publishing, sulla mia produzione editoriale e sulle mie opinioni sull’uso del crowdfunding in questo mercato.
 
Questa interessante e lunga intervista è ora disponibile sul blog di UpSpringer, dove è stata pubblicata in concomitanza con l’uscita del mio nuovo thriller, “Affinità d’intenti”.
Con l’intervistatrice, Azzurra Scattarella (che ringrazio per l’opportunità), abbiamo ripercorso gli eventi che mi hanno portato a diventare una scrittrice, abbiamo discusso di self-publishing, in particolare della mia esperienza personale, delle problematiche che i nuovi autori devono affrontare nell’affacciarsi al mondo dell’editoria (inclusa quella tradizionale) e anche di come il crowdfunding potrebbe inserirsi in questo contesto. Infine ho parlato brevemente del mio nuovo libro, rivelando alcuni aspetti che lo caratterizzano (ma senza spoiler).
 
Se qualcuno di questi argomenti vi interessa, date un’occhiata all’intervista facendo clic qui. E magari di condividerla con i vostri amici.
 
Ringrazio ancora Azzurra e UpSpringer!
 
AGGIORNAMENTO GIUGNO 2017: il sito di Upspringer non è più online, ma è possibile scaricare e leggere l’intervista a questo link.
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Di Carla (del 19/05/2015 @ 03:16:16, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3723 volte)
24 ore.
2 persone.
1 obiettivo.

Immaginate di essere un’agente di polizia incaricata dal vostro nuovo capo di lavorare sotto copertura presso uno studio legale. Il vostro lavoro sarà osservare, ascoltare e riferire.
Semplice, no?

Peccato che, proprio nel giorno in cui dovreste essere assunta, mentre attendete di fare il colloquio finale, vi ritroviate nel bel mezzo di una sparatoria.
E sarà solo l’inizio di una rocambolesca avventura che vi cambierà la vita.

Questo accade ad Amelia Jennings, la protagonista del mio nuovo romanzo, “Affinità d’intenti”. Si tratta di un action thriller scritto sotto l’influsso del mio solito background di serie TV, e la contemporanea lettura delle avventure di Jason Bourne (di Robert Ludlum), e revisionato mentre leggevo il primo libro della serie di Jack Reacher (di Lee Child).

 

Amelia è un’agente in forza alla Polizia della City di Londra da appena una settimana quando, sfruttando il fatto che si tratta di una faccia nuova, viene inviata dal detective Monroe a fare da talpa nello studio legale Goldberg & Associates. Alcuni avvocati di questo studio sono stati uccisi da un killer su commissione e la polizia pensa che dietro ci sia qualcuno dei loro clienti meno raccomandabili.
Quando un martedì mattina Amelia si reca a tenere il colloquio finale, da cui dipende la sua assunzione, e incontra nella sala d’attesa un concorrente, Mike Connor, la sua unica preoccupazione è che quell’uomo possa sottrarle quel posto di lavoro, vanificando gli intenti della sua squadra.
Neanche cinque minuti dopo quella stessa sala d’attesa diventerà teatro di una sparatoria.

La storia del romanzo, tutta raccontata dal punto di vista di Amelia, si dipana davanti a noi attraverso i suoi sensi e i suoi pensieri. Vediamo e sentiamo solo quello che lei vede e sente. E sappiamo solo quello che lei sa, o meglio solo quella parte che lei ci rivela.
Tra rapimenti, uccisioni, incidenti stradali non precisamente accidentali, inseguimenti, sparatorie, esplosioni, seguiamo la protagonista in una calata all’inferno lunga ventiquattro ore, in cui per sopravvivere dovrà capire di chi può fidarsi.
Dotata di autoironia e di una fervida immaginazione, Amelia cercherà di venire a capo di ciò che le sta accadendo e, nel farlo, stempererà la drammaticità delle sue avventure con riflessioni divertenti e fantasiose, e spesso ammiccanti.
Insieme a lei c’è Mike, un uomo che pare molto più avvezzo di lei a essere bersaglio di una squadra di killer.
Ma chi è Mike? Qual è il suo scopo? È lo stesso di Amelia?
Ma conosciamo davvero quello di Amelia?

Per scoprirlo, dovrete leggere “Affinità d’intenti”, disponibile in edizione ebook a 2,99 euro su Amazon, Giunti, Kobo, Mondadori Store, laFeltrinelliGoogle Play, iTunes, Nook (tramite app), Smashwords e Tolino.
L'ebook è senza DRM, quindi può essere convertito in tutti gli altri formati.

