Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carla (del 31/12/2014 @ 00:47:32, in Propositi, linkato 2935 volte)
Ci siamo. Il 2014 sta per finire. Per quanto mi riguarda è stato un anno ricchissimo di eventi e mi è quasi parso più lungo dei precedenti, il che mi sembra un buon segno, perché significa che sono stata impegnata in attività fra le più varie, più di quelle che normalmente caratterizzano un normale anno.
Ma andiamo per ordine. Vi ricordate i propositi di cui vi ho parlato un anno fa?
Nello scorrere la lista vedo che ne ho mantenuti parecchi, con altri è andata un po’ meno bene, ma ho avuto modo di aggiungere nuovi eventi inattesi, per cui sono più che soddisfatta del risultato.
Vediamoli nel dettaglio.
Sono riuscita a completare l’editing e pubblicare “ Il mentore” durante la primavera e “ L’isola di Gaia” entro il 30 novembre (esattamente il 28).
Ho letto 53 libri durante l’anno, uno più di quanti me ne ero proposta.
Mi ero riproposta di vendere almeno 3000 copie e invece ne ho venduto quasi 4000 (più di quante ne avessi vendute nei due precedenti messi insieme). Ma ciò che rende questo risultato più entusiasmante è che circa la metà di queste copie sono state vendute a un prezzo superiore ai 2 euro, a dimostrazione che sto riuscendo nel mio intento di trasformare la mia attività di autore indipendente in una fonte di guadagno più cospicua. E ciò è stato possibile anche grazie al fatto che sto dedicando a essa ormai ben oltre l’80% del mio tempo. In pratica la mia preoccupazione riguardo alla maggiore difficoltà di vendere libri che non costassero meno di un euro si è rivelata, per fortuna, errata. Un po’ questo si è verificato grazie al fatto si è vista nell’ultimo anno una crescita significativa del mercato digitale e nel frattempo sono riuscita a raggiungere un target di lettori diversi, sfruttando i meccanismi di promozione interni dei retailer (Amazon, ma non solo). Del tutto inaspettatamente è stato proprio “Il mentore” il libro ad aver avuto il successo di vendite più duraturo e costante nei primi cinque mesi dalla sua pubblicazione, tanto da attirare l’attenzione per l’acquisizione dei suoi diritti di traduzione in inglese e tedesco. Su questo argomento mi riservo di mantenere ancora un po’ di segretezza. Abbiate pazienza: preferisco svelare i dettagli a tempo debito, ma ve ne parlerò nei prossimi mesi.
Non sono, però, riuscita a mantenere alcuni propositi. Non ho fatto il NaNoWriMo, anche perché sono andata in vacanza proprio a novembre, quindi ho dovuto rimandare l’inizio della scrittura di un nuovo libro. Per lo stesso motivo non sono riuscita a scrivere 200 mila parole durante il corso dell’anno, ma solo le 135 mila della riscrittura de “L’isola di Gaia”.
Non ho terminato la traduzione di “Deserto rosso” in inglese, ma comunque ho tradotto i primi tre libri e sto già lavorando all’ultimo che conto di finire entro gennaio o i primi di febbraio. Quindi non sono andata tanto lontana dal mio proposito iniziale. Sono riuscita inoltre a pubblicare le versioni inglesi dei primi due libri, “Red Desert - Point of No Return” e “Red Desert - People of Mars”, mentre il terzo, “Red Desert - Invisible Enemy”, è tuttora in mano alla proofreader e uscirà il 2 febbraio.
Sto inoltre continuando a lavorare per estendere la mia piattaforma da autrice nel mercato anglofono. Su questo aspetto il prossimo anno sarà particolarmente significativo. Ma ciò che mi fa ben sperare è che i libri sono piaciuti a chi li ha letti finora (che io sappia, almeno).
Tenendo conto di tutto, direi che me la sono cavata, soprattutto se a ciò aggiungo i risultati ottenuti ai quali non stavo neanche puntando.
Eccoli:
- sono stata nominata da Wired tra i 10 migliori self-publisher italiani;
- ho partecipato come relatrice al Salone Internazionale del Libro di Torino (a maggio) e poi alla Frankfurter Buchmesse, la Fiera Internazionale del Libro di Francoforte (a ottobre);
- la raccolta di “ Deserto rosso” è stata per due giorni al primo posto assoluto nella classifica generale del Kindle Store;
- ho ricevuto recensioni lusinghiere su “ Deserto rosso” sia da Wired.it che da Tom’s Hardware, che ha anche recensito “ L’isola di Gaia”;
- quest’ultimo romanzo è stato il libro più venduto nel Kindle Store nei giorni del lancio (nella classifica che conta esclusivamente le vendite nelle 24 ore precedenti) e continua ad andare bene, al di sopra delle aspettative;
- ho partecipato come relatrice ad altri due eventi molto interessanti, uno a Todi lo scorso maggio nell’ambito del Maggio dei Libri, e uno all’Università degli Studi dell’Insubria, lo scorso 17 dicembre, nell’ambito della serie di conferenze tuttora in corso intitolata “Scienza e Fantascienza”.
Tutto questo è stato possibile nonostante l’essere stata sottoposta a un intervento alla mano destra che mi ha tenuto in parte fuori dai giochi per quasi due mesi.
Insomma, non posso che essere soddisfatta.
A questo punto è arrivato il momento di enunciare i propositi per il 2015.
1) Pubblicare “Red Desert - Invisible Enemy” il 2 febbraio (questo è quasi già fatto) e finire di tradurre “Red Desert - Back Home”, per poi pubblicarlo la prossima estate.
