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Un amore all’altezza: una commedia intelligente
Di Carla (del 14/09/2016 @ 09:30:00, in Cinema, linkato 4190 volte)



Come sarà capitato a molti di voi, ho avuto modo di conoscere per la prima volta la bravura di Jean Dujardin grazie alla sua interpretazione di George Valentin in “The Artist”, che gli è valsa il premio Oscar come miglior attore protagonista nel 2012. L’ho poi rivisto anni dopo in un ruolo drammatico in “French Connection”, altro film che ho apprezzato tantissimo.
In “Un amore all’altezza”, grazie agli effetti speciali, Dujardin si trova a interpretare addirittura il ruolo di una persona affetta da nanismo in una commedia a tratti esilarante che però spinge anche a riflettere.
 
Le sue qualità come attore sono ancora una volta indiscusse ed emergono ancora di più nei ruoli in cui non può sfruttare una delle sue qualità. In “The Artist” si trattava della voce e in questo film invece è la bellezza. Sì, perché Dujardin è indubbiamente un bell’uomo e riesce a mantenere intatto il proprio fascino anche nel ruolo di Alexandre, che raggiunge appena il metro e trentasei centimetri.
 
C’è da dire che gli effetti speciali, pur abbassandolo, non hanno reso in maniera fedele le proporzioni alterate che il nanismo provoca, ma applicando una certa sospensione dell’incredulità il tutto appare abbastanza convincente, soprattutto nelle inquadrature in cui non si vede il suo corpo per intero.
 
Al di là di questi aspetti tecnici, “Un amore all’altezza” è un film davvero carino.
 
 
Be’, i protagonisti sono tutt’altro che dei poveracci. Alexandre è un architetto di grido che vive in una villa con tanto di piscina insieme al figlio sognatore e ambizioso, che per il momento dipende economicamente da lui (ma è destinato al successo). Diane (interpretata dall’attrice belga Virginie Efira) è invece un’avvocatessa proprietaria di uno studio insieme all’ex-marito.
Tutto il contesto in cui si muovono è molto cinematografico: le feste, i vernissage, il paracadutismo (che pare quasi un gioco da ragazzi che potrebbe praticare chiunque), case che sembrano regge, i locali segreti e così via.
 
La distribuzione e i tempi della gag sono assolutamente perfetti, tanto che il film scivola via veloce tra una risata e l’altra.
Alexandre potrebbe essere il classico principe azzurro, affascinante, simpatico, di successo, ma gli mancano almeno quaranta centimetri a raggiungere la perfezione, quaranta centimetri che pesano parecchio.
Nonostante certi aspetti abbastanza volutamente irrealistici della trama, è facile calarsi nei panni di Diane, che pur innamorata di Alexandre, soffre il giudizio degli altri.
Infatti, può essere facile dire che l’amore permette di superare tutti gli ostacoli, ma nella realtà stare al fianco di qualcuno che è diverso crea molti problemi. Ignorarli e fingere che non abbiano un peso non li fa scomparire, ma ciò che questa piccola chicca cinematografica prova a trasmettere è che bisogna essere consapevoli e trovare insieme il modo di affrontarli giorno per giorno, come dovrebbe sempre succedere tra due persone che decidono di condividere la propria vita.
Certo, se poi si è ricchi come i protagonisti di “Un amore all’altezza” è indubbiamente più semplice!
 
Si tratta di un film, in altre parole, che unisce una riflessione non banale e situazioni comiche, rese magnificamente dalla bravura di tutto il cast (non solo dei due protagonisti).
Si esce dalla sala rinfrancati e di buonumore, ma senza aver del tutto spento il cervello per un centinaio di minuti.

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