Il libro è disponibile anche in edizione cartacea a 7,99 euro su Amazon e Giunti.

Ecco la descrizione del libro.

Sono le dieci del mattino quando l’agente sotto copertura Amelia Jennings si reca a un colloquio di lavoro presso lo studio legale Goldberg & Associates. Il suo scopo è farsi assumere per investigare su una serie di omicidi che hanno come vittime alcuni noti avvocati della City. Dietro di essi pare celarsi un inafferrabile killer su commissione, che già da mesi è oggetto di infruttuose indagini da parte della polizia.
Il suo piano, però, andrà all’aria ancora prima di iniziare.
Nel corso di appena ventiquattro ore Amelia si ritroverà coinvolta suo malgrado in una caccia all’uomo senza tregua, in cui il suo destino si incrocerà con quello di Mike Connor.
I loro intenti, apparentemente simili, potrebbero rivelarsi opposti, ma l’affinità che li lega va oltre ciò che credono di sapere l’uno dell’altra.

Non vi resta che iniziare la vostra fuga insieme ad Amelia e Mike. Imparerete a conoscerli e scoprirete i loro segreti, in quello che per loro sarà un giorno per sopravvivere, un giorno per lasciar andare il passato.

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Di Carla (del 15/05/2015 @ 03:44:26, in Lettura, linkato 2569 volte)

 Un Jurassic Park in miniatura
 
Nel leggere questo libro postumo di Crichton non ho potuto fare a meno di notare i parallelismi con “Jurassic Park”. Anche in questo libro le dimensioni contano (alla Godzilla!). Certo, le dimensioni sono diverse, ma non le proporzioni. Se in “Jurassic Park” si era riusciti a portare in vita i dinosauri per poi perderne il controllo, in “Micro” una tecnologia rivoluzionare è in grado di rimpicciolire gli esseri umani tanto che gli insetti e gli uccelli diventano in proporzione grandi e pericolosi come i dinosauri. Anche qui un sabotaggio porta un gruppo di persone ad affrontare delle creatura in confronto alle quali sono piccoli e quasi indifesi. Anche qui il gruppo con l’andare avanti della storia tende sempre più ad assottigliarsi, finché solo pochi sopravvivono.
Benché questo libro sia stato completato da Richard Preston, la mano di Crichton è ben evidente. Questa emozionante e lunga avventura dà dipendenza. Il desiderio di tornare a leggere è fortissimo. Ma allo stesso tempo è un pretesto per parlarci dell’affascinante e spietato mondo dei piccoli animali, in particolare degli insetti. Crichton ci insegna tantissimo su di loro e con grande cura immagina come sarebbe per un essere umano la vita se fosse piccolo come un insetto, come la forza di gravità agirebbe sul suo corpo, quali enormi difficoltà incontrerebbe nello spostarsi anche per brevi distanze, quali terribili pericoli dovrebbe affrontare. Sebbene la tecnologia di miniaturizzazione non viene spiegata per davvero e ci sono alcuni aspetti che gli stessi protagonisti non riescono a comprendere (come fanno degli esseri con cellule miniaturizzate ad avere una biochimica che permetta loro di assumere acqua e alimenti?), Crichton per rendere il tutto più credibile arriva addirittura a citare un breve studio, che sembra molto reale (ma con lui non si sa mai: riesce a farci credere reale qualsiasi cosa), sull’effetto del magnetismo sulla statura delle persone come base della tecnologia in questione. L’assunto rimane molto fantasioso, ma lo scopo della storia è quello di raccontare la scienza del micro-mondo e quindi non è necessario che le premesse siano del tutto realistiche.
Ammetto che sono rimasta contrariata a un certo punto per la morte di un personaggio e che ero talmente presa dalla storia dal notare appena un tutt’altro che imprevedibile sviluppo romantico (che ho gradito molto), ma rimane comunque un grandissimo libro con un finale aperto che, purtroppo, non avrà mai seguito.

