Immagine
 Giant's Causeway, Irlanda del Nord... di Carla
 

"Sei proprio un mistero impenetrabile, piccola Anna." Deserto rosso - Abitanti di Marte

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 06/10/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4156 volte)

I parchi reali sono tra i posti più suggestivi di Londra. Alcuni di questi sono situati nel centro della capitale britannica, eppure se si passeggia al loro interno si perde la percezione del brulicare di persone e automobili che si trovano a poche centinaia di metri di distanza. Immersi nel verde, tra i fiori e i corsi d’acqua, non si vede né si sente il vicino caos metropolitano. A infrangere l’illusione di trovarsi in un territorio selvaggio sono i vialetti, i prati e le piante curate, le statue e le meravigliose fontane.
 
Tra queste sono particolarmente belle quelle che si trovano negli Italian Gardens, situati nel punto in cui i Kensington Gardens confinano con Hyde Park, a nord del bacino Long Water. Ci si può arrivare tramite l’ingresso denominato Lancaster Gate, che è vicino all’omonima fermata della metropolitana.
 
 
Costruiti nel 1861, si dice che siano stati un regalo del Principe Alberto alla Regina Vittoria. I giardini sono costituiti da quattro vasche di marmo di Carrara, adornate da fontane, statue e urne. A nord delle vasche c’è la Pump House, che un tempo conteneva il motore a vapore che faceva funzionare le fontane. E il pilastro che spunta dal tetto altro non è che un fumaiolo. Le vasche ospitano dei bellissimi cigni che si lasciano osservare con noncuranza dai londinesi e dai turisti che vi passeggiano accanto o si siedono sulle panchine situate tutto intorno.
Gli Italian Gardens sono apparsi anche in famosi film come “Che Pasticcio, Bridget Jones!”.
 
 
Spostandosi verso est, inizia l’immenso Hyde Park, con una superficie totale di 253 ettari, divisa in due dal Serpentine Lake. La sue dimensioni sono tali che è davvero facile perdere il senso dell’orientamento, se non si seguono le indicazioni e le mappe distribuite in numerosi cartelli al suo interno.
Esso contiene numerosi luoghi di interesse turistico, a iniziare dai due archi trionfali situati a sud-est e nord-est: Wellington Arch e Marble Arch. Nei pressi di quest’ultimo c’è lo Speakers’ Corner, dove le persone soprattutto nel fine settimana tengono ancora dei discorsi per esprimere le proprie opinioni. A sud si trova il monumento in memoria di Lady Diana e a sud-est quello alle vittime dell’Olocausto e degli attentati a Londra del 7 luglio 2005. Sempre a sud-est è situato il Rose Garden, che è particolarmente bello da vedere all’inizio dell’estate.
 
Il parco è anche l’unico a essere controllato dalla Polizia Metropolitana che ha una sua stazione all’interno. Vi si trovano anche sdraio e ombrelloni, un centro sportivo dedicato al tennis, servizi di affitto imbarcazioni, locali commerciali, bar, altri campi sportivi e parchi giochi. Inoltre il parco è spesso teatro di importanti concerti rock e pop, da The Rolling Stones, Pink Floyd, fino a Madonna. In esso, in particolare, è stato tenuto uno dei concerti più famosi dei Queen nel 1976 con 225.000 spettatori.
Hyde Park è stato anche una delle sedi dei Giochi Olimpici di Londra del 2012.
 
Gli Italian Gardens e Hyde Park fanno la loro apparizione nel secondo libro della trilogia del detective Eric Shaw, “Sindrome”. Una giovane prostituta si accorge di essere seguita da un uomo per il quale ha fatto un piccolo lavoretto illegale e si nasconde nei pressi della Pump House degli Italian Gardens, poi scappa verso Hyde Park, diretta a un parco giochi, per chiedere aiuto, ma presto troverà la morte. Più tardi vediamo Adele Pennington, Jane Hall e Miriam Leroux sulla scena del crimine, in cui Adele scorge qualcuno che potrebbe essere il sospettato.
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 30/09/2016 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2746 volte)

