Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carla (del 20/10/2011 @ 00:49:32, in Lettura, linkato 2562 volte)
  Semplice ma con qualche trovata decisamente apprezzabile
Devo ammettere che nell'acquistare questo romanzo mi aspettavo qualcosa di più corposo e sono rimasta delusa dal fatto che ben un terzo del libro era occupato dal racconto "Il kragen", dall'espansione del quale lo stesso romanzo è stato creato. Chiaramente, dopo aver letto il romanzo, non ho avuto voglia di leggere il racconto, ma mi sono limitata a sbirciare qua e là, soprattutto perché rappresentava un'interessante occasione per vedere il lavoro fatto dall'autore a partire dal racconto. In realtà il racconto con le sue 100 pagine non è altro che una novella, suddivisa in capitoli, già quindi un abbozzo di romanzo. Da quanto ho visto, la storia è rimasta la stessa, a parte la scelta di diversi nomi di alcuni personaggi e diverse denominazioni delle caste e di altri elementi. I cambiamento più evidenti, a parte l'ovvio allungamento di alcuni passaggi, sono stati l'inserimento di un personaggio femminile con relativa storia d'amore e un finale più politicamente corretto. Non a caso sono entrambi elementi che fanno vendere. La storia in sé rimane però semplice e sbrigativa come quella di una novella, le cose accadono troppo in fretta, nonostante la lunghezza raddoppiata, ed è questa secondo me la maggiore pecca del romanzo, da cui si sarebbe potuto tirare fuori qualcosa di decisamente più impegnativo. D'altro canto invece ho apprezzato tantissimo certi spunti narrativi e piccoli colpi di scena, che hanno contribuito a rendere divertente questa piccola storia. Mi rendo conto che si tratta di un romanzo degli anni '60 e che il pubblico di adesso, soprattutto quello che legge fantascienza, è sicuramente più smaliziato di quanto non fosse quello di allora, per cui il mio giudizio generale sul romanzo risente soprattutto di ciò. Per quanto tale aspetto mi abbia impedito di godere appieno del romanzo (da qui le tre stelline, alle quali aggiungerei se fosse possibile un'altra mezza, giusto per distinguerlo da altri nella mia libreria), ritengo che al giorno d'oggi sia un ottima lettura soprattutto per i ragazzi, per avvicinarli alla lettura di genere o persino alla lettura in generale.
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Di Carla (del 18/10/2011 @ 22:50:29, in Lettura, linkato 5489 volte)
   Quasi un trattato (fanta)scientifico
Ho affrontato la lettura di questo libro con le immagini del film "Solaris" (tratto dall'omonimo romanzo sempre di Lem) negli occhi, in particolare ricordandone l'estrema lentezza. Per questo motivo mi aspettavo un libro dai ritmi lenti e su questo non sono certo stata smentita, ma "Il pianeta del silenzio" è qualcosa di diverso. La lentezza dell'azione non è fine a se stessa, ma è dovuta alle lunghe digressioni e spiegazioni in cui i personaggi indugiano. Di fronte ad esse la storia passa quasi del tutto in secondo piano. Inizialmente questo ti spiazza, soprattutto quando incontri delle digressioni che niente hanno a che vedere col resto del libro (tipo quando i personaggi raccontano delle storie o leggono un libro), poi entri anche tu nel ritmo e non puoi non apprezzare l'approfondimento fatto dall'autore sulle parti più strettamente scientifiche e antropologiche (anche se riferite ad alieni). L'impressione generale è quella di trovarsi di fronte ad un trattato fantascientifico, a cui l'amante del genere, soprattutto colui che lo scrive oltre che leggerlo, può attingere per ampliare i propri orizzonti e le proprie conoscenze nell'ambito di questo campo. Il libro è, infatti, interessante e nel leggerlo si impara sicuramente tanto. L'azione, come detto, è poca, i personaggi sono appena accennati e talvolta agiscono, prendendo delle decisioni estreme, senza che ciò che fanno abbia veramente senso, come se fosse asservito allo scopo dello scrittore di creare determinate situazioni, che gli permettano di approfondire altri aspetti del suo "trattato". In seguito a tutto ciò alcune parti (soprattutto quelle sulle mille speculazioni riguardo la situazione politica degli alieni) sono a tratti noiose, mentre altre sono estremamente interessati (la parte scientifica). Le poche scene in cui i personaggi effettivamente si muovono sembrano talvolta aggiunte per dovere, come se fossero posticce, ma alcune sono notevoli, in particolare quella del finale. Le ultime pagine ti catturano completamente e, sebbene le cose succedano con lentezza, ti costringono ad andare avanti fino alla fine. Quest'ultima è, a mio parere, perfetta.