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Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
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http://www.anobii.com/anakina/books
Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina

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Di Carla (del 14/05/2015 @ 01:32:59, in Lettura, linkato 2581 volte)

 Scrittura meravigliosa ma un po’ ingombrante
 
Sono sempre molto cauta quando vado a leggere un libro di narrativa non di genere. So già che certe cose non mi piaceranno. Immagino già che il finale potrebbe essere molto triste. Va comunque a finire che ogni tanto mi cimento nella lettura di uno di questi libri e qualche volta sono fortunata. Questo è uno dei casi fortunati.
Questo romanzo mi è piaciuto. Non sono riuscita a dargli la quinta stella per via di alcuni aspetti negativi che non ho potuto ignorare e che hanno ridotto il mio godimento del libro.
Ma preferisco iniziare parlando di cosa c’è di buono in questo libro.
Prima di tutto la prosa è meravigliosa. Nonostante la corposità e le innumerevoli digressioni, il testo scorre benissimo. Per chi, come me, scrive, la lettura di libri di questo genere oltre a divertire è un’occasione per arricchire la propria prosa.
La trama in sé è tutt’altro che prevedibile. Il libro, che a prima vista può sembrare un romanzo rosa con tanto di triangolo amoroso, è in realtà un libro che parla d’amore, inteso come tema e non come scopo della storia. Il fatto di non essere inserito all’interno di un genere già di per sé lo rende imprevedibile, ma lo stesso modo in cui è costruito ti fa domandare di continuò cosa potrebbe accadere nella pagina dopo e soprattutto su quale personaggio si sposterà la storia.
Gli stessi personaggi sono così approfonditi da sembrare davvero reali, nonostante i loro eccessi.
A ciò si aggiunge la presenza di tantissime informazioni interessanti, all’interno delle digressioni di cui parlavo prima. Qualcuno potrebbe percepirle come info-dump, ma a mio parere sono una parte essenziale nella caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione. Dopo aver letto questo libro si ha l’impressione di aver imparato qualcosa e ciò è un aspetto che apprezzo particolarmente nella narrativa. In particolare al lettore viene data la possibilità di dare uno sguardo alla gioventù americana degli anni ’80, cosa che mai mi era capitata in passato.
Ci sono, però, anche degli aspetti negativi.
In primo luogo la presenza di troppe informazioni, per quanto siano interessanti, ti spinge a leggere in fretta per andare al punto, per tornare all’azione e scoprire cosa accadrà ai personaggi. Ciò però porta spesso ad andare involontariamente troppo veloce nella lettura delle scene in cui accade qualcosa di importante e inaspettato. E così ti ritrovi a tornare indietro e a rileggere, ma ormai hai per così dire perso l’attimo che ti avrebbe fatto godere di quel particolare colpo di scena.
Altra nota dolente riguarda il finale che a mio parere è troppo malinconico. Dopo aver letto un libro così lungo e dopo aver patito con i personaggi avrei voluto che terminasse con un finale aperto caratterizzato almeno da una certa speranza. Sarebbe stato bello chiudere il libro col presagio di un sorriso.
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Di Carla (del 08/05/2015 @ 08:00:25, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2088 volte)

Come promesso, vi segnalo il mio primo post sul blog Destinazione: Terra!
In questo mio debutto racconto del particolare rapporto che esiste fra la narrativa di fantascienza e la realtà.
 
Perché leggiamo narrativa di fantascienza?
Che impatto ha sulla nostra fantasia e la nostra memoria?
Cosa ci resta dopo la lettura di un romanzo di fantascienza?
E, soprattutto, può la fantascienza diventare realtà?
 
Tutto questo lo trovate nell’articolo “Sperimentare altre vite con la narrativa di fantascienza”.
Dateci un’occhiata, lasciate i vostri commenti e condividete. E, se volete, fatemi sapere le vostre risposte alle domande sopra riportate. Le mie le trovate nell’articolo.
 
Buona lettura e buona fantascienza a tutti!
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Di Carla (del 07/05/2015 @ 11:03:43, in Scrittura & pubblicazione, linkato 7101 volte)

Chiunque sia lettore o scrittore ha dimestichezza con il sistema di recensione dei libri basato sulle cinque stelline. Questo sistema viene usato da tutti gli store online di libri e dai social network dedicati alla lettura, ed è associato alle recensioni vere e proprie in cui il lettore entra nel dettaglio nel giudicare il libro.
In genere negli store, come Amazon, dove il sistema delle recensioni a stelline è popolarissimo ed è un mezzo immediato per farsi un’idea del prodotto (quindi non solo libri), per poter assegnare questo giudizio numerico è necessario associarlo a una recensione scritta, mentre nei social network come Goodreads (sempre del gruppo Amazon) o Anobii (che invece appartiene al gruppo Mondadori) questo obbligo non esiste.
 