2) Completare l’editing e pubblicare il thriller “Affinità d’intenti” entro il prossimo maggio.
3) Scrivere almeno altri due romanzi, uno di fantascienza (titolo provvisorio “Per caso”, sottogenere: space opera) e un thriller (forse “Sindrome”, il seguito de “Il mentore”), e scrivere almeno metà di “Ophir”, terza parte del ciclo dell’Aurora, sfruttando anche le due sessioni del Camp NaNoWriMo (aprile e luglio) e quella canonica del NaNoWriMo (a novembre). Ho intenzione di vincerle tutte e tre. In generale, visto che non intendo cimentarmi in altre traduzioni dei miei stessi libri (per una volta qualcun altro lo farà per me a sue spese!), voglio dedicare buona parte del 2015 alla scrittura.
4) Pubblicare “Per caso” entro la fine di novembre.
5) Leggere almeno 52 libri come nel 2014.
6) Preparare l’outline dei romanzi che scriverò nel 2016, che spazieranno ancora tra fantascienza, thriller e anche un possibile ritorno del fantasy egiziano, e magari qualcos’altro. Chissà!
7) Infine riguardo alle previsioni sulle vendite, mi auguro semplicemente di mantenere il trend in crescita degli ultimi sette mesi sul mercato italiano, quindi di poter contare di nuovo un numero di copie vendute superiore a quello dell’anno precedente. Sempre riguardo alle vendite, ho ottime aspettative sul mercato anglosassone, dove in virtù di alcuni importanti impegni presi lo scorso ottobre, spero di riuscire a fare il salto di qualità.
Che ne pensate?
Il 2015 sarà il mio quarto anno come self-publisher. Il momento di tirare le somme sarà rappresentato dalla fine del quinto, ma il giro di boa è stato superato con ottimi presagi, perciò il prossimo anno sarà cruciale nel dare delle indicazioni importanti su come me la sto cavando in questo difficile mestiere. Non vi nascondo che l’idea di riuscire a vivere della mia attività di autrice si sta trasformando in un obiettivo possibile. Fino a un anno fa non era così, perché ne mancavano i presupposti, ma recentemente questa idea sta iniziando a diventare più realistica, anche se c’è ancora un po’ di strada da fare.
Come sempre va voi, amici, collaboratori e lettori, il ringraziamento per quanto fatto finora. Senza di voi non avrei avuto le motivazioni e gli stimoli che mi hanno portato fino a qui, e so che il vostro sostegno sarà essenziale anche nei prossimi dodici mesi di questo mio viaggio nell’editoria.
Vedremo insieme cosa succederà.
E adesso ditemi un po’ di voi. Avete mantenuto i vostri propositi di quest’anno? E quali risultati intendete raggiungere nel 2015?
E se tutta la tua vita fosse solo un inganno?
Giusto in tempo per Natale, se la ordinate subito, esce l’edizione cartacea de “L’isola di Gaia”.
Il libro, che ha lo stesso formato di quello di “Deserto rosso”, costa solo 11,99 euro e include 400 pagine. È disponibile su Amazon, Giunti e inMondadori.
Il libro include, oltre al romanzo, un’introduzione in cui vi presento l’opera, mentre in appendice è riportata la bibliografia e alcune informazioni sul ciclo dell’Aurora, inclusa una sinossi più lunga, rispetto a quella reperibile sui miei siti, del prossimo volume del ciclo, “Ophir”, la cui uscita è prevista nel 2016.
Vi ricordo inoltre che su Amazon non si pagano le spese di spedizione se si raggiunge la cifra di 19 euro. Potreste, per esempio, acquistare insieme a questo la raccolta di “ Deserto rosso” (la consiglia anche Tom’s Hardware come regalo di Natale!) o il mio thriller “ Il mentore”, oppure un altro libro che costi almeno 7,01 euro per usufruire della spedizione gratuita.
Ed ecco di nuovo la trama de “L’isola di Gaia”:
Nel ventiduesimo secolo le conseguenze di un improvviso evento catastrofico di portata globale avvenuto pochi anni prima ha alterato profondamente le priorità di nazioni e governi e ha dato una grossa spinta verso un maggiore sviluppo tecnologico, con un particolare interesse nei riguardi della conquista dello spazio.
Ma per quanto l’Agenzia Spaziale Internazionale sia in grado di costruire mezzi sempre più sofisticati per andare ben oltre i confini del sistema solare, ciò che impedisce veramente all'umanità di compiere lunghi viaggi verso altri mondi è la sua stessa natura fisica, perfezionata per vivere sulla Terra e inadatta ad affrontare per molti anni le condizioni estreme dello spazio profondo.
Gli scienziati inglesi Gabriel Asbury e sua moglie Elizabeth Caldwell hanno, però, trovato un modo per ovviare a questo problema: migliorare l’Uomo stesso.
Preparatevi per questo nuovo viaggio, ma stavolta non andrete nello spazio. Ad attendervi sarà la città di Hope in Antartide col suo inafferrabile mistero.
Ma non fidatevi troppo dei vostri sensi, poiché tutto ciò che credete di sapere potrebbe essere un inganno!
L'articolo che vi presento oggi è opera di Assunta D'Aquale, autrice, blogger e fotografa. Assunta ci illustra il suo progetto di ricerca che si propone di analizzare il fenomeno del self-publishing e cercare di stabilire quale sarà la sua possibile evoluzione.Durante il corso di questi anni, trascorsi studiando la Comunicazione a vari livelli, mi sono imbattuta nel variegato mondo dei self-publisher, proprio grazie a Rita Carla Francesca Monticelli e al suo primo romanzo della serie di “ Deserto rosso”.