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Di Carla (del 17/10/2011 @ 18:18:24, in Lettura, linkato 3355 volte)
    Quanti innocenti sono stati giustiziati?
In questo libro per una volta Grisham abbandona la fiction per raccontarci la storia terribilmente vera di pessimo lavoro della macchina della giustizia statunitense, che ha portato un uomo innocente ad un passo dall'esecuzione sulla base di prove inconsistenti, per il semplice fatto che le autorità volevano trovare un colpevole, uno qualunque. Oltre alla storia di Ron Williamson, che già di per sé pare incredibile, ne vengono raccontate tante altre simili, che sono senza dubbio la punta dell'iceberg. Alla fine della lettura nella tua testa rimane un'unica terribile domanda: quanti altri innocenti sono stati meno fortunati e sono stati giustiziati?
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Di Carla (del 14/10/2011 @ 20:30:10, in Musica, linkato 2106 volte)

Nell'attesa dell'uscita del loro nuovo album "Fallen Empires", prevista per novembre, gli Snow Patrol non stanno proprio fermi un attimo. Dopo il primo singolo "Called Out In The Dark" ecco il nuovo "This Isn't Everything You Are", che verrà pubblicato un giorno prima dell'album (13 novembre), ma che ha già debuttato in radio e da oggi anche in video. Quest'ultimo è stato girato a Buenos Aires qualche settimana fa. Nel frattempo nuove date si aggiungono al loro prossimo tour, oltre che nuove apparizioni. Il 6 novembre saranno infatti ospiti degli MTV EMA 2011, come headliner dell'evento che avrà luogo nel municipio di Belfast e che sarà collegato a quello principale, che si svolgerà all'Odyssey Arena. Inoltre la band ha dato il via al progetto fan video per il brano "Fallen Empires" (un po' come avevano fatto qualche anno fa i Placebo col video della cover "Running Up The Hill"), coinvolgendo direttamente i propri sostenitori nella registrazioni delle varie parti del video, che poi verranno votate dalla stessa community di fan della band. Quelle che otterranno più voti, per ogni singola parte, finiranno nel video ufficiale.
Ed ecco il video di "This Isn't Everything You Are", brano che sembra avere tutte le carte in regola per diventare una hit. Speriamo che ciò si concretizzi anche in Italia e di vederli quindi presto nel nostro paese.
Foto: © 2009 Rita Carla Francesca Monticelli
Di Carla (del 13/10/2011 @ 19:01:29, in Musica, linkato 3309 volte)
Ieri mattina Daniele Groff ha concesso un'intervista a Radio Alcamo Centrale, in cui ha parlato della sua carriera, del tour acustico e dell'uscita del prossimo album. Vi riporto qui la registrazione (grazie a Fabio D'Ambrosio).
Intanto continua il suo tour acustico nei locali di tutta Italia in cui ripropone 13 anni di successi. Dopo il concerto di Campogalliano dello scorso 7 ottobre, Daniele è atteso dai suoi fan a S. Egidio Alla Vibrata il 21 ottobre. Si è inoltre aggiunta una nuova data il 18 novembre al Piccadilly di Chiaravalle (AN).
Ecco il riepilogo delle date: 21 ottobre - Dejavu - S.Egidio Alla Vibrata (Teramo) 18 novembre - Piccadilly - Chiaravalle (AN)
Si tratta in entrambi i casi di concerti in duo acustico.
