Di Carla (del 03/10/2006 @ 00:09:57, in Thoughts, linkato 9738 volte)
Let me not to the marriage of true minds Admit impediments. Love is not Love Which alters when it alteration finds, Or bends with the remover to remove: O no! It is an ever-fixed mark That looks on tempests and is never shaken; It is the star to every wandering bark, Whose worth's unknown, although his height be taken. Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks Within his bending sickle's compass come: Love alters not with his brief hours and weeks, But bears it out even to the edge of doom. If this be error and upon me proved, I never writ, nor no man ever loved.
William Shakespeare (1564 - 1616)
Reporting a sonnet by Shakespeare is perhaps a bit banal, but I'm doing it because it describes very well something that I know. Many people affirm to love someone, but I think that, if they don't feel like that, it is not Love.
Siccome è un testo in un inglese un po' antico e per alcuni difficile da capire, vi riporto la versione italiana di questo sonetto. E vi lascio con una domanda: conoscete l'Amore?
Sonetto 116
Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Di Carla (del 25/09/2006 @ 02:08:46, in Musica, linkato 4220 volte)
Cagliari questa estate non ha offerto tantissimo dal punto di vista musicale, cosa abbastanza deprimente per un "animale" da concerto come me. Il motivo principale è anche la presenza di poche location in città adeguate ad accogliere un grosso numero di spettatori paganti. Infatti se si esclude piazza dei Centomila, che però si adatta solo a manifestazioni gratuite (vedi il concerto di Cremonini, che però, ahimé, non mi piace proprio), dopo la "scomparsa" del molo Ichnusa e del parco di Monte Claro, restano solo la fiera, che però non è né bella né particolarmente confortevole, e lo splendido Anfiteatro Romano, che contiene al massimo 4500 spettatori, un numero però più che sufficiente per la maggior parte degli artisti che si avventurano fino in Sardegna, ma che si teme venga smantellato come luogo di spettacolo per lasciarlo come semplice monumento (insomma farlo morire). Fortunatamente, come spesso capita qui, grazie al perdurare del bel tempo, la fine della stagione ha portato qualcosa d'interessante, proprio all'anfiteatro, anche se niente, o meglio nessuno che non sia già passato da queste parti.
L'11 agosto sono stata al concerto degli Afterhours. Li avevo già visti nel 2002 al parco di Monte Claro e probabilmente non sarei andata di nuovo a vederli se non fossero stati all'anfiteatro, che per la sua particolare struttura permette di contenere gli eccessivi "entusiasmi" di certi fan o, perlomeno, di mettersi in salvo dagli stessi entusiasmi. Sugli artisti in se niente da dire, sono indubbiamente bravi, anche se l'unica canzone che conoscevo tra tutte quelle suonate è stata "Non è per sempre" (meglio di niente). Purtroppo non posso dire lo stesso sulle qualità audio dello stesso concerto. Ero seduta nelle poltroncine numerate del primo anello che stanno proprio dietro il mixer e si sentiva veramente male. Non so se fosse un problema di posizione (dubito, visto che era centralissima e il fonico stava a 3 metri da me), fatto sta che è stato massacrante.
Le cose sono andate decisamente meglio per il concerto di Carmen Consoli del 2 settembre, per quanto fossi in una posizione più laterale. La bravissima Cantantessa (ma perché poi la chiamano così?), tornata nella nostra isola dopo tre anni, ha incantato il pubblico con uno spettacolo per lo più acustico, ma sicuramente molto coinvolgente. Purtroppo questo evento memorabile è stato funestato dalla morte del bassista a causa di un tragico incidente la stessa notte del concerto. E infine arriviamo ai concerti di questo weekend. Venerdì 22 è stata la volta di Andrea Parodi, che ha raccolto alcuni tra i più grandi artisti e interpreti di musica sarda (i Tazenda, le Balentes ed Elena Ledda erano i nomi principali), in una serata indimenticabile. Nonostante le sue condizioni di salute (portava con se una borsetta per la terapia del dolore ed era assistito da due infermiere nel backstage) ha mostrato non solo la sua formidabile bravura come cantante, ma soprattutto la sua ammirevole forza di volontà nel combattere questo terribile male. Accolto da un'ovazione del pubblico, appena entrato sul palco, con un immancabile sorriso sul volto, ci ha guidato in un percorso musicale di ben due ore e mezzo. Il giorno dopo ha visto invece la tappa cagliaritana del tour di Mango. Era stato qui appena due anni fa ed era da allora che non vedevo l'anfiteatro così pieno. I suoi fan che comprendono teenagers e nonni, e tutto ciò che sta nel mezzo, hanno accompagnato con la voce ogni sua canzone e lui, da vero padrone del palcoscenico, li incitava, li ringraziava, parlava con loro, leggeva ogni singolo striscione e si soffermava ad accogliere ogni meritato applauso. Per quanto io non sia una fan di Mango, ma un po' come tutti conosco i suoi brani più famosi, mi sono divertita tantissimo a vedere ed ascoltare non solo quello che avveniva sul palco. Prossimo concerto, e a quanto pare l'ultimo per quest'anno, dovrebbe essere Piero Pelù questo venerdì.
