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 Hyde Park e il cielo... di Carla
 

“Mi chiedo cosa si provi a possedere un corpo.”
Ophir. Codice vivente

 

\\ Blog Home : Storico : Luoghi dei romanzi (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 27/06/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 3319 volte)
dgmiami, CC BY-NC-ND 2.0
A Londra c’è un’area che occupa gran parte della Città di Westminster e del Borgo di Camden Town, e che è semplicemente nota col nome di West End, cioè estremità occidentale (foto accanto di dgmiami, CC BY-NC-ND 2.0). Questo riferimento geografico deriva dalla sua posizione rispetto alla City, l’antica Londra romana, con cui confina a est, cosa che in passato l’aveva resa appunto l’estremità occidentale della capitale britannica. Adesso però il West End di fatto è una parte consistente del centro dell’attuale metropoli londinese.
 
Si tratta di un’area molto grande, che comprende diversi luoghi descritti negli articoli precedenti di questa serie: Marylebone, New Scotland Yard (sia quella vecchia che quella nuova) e Leicester Square. Ma per tutto il mondo West End è perlopiù sinonimo di Theatreland, cioè la zona dei teatri, che occupano soprattutto il quartiere di Covent Garden. Tant’è che esiste la terminologia “teatro del West End” per definire la pratica del teatro professionale di Londra, che, insieme al teatro di Broadway a New York, rappresenta l’apice del teatro commerciale anglofono mondiale.
Più in generale il West End è il fulcro dell’intrattenimento notturno londinese, data l’elevata concentrazione di teatri, ma anche di cinema, ristoranti e pub, dove si mangia, si beve e si ascolta musica dal vivo.
West End è stato anche il primo nome del duo britannico dei Pet Show Boys, che hanno poi dedicato a quest’area il famoso brano “West End Girls”.

© WestendTheatre.com

Tra i tanti teatri del West End c’è il Savoy Theatre (vedi foto dell’interno del teatro, presa da WestendTheatre.com), situato in Savoy Court, un vicolo che sbocca nello Strand, quest’ultimo è una delle più famose vie di Londra, che partendo da Trafalgar Square raggiunge il confine della City. Ci si arriva facilmente a piedi dalla stazione della metropolitana di Charing Cross oppure da quella di Embankment.
L’odierno teatro Savoy ha la peculiarità di essere costruito sotto il livello della strada e sopra di esso è situato l’omonimo hotel. Come la maggior parte dei teatri londinesi, si sviluppa soprattutto in altezza, con ben due logge che sovrastano la platea (in tutto comprende 1158 posti), riducendo al minimo la distanza tra spettatori e palco, e favorendo il godimento dello spettacolo. Essendoci stata di persona nel 2008, per vedere il musical “Never Forget”, basato sulle canzoni dei Take That, ve lo posso confermare!
 
Il sito del teatro Savoy, però, ha una storia di ricostruzioni e rinnovamenti che risale a ben prima del 1881, quando per la prima volta venne inaugurato. In precedenza quello stesso sito aveva avuto destinazione d’uso ben diversa.
Nel 1246 vi venne costruito il Savoy Palace per Pietro, il Conte di Richmond, cui era stato concesso il terreno dal Re Enrico III. Il titolo di Conte di Richmond era stato concesso sempre dal re al Conte Pietro di Savoia, zio di sua moglie (Eleonora di Provenza), e da lui deriva appunto il nome Savoy, che è arrivato fino ai giorni nostri.
 
Di quel palazzo non restava già nulla nel primo teatro Savoy, poiché venne incendiato nel 1831. Successivamente sulle sue rovine venne costruito un ospedale (1505), finché anche quest’ultimo non venne distrutto dall’incendio. Solo nel 1881 sarebbe diventato un teatro.
Da allora il suo interno venne completamente ricostruito nel 1929, mentre il suo successivo rinnovamento, iniziato nel 1990, subì una battuta d’arresto per via dell’ennesimo incendio. L’ultima riapertura risale 1993, nella forma attuale, per cui si è cercato il più possibile di riproporre la sua struttura originale.
 
Le rappresentazioni al giorno d’oggi sono sempre dei musical, alcuni replicati per più anni di seguito. È possibile acquistare i biglietti direttamente dal sito ufficiale del teatro (dal link Tickets), ma attraverso alcune agenzie (sempre online) si trovano spesso dei prezzi scontati, che permettono di assistere a bellissimi spettacoli proposti con una spesa contenuta.
 
