Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Alcune settimane fa ho avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata su Skype con l’amico e autore di fantascienza Nicola Marco Camedda, durante la quale mi ha rivolto una serie di interessanti domande sul mio lavoro di autoeditrice che pubblica romanzi di fantascienza e thriller.
Dopo aver parlato un po’ di come ho iniziato a scrivere e di cosa mi ha spinto a dedicarmi a questi due generi, abbiamo affrontato l’argomento del difficile rapporto tra le donne e la fantascienza, cosa che tuttora continuo a non comprendere del tutto, lo ammetto!
Abbiamo parlato anche del ruolo della ricerca nell’ideazione dei miei libri di fantascienza e di cosa significa essere un autoeditore.
Ci siamo poi ovviamente soffermati sul mio nuovo romanzo, “Sirius. In caduta libera”, la quarta parte del ciclo dell’Aurora.
Infine, ho raccontato a Nicola qualcosa sui tre progetti cui sto lavorando al momento.
Curiosi di saperne di più?
Grazie mille a Nicola per avermi ospitato sul suo blog!
La primavera è appena iniziata e su Amazon hanno pensato bene di includere il mio nuovo romanzo, “Sirius. In caduta libera” (quarta parte del ciclo dell’Aurora), tra gli sconti di inizio stagione.
Ancora fino al 7 aprile “Sirius. In caduta libera” è in offerta ad appena 1,40 euro (invece che 3,49 euro) su Amazon: https://amzn.to/2JTcae8
L’offerta è valida solo in Italia.
“Sirius. In caduta libera” è un romanzo di fantascienza hard che, attraverso le vicende dei suoi protagonisti, porta il lettore nell’orbita bassa terrestre e nel versante di un vulcano in Islanda, mostrandogli fino a che punto la natura possa diventare ostile, in particolare quando, a causa di qualcosa di imprevedibile, la tecnologia fallisce, e nel contempo facendogli percepire le emozioni di chi tenta di sopravvivere alla sua indifferenza e alla sua furia. Fa da sfondo a tutto ciò la preoccupante presenza di un’intelligenza artificiale forte, la cui evoluzione è ignorata e sottovalutata persino dalla sua stessa creatrice.
Se state già leggendo il ciclo dell’Aurora o se intendete leggerlo, non perdete questa occasione di accaparrarvi uno dei libri al prezzo più basso mai visto.
Se poi volete scoprire di più sul ciclo dell’Aurora, visitate il minisito dedicato alla serie su: www.desertorosso.net
Ci vediamo in orbita!
Di Carla (del 24/03/2019 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 1979 volte)
    Storia dall’esito prevedibile, salvata da una trovata alla fine
Ci tengo subito a dire che la trovata finale non ha nulla a che vedere con la trama. Si tratta di un’idea che mescola finzione e realtà, cosa che apprezzo sempre molto nei romanzi. In questo caso è stata in grado di aumentare il mio giudizio di una stellina.
Il romanzo, per i miei gusti, non ne vale più di tre.
Ma andiamo per ordine.
Il libro si svolge tra due linee temporali. Quella presente vede la giovane protagonista Clémence, che si trova a dover accudire l’ultraottantenne Alastair dopo che quest’ultimo a causa di una caduta ha perso la memoria. Quella al passato è il libro che i due leggono insieme e che racconta alcuni eventi della vita dell’uomo quando era giovane, culminanti nella morte dell’amore della sua vita.
La parte al passato è senza dubbio quella migliore di tutto il romanzo. Qui i personaggi prendono vita, anche grazie all’evidente maggiore dimestichezza che l’autore ha nel mostrarli attraverso il punto di vista di un uomo. La storia si dipana tra la Francia, Capri e poi la Scozia, e ogni luogo emerge dalle pagine con tutti i suoi colori, coinvolgendo il lettore e dandogli l’impressione di trovarsi lì.
Di contro, la parte al presente sembra scritta da un autore alle prime armi. Il personaggio di Clémence è bidimensionale. Il suo essere esageratamente ingenua e credulona appare irrealistico. I suoi ragionamenti sono a dir poco tirati per i capelli. Nessuna persona arriverebbe a certe conclusioni, su cui poi si basano le sue decisioni, evidentemente mosse dalla necessità di portare la trama in una certa direzione e non dalla logica. L’ambientazione, poi, e il ristretto numero di personaggi, invece di contribuire all’accrescere della suspense e del senso claustrofobico della narrazione, finiscono per mettere in evidenza la debolezza nella caratterizzazione degli stessi personaggi, che appaiono fin troppo banali.