 Il poliziotto corrotto
 
Un’altra bella storia complessa per il secondo libro della serie di Bosch.
Anche se ritroviamo lo stesso personaggio incasinato del primo, non c’è vera episodicità, poiché solo grazie alla lettura del primo libro lo si può capire a fondo.
Bosch è di ritorno dalla vacanza presa dopo il primo caso e adesso si avvicina il periodo natalizio, causa per lui di ulteriore depressione. Tutta la storia si svolge in pochi rocamboleschi giorni. C’è anche un breve accenno, senza fare il nome, a un personaggio del libro precedente, che, a quanto pare, tornerà nel successivo.
Stavolta l’argomento è il traffico di droga attraverso il confine col Messico e i suoi legami con la polizia. Le atmosfere mi hanno ricordato il film “Sicario”. Connelly ti mette davanti agli occhi tutti gli elementi, ma ti distrae con tanti e tali dettagli (bellissime le descrizioni e riflessioni su Los Angeles, come pure quelle sulle due città di confine: hai proprio l’impressione di sentirti lì) che ti accorgi dell’ovvio solo alla fine, quando te lo sbatte davanti quasi di soppiatto.
Non manca la parentesi romantica, sebbene come sempre sottesa da una certa malinconia e disperazione.
Mi è piaciuta la risoluzione della storia in cui il protagonista decide di non seguire le regole e il finale aperto sulla vita di Bosch.
Non vedo l’ora di leggere il successivo.

Ghiaccio nero (Kindle, brossura, CD audio) su Amazon.it.
Ghiaccio nero (Kindle, brossura) su Amazon.com.

Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
aNobii:
http://www.anobii.com/anakina/books
Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 28/09/2016 @ 15:49:46, in Cinema, linkato 3517 volte)

Siccome è un film tratto da un videogioco le mie aspettative non erano altissime. Ho deciso di vederlo, perché i film d’azione con alto tasso di morti ammazzati sono divertenti e questo, in particolare, vede il confronto tra due attori interessanti: Rupert Friend, che ho già apprezzato in “Homeland”, e Zachary Quinto, che da luglio si è installato in pianta stabile sullo sfondo del mio computer nelle vesti di Spock.
 
Friend è già avvezzo al ruolo di killer. In “Homeland” era un agente operativo della CIA che più di una volta era stato inviato a uccidere qualche obiettivo strategico. La sua espressione glaciale, che in “Hitman: Agent 47” viene accentuata dalla rasatura dei capelli e l’abbigliamento impeccabile, gli conferisce l’aspetto di assassino programmato e quindi privo di emozioni. Di certo non è in questo ruolo che possiamo apprezzare al meglio le sue abilità recitative, ma nei panni dell’agente 47 è assolutamente perfetto.
 
Quinto, che qui si ritrova a interpretare il ruolo dell’antagonista John Smith, per quanto il film in sé non richieda particolari doti recitative, mostra comunque la propria bravura. Il suo personaggio modifica il proprio atteggiamento nell’arco del film e Quinto riesce a rimarcare questo cambiamento, dandoci quasi l’impressione di trovarci di fronte a un nuovo personaggio. Gli basta davvero poco. La sua espressività è tale che una minima alterazione nelle linee del volto e nello sguardo gli conferiscono un’immagine completamente diversa agli occhi dello spettatore.
 
Spettacolari sono gli scontri, spesso a mani nude, tra i due, tanto che quasi senti dolore al loro posto per quante ne prendono o per i voli che fanno. Ovviamente se la cavano al massimo con qualche graffio. Per non parlare poi delle sparatorie perfettamente coreografate. In entrambi in casi mi sono ritrovata più volte a ridere da sola per quanto fossero divertenti.
 
 
Il film include anche un terzo personaggio principale, Katia van Dees, interpretata da Hannah Ware, ma devo ammettere che (forse perché io sono donna) ho appena notato la sua presenza!
 
È chiaro che non stiamo parlando di un film che pretende di apparire minimamente plausibile. È la trasposizione di un videogioco e ne ricalca il suo essere sopra le righe, ma a ciò si aggiungono ottimi effetti speciali che conferiscono una notevole realisticità alle dinamiche delle scene, anche quelle più splatter, senza provocare, però, alcuna particolare forma di orrore o disgusto, proprio come avviene nei videogiochi, poiché mantengono chiaro nella mente di chi le guarda che ci troviamo nell’ambito della finzione.
 
