Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 Quante volte vi è capitato di meravigliarvi davanti a un nuovo oggetto tecnologico? Quante volte avete pensato che sembrava provenire da un film di fantascienza? Esiste un rapporto sottile tra scienza e fantascienza, una relazione che nel tempo ha portato l'una a influenzare l'altra e i cui effetti si vedono particolarmente al giorno d'oggi.
In questa mia prima incursione sul blog di Kipple Officina Libraria, una piccola realtà dell'editoria italiana dedicata ai generi del fantastico, affronto questo argomento, che in realtà è molto più complesso di quanto si possa scrivere in un articolo. La mia intenzione è solo quella di creare dei possibili spunti di discussione e vorrei spingervi a esprimere la vostra opinione. Vi invito perciò ad andare a leggere il mio articolo, "Quando la (fanta)scienza ha la data di scadenza", e a scoprire l'interessante universo letterario di Kipple.it. Ben presto ospiterò anche su questo mio blog alcuni loro articoli e avrò modo di presentarveli come si deve. Buona lettura e non dimenticate di lasciare un vostro commento.
 Oggi ha ufficialmente inizio la mia collaborazione col web magazine Magrathea.it. Questa rivista si occupa di narrativa fantastica, spaziando tra fantasy, fantascienza e horror. Al suo interno si trovano notizie, recensioni e anticipazioni di libri, film, giochi, videogiochi, fumetti e serie TV sempre rientranti nel genere fantastico. Si possono inoltre leggere dei racconti, offerti da vari autori. Esiste infine una sezione che si occupa di editoria digitale. In quest'ultima si inserisce la serie di quattro articoli da me scritti e che compariranno con cadenza settimanale ( ogni mercoledì a partire dalle ore 11), aventi come titolo "Come pubblicare il proprio romanzo in ebook". Si tratta di una guida sintetica, basata sui miei studi e la mia esperienza personale, sull'autopubblicazione digitale, che non vuole essere di certo esaustiva, ma che rappresenta una sorta di punto di partenza per lo scrittore che vuole diventare un autore indipendente. Mi riservo in futuro di integrare il tutto con ulteriori articoli sul mio blog o su Magrathea, introducendo nuovi argomenti e approfondendone altri. È in ogni caso presto per tirare le somme a proposito della mia esperienza, visto che solo da pochi mesi ho iniziato a pubblicare in digitale. Forse fra un anno o poco più avrò gli elementi necessari per farlo. Quando succederà, ho intenzione di riunire tutto questo materiale e altro che aggiungerò in un ebook, che potrebbe tornare utile agli scrittori che volessero cimentarsi con l'autopubblicazione digitale. Nel primo articolo, che è stato pubblicato oggi e che potete leggere cliccando qui, faccio una prima introduzione sulle motivazioni di uno scrittore nella scelta di intraprendere la strada dell'indipendenza, cioè di diventare editore di se stesso, e di come pubblicare in ebook sia l'unica vera strada percorribile per avere i massimi risultati col minimo rischio, anche e soprattutto economico. Affronto inoltre alcuni importanti aspetti che lo scrittore deve considerare prima di pubblicare un proprio romanzo (ma vale anche per un racconto o un saggio), dando dei suggerimento su editing, copertina e descrizione del libro (quella che in cartaceo è definita quarta di copertina), e accennando infine sull'opportunità di produrre un booktrailer. Nel secondo articolo che uscirà fra sette giorni, mi concentrerò sugli aspetti tecnici della preparazione dell'ebook, in particolare la corretta formattazione del file per poter essere utilizzato su alcune piattaforme di vendita. Nel terzo descriverò in dettaglio le modalità di caricamento e messa in vendita dell'ebook su Amazon e in particolare su Smashwords. Infine nell'ultimo suggerirò tutta una serie di tecniche di promozione da utilizzare sia prima che dopo la pubblicazione, in quanto ciò che l'autore indipendente in realtà deve promuovere non è tanto il singolo libro, ma soprattutto se stesso. Vi auguro buona lettura del primo articolo su Magrathea.it e vi consiglio di dare un'occhiata a tutto il web magazine, poiché è sicuramente una fonte di interessanti informazioni per chi si interessa dei generi del fantastico, qualunque sia il mezzo tramite il quale ci viene raccontato.