Il West End compare spesso nella trilogia del detective Eric Shaw, ha però un ruolo cruciale solo nell’ultimo libro della serie, “Oltre il limite”, in cui vediamo la detective Miriam Leroux e il sergente Mills aggirarsi in auto proprio sullo Strand e troviamo un altro personaggio importante nel Covent Garden Market (ma di questo parlerò nel prossimo articolo della serie), ma soprattutto quest’area è letteralmente teatro di un crimine, che ha luogo proprio nel Savoy, gremito di spettatori.
In realtà il crimine avrebbe dovuto avere luogo in un giorno (il 22 maggio 2017) in cui non c’è stata alcuna rappresentazione, ma anche questa non è altro che una delle mie tante licenze artistiche.
 
Di Carla (del 07/08/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 3646 volte)

Uno dei quartieri più caratteristici della City of Westminster, situato nella zona est del West End, di cui costituisce il cuore pulsante, è Covent Garden. Il suo nome deriva da una storpiatura del termine “Convent Garden”, vale a dire “giardino del convento”, poiché tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo vi sorgeva l’orto di un convento, ma è perlopiù associato a due luoghi storici che si trovano al suo interno: la Royal Opera House, che spesso viene definita semplicemente Covent Garden, e il Covent Garden Market.
Quest’ultimo è situato nella piazza centrale del quartiere e in passato ospitava un vero e proprio mercato, la cui versione moderna è stata trasferita dal 1974 a Nine Elms (New Covent Garden Market). L’attuale Covent Garden Market è più che altro un centro commerciale, che ospita negozi, ristoranti e un mercatino dell’artigianato, chiamato Apple Market.
 
 
Dal punto di vista storico la prima prova dell’esistenza di un mercato a Covent Garden può essere fatta risalire addirittura al 1654, ma l’edificio neoclassico che rappresenta l’attuale cuore del quartiere viene costruito molto più tardi: nel 1830. Negli anni ’60 del ventesimo secolo l’aumento del traffico diviene un grosso problema che spinge a costruire un nuovo edificio a Nine Elms e a trasferirvi il mercato nel decennio successivo. Il vecchio edificio viene quindi convertito nell’attuale centro commerciale e riaperto nel 1980.
 
Per chiunque vada a Londra il Covent Garden Market è una tappa da non perdere per passare un po’ di tempo ad ascoltare musica dal vivo, mentre si beve qualcosa di fresco o di caldo (secondo la stagione), per provare uno dei suoi ristoranti, per fare qualche acquisto o, semplicemente, per fermarsi a guardare l’allegro viavai di persone che lo affollano ogni giorno.
Arrivarci è facile, poiché sulla Piccadilly Line è presente una stazione chiamata Covent Garden, che si trova a due passi dal mercato. Un’altra stazione particolarmente vicina è quella di Leicester Square sulla Piccadilly Line e sulla Northern Line.
 
Mi è capitato di andarci quasi tutte le volte che sono stata a Londra (le foto risalgono al 2011) e così non potevo esimermi dal citarlo anche nella trilogia del detective Eric Shaw.
In particolare il mercato è il luogo in cui si svolge una scena del libro finale, “Oltre il limite”, in cui il detective George Jankowski, collega di Eric e anche lui a capo di una squadra della Scientifica, incontra un giornalista, Burton Phillips, che gestisce un blog di cronaca nera giudiziaria e che nel 2014 ha seguito il processo contro l’uomo ritenuto essere il serial killer denominato “chirurgo plastico”. Nonostante l’uomo sia stato condannato e si trovi in prigione, il recente omicidio di una donna avvenuto al Madame Tussauds fa di nuovo pensare che dietro di esso ci sia lo stesso assassino.
La conversazione tra Jankowski e Phillips si svolge idealmente in uno dei tavolini visibili nella seconda foto in alto. Proprio a questa foto mi sono ispirata per scrivere la scena, tanto che è possibile vedere persino il ragazzo che scatta una foto ai musicisti citato al suo inizio.
 
Di Carla (del 24/08/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4501 volte)

Lasciandoci alle spalle il palazzo del parlamento e avviandoci lungo Victoria Embankement, il nostro sguardo viene immediatamente catturato da un’enorme ruota panoramica bianca situata sul lato opposto del Tamigi, tra il ponte di Westminster e quello Hungerford: il London Eye.
Si tratta di una delle attrazioni di Londra più recenti. Costruito nel 1999 e aperto al pubblico nel marzo 2000, il London Eye è la ruota panoramica più grande d’Europa e, fino al completamento dello Shard, è stato anche il punto più elevato da cui ammirare la città.
 
Protendendosi sulle acque del Tamigi, il London Eye è sostenuto da una struttura ad A, i cui tiranti sono ancorati su una piccola area dei Jubilee Gardens.
Se attraversiamo il fiume sul ponte di Westminster e ci avviciniamo alla ruota, non possiamo fare altro che sollevare sempre più il naso all’insù nell’avvicinarci a essa, nel tentativo di abbracciarla per intero col nostro sguardo. Sebbene non ci sia mai salita (finora), in tutti i miei viaggi a Londra successivi alla sua costruzione (le foto presenti in questo articolo sono state scattate nel 2008, a eccezione dell’ultima che è del 2012) mi sono ritrovata ogni volta ad ammirarla dal basso con un leggero senso di vertigine.
 