Hitman: Agent 47” è il secondo film della serie “Hitman”. Il primo, “Hitman - L’assassino”, è uscito nel 2007. Ma potrebbe non essere l’ultimo. Un indizio a questo proposito è dato dalla piccola scena incastrata all’interno dei titoli di coda, ma non vi dico altro per evitare di rovinarvi la sorpresa.
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 23/09/2016 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2925 volte)

 La resa dei conti di Bourne
 
Sontuoso finale della trilogia. Sebbene intricatissima, la trama è meno difficile da seguire di quella del primo e del secondo libro. Forse questo aspetto potrebbe essere considerato una mancanza, in base a quelli che sono i miei gusti personali (preferisco dover fare un po’ di fatica a seguire la trama di un libro), ma è compensata dall’abbondanza di eventi e dall’imprevedibilità della storia.
Credo che tra i tre libri il migliore sia il secondo, ma sono tutti di altissimo livello. E, soprattutto, creano dipendenza. Mi è spiaciuto dover rallentare la lettura per carenza di tempo e ciò mi ha impedito di godere appieno del romanzo.
Qui Ludlum dà fondo a tutta la sua inventiva, moltiplicando i luoghi e le scene d’azione. Lo scontro finale con lo Sciacallo e soprattutto il luogo dove avviene sono epici.
Peccato che il personaggio di Marie intervenga solo nella parte centrale del libro e che non sia coinvolto nella scena che rappresenta il climax del romanzo, ma riappaia solo nell’epilogo.
Quest’ultimo è un po’ malinconico. Anche se so che ci sono altri libri su Bourne, so anche che non sono veramente scritti da Ludlum, che aveva deciso di terminare qui la sua storia.
Ancora una volta noto che Ludlum non usa mai termini volgari, ma in compenso abbondano le bestemmie. Tutti i personaggi invocano invano Dio e Gesù nei modi più vari. Ciò rappresenterebbe una sorta di difetto, poiché riduce la caratterizzazione dei personaggi stessi (in quanto hanno tutti lo stesso modo di imprecare), ma allo stesso tempo è un suo marchio di fabbrica, come pure l’uso continuo dell’esclamazione “follia!” o “pazzia!”.
Stendiamo un velo pietoso sulla traduzione. A parte virgole e congiuntivi a caso, i refusi abbondano. Alcune frasi non hanno senso, poiché di certo qualche termine è stato tradotto in maniera errata. I personaggi, invece che girare su se stessi, piroettano, rendendo certe scene involontariamente comiche (mi immagino Bourne che balla!). Come avevo già commentato per il libro precedente, sarebbe proprio il caso che la Rizzoli facesse revisionare questi libri e pubblicasse delle vere e proprie nuove edizioni. Non c’è rispetto verso il lettore, se a distanza di decenni si insiste a usare gli stessi master di stampa per risparmiare spacciandoli per nuove edizioni.
Consiglio la lettura di questo libro (e di tutta la trilogia) quando si ha almeno un’ora da dedicargli al giorno, per non perdere il ritmo.
 
The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (Kindle, brossura) su Amazon.it.
The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (Kindle, brossura) su Amazon.com.
 
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
aNobii:
http://www.anobii.com/anakina/books
Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Anna è partita all’alba.
Si è addentrata nel deserto marziano, da sola.
Dove sta andando?
Quale segreto nasconde?
 
La storia di “Deserto rosso”, ambientata in un prossimo futuro, racconta le vicende di un gruppo di persone che, a trent’anni di distanza dal precedente tentativo fallito di raggiungere il pianeta rosso, ha accettato di consacrare il resto della propria vita all’esplorazione di Marte, divenendone i primi colonizzatori e scrivendo il proprio nome nella storia. Il primo libro, “Punto di non ritorno”, si apre a più di mille giorni dopo l’arrivo sul pianeta e si concentra sulla figura dell’esobiologa svedese Anna Persson, che una mattina prima dell’alba lascia di nascosto la struttura abitativa e si addentra da sola nel freddo deserto marziano con un rover pressurizzato, portando con sé provviste e aria per appena due giorni. Il suo sembra essere un gesto suicida. Ma, nel procedere in questo suo viaggio, Anna inizia a scavare nella propria memoria, riportando alla mente gli eventi che l’hanno condotta fino a quel punto, cosa e chi si è lasciata alle spalle, e lasciandoci intravedere le motivazioni del proprio gesto.
 