In quanto al delitto al centro della storia, per quanto l’autore si sforzi per mandarci fuori strada, in maniera così spudoratamente evidente, questo ha ben poco di misterioso. Basta pensarci su per un attimo e ci si rende conto che solo una persona può essere l’assassino: l’unica che avrebbe ottenuto un vantaggio dalla morte di Sophie. Non ho mai avuto alcun dubbio sulla sua identità e ho trovato il fatto che i personaggi, soprattutto Alastair, non ci avessero neppure per un attimo pensato semplicemente impossibile da accettare.
Verso il finale vengono rilevati alcuni dettagli che non erano invece deducibili dal resto e solo per questo motivo devo dire di averlo letto quasi avidamente. La narrazione del precipitare degli eventi fino alla risoluzione, insieme alla trovata finale, salvano il libro, ma solo perché, appunto, si trovano alla fine.
Infine, ho trovato un po’ strano che si parlasse di un romanzo nel romanzo, quando, tenendo conto della lunghezza dei capitoli letti dai personaggi (che a loro detta erano tutto il libro), ne esce fuori al massimo una novelette. Sì, capisco le necessità di spazio, ma allora avrebbero fatto meglio a specificare che alcune parti erano state saltate (lette dai personaggi e non riportate, perché non importanti) o che si trattava semplicemente di un racconto lungo.
Nel complesso è comunque stata una lettura interessante, se non altro perché nel modo in cui il romanzo è stato strutturato presenta una certa originalità. Mi rendo inoltre conto che si tratta probabilmente di un’opera un po’ affrettata, che l’autore si è divertito a scrivere per sviluppare un’idea che gli era venuta, senza alcuna velleità di dare luogo a un prodotto di elevato livello letterario nell’ambito dei thriller. Ma, tutto sommato, il suo ruolo di divertire, nonostante i difetti, lo svolge egregiamente.
Amnesia (Kindle e cartaceo) su Amazon.it.
Di Carla (del 17/03/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2383 volte)
Dopo un’assenza di un anno e mezzo torno finalmente sul podcast FantascientifiCast, ma questa volta nel ruolo di intervistatrice insieme a Omar Serafini.
In questa puntata della rubrica Caratteri Fantastici ospitiamo una giovane autrice italiana di fantascienza, nonché aspirante astronauta: Giulia Bassani.

Durante una lunga chiacchierata, Giulia ci ha parlato un po’ di sé, raccontandoci della sua passione per la fantascienza, per le scienze spaziali e per Marte, dei suoi studi in ingegneria aerospaziale a Torino, della sua esperienza a Kourou in Guyana Francese, dove lo scorso dicembre ha assistito di persona a un lancio dell’ESA, e persino di quello che è l’iter per diventare astronauta in Europa per un civile. E poi ci ha parlato del suo libro: “ Ad Martem 12”, acquistabile su Amazon a questo link (è disponibile anche in inglese).
Ma non solo. All’interno della puntata Giulia ci ha anche deliziato con la lettura di alcuni passaggi del suo libro.
Be’, se sono riuscita a incuriosirvi, non vi resta altro che andare ad ascoltare il podcast sul sito di FantascientifiCast (anche facendo clic sull’immagine sopra), dove potete leggere anche la presentazione.
Di Carla (del 08/03/2019 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 1847 volte)
     Sontuosa conclusione (per ora?) del ciclo del Commonwealth
Ogni volta che leggo una nuova space opera di Hamilton penso che l’autore abbia raggiunto il massimo della propria espressione e che il libro successivo, soprattutto considerando che questo ciclo in tutto ne contiene sette, non potrà mai essere migliore di così.
Ogni volta mi sbaglio.
“Night Without Stars” è un romanzo meravigliosamente complesso. Costituisce la seconda parte della dilogia intitolata “Chronicles of the Fallers” (cronache dei Faller), eppure, avendo io letto il primo libro (“The Abyss Beyond Dreams”) più di un anno fa e ricordandone davvero poco, ritengo che si possa quasi leggere da solo (anche se lo sconsiglio), poiché ha perlopiù un arco narrativo proprio, all’interno del quale vengono rapidamente spiegati i collegamenti col volume precedente della serie e si accenna ciò che serve in relazione all’intero ciclo del Commonwealth.
Prima di iniziarne la lettura, mi sono chiesta cosa Hamilton avrebbe potuto inventarsi, visto che la storia si svolgeva di nuovo sul pianeta Bienvenido. Temevo il riproporsi dei temi già visti e, invece, non avevo proprio nulla di cui preoccuparmi.