Informazioni sui locali: Dejavu via V.Veneto, 38/40 Sant'Egidio alla Vibrata Per info: 3283744012 – 3384231576 e infodejavu@tele2.it
Piccadilly c.so Matteotti 131 Chiaravalle Inizio: ore 22. Per info e prenotazioni: tel 07107451498. mail Piccadilly2005@virgilio.it
Se volete iscrivervi alla newsletter potete farlo dal sito ufficiale di Daniele Groff: www.danielegroff.com
Vuoi Daniele Groff nel tuo locale/festival/evento? Il contatto per il tour booking è: booking@danielegroff.com
Di Carla (del 12/10/2011 @ 21:33:00, in Lettura, linkato 2038 volte)
    La fine di un grande viaggio
Recensione originariamente scritta e pubblicata su aNobii il 14 lottobre 2010.
Quest'ultimo capitolo della trilogia del vuoto di Hamilton è, a mio parere, il più bello della saga, non solo perché porta a compimento una grande storia, ma soprattutto perché lo fa sorprendendoti continuamente durante la lettura e cambiando continuamente i punti di riferimento del lettore, che assolutamente non è in grado di anticipare le sue mosse. Qui l'autore dà letteralmente libero sfogo alla propria fantasia senza il minimo timore di apparire eccessivo. E riesce a farlo, rimanendo sempre credibile. Leggere questi tre libri è stato un viaggio fantastico, che mi ha permesso di guardare alla fantascienza con occhi diversi. Lo consiglio a chiunque ami le storie complesse e ben costruite, non soltanto agli amanti del genere.
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Di Carla (del 11/10/2011 @ 22:31:14, in Cinema, linkato 2426 volte)
Sono andata a vederlo con nessuna aspettativa, anzi mi ero detta che se non avessi trovato l'orario giusto, avrei potuto farne anche a meno e aspettare a vederlo su Sky. Devo dire che mi sono dovuta ricredere. La bellezza di questo film prescinde il fatto di voler essere un prequel del famoso "Pianeta delle Scimmie" nelle sue varie incarnazioni. Infatti può essere visto e apprezzato da chiunque, sia che si tratti di un amante della fantascienza e conosca bene questa saga sia che non ne abbia la minima conoscenza. È un bel film oltre ogni aspettativa perché ti prende e ti fa soffrire con il protagonista, che non è umano, ma è come se lo fosse. Ciò che però è ancora più eccezionale è il fatto che si provi pena per ciò che gli accade, poiché sembra talmente reale che nella nostra mente è un vero scimpanzè esistente e non una creazione di computer grafica. Più volte durante la visione mi sono ritrovata a mormorare "poverino", come se si trattasse di un cagnolino o altro animale in difficoltà, per poi rendermi conto che stavo provando empatia per un essere che non esisteva né fisicamente (non era una vera scimmia ma il risultato di fantastici effetti speciali) né idealmente (una vera scimmia non potrebbe essere mai tanto intellingente). Insomma mi ha emozionato come se non si fosse trattato di un film di fantiscienza, ma quasi di una storia vera. Se un film riesce a fare questo con una trama completamente fuori dalla realtà è veramente un bel film. Tanto di cappello. Non solo. Il mio coinvolgimento è stato tale proprio da ripromettermi di non riguardarlo più in seguito, proprio perché in certe parti mi sono immedesimata un po' troppo e in un certo senso mi hanno turbato. Credo che il personaggio di Cesare meriterebbe una sorta di Oscar per personaggi virtuali. Sarebbe proprio l'occasione perché l'Academy ne creasse uno, in modo da premiare la capacità di coloro che l'hanno disegnato di dare luogo ad un personaggio così realistico da sembrare dotato di vita propria. A chi non ha ancora visto questo film posso solo consigliare: vedetelo, ma soprattutto andate a vederlo al cinema.