Si discute tanto sull’importanza delle recensioni, in particolare del fatto che queste siano o meno oneste, poiché la media stelline di un libro (e di qualsiasi prodotto o servizio) può avere un impatto importante sulle vendite dello stesso. Ciò è particolarmente vero per i self-publisher che fanno leva sul passaparola per promuovere i propri libri e le recensioni sono una delle espressioni più immediate delle opinioni dei lettori che innescano questo passaparola.
 
Altro aspetto importante delle recensioni, oltre al fatto di essere veritiere (cosa purtroppo non sempre vera sia in senso positivo che soprattutto negativo, che ha un peso maggiore proprio sulla media stelline), è la loro utilità. Questo perché al di là della media e del numero delle recensioni, chi le legge lo fa in genere per capire se il libro in questione rientra nei suoi gusti e, in questo senso, trovare qualcuno che dice che è bellissimo oppure che non gli è piaciuto per nulla non serve allo scopo. Ciò che serve è una breve analisi di quello che il libro ha lasciato al lettore. Il fatto che poi tali aspetti rendano il libro brutto o bello agli occhi del recensore alla fine ha poca importanza. Certi aspetti che per un lettore sono difetti possono essere pregi per un altro, ma se non vengono descritti nella recensione questa perde di utilità.
 
Il problema però è che spesso chi approda alla pagina di un prodotto potrebbe non andare oltre alla media stelline, messa in primo piano sotto il titolo, insieme al numero di recensioni (più è alto, più la media è significativa) e ovviamente al prezzo. Se il modo in cui i recensori utilizzano le stelline fosse uguale per tutti, questo sistema di valutazione sommaria sarebbe decisamente molto utile. Ma purtroppo non è così.
 
Spesso mi è capitato di leggere recensioni bellissime di un libro cui però il recensore aveva assegnato appena tre stelle (che, di fatto, non fanno alzare la media del libro e sono considerate un voto non positivo) e in altri casi recensioni a quattro o addirittura cinque stelle in cui il recensore elencava una lunga lista di difetti.
Ma allora che vogliono dire le stelline?
 
Non esiste una risposta univoca. Ognuno di noi che scrive recensioni ai libri ha un sistema tutto suo, più o meno coerente, di utilizzarle.
Volete conoscere il mio?
 
Be’, le mie valutazioni numeriche si basano principalmente sul gradimento del libro stesso. Anche se nelle recensioni qua e là posso anche dare dei giudizi tecnici (con parsimonia, perché nella scrittura la tecnica non conta nulla se manca tutto il resto), la scelta del numero delle stelline è basata unicamente su quanto il libro è piaciuto a me nel particolare periodo in cui l’ho letto, che abbia o no piccoli o grandi difetti.
 
Un elemento fortemente discriminante è il desiderio di rimettersi a leggere il libro.
Avete presente quando state leggendo un libro che vi piace così tanto da attendere con trepidazione tutto il giorno il momento in cui potrete continuare la lettura? Per quanto mi riguarda questo è un fatto determinante e il più delle volte significa che ho in mano un libro da cinque stelline.
 
Ma può non bastare. A questo aggiungo un secondo elemento, ancora più importante: la soddisfazione provata a fine lettura, in altre parole il mio gradimento del finale. E con questo non intendo che il libro finisca bene o male, ma piuttosto che il finale funzioni, che bello o brutto abbia senso, che non stoni, insomma che mi piaccia.
Va da sé che se un libro non mi è piaciuto ciò riguarda tutto il libro, compreso il finale.
In altre parole il gradimento del finale è ciò che mi fa optare per una recensione positiva (quattro o cinque stelle) piuttosto che una negativa (da tre stelle in giù), mentre la contemporanea presenza di questi due elementi (desiderio di leggere il libro e l’aver gradito il finale) determina per me un libro a cinque stelle.
 
Ci sono poi altri difetti o pregi che riporto nel testo della recensione e, salvo rari casi (se ce ne sono molti), non influenzano il mio giudizio numerico finale.
Ma, per farvi capire meglio cosa intendo, vi riporto di seguito la mia scala di giudizio.
 
 
5 stelle
: mi è piaciuto così tanto che durante il giorno non vedevo l’ora di rimettermi a leggerlo e mi è piaciuta la fine.

4 stelle: mi è piaciuto, ma non tanto da non vedere l’ora di rimettermi a leggerlo, e mi è piaciuta la fine.
 
3 stelle: è un libro abbastanza buono di per sé (ben scritto o con una trama interessante) ma non mi è piaciuto per qualche motivo oppure mi è piaciuto (magari pure da non vedere l’ora di rimettermi a leggerlo) ma non mi è piaciuta la fine.
 