In passato avevo molti pregiudizi nei confronti degli autori che si auto-pubblicano, per le esperienze negative avute su forum e piattaforme dedicate alla scrittura creativa, tuttavia col trascorrere del tempo, oltre a Carla, ho avuto modo di conoscere diversi autori che si dedicano con serietà e impegno a questa attività.
In questo periodo mi sto occupando del self-publishing dal punto di vista della ricerca, e sto lavorando alla stesura di un progetto di tesi che analizza quello che oramai può definirsi un vero e proprio fenomeno culturale.
Ho voluto sperimentare una sorta di osservazione partecipante, una tecnica di ricerca etnografica che prevede la prolungata permanenza dell’osservatore nel gruppo sociale oggetto della ricerca, che gli consente di inserirsi nelle attività svolte per comprendere, mediante un processo di immedesimazione, le motivazioni e quindi i significati che gli attori sociali attribuiscono alle loro azioni.
Questa sorta di immersione nel gruppo mi ha permesso di instaurare un rapporto di interazione personale coinvolgendomi direttamente nella realtà osservata e mi ha consentito di ricostruire dall’interno il mondo simbolico e le dinamiche relazionali del gruppo.
Ho avuto modo di condividere le conoscenze e i saperi messi in comune da ciascun partecipante e di usufruire pienamente di quella che è stata definita da Pierre Levy “intelligenza collettiva” senza la quale questo mio progetto non sarebbe mai stato realizzato.
Il primo risultato ottenuto da tale osservazione è stata proprio la pubblicazione dell’ebook “ Respiri del cuore”, un’antologia di storie, finalizzata a sperimentare concretamente gli strumenti messi a disposizione dell’ autore che decide coraggiosamente di auto-pubblicarsi.
L’avvento del web 2.0 è stato fondamentale, dato che si distingue proprio per la possibilità che viene data all’utente di produrre e diffondere contenuti grazie soprattutto all’avvento dei social network sites, come ad esempio Facebook, Twitter e Instagram.
Con l’impegno e soprattutto attraverso il sapere condiviso, messo a disposizione nelle innumerevoli comunità virtuali di scrittura creativa, un autore indipendente può finalmente realizzare il suo progetto e pubblicare un ottimo testo anche sotto il profilo della qualità.
La seconda parte della ricerca prevede interviste in profondità ad autori e altre figure coinvolte nel fenomeno, quindi operatori del settore, case editrici e le nuove figure professionali emergenti.
In sintesi dunque, il mio progetto è teso all’analisi del self-publishing per evidenziare quali siano gli aspetti positivi e negativi e gli eventuali riflessi nel mondo dell’editoria tradizionale e se esistano quindi delle reali potenzialità per tutti i soggetti coinvolti, siano essi scrittori o editori.
Le domande che mi pongo sono:
Si tratta di una manifestazione culturale che avrà uno sbocco nel mercato editoriale che andrà a modificare gli attuali assetti esistenti?
Sorpasserà in ordine di produzione e vendite l’editoria cartacea tradizionale?
Quale ruolo futuro avrà la figura dell’editore?
Gli scrittori self-publisher che oggi tendono ad assumersi l’onere di diverse competenze, favoriranno la nascita di nuove figure professionali?
Relativamente all’autore ci sono ulteriori tematiche che ritengo sia utile indagare. Mi interessa sapere se le motivazioni che spingono le persone verso la pratica del self-publishing siano in qualche modo correlate a una sfera prettamente utilitaristica o se rientrano anche nella dimensione dell’auto-rappresentazione del sé ovvero alla costruzione dell’identità, virtuale o reale che sia.
Insomma, il mio intento è dunque cercare di comprendere verso quale futuro si dirige il fenomeno, ovvero se è realmente un mezzo che permette di raggiungere un pubblico più vasto o se rimane circoscritto nell’ambito delle piattaforme virtuali trasformandosi in un circuito di comunicazione autoreferenziale. Fino ad ora ho avuto la netta impressione che gli autori tendano a leggersi vicendevolmente e che i lettori esterni siano veramente pochi, d’altronde le statistiche parlano chiaro: in Italia si legge sempre meno!
Alla conclusione di questa ricerca forse sarà possibile tracciare per questo fenomeno un percorso ipotetico e comprendere se sfocerà nel mercato editoriale in maniera significativa andando a modificare gli attuali assetti esistenti e presentarsi dunque come una reale alternativa che tenderà a sovrapporsi, senza conflitti, all’editoria cartacea tradizionale.
ASSUNTA D’AQUALE lavora e studia a Roma, dove al momento frequenta il corso di Laurea specialistica Industria culturale e comunicazione digitale presso La Sapienza.
Pubblica racconti su Caffè Letterario, un blog di scrittura collettiva ed articoli sul web magazine Bay New. Scrive anche sulle piattaforme di Theincipit, Meetale e Wattpad. Gestisce il blog personale Negli occhi e nel cuore, dove pubblica racconti, interviste e articoli di vario genere. Appassionata di fotografia pubblica le sue immagini su Flickr e Pinterest.
Nel 2008 ha pubblicato, attraverso il sito Lulu.com, la prima raccolta di poesie Si Fossi Acqua in seguito convertita in ebook.
Diversi racconti dell’autrice sono stati inseriti nelle antologie edite da Abaluth, e Scrittevolmente.