Deserto rosso - Punto di non ritorno” è una storia di fantascienza che permette al lettore di immaginarsi tra la polvere e le rocce di Marte, tra le sue enormi pianure e insidiosi canyon, conteso tra il desiderio di esplorare e quello di sopravvivere. Ma è anche la storia di una donna egoista e allo stesso tempo insicura che, pur avendo fatto delle scelte controverse, ha continuato ostinatamente ad andare avanti, senza pentirsene, fino a rischiare la propria vita, pur di dimostrare a sé stessa e agli altri che quest’ultima era destinata ad avere uno scopo più grande. Il suo lato oscuro emerge lentamente veicolato dai suoi ricordi, mentre affronta a viso aperto l’ignoto di un pianeta maledetto, che continua a portarsi via, in un modo o nell’altro, le vite di chi cerca di scoprirne i segreti. Filtrati dalle sue emozioni incostanti e dai suoi radicati pregiudizi, i fatti pian piano vengono mostrati agli occhi del lettore, coinvolgendolo in un’alternanza fra ricordi e presente in un graduale crescendo che lo accompagna fino all’epilogo, dal quale scaturirà il resto della serie.
 
 
DESERTO ROSSO - PUNTO DI NON RITORNO è in offerta in ebook a 49 centesimi su Amazon, Giunti Al Punto e Google Play solo fino al 30 settembre 2016.
L’edizione acquistabile su Google Play è in ePub senza DRM e quindi leggibile su qualsiasi dispositivo (incluso Kobo e iPad).
 
È inoltre disponibile in edizione cartacea (a 4,99 euro) su Amazon e Giunti.
 
Scopri di più sulla serie di “Deserto rosso” e il ciclo dell’Aurora su www.desertorosso.net.
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 16/09/2016 @ 09:30:00, in Varie, linkato 2132 volte)
È stata una intensa estate nel mio blog. Per circa due mesi e mezzo ho pubblicato cinque articoli alla settimana, che sono stati letti da molti di voi che erano in vacanza (o lavoravano). Dedicarsi così completamente a queste pagine è stata un’esperienza interessante, ma dispendiosa in fatto di tempo. Da oggi fino alla fine dell’anno la scrittura dei miei libri pretende la mia attenzione, per cui ridurrò la frequenza dei post, ma continuerò comunque a portare avanti le serie di articoli inaugurate nei mesi passati.
 
Intanto, però, faccio un riassunto degli articoli pubblicati nelle ultime quattro settimane, per darvi la possibilità di recuperare quelli che avete perso.
Per quelli pubblicati tra luglio e il 12 agosto, vi rimando all’articolo di Ferragosto.
 
 
Per la serie Scena del crimine, che mette a confronto le scienze forensi nella realtà e nella finzione, vi ho proposto due nuovi articoli:
 
Per la serie Luoghi dei romanzi, che racconta le location in cui si svolgono i miei libri, ci troviamo ancora nella capitale britannica mostrata nei primi due libri della trilogia del detective Eric Shaw (“Il mentore” e “Sindrome”):
 
Per la serie Autori preferiti ho solo un articolo da proporvi, quello dedicato al mio autore preferito in assoluto: Thomas Harris: il padre di Hannibal Lecter.
 
 
Nel blog in questo mese mi sono anche occupata di serie TV e ve ne ho presentato due fra quelle che seguo oppure ho seguito, entrambe con un taglio investigativo, ma con approcci completamente opposti (scienza e paranormale):
 
Infine nell’ultimo mese ho ripreso ad andare al cinema e a guardare qualche film in TV e ciò ha ispirato altri tre articoli dedicati ad altrettanti film che mi sono piaciuti:
 
In chiusura vi segnalo anche le recensioni che ho pubblicato da luglio a oggi (tra parentesi trovate il mio voto). Magari tra queste individuerete una delle vostre prossime letture:
 
Auguro a tutti voi di iniziare al meglio questo autunno!
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 15/09/2016 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 3261 volte)

