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 Ilheus (Brasile)... di Carla
 

"Devi scegliere, Anna: la tua scoperta o la Terra." Deserto rosso - Nemico invisibile

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 21/04/2025 @ 09:30:00, in Serie TV, linkato 354 volte)
È disponibile su Sky e Now “Omicidio a Easttown”, con Kate Winslet nel ruolo della protagonista, la detective Marianne “Mare” Sheehan. Si tratta di una miniserie di sette puntate di circa un’ora ciascuna.
Dico subito che mi è piaciuta tantissimo!
 
Kate Winslet
 
La storia sembra qualcosa di già sentito. In una cittadina dove tutti si conoscono, tanto che, quando hanno un problema, anche il più banale, chiamano direttamente la detective Sheehan (nota come Mare), invece che la centrale di polizia, da oltre un anno una ragazza è scomparsa e adesso un’altra viene trovata morta nel bosco.
Mare investiga e lo fa a modo suo, non rispettando sempre le regole.
C’è forse un collegamento? Ci sarà mica di mezzo un serial killer?
 
È quello che ci si aspetta dal classico poliziesco ambientato in una tranquilla cittadina americana dove viene commesso un crimine che sconvolge tutti.
Ma “Omicidio a Easttown” non rientra in questa categoria di serie TV. L’errore di valutazione è in parte dovuto alla traduzione del titolo, che utilizza la parola “omicidio”, mentre l’originale è “Mare of Easttown” e mette l’accento sulla protagonista.
Questa miniserie ci racconta di una donna che ha dovuto affrontare una tragedia e che cerca di sopravvivere dedicandosi al proprio lavoro in polizia e quindi al servizio della comunità. Ma racconta anche le complesse vicende che coinvolgono vari abitanti di Easttown, che si intrecciano tra loro e con i crimini su cui Mare sta investigando.
 
C’è una complessità della trama e un approfondimento dei personaggi tale, che ho pensato che fosse tratta da un romanzo. A dire la verità, ne ero quasi certa, quando è venuto fuori che uno dei personaggi (interpretato da Guy Pearce) era il tipico scrittore che, dopo aver avuto tanto successo con un libro, non ne ha più scritto altri ed è finito a fare l’insegnante (cliché che si trova in tanti romanzi).
E invece no. È una miniserie originale realizzata per la TV, che è scritta in maniera ineccepibile e che si sviluppa senza forzature, senza eccesso nell’uso delle coincidenze e delle scorciatoie. È così ben scritta, che potrebbe essere una storia vera, banalmente tragica come solo la realtà sa essere, ma raccontata con i tempi perfetti che solo la finzione è in grado di creare.
Ogni puntata incuriosisce e termina con un nuovo elemento o un colpo di scena inatteso che lascia lo spettatore sospeso. Il vero assassino salterà fuori solo alla fine, dopo che molti sospettati sono stati messi in evidenza, ma rappresenta anche la soluzione che ha più senso per spiegare il crimine, solo che è anche quella cui difficilmente si arriva a pensare, soprattutto se si crede di guardare una semplice serie poliziesca invece di quello che è in realtà: un dramma.
 
In tutto questo risplende la bravura di Kate Winslet, la cui presenza è già di per sé una garanzia di qualità e che, affiancata da un ottimo cast, rende credibile l’intera messa in scena e ci rende partecipi delle paure e del dolore di Mare, un personaggio che grazie al suo intuito e alla sua fallibile umanità non può che affascinarci e coinvolgerci.
 
Insomma, è una miniserie che merita assolutamente di essere vista!
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Di Carla (del 26/05/2025 @ 09:30:00, in Serie TV, linkato 328 volte)
Tempo fa ho recuperato una vecchia serie su Sky, “Roma”, che comprende due stagioni trasmesse tra il 2005 e il 2007. È una produzione HBO/BBC ed è stata girata a Cinecittà.
 
Marco Antonio e Cesare nella serie "Roma" (© HBO)
 
La serie racconta l’ultima parte del periodo repubblicano dall’ascesa di Giulio Cesare a quella di Ottaviano. Le vicende storiche ben note, e fin troppo spesso raccontate in film, serie tv e romanzi, si intrecciano a quelle totalmente inventate di due legionari romani.
Sappiamo bene cosa è successo a Cesare, Marco Antonio, Cleopatra e Ottaviano. Non si guarda questa serie per conoscere la storia (anche perché è pesantemente romanzata), bensì per divertirsi nell’immaginarla collegata strettamente alla vita di Tito Pullo e Lucio Voreno.
In realtà, i due soldati sono realmente esistiti, ma quel poco che si sa di loro rende improbabile che i loro destini abbiano seguito quelli dei sopraccitati personaggi storici. Ciò ha dato agli sceneggiatori la libertà di immaginarli molto vicini a Cesare, Marco Antonio e Ottaviano, tanto da essere sempre presenti al loro fianco nei momenti storici più importanti.
Non entro nei dettagli, poiché è divertente scoprirli durante la visione.
 
Gli sceneggiatori hanno poi piegato più volte i fatti reali per rendere la trama più adatta e interessante per gli spettatori. E direi che ci sono riusciti. Sebbene sapessi già come sarebbe andata a finire, sono rimasta incollata allo schermo per tutto il tempo, anche grazie al modo in cui nella trama si mescolano elementi drammatici e altri ben più leggeri e ironici (in particolare quelli legati al personaggio di Tito Pullo).
 
