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 Il mare de La Pelosa a Stintino... di Carla
 

“Le nostre vite da sole non valgono nulla, ma insieme siamo qualcosa di unico.” Oltre il limite

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Guest blogger (del 04/02/2014 @ 15:00:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3672 volte)


Per la seconda volta ho il piacere di ospitare l'autore Francesco Zampa, che ha già scritto in queste pagine il guest post "A proposito di sbirri e fiction" ed è stato protagonista di una simpatica intervista. Oggi ci parla del momento in cui si dà vita ai propri personaggi, facendoli parlare.

Non voglio, non posso, insegnare niente a nessuno, ma raccontare la mia breve esperienza di autore, sì. C’è un momento in cui sono diventato tale. Non mi riferisco alla maturazione, alla musa che arriva o altre cose extrasensoriali, quelle sono scelte già avvenute in passato. Mi riferisco proprio a una linea cronologica spartiacque che esiste, è esistita, per chiunque abbia scritto qualcosa, un confine impercettibile ma netto, superato il quale non sono più stato scrittore o aspirante tale ma sono divenuto autore a pieno titolo.
Mi riferisco al momento della creazione del personaggio o meglio al momento in cui il personaggio prende vita. E quando prende vita? Come un neonato, la prima volta che parla! Ricordo il momento in cui mi accingevo a scrivere il mio primo giallo. Quando inizi a scrivere hai già qualcosa dentro che deve uscire, tant’è che alla fine ti senti esausto e, se non svuotato, da rigenerare. Venivo da un’esperienza di racconti brevi in cui la quasi totalità della narrazione era affidata al discorso indiretto. Per quanto il racconto breve sia stato, e lo sia tuttora, un ottimo banco di prova, la mia preparazione e la mia predisposizione me lo facevano affrontare come un tema alle superiori, o qualcosa del genere. C’era il cappello-introduzione, uno svolgimento e la conclusione, forse un messaggio o l’espressione di un’opinione, un’idea, una posizione personale, insomma. I dialoghi erano rarefatti e ridotti al minimo necessario, come in un documentario.
Non è stato così nel momento di affrontare la prima prova “matura”: avevo un’idea chiara e che ideona originale: una ragazza giovane e carina era stata uccisa! Avevo scritto l’incipit così come mi era venuto, tosto e brutale quanto poteva bastare; e il personaggio principale era stato presentato, finalmente come piaceva a me e come lo desideravo io. E allora? Allora, era ora che si facesse sentire, che parlasse! Ho avuto un momento di smarrimento: e che vuole questo? Soprattutto: che dice? Parla lui o parlo io? Ci ho riflettutto un po’, ho pensato a lui. Mi sono distaccato e l’ho immaginato proprio come un’altra persona, non come una mia propaggine. Se l’ho pensato così, ragionerà più o meno così,ecco cosa mi sono detto. E così è stato. Non c’è stato nessun problema, in realtà, perché ho aperto le virgolette e lui ha parlato lì, dalla carta -virtuale- bianca di Word, e non c’è stato bisogno di suggerigli nulla, perché è andato avanti da solo e, subito adulto, ha saputo chi era e come doveva trattare gli altri. Sulla scia, anche gli altri personaggi via via arrivati non hanno avuto problemi, e per tutti c’è stato il momento fatale del primo respiro: da qui hanno proprio preso vita reale. È vero, ci sono personaggi che parlano, da subito, dando del tu al lettore: sono tecniche narrative diverse, ma in entrambe parlano e vivono autonomamente.
Non è la storia che abbiamo in mente, in realtà la storia del personaggio? Ecco perché credo che dare vita a un personaggio non sia soltanto una bella frase o un luogo comune: ma ciò che rende lo scrittore effettivamente autore.

FRANCESCO ZAMPA (1964) vive e lavora in Umbria. Appassionato di cinema, fumetti e libri, è autore di gialli e thriller.
Ha già pubblicato una graphic novel nel 2010, “Calciopoli ovvero l’Elogio dell’Inconsistenza” e ha scritto alcuni racconti che hanno per protagonista il maresciallo dei carabinieri Franco Maggio, uno dei quali, “Destinatario Sconosciuto” è stato pubblicato in una raccolta nel Giallo Mondadori.
Il maresciallo Franco Maggio è protagonista anche del suo romanzo d’esordio, “Doppio Omicidio per il Maresciallo Maggio”, della raccolta di racconti “C'è sempre un motivo, Maresciallo Maggio!” e del suo ultimo romanzo “Gioco pericoloso, Maresciallo Maggio!”.
 