 Viaggio attraverso paesaggi mentali inimmaginabili
 
Ho affrontato questo libro di Dario Tonani con qualche incertezza, poiché si tratta di un’antologia di scritti di varie dimensioni inseriti nella stessa ambientazione e in parte collegati fra loro.
La prima parte è chiaramente una raccolta di racconti separati, ognuno dei quali tende a essere deprimente e a finire in maniera tragica. Non è stato per me un buon approccio, poiché non amo i racconti, in quanto per ovvi motivi non permettono di sviluppare delle trame approfondite, e nel contempo non amo lo storie tristi che finiscono male. La seconda parte, invece, mi è piaciuta molto di più. Si tratta, infatti, di una sorta di storia e puntate, ognuna delle quali termina con un buon cliffhanger.
La prosa di Tonani è audace e ricercata, ed è accompagnata da un world building immaginifico di altissimo livello. Il ritmo sincopato trasmette alla perfezione gli stati d’animo dei personaggi e facilita l’immedesimazione in essi. La trama nel suo complesso è caratterizzata da un’originalità assoluta, che mescola elementi fantascientifici e horror, e mostra la grande fantasia dell’autore. La presenza di inattesi colpi di scena la rendono imprevedibile.
Il linguaggio volutamente complicato richiede un’enorme concentrazione nella lettura. Di solito questo è un aspetto che amo, ma non necessariamente quando è dovuto al linguaggio in sé (preferisco che sia la complessità della trama a farmi concentrare e non il modo in cui viene narrata). Talvolta ho avuto difficoltà a visualizzare ciò che i personaggi stavano vivendo, perché mi distraevo a causa della concomitante presenza di un mondo completamente lontano dalla realtà e di una prosa complessa. Diciamo che non è una lettura riposante, però è un ottimo esercizio per chi scrive o per chi in generale ama sfidare la propria dimestichezza con la parola scritta, poiché lo stile di Tonani ti si attacca addosso, stimolando la tua creatività linguistica con conseguenze che si trascinano anche dopo aver raggiunto la fine del libro.
Quando leggo un libro, sento la necessità di legarmi a un personaggio in particolare e in questo caso si è trattato del mechardionico Asur. Visto il modo in cui la storia si è conclusa (con un finale aperto, che è un qualcosa che apprezzo parecchio), sarò curiosa di leggere il seguito, a patto che sia un vero e proprio romanzo.
 
Cronache di Mondo9 (Kindle) su Amazon.it.
Cronache di Mondo9 (Kindle) su Amazon.com.
 
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
aNobii:
http://www.anobii.com/anakina/books
Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 14/09/2016 @ 09:30:00, in Cinema, linkato 4193 volte)

Come sarà capitato a molti di voi, ho avuto modo di conoscere per la prima volta la bravura di Jean Dujardin grazie alla sua interpretazione di George Valentin in “The Artist”, che gli è valsa il premio Oscar come miglior attore protagonista nel 2012. L’ho poi rivisto anni dopo in un ruolo drammatico in “French Connection”, altro film che ho apprezzato tantissimo.
In “Un amore all’altezza”, grazie agli effetti speciali, Dujardin si trova a interpretare addirittura il ruolo di una persona affetta da nanismo in una commedia a tratti esilarante che però spinge anche a riflettere.
 
Le sue qualità come attore sono ancora una volta indiscusse ed emergono ancora di più nei ruoli in cui non può sfruttare una delle sue qualità. In “The Artist” si trattava della voce e in questo film invece è la bellezza. Sì, perché Dujardin è indubbiamente un bell’uomo e riesce a mantenere intatto il proprio fascino anche nel ruolo di Alexandre, che raggiunge appena il metro e trentasei centimetri.
 
C’è da dire che gli effetti speciali, pur abbassandolo, non hanno reso in maniera fedele le proporzioni alterate che il nanismo provoca, ma applicando una certa sospensione dell’incredulità il tutto appare abbastanza convincente, soprattutto nelle inquadrature in cui non si vede il suo corpo per intero.
 
Al di là di questi aspetti tecnici, “Un amore all’altezza” è un film davvero carino.
 
 
Be’, i protagonisti sono tutt’altro che dei poveracci. Alexandre è un architetto di grido che vive in una villa con tanto di piscina insieme al figlio sognatore e ambizioso, che per il momento dipende economicamente da lui (ma è destinato al successo). Diane (interpretata dall’attrice belga Virginie Efira) è invece un’avvocatessa proprietaria di uno studio insieme all’ex-marito.
Tutto il contesto in cui si muovono è molto cinematografico: le feste, i vernissage, il paracadutismo (che pare quasi un gioco da ragazzi che potrebbe praticare chiunque), case che sembrano regge, i locali segreti e così via.
 