 Ebbene sì, sono riuscita ad intrufolarmi anche nel primo (e finora unico) podcast italiano dedicato alla fantascienza, ovviamente per parlare del mio "Deserto rosso". Posso dire che è stata un'esperienza davvero divertente, soprattutto grazie ai nuovi amici Omar Serafini e Paolo Bianchi, che mi hanno ospitata nel bel mezzo del finale di stagione di FantaScientificast. Avevo già avuto in passato esperienze come ospite in una radio regionale, quindi non ero totalmente a digiuno riguardo ai meccanisimi di questo tipo di interviste, ma partecipare a un podcast su Skype, dove non ci si può vedere o fare cenni, non è altrettanto semplice. A quanto pare (così mi dicono) me la sono cavata, nonostante non ci fosse proprio nulla di preparato e si sia fatta sentire anche un po' di emozione.
Se non avete avuto modo di ascoltarmi, cliccate qui per accedere al sito del podcast e riprodurre la puntata nel lettore oppure scaricarla. Il tema principale è Dune, ma ad un certo punto si cambia deserto e si arriva su Marte. E qui spunto fuori io. Vale la pena comunque scorrere anche gli altri post e ascoltare anche le altre puntate, quando avete un po' di tempo. Omar e Paolo, come pure tutti gli altri dell'equipaggio e i vari ospiti, sono sempre riusciti a creare un tipo di podcast molto interessante e coinvolgente, anche grazie alla loro simpatia.
Per quest'anno la stagione è finita, ma torneranno dopo l'estate. E forse tornerò anch'io? Chissà! Buon ascolto!
    Storie da vivere, e talvolta vissute
Non sono di certo una grande lettrice di racconti, essenzialmente perché amo le storie complicate ed è raro che qualcosa del genere possa trovarsi in uno scritto breve. Nonostante ciò mi sono cimentata nella lettura di questa raccolta di Giovanni venturi, che include 15 racconti né troppo corti né troppo lunghi. Il tanto giusto da accompagnarti in una piacevole lettura, quando si ha il tempo di rilassarsi un po' e non si vuole affrontare testi troppo impegnativi. È successa però una cosa strana: mi sono ritrovata a leggerli quasi tutti in una volta sola, catturata dallo stile scorrevole e coinvolgente dell'autore, ma soprattutto dalla grande varietà delle storie. Ce n'è davvero per tutto i gusti. Alcuni racconti fanno ridere, altri fanno riflettere, altri ancora sorprendono. La scrittura è fresca e accattivante. Le storie raccontate appaiono vere in ogni loro aspetto, persino quella de "Il lampione", il cui protagonista è appunto un lampione! Punti di vista tra i più vari, emozioni intense, gioie, dolori, nostalgia sono tutti ingredienti di "Deve accadere". Nella lettura si nota che le storie sono frutto di periodi diversi della vita dell'autore, che passa con disinvoltura da temi adolescenziali ad altri ben più maturi. Ognuna di esse, però, ha un'anima distinta e pulsante, che colpisce, qualunque siano età ed esperienze del lettore. Una doverosa nota va fatta a proposito di "23 novembre 1980", che, apprendiamo dalle note del libro, racconta una storia vera, quella del terremoto in Irpinia vissuto e riferito da un bambino, lo stesso Venturi. Qui il coinvolgimento del lettore raggiunge il massimo. La descrizione di fatti così tragici tramite l'innocenza e la fantasia dell'infanzia viene attenuata, trasformandolo verso la fine in uno dei racconti dai toni più positivi dell'intera raccolta. Potrei restare qui a commentare ogni singola storia, ma preferisco non rovinare ai futuri lettori la sorpresa di scoprirle una per una leggendole. Vivamente consigliato.