Foto: in ordine, l'anfiteatro romano di Cagliari, gli Afterhours (11 agosto 2006), Carmen Consoli (2 settembre 2006), Andrea Parodi e le Balentes (22 settembre 2006), Mango (23 settembre 2006), infine la bionda nell'ultima foto sono ovviamente io, la foto è stata scattata prima del concerto di Parodi.
Di Carla (del 05/09/2006 @ 00:47:03, in Musica, linkato 2801 volte)
Eccomi ancora una volta a fare un po' di pubblicità al mio amico-musicista preferito, ma anche un po' a me stessa. Infatti voglio segnalarvi la pagina personale su MySpace di Volker Hinkel, creata e in parte gestita da me, oltre che da lui stesso. Vi invito a darci un'occhiata, ad ascoltare i brani del suo progetto solista (Hinkel), vedere le clip e magari, perché no, comprare il CD. Se devo fare pubblicità, la faccio fino in fondo, no? L'album s'intitola "Not A Life-Saving Device" ed è stato autoprodotto da Volker e pubblicato lo scorso anno dall'etichetta indipendente, di proprietà dei Fools Garden, Lemonade Music. Se volete una recensione imparziale dell'album, io sono decisamente la persona sbagliata per farla, ma quando l'anno scorso Volker mi chiese di scriverne una descrizione, ecco quale è stato il risultato.
Più che un semplice album si tratta di un viaggio emozionale di un’ora, che ti coinvolge e ti mostra le varie sfaccettature della musica di un artista fuori dall’ordinario, dal pop al rock, passando attraverso la moderna disco music (“Run” e “The Beauty Of It”), dolci ballate (“You Can’t Fall Down”), pezzi strumentali (“Reprise” e“Save Your Life”) e brani con le potenzialità di una hit (“Shine”). Il tutto accompagnato da testi accattivanti, che ci descrivono sentimenti e personaggi forti, in un’atmosfera a metà strada tra il sogno e la dura realtà.
Se ancora non vi ho convinto, vi invito ad ascoltare il brano sotto riportato, che è il mio preferito, dal quale è tratta la citazione riportata sull'header di questo sito. Per il resto, vi rimando alla pagina su MySpace. E se poi avete anche voi un account su MySpace, aggiungetelo come amico. Ne sarà sicuramente felice.
Di Carla (del 23/08/2006 @ 04:08:45, in Thoughts, linkato 2973 volte)
There was a time in which I used to feel like those who have been abused for so long that they thought it was right, fair, and then even if I knew it was wrong, I used to feel ashamed of my past, cos I had been abused and I would have had to say no, but I hadn't done it. So I started doing all the best for proving myself that I was better, that I deserved more. But deep inside myself I still felt I was not. It was like I was living in a bigger cage, but it was always a cage. I could move a little more but I couldn't escape. Still I felt that my warden was the only one who could set me free. Unless somebody could steal his key, but any try was unsuccessful. Then something unexpected happened: my warden opened the door, so that, to my surprise, I could shily step out from my cage and take a look outside. Decide whether to stay inside or outside. My old wounds of captivity began to disappear, one by one, together with the pain and the shame. All that is still in progress, but the environment around me slowly changed. My narrow cage turned into a nice and comfortable house, where I choose to take refuge whenever I can, with big windows and a beach in front of it. And my warden turned into my beloved sea.
Di Carla (del 21/08/2006 @ 19:30:00, in Musica, linkato 3186 volte)
V1 It’s been 14 days since you went your own way And I guess you don’t have anything to say So perhaps I thought much more of what we had Cause I didn’t think that it was all that bad Was that only me
Ch And was it me that made believe That there was something in the breeze To make me wanna make you stay with me And was I blinded by your smile Did you just love me for a while To make me wanna make you stay with me
V2 You’ve requested that I stay your smiling friend But I can’t remember how to make pretend And I just can’t change the way I feel inside So I guess I’ll do my best to run and hide (don’t we own that to each other)
Ch And was it me that made believe That there was something in the breeze To make me wanna make you stay with me And was I blinded by your smile Did you bring heaven for a while To make me wanna make you stay with me And was it me that made believe That there was something in the breeze To make me wanna make you stay with me And was I blinded by your smile Did you just love me for a while To make me wanna make you stay with me Stay with me Stay with me
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