 
La biglietteria è situata nell’edificio posto quasi di fronte (un po’ sulla destra) a quello di accoglienza per l’ingresso alle cabine, in ogni caso, visto che si tratta dell’attrazione più popolare della città (3,5 milioni di visitatori l’anno) è opportuno prenotare online il proprio biglietto, sul sito ufficiale, ottenendo anche un piccolo sconto.
La durata della corsa in una delle trentadue cabine (dotate di guide interattive), che si muovono lentamente tanto da permettere di salire e scendere senza fermarle, è in tutto di trenta minuti. Si tratta senza dubbio di un’esperienza esaltante, ammesso che le condizioni climatiche non riducano la visibilità.
 
Il London Eye è gestito dalla Merlin Entertainment (la stessa che gestisce il Madame Tussauds, ma anche Gardaland!) e cambia il suo nome ufficiale ogni certo numero di anni (variabile) acquisendo di volta in volta quello dello del suo sponsor.
Per raggiungere il London Eye, la stazione della metropolitana più vicina è quella di Waterloo, ma Charing Cross, Embankement e Westminster sono abbastanza vicine. L’attrazione possiede anche un molo, il London Eye Pier, dove si fermano le imbarcazioni di Thames Clippers e di City Cruises.
 
Il London Eye ha un ruolo molto importante nel libro finale della trilogia del detective Eric Shaw. Oltre a essere situato esattamente sul lato opposto del Tamigi rispetto al Curtis Green Building (nuova sede di New Scotland Yard), e quindi visibile persino dall’ufficio di Eric, tutta l’area posta nelle sue immediate vicinanze è teatro di una drammatica scena d’azione in “Oltre il limite”, che coinvolge una delle vittime del chirurgo plastico, ma anche Eric, Miriam Leroux (detective della Omicidi), il sergente Mills (della Omicidi) e l’agente Cora Patel (un nuovo personaggio). Non posso però dirvi di più senza rischiare di rovinarvi la sorpresa nello scoprire, durante la lettura, cosa succederà in questa scena e, soprattutto, come si concluderà.
 
Di notte il London Eye diventa ancora più bello grazie alle luci colorate che illuminano la ruota e l’interno delle cabine.
 
 
Di Carla (del 06/09/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 3776 volte)
dal sito: https://worldtravelfamily.com/platform-9-and-three-quarters-london/
Nel borgo di Camden è situata una delle stazioni ferroviarie più importanti di Londra, che rappresenta il capolinea della East Coast Main Line diretta nel nord-est dell’Inghilterra e in Scozia: King’s Cross Station.
Originariamente aperta nel 1852, ha subito numerosi ampliamenti e rinnovamenti nel corso di oltre 160 anni, l’ultimo dei quali, risalente al 2012, è responsabile del suo aspetto attuale, in particolare del nuovissimo atrio delle partenze, una struttura semicircolare con un tetto in acciaio e vetro (foto sotto di © Colin / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0) progettata da Arup (la stessa azienda che ha progettato il London Eye).
 
La stazione di King’s Cross è adiacente a quella di St Pancras International, che è il capolinea dei servizi Eurostar provenienti dell’Europa continentale, e al di sotto di entrambe c’è l’enorme stazione sotterranea di King’s Cross St Pancreas, che è attraversata da più linee di qualsiasi altra stazione della rete metropolitana di Londra.
Nel loro insieme queste tre stazioni rappresentano un vero è proprio hub dei trasporti del Regno Unito, per cui è molto probabile trovarsi in una di esse quando si fa un viaggio a Londra.
 
© User:Colin / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
 
In particolare, se vi trovate a prendere un treno (o ad arrivare) alla stazione di King’s Cross, ricordatevi di fare una piccola visita alla cosiddetta Platform 93/4. Si tratta di un binario fantasma situato tra il binario 9 e il binario 10, cui è possibile accedere passando attraverso una parete di mattoni (ma solo se sei un mago!) e che è citato della saga di Harry Potter.
In passato il cartello a esso riferito e il carrello incastrato nel muro erano situati proprio nei pressi dell’accesso ai binari dal 9 all’11, ma nel 2012, in seguito al rinnovamento, sono stati trasferiti vicino al negozio del merchandising ispirato al franchise nato dai libri della Rowling. In realtà, le scene dei film in cui appare l’esterno della stazione non sono state girate a King’s Cross, ma a St Pancras.
 