La storia, dopo alcuni capitoli introduttivi (ma non per questo meno emozionanti), si sposta avanti di due secolo e mezzo, un lasso di tempo che determina notevoli mutamenti su Bienvenido, ora che è stato espulso dal Vuoto e può finalmente far uso della tecnologia, inclusa quella aerospaziale (a me tanto cara). E in questa rinnovata ambientazione prendono vita nuovi personaggi, intorno ai quali vengono create delle linee narrative parallele e nei quali viene spontaneo immedesimarsi, nonostante spesso si ritrovino l’uno contro l’altro. Ognuna di esse sa essere avvincente anche senza dover guardare al quadro generale e, a questo proposito, trovo il fatto di aver suddiviso l’opera in libri molto azzeccata.
Ci sono anche alcuni vecchi personaggi, che ho dovuto reimparare a conoscere a causa del tempo passato dalla lettura del libro precedente (e della trilogia del Vuoto), e che permettono di ricollegare con precisione i fili della trama generale e di condurre il lettore verso il suo articolato sviluppo.
E proprio a questa storia così articolata, che mi ha accompagnato per alcune settimane di (voluta) lettura lenta, ritornavo con interesse ogni sera, e poi la lasciavo senza rimpianto per dormire, certa che l’avrei ritrovata lì ad attendermi il giorno dopo.
Il ritmo all’inizio lento, per permettere al lettore di ambientarsi (e che meravigliosa ambientazione!), va incontro a un crescendo che nell’ultimo quarto di romanzo si trasforma in un susseguirsi di colpi di scena tendenti verso un finale quasi impossibile da prevedere.
Nel frattempo, Hamilton non si limita a farci vivere su Bienvenido, ma ci mostra altri mondi inimmaginabili (a parte da lui, ovviamente), altre specie aliene più o meno pacifiche, ci fa conoscere nuovi aspetti dei “cattivi”, la specie aliena dei Faller (che assorbono la propria preda e si sostituiscono a essa), e riesce persino a farcene piacere uno (o perlomeno ci è riuscito con me).
È difficile raccontare altro su questo romanzo senza rivelare troppo sulla trama. Posso solo dire che, se siete arrivati a considerare la sua lettura, segno che di certo conoscete e apprezzate già Hamilton almeno dal libro precedente, anche questa volta non rimarrete delusi.
Questo libro è in lingua inglese!
Di Carla (del 28/02/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2453 volte)
Ed eccoci alla terza intervista di quest’anno sul podcast Credi Crea di Michele Amitrani. In quest’ultima chiacchierata affrontiamo l’argomento dello sfruttamento da parte degli autoeditori dei diritti di traduzione.

Far tradurre il proprio libro in un’altra lingua, in particolare in inglese, può essere un modo per estendere il proprio bacino di lettori e i relativi guadagni, ma implica dei costi non indifferenti se si decide di farlo da autoeditori, vale a dire pagando di tasca propria il lavoro del traduttore, dell’editor e del proofreader. In questa intervista parlo di quali sono le possibilità e gli aspetti da tenere a mente, quando si decide di far tradurre il proprio libro, e racconto la mia esperienza personale sia riguardo alla pubblicazione indipendente di alcuni miei libri in inglese sia quella che ho avuto con AmazonCrossing.
Oppure dal video qui sotto.
Buon ascolto!
Per l’ultima volta (per ora, almeno) ringrazio Michele. È stato bello partecipare a queste tre puntate del tuo podcast. Grazie di cuore!
L’elenco verrà aggiornato man mano che nuovi articoli verranno pubblicati.
“Sirius. In caduta libera”. Ecco il nuovo romanzo di Rita Monticelli, su Sardegna Reporter.it, 29 novembre 2018
Intrigo sulla Stazione spaziale, trattenete il respiro!, Tom’s Hardware, 13 gennaio 2019
Facebook Ads per autori: intervista a Carla Monticelli sull’episodio 83 del podcast Credi Crea
Segnalazioni sui blog
Romanticamente Fantasy:
Libro Café:
Disponibile anche in formato cartaceo a 11,99 euro su Amazon e Giunti.
Di Carla (del 21/02/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2201 volte)
Ecco la seconda delle mie interviste di quest’anno sul podcast Credi Crea di Michele Amitrani. Stavolta mi soffermo a parlare di come usare le inserzione pubblicitarie su Facebook per promuovere i libri.
Da maggio scorso sto sperimentando una nuova strategia di inserzioni pubblicitarie su Facebook per promuovere i libri del ciclo dell’Aurora, spendendo appena un dollaro al giorno. E siccome già da diversi mesi sto iniziando ad ottenere dei buoni risultati, Michele mi ha chiesto di parlarne nel suo podcast dedicato all’autoeditoria.
Durante l’episodio 83 di Credi Crea, registrato alcune settimane fa, cerco di spiegare nel dettaglio come impostare questo tipo di campagna pubblicitaria e come gestirla nel tempo.
Oppure dal video qui sotto.
Buon ascolto!
Di nuovo grazie a Michele per avermi ospitato sul suo podcast!