Visitate il suo blog “I Racconti del Maresciallo Maggio”: http://ilmaresciallomaggio.blogspot.it/
Trovate Francesco anche su Facebook: http://www.facebook.com/MarescialloMaggio
Infine date un’occhiata al suo profilo su GoodReads: http://www.goodreads.com/Zipporo
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Di Carla (del 06/02/2014 @ 15:00:00, in Lettura, linkato 2913 volte)

 Angosciante
 
Premetto che si tratta di un tipo di storia che non avrei mai letto se non mi fosse stato suggerito dall’autore di scaricarla gratuitamente. Se l’ebook fosse stato a pagamento, non l’avrei mai comprato, vista la lunghezza (neanche cinquanta pagine).
Ciò purtroppo ha effetto sul giudizio finale, in quanto non amo affatto questi scenari cupi e la sensazione di depressione sempre maggiore che i personaggi trasmettono, fino alla fine. Una volta terminata la lettura hai voglia di dimenticartene del tutto, perché non ti lascia di certo una bella sensazione.
Probabilmente questo è anche un merito dell’autore, poiché è riuscito a trasmettere al lettore ciò che voleva. Ci è riuscito benissimo con una prosa ottima, molto evocativa, molto curata nei dettagli. Lo stesso ebook è ben formattato. Nel complesso siamo di fronte a un prodotto editoriale davvero buono.
Ma resta il fatto che quando leggo una storia vorrei non deprimermi. È una considerazione del tutto personale, ma questa è di fatto una recensione di gradimento, quindi deve essere personale.
 

L'orfanotrofio (Cronache dalla Città) su Amazon.it.
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Di Carla (del 11/02/2014 @ 15:00:00, in Lettura, linkato 3070 volte)

 Una chicca
 
Va detto che si tratta di un raccontino davvero piccolo. L’intero ebook nasce come strumento promozionale e il racconto ne occupa solo un terzo. L’avevo scaricato quando era gratuito. Trovo che farlo pagare, nonostante il valore dell’autore, non sia onesto. Eppure in questo momento è a pagamento, cosa che mi lascia perplessa.
A parte ciò, ci troviamo di fronte a un raccontino davvero geniale sulla possibilità di conoscere il futuro e su come questo possa cambiare il corso delle cose. Personalmente sono rimasta stupita dall’abilità di Hamilton nell’inserire tanti dettagli in un testo così piccolo, conoscendo la tendenza che ha a scrivere storie chilometriche. È riuscito a costruire una storia ben congeniata, abbastanza complessa, che mi ha incuriosito per tutto il tempo di lettura. Non avevo la minima idea di dove volesse andare a parare. E il colpo di scena finale è stato davvero inatteso.
Molto carino.
 

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Attenzione: questo libro è in lingua inglese!

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Di Guest blogger (del 13/02/2014 @ 15:00:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3944 volte)


Il guest post di oggi è affidato all'autore Giovanni Venturi, che è già stato ospite di un'intervista (parte 1 e parte 2) in questo blog che risale al 2012. Da allora ha pubblicato altri tre libri. Nell'articolo che segue ci parla di storie a puntate e di libri in serie. E parla pure di me!

Oggi scrivere seguiti e saghe è una cosa normale. I grandi best seller privi di contenuto, ma vendutissimi (per una trilogia in 3 mesi 50 milioni di copie ha dichiarato qualcuno) vengono venduti in cofanetti che raccolgono i volumi, come se si trattasse di serie televisive.

Qualcuno avrà di sicuro comprato “Il miglio verde”, romanzo di Stephen King. Oggi viene venduto come libro unico, ma chi come me segue l’autore da 24 anni a questa parte sa bene che “Il miglio verde” è nato come esperimento. Un romanzo a puntate, 6 per la precisione. Una storia che è stata pubblicata in 6 mesi. Con grande attesa e seguito del lettore. Era il 1995, il 27 ottobre del 1995. Nella prefazione al romanzo King ci parla di come sia nata l’idea del romanzo a puntate. E in questa nota si dice che all’epoca di Charles Dickens era prassi comune e lo stesso Dickens aveva pubblicato molti dei suoi romanzi a puntate.