Nel 2013 un suo racconto è stato pubblicato in una raccolta di storie brevi edito dalla casa editrice Arpeggio Libero.
Nel novembre del 2014 ha pubblicato il suo primo ebook “ Respiri del cuore” sul sito di Amazon.
Oggi vi presento una nuova ospite del mio blog. Autrice, blogger, web designer e illustratrice digitale, Alessia Savi in questo suo articolo ci parla della paura e del suo ruolo nella narrativa.
La paura è uno dei motori narrativi più forti. Basti pensare alla corrente gotica che ne ha fatto lo strumento di esorcismo e sdoganamento di molti miti e pensieri reconditi, di pulsioni represse da una società che non ammetteva colpi di testa.
La paura è un genere: quello horror.
Ma non solo.
Una delle magie della paura è anche quella di attrarre il lettore, di coinvolgerlo e avvinghiarlo in un pas-de-deux che lascia senza fiato. Quando hai paura hai due alternative: combatterla o fuggire. In genere, chi sceglie la seconda opzione non fa mai una bella fine. Per questo la paura va affrontata, sperando di spuntarla e arrivare all’ultima pagina del libro in compagnia del nostro personaggio preferito, vivi.
Noi e lui, felicemente per mano pronti per un finale da favola.
La paura è affabulatrice e ingannevole. Paralizza e muove al contempo. Per questo l’ignoto genera timore e curiosità, in un connubio che fa trattenere il fiato al lettore ma lo costringe a proseguire, cercando di superare lo scoglio di quel terrore sottile e palpabile, di quel battito accelerato al cuore e le mani sudate che stringono il libro. Se sei coraggioso e prosegui, ti immergi nella scoperta ed è ciò che accade anche ai protagonisti di una storia.
Come si costruisce una scoperta che sia credibile e non un abbozzo di incastri per far arrivare il lettore dove desidera l’autore?
Con la documentazione.
Carla è un esempio lampante di come un’attenta ricerca possa rendere credibile un romanzo.
C’è differenza tra realismo e realistico e dobbiamo sempre tenerlo a mente. Un romanzo realistico racconta la realtà così come la conosciamo, senza omissioni e licenze poetiche. Noi dobbiamo puntare a scrivere un romanzo verosimile e credibile, in cui i personaggi si possano muovere in modo coerente all’interno di un background costruito in modo meticoloso.
Una buona documentazione deriva dallo studio. La scrittrice di Inkheart, Cornelia Funke, per la realizzazione del suo romanzo, si è ispirata ai paesi delle Cinque Terre. Dopo essersene innamorata sfogliando guide ed enciclopedie, ha fatto un viaggio in Italia per visitare e toccare con mano quella che sarebbe diventata la base per la sua terra. Oltre a questo, ne ha studiato la botanica caratteristica, la fauna, sino a ricostruire un mondo fantasy che risulta però credibile, coerente con quanto da lei raccontato durante le vicende. Dobbiamo conoscere molto bene il mondo in cui muoviamo i nostri personaggi per evitare di cadere in errori grossolani.
La scoperta – così come la paura che l’accompagna – può far leva su convinzioni ancestrali, timori radicati nell’indole umana dall’alba dei tempi. I dubbi dell’esistenza legati alla vita oltre la morte, i luoghi inesplorati, l’ isolamento e l’ istinto di sopravvivenza sono solo alcuni dei temi che possono far scorrere una scoperta tra le dita del lettore con il cuore in gola. Giocano un ruolo fondamentale, a questo punto, il tempismo con cui questo punto focale arriva all’interno della storia e la bravura dello scrittore nel saperlo riconoscere. La scoperta potrebbe essere l’incipit – come, ad esempio, nel caso del primo romanzo della Saga di Darkover di Marion Zimmer Bradley – oppure potrebbe essere quella dell’assassino sul finale di un giallo di Agatha Christie o, ancora, giocare il ruolo determinante che spezza la narrazione tra il prima e il dopo, diventando così chiave di volta dell’intera vicenda.
Il fascino della scoperta è correlato all’indiscussa curiosità dell’uomo, alla sua voglia di esplorare e a una sete di conoscenza che lo porta a chiedere e ricercare risposte attraverso la paura.
Quante volte ci verrà data una risposta che non volevamo sentire?
Una conferma ai nostri timori o ai nostri dubbi?
Quante volte saremo indecisi se aprire quella porta?
E se non decidessimo di attraversare lo specchio?
La storia, se ci pensate, inizia proprio da qui: dalla curiosità che supera la paura, dal desiderio che muove la mano e genera un’attrattiva sul protagonista e sul lettore.
Quante volte, nelle vostre storie, la scoperta è stata dettata dal richiamo della paura?
E, soprattutto, questo a cosa ha dato vita?
La verità è che la paura genera mostri, ma anche eroi. Questo non dimentichiamolo mai.
ALESSIA SAVI. Nata di Gamelione, nell'anno in cui Tony Montana si prese il mondo e tutto quello che c'era dentro. Figlia degli Anni Ottanta, di una generazione cresciuta a Lady Oscar e Santi d'Atena. Scrive di gente che si ama (tanto), che si odia con altrettanta forza e che in genere muore (male). Quando si salva, ha grosse difficoltà con la vita. Offre in pasto alla realtà personaggi con spiccati problemi esistenziali e concede loro qualche ora d'aria prima di farli rientrare tra righe scritte dal tramonto all'alba.