La distribuzione e i tempi della gag sono assolutamente perfetti, tanto che il film scivola via veloce tra una risata e l’altra.
Alexandre potrebbe essere il classico principe azzurro, affascinante, simpatico, di successo, ma gli mancano almeno quaranta centimetri a raggiungere la perfezione, quaranta centimetri che pesano parecchio.
Nonostante certi aspetti abbastanza volutamente irrealistici della trama, è facile calarsi nei panni di Diane, che pur innamorata di Alexandre, soffre il giudizio degli altri.
Infatti, può essere facile dire che l’amore permette di superare tutti gli ostacoli, ma nella realtà stare al fianco di qualcuno che è diverso crea molti problemi. Ignorarli e fingere che non abbiano un peso non li fa scomparire, ma ciò che questa piccola chicca cinematografica prova a trasmettere è che bisogna essere consapevoli e trovare insieme il modo di affrontarli giorno per giorno, come dovrebbe sempre succedere tra due persone che decidono di condividere la propria vita.
Certo, se poi si è ricchi come i protagonisti di “Un amore all’altezza” è indubbiamente più semplice!
 
Si tratta di un film, in altre parole, che unisce una riflessione non banale e situazioni comiche, rese magnificamente dalla bravura di tutto il cast (non solo dei due protagonisti).
Si esce dalla sala rinfrancati e di buonumore, ma senza aver del tutto spento il cervello per un centinaio di minuti.
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 13/09/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4184 volte)

Un appassionato del grande schermo in visita a Londra non può certo fare a meno di recarsi a Leicester Square. Questa isola pedonale è infatti sede di due cinema di grande rilievo nel Regno Unito: l’Odeon Leicester Square (foto accanto) e l’Empire Leicester Square (che include 9 sale, di cui una con lo schermo più grande del Paese; foto sotto). In passato c’era anche l’Odeon West End, ora chiuso, mentre nelle vicinanze si trova il Prince Charles, in cui si proiettano i cosiddetti film cult.
 
Tale peculiarità fa sì che questa piazza veda spesso importanti attori e registi sfilare davanti al pubblico e ai rappresentanti dei media in occasione delle prime europee o addirittura mondiali di importanti film. Io stessa una volta, nell’autunno del 2004, passando per caso per Leicester Square mi imbattei nella prima britannica diGarden State” nell’ambito del London Film Festival e vidi sul tappeto rosso Zach Braff e una infreddolita Natalie Portman.
 
Leicester Square è situata nel West End (nella City of Westminster), proprio nel cuore di Londra. A pochi passi di distanza è circondata da altri luoghi di interesse turistico come Trafalgar Square, dove si affaccia la National Gallery (l’ingresso alla mostra permanente è gratuito), e Piccadilly Circus, con la sua famosa statua di Eros. Al centro della piazza è situato un piccolo parco, che è stato rinnovato nel 2012 in occasione delle Olimpiadi.
 
Moltissimi ristoranti delle nazionalità più varie punteggiano l’intera zona che è particolarmente frequentata la notte durante il weekend e in generale d’estate. E poi ci sono i teatri del West End (una quarantina in tutta la Theatreland), all’interno dei quali vengono rappresentati famosi musical anche per diversi anni di seguito. L’ultimo che ho visto, nel 2011, è stato “Chicago”. I biglietti possono essere un po’ cari, ma se si acquistano in anticipo sul web ve la potete cavare con poche decine di sterline.
 
 
Proprio nei pressi della piazza vi è il Leicester Square Theatre, che, inizialmente costruito come chiesa nel 1955, divenne negli anni ’60 del secolo scorso una location per concerti di musica dal vivo, cambiando più volte nome. Nel 1976, quando ancora si chiamava Notre Dame Hall, ospitò uno dei primi concerti dei Sex Pistols.
 
Sulla piazza si affaccia anche il casino Hippodrome e la sede di Global Radio, al cui interno si trovano ben otto emittenti radio.
Leicester Square è, inoltre, uno dei luoghi di Londra dove vengono organizzati degli eventi in occasione del Capodanno Cinese.
 
La stazione di metropolitana più vicina è appunto chiamata Leicester Square e ne “Il mentore” (il primo libro della trilogia del detective Shaw) il detective Eric Shaw e Adele Pennington sono proprio approdati a essa in un sabato di giugno del 2014, per poi andare a mangiare in un ristorante vicino. Quell’uscita improvvisata segnerà il passaggio da un semplice rapporto di lavoro all’inizio di qualcos’altro tra la giovane criminologa e il suo capo.
 