Di Carla (del 18/02/2019 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 2204 volte)
     Ottima suspense, anche se non mantiene fino alla fine la propria originalità
Questo thriller mi è senza dubbio piaciuto. Ha tutto ciò che serve per essere un buon libro: un tema di base non ancora abusato, un buon colpo di scena verso la fine con un precipitare degli eventi che porta alla risoluzione e un finale aperto azzeccato.
Quello della perdita della memoria durante il sonno profondo, infatti, è un tema non semplicissimo da utilizzare in un romanzo, soprattutto se è tutto narrato dal punto di vista del personaggio che soffre di questo particolare tipo di amnesia. Credo che l’autore sia riuscito bene nell’immedesimarsi nella mente di Christine e nel trasmettere questa immedesimazione al lettore.
È anche evidente che ha fatto delle ricerche.
Alcuni passaggi mi hanno ricordato un documentario che vidi diversi anni fa su un uomo che soffriva di un grave disturbo alla memoria a breve termine: questa si resettava ogni sette secondi, mentre ricordava bene i tempi precedenti all’insorgere della malattia. E così lui viveva in un stato di confusione, con la continua sensazione di essersi appena svegliato dal coma, e il tutto avveniva ogni sette secondi. Un vero inferno, testimoniato dai suoi inutili tentativi di tenere un diario in cui continuava a scrivere, in un crescendo di frustrazione, che si era appena svegliato e che ciò che era scritto nelle pagine precedenti non era opera sua.
Qualcosa del genere compare anche in questo romanzo in relazione alle condizioni di Christine all’inizio della sua infermità (forse l’autore ha visto lo stesso documentario?), poi evolute in una forma di amnesia più “maneggevole”, che quindi permette di crearci intorno una storia dal punto di vista della persona che ne è colpita.
Anche in questo caso c’è un diario, che poi di fatto costituisce la maggior parte del testo del libro.
L’idea di usare un diario è azzeccata, sebbene ci costringa a sospendere di tanto in tanto la nostra incredulità per accettare il fatto che la protagonista faccia in tempo ogni volta a leggerlo tutto, vista la sua lunghezza (o anche che nel leggere solo alcune parti becchi sempre quelle che poi le torneranno utili in quel preciso giorno), ma d’altronde la finzione ci ha abituato a ben altri artifici.
Il colpo di scena verso la fine era ovviamente atteso, perché era chiaro che nel mare di insicurezza in cui l’autore ci aveva fatto navigare per tante pagine doveva celarsi una qualche verità che non era stata ben sviluppata (di proposito). Piuttosto, il modo in cui viene evitato il più possibile un certo argomento mi ha subito portato a sospettare che la soluzione si trovasse lì. Io rispetto alla protagonista, infatti, sapevo di leggere un thriller e che quindi doveva esserci un cattivo. E in un contesto del genere era ovvio che il cattivo fosse una certa persona, ma il modo in cui tale persona era collocata nella storia difficilmente poteva essere desunto dagli elementi messi a disposizione del lettore. Ed è per questo che per me è stato nonostante tutto un colpo di scena.
C’è però una critica che mi sento di muovere a questo proposito. Non mi è chiara fino in fondo la figura del cattivo. Il modo in cui non è stato adeguatamente sviluppato, proprio per evitare di portare lì i dubbi del lettore, lo rende l’ennesimo cliché. Forse questa storia sarebbe stata davvero originale se non fosse stato lui il cattivo.
Ed è questo l’unico elemento che stona in un libro decisamente godibile, alle cui pagine tornavo ogni sera con curiosità.
Forse anche la risoluzione della storia è un tantino affrettata, e un po’ fortunosa per la protagonista, ma nonostante questi difetti ho deciso comunque di dare a questo romanzo cinque stelle, merito soprattutto del finale aperto, che è molto più onesto e, soprattutto, realistico di qualsiasi lieto fine.
Da questo libro è stato tratto il film omonimo con Nicole Kidman, Colin Firth e Mark Strong.
Di Carla (del 14/02/2019 @ 09:30:00, in Podcast, linkato 2304 volte)
Dopo quasi due anni dalla mia precedente intervista, torno sul podcast Credi Crea di Michele Amitrani, stavolta per parlare del mestiere dell’autoeditore.
In una chiacchierata di una ventina di minuti ho provato a riassumere gli aspetti fondamentali del lavoro del self-publisher, concentrandomi su quelli che sono gli attrezzi, in senso lato, di questo mestiere, che richiede pazienza, disciplina e una buona dose di impegno per creare dei prodotti editoriali di qualità.
Preferisco non anticipare altro qui nel blog e rimandarvi all’ascolto del podcast.
Ringrazio Michele per avermi di nuovo dato l’opportunità di rivolgermi ai suoi ascoltatori!
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