2 stelle: non mi è piaciuto e non lo considero abbastanza buono di per sé, ma non è del tutto da buttare via.
 
1 stella: non c’è proprio nulla da salvare in questo libro.
 
Come vedete, per me tre stelle sono una recensione negativa, poiché significa che non mi è piaciuto il libro oppure che non mi è piaciuto il finale. E, se il finale di un libro non funziona, allora è il libro che non funziona, anche se fino a un certo punto mi è piaciuto, quindi il mio giudizio non può essere positivo.
Da un punto di vista numerico, inoltre, assegnare tre stelline a un libro significa non aiutarlo a migliorare la sua media, a meno che non sia già disastrosa. Per questo motivo, se un libro mi è piaciuto e quindi voglio contribuire positivamente alla sua media stelline, devo darne almeno quattro. È una questione puramente matematica.
 
Chiaramente questa è la mia scala di giudizio, ognuno si crea la sua, ma è a questa che cerco di attenermi nelle recensioni che vedete pubblicare in questo blog.
E voi come affibbiate le famigerate stelline ai libri che leggete?
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Di Carla (del 03/05/2015 @ 02:46:05, in Podcast, linkato 2914 volte)

Ci sono grandi novità nell’universo di FantaScientificast, il podcast di fantascienza ideato da Paolo Bianchi e Omar Serafini, che da pochi giorni ha subito un’importante evoluzione. Da semplice podcast, il progetto di FantaScientificast si amplia diventando anche un blog.
Nasce così Destinazione: Terra!, il nuovo contenitore di notizie di fantascienza e cronache della galassia, che oltre al podcast, il cui nome resterà sempre FantaScientificast, include articoli di approfondimento, notizie varie e recensioni di fantascienza.
 
Si amplia anche la redazione che si ritrova a dare spazio a nuovi collaboratori col ruolo di blogger. Tra questi ci sono anch’io, che, dopo aver partecipato diverse volte al podcast, mi riproporrò con articoli e recensioni. Ogni volta che uscirà un mio articolo su Destinazione: Terra! ovviamente vi informerò anche qui.
 
Nel frattempo vi invito a dare un’occhiata al nuovo sito (www.destinazioneterra.it), leggere gli articoli presenti (come vedrete, sono inclusi tutti i vecchi podcast) e iscrivervi al feed RSS per non perdere nessun nuovo articolo.
Ci leggiamo presto sull’astronave di Destinazione: Terra!
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Di Carla (del 30/04/2015 @ 06:06:52, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2100 volte)

Un mese fa annunciavo che avrei partecipato alla sezione di aprile del Camp NaNoWriMo di quest’anno per scrivere il mio prossimo romanzo di fantascienza, “Per caso”. Be’, circa un’ora fa ho superato la soglia delle 50 mila parole (anzi, ho raggiunto 50500 parole) e quindi ho ufficialmente vinto il Camp NaNoWriMo April 2015!
 
Sono davvero felicissima, perché non scrivevo qualcosa di completamente nuovo dal novembre 2013 e pian piano mi sono innamorata di questa storia. La prima stesura del libro non è ancora finita. Credo che arriverò a 53 o 54 mila parole, però ormai il più è fatto. Mi mancano una o due sessioni di scrittura con le ultimissime scene: una con ancora un pochino di azione e l’ultima col colpo di scena finale.
 
Per caso” è senza dubbio il libro più strano che abbia scritto finora (è il nono!). È un insieme di tante cose, dalla space opera, che è solo un contesto, ad argomenti impegnati come l’impossibilità di comprendere il diverso. I temi di base sono la casualità come unico motore degli eventi e la conoscenza del proprio nemico, che potrebbe diventare persino amico in particolari circostanze.
A questo proposito mi sono ricordata (e anche un po’ ispirata, per quanto riuscissi a ricordare) a un vecchio film visto da ragazzina in tivù: “Il Mio Nemico (Enemy Mine)” di Wolfgang Petersen con Dennis Quaid.
 
Vi parlerò più diffusamente di questo libro quando terminerò la prima stesura, quindi al più tardi la settimana prossima. Per adesso voglio celebrare il traguardo del superamento delle 50 mila parole e il fatto che so cosa scrivere con quelle mancanti.
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Di Carla (del 25/04/2015 @ 00:24:21, in Rassegna stampa, linkato 3215 volte)


Ecco una lista di articoli, recensioni, citazioni e interviste relative a "L'isola di Gaia".
L'elenco verrà aggiornato man mano che nuovi articoli verranno pubblicati.