Adoro quando King (o qualsiasi altro autore) scambia quattro parole con noi Lettori Fedeli e ci narra la genesi di un progetto. Sarebbe quasi quasi IL motivo per pubblicare una storia.

Sempre parlando di King, c’è l’indimenticabile saga de “La Torre Nera” dove il primo libro (L’ultimo cavaliere) esce nel 1989 in Italia, ma era il 1982 negli States. E King, in una nota finale ci spiega che stiamo leggendo il primo episodio di un lavoro molto più lungo. Nel 2004 viene pubblicato il settimo episodio: La Torre Nera. Una storia durata 22 anni. Ricordo di aver letto che una lettrice scrisse a King di essere molto malata e che le restavano pochi mesi di vita. Voleva sapere da Il Re come sarebbe finita “La Torre Nera”, ma neanche Il Re ancora aveva idea del finale. E poi nel 2012 esce un volume extra de “La Torre Nera”: La leggenda del vento, con la solita fantastica prefazione dell’autore.

Poi, sempre parlando di King, c’è l’esperimento The Plant, in ebook, ma all’epoca era un semplice PDF, che l’autore offriva gratuitamente sul web e si aspettava che se uno avesse gradito gli facesse una donazione e se non c’erano sufficienti donazioni nessuno ne avrebbe mai conosciuto il finale e, infatti, molti scaricarono gratuitamente i testi, furono più quelli che presero il PDF senza donare che quelli che donarono. King, come aveva promesso, non ne scrisse mai il finale. Insomma, a King piace scrivere e anche molto, piace ritornare su temi e cittadine (Derry, Castle Rock) create dal nulla.

La domanda che ci si pone è: ha senso creare una storia non autoconclusiva? Ha senso trascinare il lettore per vari mesi/anni su un romanzo? Come si gestisce questa cosa?

In realtà un autore può farsi venire in mente diverse cose. Può pensare da subito di creare una storia dividendola in 4 o 6 parti da pubblicare ogni 3 mesi o ogni anno. Nel caso di King e de “La Torre Nera” era un progetto non ben definito, l’unica cosa certa era il numero di romanzi che componevano il tutto: 7. La scrittura di questa storia delle storie ha impiegato un arco di tempo di 22 anni e, chiaramente, nel mentre King non è che ha scritto solo de “La Torre Nera”, dico in quei 22 anni.

Il problema di un’operazione del genere è la risposta a questa domanda: posso permettermelo? King poteva. King è “Lo Scrittore”, non è uno qualsiasi. Nel caso di un esordiente le case editrici non te lo fanno fare, già è tanto se ti hanno pubblicato. È diverso il caso di trilogie vampiresche o sadomaso, quelle sono state tradotte, sono di proprietà di autori inglesi/americani.

Se è una storia pensata a puntate devo mettermici di tutto impegno a incuriosire il lettore, sennò lo perdo già dalla prima. Non seguirà mai un romanzo a puntate se non si sarà lasciato trascinare puntata per puntata. E non è semplice riuscire. Creare un finale d'impatto per ogni puntate, aggiungere elementi che trascinino sempre di più in una storia.

Un autore indipendente può anche farla una cosa del genere, solo che deve darsi molto da fare, perché diciamocela tutta, se non si trova riscontro nel pubblico chi ci dà la forza per andare avanti e pubblicarla? Perché magari anche se non si pubblica si va avanti, si scrivono tutti i seguiti pensati, però poi manca quello stimolo a rendere il tutto pubblico.

Deserto rosso”, dell’autrice Carla Rita Francesca Monticelli, è un’opera in 4 puntate che ha superato il test di gran lunga. È stata pensata dal principio costituita di 4 parti. Oggi ci ritroviamo con 4 ebook (uno per puntata) e un ebook in cui si raccoglie la storia unica e, in più, un’edizione cartacea.

Quando ho iniziato a scrivere “Le parole confondono” non sapevo molto di dove sarei andato a parare con questa storia, scrivo un po’ come King, scopro le cose scrivendo. A un certo punto mi dissi: “questa storia è molto più lunga di quella che sto presentando”. Andrea Marini è la voce narrante di “Le parole confondono”, poi c’è l’amico Francesco Sacco che aveva, a sua volta, una storia molto interessante da narrare, così mi sono detto (prima che il libro finisse): “Scriverò un seguito dal punto di vista di Francesco”.

