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In caso di necessità - Michael Crichton
Di Carla (del 21/07/2015 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2744 volte)

 Un’altra perla del maestro
 
Crichton riesce a stupirmi sempre. Che si tratti di uno dei suoi ultimi libri (anche postumo) o di uno di quelli scritti decenni fa, la sua scrittura e il modo in cui affronta le tematiche dei suoi romanzi sono sempre dannatamente attuali. Per quanto il suo modo di creare un romanzo sia sempre quello di individuare un argomento, che pone al centro dell’opera, e poi costruirci intorno una storia, la sua capacità di affrontare argomenti sempre diversi ma comunque in maniera estremamente approfondita è qualcosa di unico che finora non ho mai trovato in nessun altro autore.
Ma veniamo a questo romanzo, “In caso di necessità”, scritto da Crichton durante le vacanze di Pasqua (lo racconta nell’introduzione) quando era ancora uno studente di medicina, pubblicato con uno pseudonimo e diventato un bestseller con grande sorpresa dello stesso autore.
Il romanzo in sé è molto tecnico e il fatto che Crichton all’epoca studiasse medicina è evidente. Il suo essere così tecnico, per quanto mi riguarda, è un grandissimo pregio. Nonostante sia stato scritto quarantasette anni fa (!) e molte cose siano cambiate nel campo della medicina, risulta comunque molto attuale e offre un’occasione di riflessione davvero fuori dal coro su un argomento controverso come l’aborto.
La storia parla di un medico che è stato arrestato perché si pensa che una donna sia morta a causa di un aborto praticato da quest’ultimo, quando questa pratica era ancora illegale in gran parte degli Stati Uniti. Un amico dell’arrestato, che poi è il protagonista, si batte per scoprire la verità. Lo seguiamo nelle sue investigazioni e ben presto, sebbene la struttura della thriller sia elaborata e ben costruita, finiamo per appassionarci all’aspetto medico e alle sue implicazioni morali, che vengono poi approfondite dalle accurate note riportate in appendice.
Una cosa che apprezzo di Crichton è la sua capacità di porre degli interrogativi senza imporre il proprio punto di vista al lettore (al contrario di ciò che capita con molti altri autori che affrontano temi etici). Ti espone i fatti, i vari punti di vista e possibili sviluppi, e lascia che sia tu a ragionarci su e a formarti una tua opinione personale sull’argomento, senza influenzarti. Tutti i suoi libri sono spunti di discussione e arricchiscono la tua mente, oltre che divertirti.
Anche la traduzione non sembra per niente scritta tanto tempo fa. Il linguaggio non scade quasi mai nell’obsoleto e suona realistico anche letto al giorno d’oggi. Nonostante questo, però, a volte la traduttrice ha preso comunque delle cantonate pazzesche, tipo “ventola parasole” per indicare il parasole anteriore dell’auto che si apre/abbassa a ventaglio o evidenti contraddizioni tra due periodi successivi. Tutti piccoli errori dovuti a una inadeguata revisione del testo.
Continuo a non capire perché quando vengono pubblicate delle nuove edizioni i testi non vengano riletti. È assurdo che un libro tradotto decenni fa contenga ancora degli errori.
Concludo dicendo che una cosa che mi ha particolarmente stupito è stato notare in vari siti come questo romanzo abbia una media recensioni abbastanza bassa, proprio perché i lettori si lamentano che l’argomento medico è un po’ ingombrante. Una cosa del genere è quantomeno bizzarra. Certo, capisco che non sia semplice per chi non ha una preparazione biomedica seguire tutti i dettagli della trama, ma d’altronde si tratta di un medical thriller. Che cosa si aspettavano?

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