Dopo la cena si siederanno su un muretto, esattamente nello stesso punto dove io stessa mi sono seduta nell’agosto del 2012, pochi mesi prima di scrivere la prima stesura del romanzo, e ho scattato la seconda foto che vedete in questo articolo.
 
Credo proprio che, la prossima volta che andrò a Londra e passeggerò in Leicester Square, non potrò fare a meno di guardarmi intorno, quasi sperando di vederli passare di lì.
ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carla (del 12/09/2016 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2336 volte)


 Il testimone che non ti aspetti

In questo racconto lungo la bravissima Stefania Mattana mette provvisoriamente da parte le storie poliziesche, ma non la cittadina in cui sono ambientate, Tursenia, che questa volta ospita nientemeno che Raffaello Sanzio durante la creazione della Pala Baglioni.
A narrarci questa vicenda è un testimone insospettabile: la tela.
Mentre il pittore lavora su di essa, la tela vede e ascolta le conversazioni di Raffaello e Donna Atalanta, rivelando al lettore i drammatici avvenimenti delle Nozze Rosse.
L'autrice, che in questo frangente si cimenta per la prima volta nella narrativa in italiano (i suoi libri precedenti erano stati scritti originariamente in inglese), riesce a calarci nel contesto storico, grazie all'utilizzo di un registro elevato che mima senza esagerare la parlata dell'epoca. Allo stesso tempo tale registro mette in evidenza come la voce narrante, pur essendo un dipinto creato nel 1500, esista ancora, abbia assistito al passare dei secoli e di conseguenza il suo modo di esprimersi si sia evoluto.
Il finale di questa piccola perla della Mattana si ricollega alla sua produzione precedente e ci lascia con un sorriso.

Le Nozze Rosse (Kindle) su Amazon.it.
Le Nozze Rosse (Kindle) su Amazon.com.

Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
aNobii:
http://www.anobii.com/anakina/books
Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina

ArticoloCondividi Commenti    Storico Storico  Stampa Stampa
 

 

Do you speak English?
Click to visit the English blog!

Iscriviti alla mailing list
per non perdere le nuove uscite

Ci sono 2113 persone collegate

ATTENZIONE: La navigazione su questo sito implica l'accettazione della
Privacy Policy Cookie Policy
Follow on Bloglovin

Comprami un caffè

Acquista i miei libri su









Questo sito partecipa al programma di affiliazione di Amazon.


Puoi acquistare i miei libri anche su:
   
   Acquista gli ebook su Mondadori Store!   Acquista gli ebook su laFeltrinelli!
 
Ebook acquistabili direttamente dall'ereader in Svizzera 



Dieci anni di "Deserto rosso"!






Segui Anna Persson su Twitter

Membro di

Titolo
Audio (4)
Autori preferiti (3)
Calcio (6)
Cinema (27)
Come vivere su Marte (5)
Esplorazione spaziale (12)
Eventi (36)
Fantascienza e spiritualità (10)
Interviste (38)
Lettura (273)
Luoghi dei romanzi (15)
Miscellaneous (2)
Musica (144)
Podcast (20)
Poems (8)
Propositi (13)
Rassegna stampa (16)
Riconoscimenti (2)
Sardegna (1)
Scena del crimine (7)
Scrittura & pubblicazione (187)
Serie TV (12)
Stories (1)
Tennis (1)
Thoughts (5)
Varie (17)
Viaggi (3)
Video (4)

Catalogati per mese:

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:

Powered by Disqus
< aprile 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
         
             

Titolo
Qual è il genere di romanzi che preferite leggere?

 Narrativa non di genere
 Thriller, gialli, noir
 Fantasy classico (maghi, elfi, ecc...)
 Gotico, horror, paranormale (vampiri, fantasmi, ecc...)
 Fantascienza
 Rosa
 Classici
 Storie vere
 Avventura
 Storico


Clicca sulla copertina per scaricare GRATIS la fan fiction.
La morte è soltanto il principio
Disponibile su Smashwords.




Titolo

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.

Gli autori non sono responsabili di quanto contenuto in siti esterni i cui link sono riportati su questo sito.



Copyrighted.com Registered & Protected
 



20/04/2024 @ 09:42:28
script eseguito in 97 ms