Ho apprezzato inoltre moltissimo l’aspetto scenografico e i costumi. Alcune ricostruzioni, come il trionfo di Cesare, sono meravigliose.
Mi è anche piaciuto molto il modo in cui viene mostrata la politica di allora e come i suoi protagonisti sfruttino elementi di diffusione delle notizie (come i graffiti sui muri e gli annunci nel foro) a proprio vantaggio.
Tutto sommato, non c’è grande differenza tra i meccanismi di allora e quelli di oggi dal punto di vista concettuale. Ciò che è diverso è che i nemici politici all’epoca venivano semplicemente uccisi. Adesso nella maggior parte dei paesi civilizzati si tende a usare metodi un po’ meno diretti (di solito!).
 
Insomma, questa serie mi è piaciuta molto e ve la consiglio.
Una curiosità: la fine della serie si sovrappone in parte, dal punto di vista storico, all’inizio di “Domina” (serie Sky Original).
Credo che sia interessante vedere come gli stessi personaggi, nello specifico Ottaviano e Livia, siano rappresentati in maniera completamente diversa nelle due serie, proprio perché diverso è l’obiettivo della narrazione.
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Di Carla (del 07/07/2025 @ 09:30:00, in Serie TV, linkato 82 volte)
Una delle serie che ho recuperato tardivamente è “Mr. Robot” (2015-2019).
Mi sono vista le quattro stagioni di fila ed è stato un veramente un viaggio emozionante.
 
Rami Malek e Christian Slater in Mr. Robot
 
La serie ha come protagonista un hacker, Elliot Alderson, interpretato dal bravissimo Rami Malek, che vuole distruggere il “Sistema” e ricostruirlo da capo.
Detto così può sembrare banale, ma in realtà questa serie offre una rappresentazione estremizzata del mondo attuale che fa paura, proprio perché ci rendiamo conto di quanto ci si potrebbe davvero muovere verso quella direzione, e forse lo stiamo già facendo.
Questo “Sistema” è rappresentato inizialmente dalla E-Corp (ribattezzata dal protagonista Evil Corp, che vuol dire multinazionale malvagia), che nella realtà trova corrispondenza nei grandi colossi come Amazon o Google, ma che nella storia è talmente inserita in ogni ambito della vita delle persone (hardware, software, banca, moneta elettronica... qualsiasi cosa è gestita o venduta da questa azienda) da non lasciare spazio a nient’altro. A ciò si aggiunge la Dark Army, un gruppo di hacker “cattivi” guidati da una certa Whiterose, ma che di fatto dipendono da un altro gruppo finanziario che controlla tutto il mondo, E-Corp compresa.
A combattere tutto ciò c’è il nostro Elliot e la sua Fsociety.
 
In questo contesto si muove il protagonista, che ci parla direttamente (Ciao, amico...), come se fossimo una presenza silenziosa nella sua testa. E la sua testa è davvero un bel casino!
Sì, perché Elliot è un narratore inaffidabile. Soffre di dissociazione della personalità a un livello così profondo che non ricorda gran parte della propria vita e ogni tanto uno dei suoi alter ego mentali prende il controllo di lui. Ciò che noi vediamo è quello che Elliot crede di vedere, non quello che accade realmente.
E così nel corso della serie tutti questi aspetti di lui vengono messi in luce, dando luogo a colpi di scena del tutto inattesi, che cambiano completamente la prospettiva da cui osserviamo la storia.
 
Tutto questo è possibile grazie alla magistrale interpretazione di Rami Malek, affiancato da un ottimo Christian Slater, nel ruolo di Mr. Robot, e da un eccezionale DB Wong, che crea due versioni dello stesso personaggio in maniera assolutamente credibile.
 
La prima stagione mi è piaciuta abbastanza, ma ammetto che la seconda a momenti pareva quasi trascinarsi. Soffre il fatto di avere un ruolo di transizione. Le cose migliorano quando iniziano a chiarirsi gli eventi reali, rispetto a quelli immaginati da Elliot, e ciò avviene ancora di più nella terza. Ma la quarta è davvero bellissima!
 
Pare che l’autore della serie, Sam Esmail, l’abbia progettata dall’inizio alla fine e abbia deciso di terminarla alla quarta stagione, non perché costretto da un’imminente cancellazione, ma proprio perché era arrivata alla conclusione.
Ciò si nota nel modo in cui gli indizi delle rivelazioni delle ultime puntate siano disseminati in tutte le stagioni. Ma forse dovrei rivederla dall’inizio per coglierli tutti.
 
Nella quarta stagione tutti i fili della storia si chiudono con un susseguirsi di eventi che scorrono a tutta velocità e con un numero di morti ammazzati davvero elevato.
Credo che la parte più bella sia quella centrale, in cui Elliot scopre finalmente qualcosa di importante relativo al suo passato e contemporaneamente porta a termine il colpo finale al “Sistema”.
Le ultime puntate, invece, fanno luce sull’ultimo mistero delle molteplici personalità di Elliot. Forse sono un po’ sotto tono rispetto a quelle precedenti, ma chiudono in maniera perfetta il cerchio.
 
Personalmente, mi ero così affezionata a quella versione di Elliot che mi è un po’ dispiaciuta la rivelazione finale (non posso dire cosa, perché sarebbe uno spoiler).
Ma c’è una curiosità che mi porto dietro e che temo non sarà mai soddisfatta.
Cos’era esattamente la “macchina” di Whiterose?
 
 
Se non avete visto “Mr. Robot”, vi consiglio di farlo in un arco di tempo relativamente breve, in modo da avere fresco nella mente ogni aspetto della storia e mettere insieme i fili della trama, senza perdervi.
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