Di Carla (del 03/12/2014 @ 06:15:02, in Eventi, linkato 3662 volte)
Voglio chiudere adesso questa serie riportando le informazioni che ho raccolto dalle parole di Matthias Matting, ospite insieme a me dell’evento, a proposito del mercato in lingua tedesca.
Ve le propongo di seguito, per comodità, in maniera schematica.
1) Dimensione del mercato. Secondo quanto affermato da Matting, il mercato degli ebook in lingua tedesca è il secondo al mondo dopo quello in lingua inglese, che include cioè tutti i paesi anglofono. In particolare il mercato degli ebook nella sola Germania è il terzo dopo quello degli USA e del Regno Unito. Ciò si riferisce ovviamente alle dimensioni economiche del mercato, che dipende da quanti ebook si vendono effettivamente e dal loro costo, e non al numero di potenziali lettori, che è superiore per lingue parlate da molte più persone nel mondo.
Questo dato va preso con la dovuta cautela, ricordando che comunque tra i due mercati linguistici c’è ovviamente una differenza abissale.
2) Costo della traduzione. Proprio per via delle dimensioni ridotte del bacino linguistico e allo stesso tempo dell’interessante giro d’affari che comunque genera, far tradurre un libro in tedesco può essere relativamente più costoso rispetto a lingue più diffuse come inglese o spagnolo, per le quali esiste maggiore concorrenza tra i traduttori.
3) Copyright sui titoli. In Germania i titoli dei libri sono coperti da copyright, quindi è importante verificare che nessuno abbia già usato lo stesso titolo in lingua tedesca che intendete usare, altrimenti si può andare incontro a problemi legali (e relativi costi).
Chiaramente questa regola dipende dalla situazione. Un titolo molto comune, che probabilmente è stato già usato da molti, non può essere coperto da copyright e quindi può essere utilizzato senza problemi, ma, se esiste solo un libro pubblicato con un certo titolo, allora è meglio sceglierne un uno diverso per il vostro.
4) Prezzo fissato per gli ebook. In Germania la legge impone che gli ebook abbiano lo stesso prezzo in tutti i retailer in cui sono in vendita. Ciò impedisce di fatto di attuare delle promozioni specifiche per un solo retailer, incluse quelle gratuite. Bisogna inoltre stare attenti che eventuali conversioni da altra valuta (come nel caso si usi un distributore come Smashwords in cui si impostano i prezzi in dollari) portino al medesimo prezzo finale.
5) Tolino. Ovviamente anche nel mercato in lingua tedesca il Kindle Store di Amazon è il principale retailer per la vendita degli ebook, ma subito dopo viene Tolino, che si contende una consistente fetta del mercato (30%). Avere il proprio ebook in vendita su Tolino (acquistabile direttamente dal dispositivo) non è però semplicissimo. Tolino fa accordi diretti con editori tradizionali, con alcuni autori ( è possibile chiedere informazioni in merito sul sito dell’ereader) e con specifici distributori di self-publishing (molti di questi prevedono delle tariffe, cioè non sono completamente gratuiti).
6) Prezzo medio più elevato degli ebook. La buona notizia è che il mercato di ebook pubblicati da self-publisher in lingua tedesca ha dei prezzi medi più elevati rispetto a quello italiano, sebbene siano comunque più bassi rispetto al mercato anglofono. In altre parole, i lettori di lingua tedesca non pretendono di acquistare libri di centinaia di pagine a meno di un euro (come succede purtroppo qui in Italia), anzi, tendono a guardare con sospetto i libri troppo economici.
7) Vendere ebook dal proprio sito. Se si risiede in Germania è possibile vendere i propri ebook direttamente (fintanto che sono i propri e non di altre persone) senza dover aprire una partita IVA. A questo proposito però, visti i continui cambiamenti a livello di legislazione europea in ambito IVA, è meglio informarsi con un commercialista locale per verificare le modalità e i limiti di tale vendita diretta e se questa sia ancora possibile (le informazioni che ho si riferiscono all’ottobre 2014).
8) Edizione cartacea. In Germania è diffuso un servizio di print on demand chiamato BoD (Books On Demand), che pare essere migliore come costi, qualità e servizi rispetto a CreateSpace.
9) Distribuzione dell’edizione cartacea tramite un editore tradizionale. Come già avviene spesso negli USA, anche in Germania alcuni self-publisher di successo sono riusciti a stipulare dei contratti di distribuzione della propria opera per quanto riguarda la sola edizione cartacea con grossi editori tradizionali.
Come potete vedere la situazione del mercato in lingua tedesca è abbastanza particolare ed è necessario valutare i pro e i contro prima di decidere se far tradurre il proprio libro.
E con ciò chiudo questa serie di articoli, in cui ho riportato solo una parte di quanto discusso a Francoforte, limitandomi agli argomenti che avrebbero potuto interessare il self-publisher italiano.
Se però siete curiosi di sapere cos’altro è stato detto durante l’evento, potete leggere la serie di articoli che sto pubblicando sul mio blog inglese. Essi sono rivolti ai self-publisher stranieri che potrebbero pensare di far tradurre il loro libro nella nostra lingua, perciò contengono delle mie considerazioni sul mercato italiano e un resoconto della mia esperienza personale maturata dall’inizio del 2012 fino a oggi.
In concomitanza con l’uscita de “ L’isola di Gaia”, avvenuta lo scorso 28 novembre, su Tom’s Hardware è stata pubblicata una bellissima recensione del libro col titolo “ L’isola di Gaia: il futuro come non lo avete mai immaginato”, in cui Elena Re Garbagnati, evitando con cura anticipazioni sulla trama, presenta alcune tematiche del romanzo.