Perché, diciamocela tutta, quando un autore entra in sintonia coi suoi personaggi, non vorrebbe più lasciarli andare, ha piacere a stare con loro. Chi non scrive da un bel pezzo non ha proprio idea di questa cosa come funzioni e perché ci spinga a fare ciò che facciamo. E il seguito de “Le parole confondono” c’è. Probabilmente un tantino più lungo del testo precedente. C’è la copertina, c’è il titolo. E avrei iniziato anche un ulteriore terzo volume, ma per il momento l’ho congelato per finire il secondo.

Perché si scrive un seguito? L’ho detto, perché ogni personaggio di un romanzo può ricreare un intero mondo, far vedere la storia da un punto di vista completamente diverso, magari ribaltando ciò che si era letto sotto il punto di vista di un altro personaggio. E, soprattutto, perché può coinvolgere il lettore in una storia completamente nuova. Sarebbe sbagliato narrare esattamente la storia già raccontata cambiando solo il punto di vista senza ricreare un intero mondo, senza aggiungere cose che il lettore non sa.

Non bisogna essere Stephen King per lanciarsi in un’avventura del genere. Alcuni lettori chiedevano di quel personaggio, di quell’altro. Pensate quanti libri si possono scrivere partendo dal cuore di una storia e seguendo tutte le possibili diramazioni.

Possibili diramazioni che, se tenute nello stesso libro, creano un libro game, un prodotto che è gestibile solo in ebook. Le scelte di un personaggio, in base a quelle che sono le curiosità del lettore, portano, in tempo reale, a creare una storia diversa, ma questo è solo un estremo. Lo ripeto di nuovo: pensate quanti libri si possono scrivere partendo dal cuore di una storia e seguendo tutte le possibili diramazioni.

La storia di “Deserto rosso” non termina con la fine della serie, ma è solo la prima parte di un ciclo di libri ambientati nello stesso universo, che darà spazio ad altri personaggi, alcuni già presenti nella serie e altri nuovi.

E poi, se vogliamo, ci sono autori che creano storie con seguito come Lost. Si dice che dovesse concludersi con la terza stagione, poi la ABC rinnovò il contratto per altre tre stagioni e, a quel punto, gli autori dovettero creare nuovi intrecci per altre 45 puntate. E si reinventarono tutto, quasi scrissero un nuovo inizio e da lì, quindi, un nuovo seguito. Una Serie Televisiva come Lost è difficile che nasca di nuovo. È stato qualcosa che resterà nella storia della televisione e la qualità narrativa, i flashback, i flashforward, la struttura, i personaggi, sono rimasti nell’immaginario collettivo come se parlassimo di persone vere.

La scrittura è immaginazione, fantasia e, chiaramente, disciplina, scrittura, riscrittura, taglio di parti inutili che mentre si era all’opera sembravano importanti, aggiunta di elementi che possono rendere migliore un testo, lettura, rilettura, insomma è un lavoro impegnativo e personale. Ogni scrittore ha tematiche e tempi di risposta su un testo che sono diversi, c’è lo scrittore che ha bisogno di 4 anni per completare tutto il lavoro che porta alla pubblicazione e c’è chi può farlo in un anno. E, in ogni caso, diffidate da chi lo fa in 20 giorni e lo dichiara candidamente.



GIOVANNI VENTURI è un ingegnere Informatico che usa/ama/odia Linux. Windows lo ha abbandonato 10 anni fa, una notte che era stanco di soffrire per vedere un banale DVD mentre il sistema si riavviava di continuo sempre nella stessa scena del film. Esprime emozioni viscerali, forti, molto emotive, cambia spesso idea, vorrebbe pubblicare per un grande editore, ma dati i fatti che si verificano quotidianamente crede che la miglior cosa sia scrivere per non pubblicare, come il pittore pazzo del film "Il mistero di Bellavista", di Luciano De Crescenzo, l'arte non si vende, ma si distrugge. Dice continuamente di voler smettere di scrivere e di lasciarlo fare a chi lo sa fare meglio, ma poi si imbatte in pessime storie trovate in libreria e si redime, torna a scrivere e poi se ne pente di nuovo. In bilico tra amore e odio per la scrittura ha pubblicato 8 racconti per un editore romano, senza pagare nulla, e un capitolo di un romanzo a più mani.
Negli ultimi due anni ha pubblicato due raccolte di racconti ("Deve accadere" e "Racconti dall'isola"), un racconto ("Viaggio dentro una storia", disponibile anche in lingua inglese) e un romanzo "Le parole confondono".
Il blog di Giovanni Venturi “Giochi di parole… con le parole”: www.giovanniventuri.com
"Make Your Ebook": www.makeyourebook.me