L'isola di Gaia: il futuro come non lo avete mai immaginato su Tom's Hardware
https://www.tomshw.it/altro/lisola-di-gaia-il-futuro-come-non-lo-avete-mai-immaginato/

L'isola di Gaia (di Rita Carla Francesca Monticelli) su Universo di Parole
http://universodiparole.blogspot.it/2015/04/lisola-di-gaia-di-rita-carla-francesca.html

Speciale L'isola di Gaia su HUGMENTED (podcast)
http://hugmented.podbean.com/e/hugmented-speciale-lisola-di-gaia

“L’isola di Gaia” di Rita Carla Francesca Monticelli su Giochi di parole... con le parole
http://giovanniventuri.com/2015/05/30/lisola-di-gaia-di-rita-carla-francesca-monticelli/

Nel futuro non potrete fidarvi dei vostri sensi. “L’isola di Gaia” nuovo lavoro di Monticelli, Gazzetta del Sulcis-Iglesiente, n° 723, 4 giugno 2015
http://www.anakina.net/public/Gazzetta_Sulcis-Iglesiente_04_06_2015.jpg

 

 

"L'isola di Gaia" è disponibile in formato cartaceo a partire da 11,99 euro su Amazon, Giunti e inMondadori.
Disponibile in ebook a partire da 3,49 euro su Amazon, Giunti, Kobo, inMondadori, laFeltrinelli, Google Play, iTunes, Nook (app) e Tolino. Senza DRM.

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Di Carla (del 23/04/2015 @ 00:05:33, in Lettura, linkato 2370 volte)

 Storia appassionante. Traduzione da rivedere.
 
Nel giudicare questo libro voglio fare una netta distinzione fra il romanzo in sé e questa sua edizione italiana (quella che ho io è la versione resa disponibile nell’agosto 2014). Nonostante la traduzione non sia perfetta, ho comunque deciso di far prevalere il mio gradimento per questa storia nel giudicarla, senza lasciarmi influenzare dall’evidente assenza della figura di un correttore di bozze esperto di traduzioni, che avrebbe potuto facilmente individuare i tanti piccoli problemi che affliggono questo testo. La traduzione di per sé è ottima, ciò che manca è proprio un lavoro di rifinitura che tolga di mezzo le ripetizioni, renda alcune frasi scorrevoli, elimini traduzioni un po’ troppo letterali o errate (rispetto al contesto), sistemi qualche virgola e i soliti refusi (quelli ci sono in tutti i libri, è vero, ma qui ce ne sono diversi, segno dell’assenza di un ulteriore sguardo esterno).
 
Mettendo da parte questo discorso, voglio concentrarmi sul romanzo.
Sono tanti, infatti, gli aspetti che lo rendono interessante. A iniziare dall’argomento a dir poco originale.
La protagonista, una detective di Scotland Yard (e già questo basterebbe a interessarmi), si imbatte in un caso complesso, collegato a un giro di profanazione di tombe, plastinazione di cadaveri, fino ad arrivare alla dissezione di corpi ancora vivi. L’argomento è senza dubbio macabro e non adatto agli stomaci più deboli. Devo dire che a tratti la lettura mi ha inquietato e, come capita per i buoni libri, nonostante ciò non riuscivo a smettere di leggere.
Il lavoro di ricerca della Penn è fantastico. La minuzia di particolari con cui ci mostra questo mondo sotterraneo e le ambientazioni dove vengono svolte queste pratiche è tale che si ha la terribile sensazione che tutto ciò stia davvero accadendo in questo momento.
Tutto appare autentico, non solo questi dettagli. La bella prosa dell’autrice ci porta dentro la testa della protagonista, ci coinvolge nel suo inferno personale e ci fa sentire lei, quando tutto il mondo pare crollarle addosso e si trova a un passo dal fare una morte orrenda.
Infine, l’aggiunta dell’elemento sovrannaturale, che in genere non apprezzo, è però fatta con tale maestria che non stona con l’autenticità di tutto il resto. Diciamo che dà un ulteriore tocco di colore, anche se non del tutto necessario, e offre l’opportunità di presentare un altro personaggio, con cui, a quanto pare, la detective si troverà a dividere la scena di nuovo nei prossimi libri della storia.
In conclusione, non posso che consigliare la lettura di questo libro, in particolare a chi fosse in cerca di storie fuori dal comune, ma confezionate con i tempi e i modi giusti di un buon thriller.

Profanazione (Kindle e brossura) su Amazon.it.
Profanazione (Kindle) su Amazon.com.

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