Ringrazio ancora una volta Elena Re Garbagnati per il suo interesse nei confronti del libro, tanto da volerlo leggere in anteprima, e soprattutto per la tempestività con cui ha pubblicato la recensione.
E sempre nello stesso giorno ho avuto la fantastica sorpresa di vedere “ Deserto rosso” citato nella guida ai regali di Natale suggeriti da Tom’s Hardware nella categoria libri fantasy, classici e di fantascienza, accanto a nomi come (solo per citarne alcuni) Adams, Asimov, Dick e Tolkien!
A questo proposito il mio ringraziamento va a Valerio Porcu, che nello stilare questa lista ha incredibilmente pensato di inserire la mia serie marziana.
Infine ringrazio tutte le persone che dopo aver letto questi articoli hanno poi acquistato uno o entrambi i miei libri. Spero che vi divertirete a viaggiare su Marte e in Antartide!
E se tutta la tua vita, tutti i tuoi ricordi, tutto ciò che sei fosse solo un inganno?
Con questo breve slogan vi presento il mio nuovo romanzo di fantascienza, “L’isola di Gaia”, che con un piccolo anticipo rispetto alla data di uscita prestabilita approda nei maggiori retailer di ebook.
Questo romanzo, che è la seconda parte del ciclo dell’Aurora, è ambientato almeno un secolo nel futuro rispetto a noi e ben 35 anni dopo le vicende narrate nella serie di “Deserto rosso”.
La storia si apre in uno scenario quasi alieno, ma allo stesso tempo terrestre, l’Antartide, dove in un luogo chiamato Hope un gruppo di persone vive costantemente sottoposto a un inganno.
Ma le loro vite stanno per cambiare per sempre.
Allontanandosi dalla fantascienza hard della serie marziana e avvicinandosi al cyberpunk, questo romanzo può essere letto indipendentemente da “Deserto rosso”, poiché introduce il ciclo dell’Aurora da una prospettiva diversa, presentando nuovi personaggi e nuove vicende.
Ma chi ha letto “Deserto rosso” distinguerà tanti dettagli familiari e avrà il vantaggio di conoscere dei fatti di cui i protagonisti del romanzo sono del tutto all’oscuro. E, infine, ritroverà qualche vecchia conoscenza, sebbene solo in un breve cameo.
Nel giorno della sua uscita Tom’s Hardware Italy dedica un articolo a “ L’isola di Gaia” ( che potete leggere qui), in cui definisce la sua storia come “ il futuro come non lo avete mai immaginato”.
Se volete conoscere anche voi questo futuro, scoprite “ L’isola di Gaia”, disponibile in ebook su Amazon, Giunti, Kobo, inMondadori, laFeltrinelli, Google Play, iTunes, Nook ( app Win8.1), Tolino (tramite l'ereader) e Smashwords a partire da 3,49 euro.
Ecco la descrizione del libro.
Nel ventiduesimo secolo le conseguenze di un improvviso evento catastrofico di portata globale avvenuto pochi anni prima ha alterato profondamente le priorità di nazioni e governi e ha dato una grossa spinta verso un maggiore sviluppo tecnologico, con un particolare interesse nei riguardi della conquista dello spazio. Ma per quanto l’Agenzia Spaziale Internazionale sia in grado di costruire mezzi sempre più sofisticati per andare ben oltre i confini del sistema solare, ciò che impedisce veramente all’umanità di compiere lunghi viaggi verso altri mondi è la sua stessa natura fisica, perfezionata per vivere sulla Terra e inadatta ad affrontare per molti anni le condizioni estreme dello spazio profondo.
Gli scienziati inglesi Gabriel Asbury e sua moglie Elizabeth Caldwell hanno, però, trovato un modo per ovviare a questo problema: migliorare l’Uomo stesso.
Tra cambiamenti climatici, transumanesimo e tecnologie per l’esplorazione spaziale, visiterete l’isola di Hope e insieme ai protagonisti tenterete di svelare la verità che si cela dietro il suo mistero.
Ma attenti, perché tutto ciò che pensate di sapere potrebbe essere solo un inganno!
Di Carla (del 25/11/2014 @ 22:22:48, in Lettura, linkato 2349 volte)
Finalmente Chase rivela un po’ di sé al lettore
Dopo i mini-racconti delle raccolte di “Cutting Right to the Chase” e l’intrigante novella “Into the Killer Sphere” finalmente arriva il primo vero romanzo che vede Chase Williams come protagonista. Il nostro ex-detective di Scotland Yard preferito si trova a indagare insieme all’amico ispettore Angelo Alunni su due omicidi in quel di Tursenia, che coinvolgono delle giovani promesse olimpiche. I due casi sono separati nel tempo e apparentemente indipendenti l’uno dall’altro, ma alcuni dettagli li collegano, dando luogo a un intricato mistero che metterà ancora una volta alla prova le doti investigative del nostro Chase.
In questo romanzo corposo, la Mattana coniuga il classico giallo britannico, quasi impossibile da risolvere, dove il lettore ha tutto davanti agli occhi ma non è in grado di collegare i fili, con una sottotrama accattivante che getta un po’ di luce sul passato del protagonista. Cosa è accaduto a Chase a Londra? Quale terribile fatto l’ha spinto a lasciare il suo lavoro nella Polizia Metropolitana di Londra per ritirarsi a vivere in un luogo quasi sperduto in Toscana?