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Di Carla (del 18/02/2014 @ 05:42:01, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3166 volte)


Una decina di giorni fa ho avuto il piacere di essere ospitata sul sito Kuiper Belt, che si occupa di piccola o microeditoria (ivi inclusi gli autori indipendenti) e ha già recensito tutti e quattro gli episodi di "Deserto rosso", per presentare a mio volta altri tre autori indie, nell'ambito della rubrica #IndiesuIndie.

Ho sfruttato questa opportunità per dare spazio a degli autori che si cimentano in altrettanti generi diversi tra di loro e dal mio. Si tratta di Giovanni Venturi (principalmente narrativa non di genere), Martina Munzittu (chick-lit, narrativa femminile) e Francesco Zampa (giallo).
Nonostante la mia predilezione per la fantascienza e il thriller (più o meno tecnologico) sono di certo una lettrice onnivora e ho apprezzato tutte le opere di questi autori che ho letto finora. E le ho lette quasi tutte. Quindi la mia è stata una scelta non solo doverosa, ma anche davvero semplice.

Siete curiosi di saperne di più?
Andate a leggere l'articolo su Kuiper Belt, facendo clic qui o sull'immagine, e magari visitate i link proposti per ulteriore approfondimento.

Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta la redazione di Kuiper Belt per l'ospitalità.

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Di Carla (del 20/02/2014 @ 15:00:00, in Lettura, linkato 2718 volte)

 Raccontino geniale
 
L’unica nota stonata di questo ebook è la dimensione. Temo che un prodotto editoriale di 25 pagine a 90 centesimi non abbia molto mercato. Come prodotto gratuito durante i periodi di promozione, però, ha il merito di far conoscere al lettore un ottimo autore.
Anche volendomi sforzare, non riesco a trovare alcun difetto in questo racconto. È scritto benissimo, la storia è intrigante, l’idea di base è una rielaborazione molto originale di certe leggende sull’occultismo nel periodo nazista, il finale ti lascia sbalordito. L’ebook è inoltre tecnicamente perfetto a dimostrazione del livello di professionalità di questo autore indipendente. E soprattutto ti lascia con la voglia di leggere altro della sua produzione editoriale.
Che altro posso dire? Complimenti!
 

Europa su Amazon.it.
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Di Carla (del 21/02/2014 @ 18:45:49, in Interviste, linkato 3892 volte)


Alcuni giorni fa sono stata intervistata al telefono da Veronica De Lorenzo di MV Fashion & Beauty.
Durante la nostra lunga chiacchierata mi sono state poste diverse domande interessanti che, partendo dall'inizio della mia attività di scrittrice, ci hanno condotte a parlare di "Deserto rosso" e a concentrarci sulla figura della protagonista della serie, Anna Persson.

Durante l'intervista abbiamo affrontato anche argomenti come la fantascienza e la lettura in Italia e non sono mancate le domande sul self-publishing.

Credo che sia una delle interviste audio meglio riuscite che abbia fatto finora ed è senza dubbio merito di Veronica, che è un'ottima intervistatrice e una speaker davvero professionale, e che ringrazio per questa opportunità.

Se siete curiosi, non vi resta che fare clic su play. E, se si va, condividete il video con i vostri amici.

Buon ascolto!

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Di Guest blogger (del 25/02/2014 @ 15:00:00, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2994 volte)


Il guest post di oggi vede come protagonista l'autrice Noemi Gastaldi, che abbiamo già conosciuto in un intervista del suo blog tour. Stavolta Noemi, che sta promuovendo il suo nuovo romanzo "Il battito della bestia", ci parla di "interferenze spettrali".

Vi è mai capitato di chiedervi come si possa scovare una piccolissima traccia di un qualsivoglia elemento in campioni di cibi o bevande?
Va detto che, se la risposta è "no", probabilmente la vostra mente è più sana della mia.
La mia curiosità ha forse qualcosa di morboso, e un bel giorno mi ha portata nell'affascinante mondo della spettroscopia atomica.
 