Foto: © 2011 20th Century Fox
Di Carla (del 10/10/2011 @ 18:41:21, in Lettura, linkato 3502 volte)
   Il favoloso mondo delle class action
In un libro come questo si vede il vero Grisham, che ti affascina semplicemente raccontando il contesto delle sue storie. Alla fine non importa che alcuni eventi salienti non vengano vissuti direttamente dal lettore e magari il romanzo finisca un po' in sordina, poiché ciò che veramente ti cattura è tutto il resto. In questo caso si parla di class action e di come tantissimi avvocati le sfruttino per arricchirsi all'inverosimile, trasformandole in una vera droga e usando metodi non sempre ortodossi per arrivare a guadagnare sempre di più, perdendo spesso il contatto con la realtà. Tutto ciò basta a tenerti incollato alle pagine fino alla fine.
Romanzo consigliatissimo. Meriterebbe più di 4 stelline, ma non ancora le 5, che vedo più adeguate ad alcuni suoi veri capolavori, come "La Giuria".
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Di Carla (del 07/10/2011 @ 05:57:53, in Lettura, linkato 3099 volte)

  Una superba prova di scrittura... ma niente più di questo
È una storia triste, senza speranza, tra il sogno e la follia, fatta di un continuo balzare avanti e indietro nel tempo da parte del protagonista, che ne è la voce narrante. Sicuramente si tratta di una superba prova di scrittura creativa da parte di James Braziel, che guarda caso insegna questa materia all'università. Ma oltre a questo non c'è molto altro da dire. Potrei capire se tutto questo dramma, questa tristezza e follia fosse stata usata per vedere tramite gli occhi di un personaggio una situazione realistica, che potrebbe essere accaduta in un contesto reale. Lo sforzo creativo avrebbe avuto anche un che di meritevole, benché io avrei evitato il libro a priori, perché quando leggo voglio divertirmi non deprimermi. Ma qui si parla di un prossimo futuro post-apocalittico assolutamente improbabile, insomma dramma e tristezza fine a se stessa, allo scopo di deprimere chi legge, tutto il contrario di quello che sembra leggendo la quarta di copertina, che pare volutamente fuorviante (per vendere il libro o forse chi l'ha scritta non l'ha neanche letto). Nel leggere questo romanzo di Braziel si ha la sensazione più che altro che si tratti di una sorta di lungo triste prologo alla storia vera e propria, che però non c'è. Sarà forse nel seguito "Snakeskin Road" pubblicato l'anno dopo e che segue le vicende della moglie del protagonista? Non so se vorrò rischiare e leggere anche questo libro. Di positivo c'è però che il romanzo è abbastanza corto. Alla fine dei conti l'autore non è affatto prolisso e ci racconta con maestria le vicende passate del protagonista, che l'hanno portato fino all'epilogo, in parte preannunciato già dall'inizio. La lettura scorre leggera e il romanzo ti prende, questo non posso negarlo, ma quando compro un romanzo di Urania mi aspetto ben altro.
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Di Carla (del 06/10/2011 @ 05:09:02, in Varie, linkato 2730 volte)
Non sono mai stata una fanatica della Apple, l'unico prodotto che ho è un vecchio iPod Mini di seconda mano, che uso tantissimo e spero di usare ancora per molto. Della Apple per la maggior parte non condividevo la filosofia e i prezzi elevatissimi, a mio parere non giustificati. L'ho sempre considerata roba per chi ha soldi da spendere e che si fa influenzare dalle mode. Da smanettona quale sono ho sempre preferito tutto ciò che potesse essere manipolato, adattato alle mie esigenze e al mio modo di essere, che mi distinguesse dagli altri, ma soprattutto che fosse in primo luogo utile, insomma non dei giocattolini. Nonostante questo non posso negare che la creatura di Steve Jobs abbia fatto storia nell'industria dell'Information Technology, influenzando radicalmente direttamente o indirettamente la vita di moltissime persone, comprese quelle come me che non ne erano particolarmente affascinate. Anche soltanto questo è un motivo sufficiente per sentirsi toccati dalla sua morte. Era sicuramente un genio dei nostri tempi, un visionario che ha avuto il coraggio di portare avanti i propri sogni fino a realizzarli e che come tale resterà nella storia. Un uomo di successo che ha ispirato le ultime generazioni e continuerà a farlo. Ma era allo stesso tempo un uomo come tanti, colpito purtroppo da quella malattia che non guarda in faccia nessuno. Ciao Steve.
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