Mentre l’investigazione va avanti, impareremo a conoscere meglio Chase e ad affezionarci a lui, e a soffrire un po’ insieme a lui. Il finale è assolutamente perfetto: appaga il lettore e allo stesso tempo lo lascia col desiderio di leggere altro.
La Mattana dimostra in questo romanzo la sua ottima capacità di gestire una trama complessa mantenendo il difficile equilibrio tra lo sviluppo della storia e l’introspezione dei personaggi, che prendono vita, escono dalle pagine del libro e diventano amici del lettore, tanto che questo si ritrova ad attendere con impazienza il momento di tornare a leggere il libro per passare un po’ di tempo con loro.
E, adesso che ho finito di leggerlo, non mi resta che attendere il prossimo della serie, sperando che l’attesa non sia troppo lunga.
Questo libro è in lingua inglese!
Di Carla (del 20/11/2014 @ 06:54:17, in Eventi, linkato 2758 volte)
Poco prima di Natale arriva anche l’ultimo evento dell’anno cui partecipo. È inserito all’interno di una serie di conferenze denominata “ Scienza e fantascienza” e organizzata dall’ Università degli Studi dell’Insubria (Varese) e dal prof. Paolo Musso, nell’ambito dei corsi da lui tenuti di Filosofia della Scienza e Scienza e Fantascienza nei Media e nella Letteratura. Alle conferenze partecipano scrittori (come me), fumettisti e scienziati. Gli eventi sono patrocinati da FantaScientificast, SETI Italia, Sergio Bonelli Editore, UraniaMania e ComicArte.
Il primo evento, “Godzilla e i suoi fratelli: gli alieni nel cinema di fantascienza”, si è tenuto lo scorso 5 novembre e ha visto l’intervento di Antonio Serra, creatore di Nathan Never.
Il secondo evento, “La vita nel cosmo tra scienza e fantascienza”, avrebbe dovuto aver luogo il 14 novembre con l’astronomo Giovanni Bignami e la scrittrice Giovanna Bellon, ma è stato rimandato a data da destinarsi (verrà presto recuperato).
Altri cinque eventi si terranno tra dicembre e gennaio, e tra questi c’è “Come raccontare degli alieni credibili, autopubblicarsi e avere anche successo”, che mi vedrà protagonista mercoledì 17 dicembre nel padiglione Morselli, aula 10 TM, in via Rossi 9 a Varese, a partire dalle 14.30.
Durante questa conferenza parlerò di come ho immaginato la possibilità di una vita aliena a partire dalle mie conoscenze nel campo dell’astrobiologia, di come abbia inserito questa mia idea all’interno della serie di fantascienza “Deserto rosso”. Coglierò l’occasione per parlare di self-publishing e dalle strategie da me messe in atto per raggiungere gli appassionati di questo genere, quasi ignorato dall’editoria tradizionale, e portare la mia serie a un discreto successo.
Gli altri quattro eventi sono:
“Immaginare l’inimmaginabile: gli alieni nei fumetti di fantascienza” con Patrizia Mandanici (Sergio Bonelli Editore, disegnatrice di Nathan Never), il 3 dicembre;
“A caccia di civiltà extraterrestri: il programma SETI” con Stelio Montebugnoli (Responsabile del SETI Italia) e Claudio Maccone (Direttore Tecnico della International Academy of Astronautics), il 10 dicembre;
“Una nuova cosmologia: le scoperte della missione Planck sull’origine dell’universo” con Marco Bersanelli (Università degli Studi di Milano, Responsabile scientifico satellite Planck), il 21 gennaio 2015;
“Una nuova fisica: la scoperta del bosone di Higgs e le sue conseguenze” con Lucio Rossi (Responsabile del progetto Alta Luminosità di LHC, CERN, Ginevra), il 28 gennaio 2015.
Gli eventi sono gratuiti e aperti a tutti.
Se siete nei pressi di Varese, o contate di esserci, il 17 dicembre, vi aspetto per parlare di alieni!
Questa serie di guest post si chiude con un'altra nuova ospite: l'autrice Vanessa Navicelli, che partendo dalla sua esperienza ci spiega cosa significa scrivere per i bambini.“I due anni sono l’inizio della fine”.
Questa è una delle frasi di J. M. Barrie (il papà di Peter Pan) che mi capita di citare più spesso. Dev’essere perché l’ho sempre condivisa.
Fino ai due anni, l’incanto è totale. C’è un candore, una spontaneità assoluta, un tenerissimo stupore di fronte ad ogni singola cosa, un senso del “qui e ora, non esiste altro” che credo rappresentino la vera felicità. L’Illuminazione che manco il più saggio Buddha avrebbe così chiara.
È quel periodo della vita in cui si è se stessi come non succederà mai più. Totalmente privi del desiderio di emulazione, o del desiderio di piacere, di essere “simpatici”, ecc. Un bambino di quell’età può stare anche un’ora a fissarsi un piede e a giocarci, senza preoccuparsi se a te interessa o no. Se tu lo trovi divertente o no.
Fantastico.
Dai due anni in poi, si comincia (lentamente all’inizio, e poi, col passare degli anni, sempre più velocemente) a perdere quello stato di grazia. Fino ad arrivare all’età adulta, quando nella maggior parte di noi, di quel periodo e della sua magia, restano solo vaghe e saltuarie tracce.
Che spreco! Eppure va proprio così…
Sono anche convinta, però, che si può far molto per evitare che la magia che c’è in noi nei primi anni vada perduta. E la narrativa per bambini è senz’altro un mezzo.