Ecco cosa ho scoperto.
Prima di tutto, ogni elemento ha una sua carta d'identità, univoca e inequivocabile.
Illuminando ad esempio un atomo di ferro, esso assorbirà determinate lunghezze d'onda, e restituirà uno spettro di assorbimento caratteristico. Facile, dunque: si punta una luce su un campione sospetto, e il fascio luminoso esce dicendo "eh sì, qui dentro c'è davvero troppo ferro!".
Beh, non proprio così facile.
Lo sarebbe, se nel campione ci fosse solo il Sig. Ferro.
In genere, non è così.
 
Se c'è qualcuno che assorbe lunghezze d'onda sovrapponibili a quelle del ferro, il fascio luminoso esce dal campione piuttosto confuso.
Chiariamo: lo spettro caratteristico c'è, ma il problema è che ce ne sono altri attorno, e non sempre la risoluzione è sufficiente per discriminare.
In questo caso si parla di "interferenze spettrali".
In questo caso, si può arrivare a dire che lo spettro ottenuto è sbagliato.
 
Interferenze spettrali?
Spettri sbagliati?
Può una scrittrice di libri fantasy non innamorarsi di un simile concetto?
No, non io. Non io che amo il fantasy strano. :)
Tra me e gli "spettri sbagliati" è stato amore a prima vista.
Chi sta leggendo la mia saga, sa che di norma io mi occupo di ben altro genere di spettri.
Io scrivo infatti di realtà immateriale e di fantasmi... Ma come è fatto un fantasma sbagliato? E da cosa è generato?
 
Dopo il finale un po' catastrofico del primo volume della mia saga, il concetto di "interferenza dovuta alla sovrapposizione", si è rivelato un mondo tutto da esplorare.
Il mondo oltre i confini non è più quello che abbiamo conosciuto, così come non lo sono gli spettri che lo popolavano.
Ho dunque trovato il modo di far nuovamente impazzire i miei personaggi :) e spero, anche quello di stupire e divertire i miei lettori.
 
Ringrazio di cuore Rita Carla Francesca Monticelli per avermi ospitata ancora una volta sul suo blog, e vi lascio con la sinossi del mio nuovo nato. :)
 
" - Possiamo parlarne?- le chiese la bimba nel cuore della notte.
Lucilla si svegliò e la vide: risplendeva nella stanza buia.
- Parlarne?- rispose trafelata, senza realizzare del tutto che uno spettro fatto di freddo e di rabbia le stesse gentilmente rivolgendo la parola.
- Ti ricordi di me?- Domandò ancora la Larius. - Anni fa ti chiesi di liberarmi. Ti chiesi di uccidermi. Ora non voglio più morire.-
- Tu sei già morta…- riuscì a dire la Viator."

Lucilla si risveglia dopo la battaglia, incredula, incapace di accettare l'idea che il mondo oltre i confini sia stato dissolto.
Ma le basterà trovare il coraggio di affrontare la situazione, per accorgersi che le due facce della realtà, simbionti e inscindibili, sono soltanto cambiate."
 

 

NOEMI GASTALDI è un'accanita "diarista", che pubblica per la prima volta una piccola parte dei suoi scritti nel 2009, collaborando al romanzo "22 fiori gialli" con Tiziano Aromatico (da novembre 2012, edito da eroscultura). Da allora, trascrive le sue esperienze anche sul suo blog.
Nel 2012, Noemi autopubblica il suo primo romanzo fantasy, "Il tocco degli spiriti antichi", primo volume della saga fantasy "Oltre i confini". Nel 2013 segue il secondo volume "Il battito della bestia".
 
 
Visitate il suo sito “I mondi di Noemi”:
http://mondinoemi.altervista.org/
Noemi gestisce anche un blog dedicato ai blog tour, “Blog in tour - alla scoperta di autori indipendenti”:
http://blog-in-tour.blogspot.it
 
 
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Di Carla (del 27/02/2014 @ 15:00:00, in Interviste, linkato 4734 volte)


Due settimane fa è comparsa sul web magazine Girl Geek Life, dedicato alle ragazze appassionate di tecnologia, una mia intervista in cui parlo della mia esperienza di self-publisher di romanzi di fantascienza.

Ve ne scrivo solo adesso perché, come forse sapete, per motivi "tecnici" (mano destra a riposo dopo un intervento) posso scrivere ben poco in queste settimane, ma non volevo comunque mancare di segnalare questo articolo anche sul mio blog, per chi si fosse perso i link su Facebook, Twitter o Google Plus.