La stazione di King’s Cross prende il nome dal quartiere che la ospita: un’area centrale di Londra che si estende tra Camden e Islington. Per saperne di più, date un’occhiata al sito ufficiale di King’s Cross.
King’s Cross” è anche il titolo di una canzone dei Pet Shop Boy ispirata appunto alla stazione (un po’ come accadde per il West End e “West End Girls” della stessa band), come luogo di arrivo in cerca di lavoro per le persone provenienti dal nord-est dell’Inghilterra.
 
La stazione di King’s Cross fa la sua apparizione nella trilogia del detective Eric Shaw in occasione del libro finale, “Oltre il limite”. Nel tardo pomeriggio del 22 maggio 2017, la detective Miriam Leroux e il sergente Mills si recano di fretta al binario di arrivo del treno proveniente da Cambridge in cerca di una donna che potrebbe essere nel mirino di un serial killer.
Non posso però dirvi se la troveranno.
 
Di Carla (del 21/09/2017 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4038 volte)
David Holt CC 2.0
Ho aperto questa serie di articoli con New Scotland Yard, che dal 1967 fino all’ottobre del 2016 si trovava in un edificio situato al numero 10 della Broadway, e mi pare giusto chiuderla con la sede del Servizio di Polizia Metropolitana di Londra che dal novembre 2016 occupa un edificio su Victoria Embankment: il Curtis Green Building.
 
Situato lungo il Tamigi, più o meno di fronte al London Eye, il Curtis Green Building deve il suo nome all’architetto che lo progettò negli anni ’30 del ventesimo secolo: William Curtis Green. Si tratta di un palazzo bianco in stile neoclassico costruito tra il 1935 e il 1940 e che è sempre appartenuto alla Polizia Metropolitana londinese. Venne inizialmente utilizzato come un’estensione della sede della polizia, ospitando i dipartimenti di scienze forensi e di tecnologia. Successivamente quando la sede fu spostata nella Broadway, divenne la stazione di polizia di Whitewall fino al 2010.
 
David Holt CC 2.0
 
Il rinnovamento dell’edificio avvenuto tra il 2015 e il 2016 è stato progettato dalla Arup (la stessa azienda che ha dato vita al London Eye e al nuovo tetto dell’area delle partenze della King’s Cross Station) e gli ha donato un tocco di modernità, pur mantenendone la struttura originale. Sul tetto del nuovo ingresso delimitato da una parete a vetro è stata posizionata un’insegna recante la scritta “New Scotland Yard”, mentre sul suo lato destro è stata installata la famosa insegna rotante, prelevata dalla vecchia sede. All’altra estremità dell’ingresso è invece situata la Eternal Flame, una fiamma sempre accesa in commemorazione degli agenti caduti.
 
Uscendo dal Curtis Green Building e attraversando la strada ci si trova sul lungofiume del Victoria Embankment, da cui si possono ammirare le costruzioni presenti sulla riva opposta. Se invece ci si incammina in direzione opposta allo scorrere delle acque del Tamigi, ben presto si arriva nei pressi del Big Ben e del Palazzo di Westminster (sede del parlamento britannico).
La Polizia Metropolitana nel trasferirsi al Curtis Green Building, oltre a portare con sé l’insegna rotante, ha spostato anche il Black Museum, che purtroppo continua a non essere aperto al pubblico.
Ovviamente, a meno che non vi facciate arrestare, non è possibile vedere l’interno di questo edificio, ma credo che valga comunque la pena, vista anche la posizione ottimale, avvicinarsi nei suoi pressi per ammirarlo dall’esterno e scattare qualche foto (le immagini in questo articolo sono di David Holt CC 2.0).
 
Essendo diventato New Scotland Yard, il Curtis Green Building appare nell’ultimo libro della trilogia del detective Eric Shaw, “Oltre il limite”, proprio in questa veste e soprattutto come sede di una delle squadre (quella di Eric) del Servizio di Scienze Forensi della Polizia Metropolitana.
Numerose scene del romanzo sono ambientate al suo interno, per descrivere il quale ho fatto affidamento sulla mia immaginazione, plasmandolo a mio piacimento in base alle esigenze della storia (in realtà è sostanzialmente diverso). In quest’ultima vediamo soprattutto Eric nel suo nuovo ufficio, il laboratorio informatico, la sala riunioni e anche l’ufficio di Jane. A dirla tutta, non so neppure se nel Curtis Green Building si trovi una qualche sezione del Servizio di Scienze Forensi (il cui laboratorio principale a Londra è situato a Lambeth Road), in ogni caso ho deciso di far muovere i personaggi tra le sue mura per via della sua posizione geografica (di fronte al London Eye) e soprattutto perché, trattandosi di un edificio rinnovato, rappresenta il luogo ideale per un nuovo inizio nella vita di Eric.
Ma per capire di cosa sto parlando temo proprio che dovrete leggere il libro.
 
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