Io ho iniziato scrivendo storie per adulti (e lo farò ancora), ma a un certo punto mi sono accorta che, paradossalmente, potevo arrivare più vicina, più diretta anche agli adulti scrivendo storie per bambini.
Gli adulti spesso leggono per o assieme ai bambini (se non lo fanno: male, malissimo! Dovrebbero :) ). E mentre lo fanno, senza accorgersene, hanno le difese abbassate, perché cercano di mettersi ad “altezza di bambino”. Ecco perché diventano più ricettivi.
Un bambino non impara ad amare la lettura da solo. Come per le altre cose, segue l’esempio di chi ha attorno (vi vede spesso felici con un libro in mano? Penserà che è una bella cosa, vorrà provarla!)
Leggete ai bambini quando sono piccoli, da subito. Non importa se non capiranno tutto alla lettera, non deve essere quello il vostro primo obiettivo! Prenderanno confidenza con “l’oggetto libro”, lo assoceranno all’affetto che sentiranno nella vostra voce, e il suono (il potere) delle parole inizierà a mettere radici nei loro pensieri.
Regalate libri a un bambino (e prima possibile), sì. Ma regalategli anche la vostra compagnia. Che sia un momento di condivisione. Vedrete che arriverà presto il tempo in cui vorrà leggere per conto suo (com’è giusto e bello che sia), e questi, assieme, saranno ricordi preziosi.
Quando scrivi per i bambini, ti assumi una responsabilità. Pensi a come farli divertire, a come tener viva la loro attenzione, a usare un linguaggio che sia semplice senza essere banale, ma cerchi anche di trovare il modo per fargli imparare qualcosa (che siano delle parole nuove, o argomenti particolari).
Ad esempio, si può aiutare un bambino ad acquistare consapevolezza di sé, ma in maniera sana, senza che per questo perda la spontaneità. E la creatività. E lo stupore (diosolosa che dono prezioso è, lo stupore!)
[Che il bambino acquisti col tempo consapevolezza è importante. Perché, per quanto i due anni siano meravigliosi, è chiaro che se a dieci anni fosse ancora lì a fissarsi un piede per delle ore… ecco, be’, sarebbe un po’ preoccupante! :) ]
Lasciate che creda in Babbo Natale, nelle fate, negli unicorni, nelle fiabe il più a lungo possibile.
(E anche quando inizierà a pensare che… ehm… non è tanto sicuro che esistano – ! –, lasciate che gli resti il dubbio, in sottofondo – un bel, gioioso dubbio.)
Stabilire una fascia d’età per i libri… sì, certo, si può fare (per il marketing serve). Ma la verità è che è tutto incredibilmente relativo: dipende da un bambino all’altro, dall’interesse che ha già dimostrato o meno per la lettura, da come glielo leggono (se glielo leggono) gli adulti che ha attorno (perché un libro può essere letto in maniera neutra, può essere raccontato con partecipazione, può essere interpretato, quasi recitato cambiando voce a seconda dei personaggi…).
Dipende.
Ho scritto storie anche per bambini di età prescolare, ma il primo libro che ho pubblicato è per bambini della scuola primaria (dai 6 anni), “Un sottomarino in paese” (‘A Submarine in the Village’ nella versione inglese).
Volevo scrivere una storia che mi permettesse di raccontare il valore della pace ai bambini e di ricordarlo agli adulti. Una fiaba illustrata mi è sembrato un ottimo modo per farlo.
Le fiabe hanno un’immediatezza che permette di spiegare in maniera semplice e divertente concetti che voluminosi testi intellettuali impiegherebbero interi capitoli per far comprendere!
Ecco (come già accennavo) uno dei tanti motivi per cui è bello scrivere per i bambini: sai che potresti essere la prima a fargli conoscere un certo argomento, sai che magari i genitori (o gli insegnanti) inizieranno a parlargliene prendendo come spunto quello che hai scritto tu.
E poi io considero davvero un privilegio poter contribuire alla conservazione del mondo magico delle fiabe e dell’infanzia.
Ricordarsi sempre: i bambini sono spugne. Assorbono tutto e senza filtri. Sta a noi adulti cercare di fare in modo che assorbano il Bello. Educarli al Bello dovrebbe essere una delle nostre prime preoccupazioni.
L’adulto che sarà domani dipende in gran parte dal bambino che è oggi.
E il bambino che è oggi è nelle nostre mani…
VANESSA NAVICELLI è nata in provincia di Piacenza, ma da anni vive a Pavia.
È cresciuta coi film neorealisti italiani, con le commedie e i musical americani, coi cartoni animati giapponesi, coi romanzi dell’Ottocento inglese e coi libri di Giovannino Guareschi. (Be’, sì… anche coi suoi genitori.)
Crede nella gentilezza. E nell’umorismo. (Forse è umoristico credere nella gentilezza…)
È stata finalista del Premio Letterario “La Giara”, indetto dalla RAI nel 2012 (rappresentante e vincitrice per la regione Emilia Romagna).
Ha vinto la sezione “Scritture per Ragazzi” dello Scriba Festival di Carlo Lucarelli e vari premi con la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Il Premio Cesare Pavese e il Premio Giovannino Guareschi.
Scrive romanzi per adulti e ragazzi; e storie per bambini.
Quando scrive, cerca di tenere presente quattro cose: la semplicità, l’empatia, l’umorismo, la voglia vera di raccontare una storia.
Da quest’anno (2014) inizia la sua avventura come autrice indipendente, con la fiaba illustrata “ Un sottomarino in paese” (ebook e cartaceo, italiano e inglese).
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