L'intervista è stata condotta da Sonia Montegiove, che ho anche avuto piacere di ascoltare a Salerno durante l'evento COM:UNI:CARE Live Conference, cui ho partecipato lo scorso ottobre.

Sonia mi ha chiesto il perché abbia scelto la strada dell'autoproduzione, quali piattaforme ho usato (e perché), quali siano le difficoltà cui va incontro un self-publisher e come superarle. Ha anche voluto sapere se essere indie porti a un maggiore rapporto diretto con i lettori e come questo si instauri. Inoltre mi ha chiesto se e come cerchi di avvicinare le donne (anche non geek) ai miei libri e ai temi da essi trattati (fantascienza e scienza).
Infine mi ha fatto la cosidetta domanda da un milione di dollari (o di euro, se preferite): pubblicherei mai con un editore?

Per conoscere le mie risposte, fate clic qui oppure sull'immagine a corredo di questo post.

Mi sento, inoltre, di consigliarvi di condividere l'articolo con chiunque conosciate che sia incuriosito dal fenomeno del self-publishing e cerchi qualche informazione di prima mano per iniziare a comprenderlo.
Rinnovo a chi sia incappato per caso in questo post, e che conti di leggere l'intervista, l'invito a non esitare a pormi domande sull'argomento, qui, su un qualsiasi social network o anche in privato.

Ringrazio ancora Sonia per questa opportunità e vi auguro buona lettura!

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Di Carla (del 04/03/2014 @ 15:00:00, in Riconoscimenti, linkato 2785 volte)


Lo scorso venerdì la versione online italiana della rivista internazionale WIRED ha pubblicato un articolo intitolato "I 10 migliori autori italiani autopubblicati", frutto di una breve ricerca fatta dalla redazione, che nei mesi precedenti si era rivolta a vari gruppi su Facebook e altri luoghi virtuali frequentati da lettori, da cui aveva ottenuto numerose segnalazioni di autori indie.
All'interno di questa lista ci sono anch'io e "Deserto rosso"!

Con questo post, più che riportare il mio inserimento all'interno della lista, che probabilmente avrete già notato dalle varie condivisioni sul web dell'articolo, vorrei in realtà fare dei doverosi ringraziamenti.

Il primo ringraziamento va alla redazione della sezione Idee di WIRED.it nella persona di Alberto Grandi, autore dell'articolo, in cui tra l'altro è presente una bellissima recensione della mia serie di fantascienza. Si tratta per me del primo riconoscimento all'interno di una testata giornalistica autorevole, che inoltre non solo parla del mio lavoro, ma ne parla bene.
Grazie davvero per aver letto i miei libri (ben quattro libri) e per le belle parole scritte. Come potete vedere, ne sto facendo buon uso nella home page del blog e sulle schede dei miei libri su Amazon.

Il secondo grazie va ancora una volta a tutti i miei lettori, ma in particolare a coloro che hanno segnalato i miei libri a WIRED. Il fatto di essere stata (forse) l'autrice più segnalata era stato riportato anche su Scrivo.me, in un articolo che illustrava l'iniziativa di WIRED, e anche grazie al quale ho ottenuto un po' di pubblicità gratuita, che non fa mai male.
Quindi GRAZIE, perché, se voi non mi aveste segnalato, la redazione di WIRED non avrebbe letto "Deserto rosso" e non sarei mai apparsa su quell'articolo.
Ci sono infatti tantissimi altri autori indipendenti meritevoli di essere inseriti in quella lista e che non ne fanno parte, non solo perché 10 è un numero insufficiente per contenerli tutti, ma perché effettivamente non sono mai giunti all'attenzione della redazione di WIRED.
Insomma voi lettori, come sempre, avete fatto la differenza.

Voglio solo aggiungere che l'articolo in questione spezza una lancia in favore del buon self-publishing, dando spazio a opere che, così come sono, con i loro pregi e i loro eventuali difetti, difficilmente hanno la possibilità di essere valutate da una testata che si rivolge a un grande pubblico. Si tratta di un'occasione rara, al momento, ma spero sia la prima di tante che in futuro coinvolgeranno anche altri autori e altre opere.

Tutte le immagini sono screen capture dell'articolo su WIRED.it.

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