Deve accadere (formato Kindle) su Amazon.it. Deve accadere (formato Kindle) su Amazon.com.
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su: aNobii: http://www.anobii.com/anakina/books Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
 Continua sul web magazine Magrathea.it la mia serie di articoli dedicati all'auto-pubblicazione digitale. Nell'articolo precedente ho parlato delle motivazioni per diventare un autore indipendente e di alcuni dei passi essenziali da copiere prima di pubblicare: editing, copertina e descrizione del libro. Mi sono inoltre soffermata sull'opportunità di pubblicare un booktrailer.
In questo secondo articolo invece si parla dell'importanza della corretta formattazione di un ebook e del modo migliore per ottenerla, infine della scelta delle piattaforme migliori per pubblicare il proprio libro. Mi concentro in particolare su Amazon Kindle Direct Publishing e Smashwords.
La scelta di parlare di quest'ultima piattaforma, che non è italiana, è dovuta al fatto che è molto semplice da usare (quindi adatta all'autore indipendente alla prima pubblicazione), ha un sistema di conversione automatico da .doc a .epub (quindi non è necessario saper creare un epub) e permette di vendere il proprio libro in tutti i formati ebook esistenti tramite il proprio sito, oltre che distribuirlo semplicemente su Apple, Kobo e altre piattaforme internazionali. L'uso di Smashwords insieme a KDP, permette senza complicarsi la vita di avere il proprio libro sulle due piattaforme di distribuzione più importanti al mondo e anche in Italia: Amazon e iTunes/iBookstore (Apple). Cliccate qui per leggere l'articolo.
A mercoledì prossimo con il terzo articolo!
 E siamo arrivati al terzo della serie di articoli su Magrathea.it dedicati all'auto-pubblicazione digitale.
Nei primi due abbiamo parlato dei passi essenziali da compiere prima di pubblicare: editing, copertina, descrizione del libro (clicca per leggere l'articolo uno), formattazione e dove pubblicare (clicca per leggere l'articolo due).
Questo terzo articolo parla di come in pratica si può pubblicare il proprio ebook e si concentra soprattutto sulla più grande piattaforma di pubblicazione digitale per autori indipendenti, Smashwords, in quanto, a differenza di Amazon, presenta un'interfaccia tutta in inglese e non del tutto intuitiva. Grazie a questo articolo si potrà scoprire il sito di Smashwords e verrete guidati passo passo nelle fasi di impostazione dell'account, di pubblicazione del libro, di assegnazione dell'ISBN, di scelta dei canali di distribuzione e così via. Cliccate qui per leggere l'articolo.
A mercoledì prossimo per l'ultimo articolo della guida!
 Infine eccoci all'ultimo della serie di articoli su Magrathea.it dedicati all' auto-pubblicazione digitale. Questa volta si parla di promozione. Dopo aver preparato il vostro libro, inclusa descrizione e copertina ( leggi l'articolo uno), dopo averlo formattato correttamente e scelta la piattaforma di distribuzione ( leggi l'articolo due) e dopo aver caricato e messo in vendita l'ebook sui vari negozi online ( leggi l'articolo tre), resta un unico problema: come facciamo sapere al mondo che il nostro libro e stato pubblicato?
A questo scopo è necessiario programmare una promozione, che deve iniziare ben prima della pubblicazione stessa. In questo articolo proporrò tutta una serie di suggerimenti per organizzare e portare avanti la promozione delle proprie opere, facendo una distinzione tra quelli da mettere in pratica prima di pubblicare un libro e quelli che invece possono essere utilizzati quando il proprio ebook è già presente negli store. Cliccate qui per leggere l'articolo. Con questo termina la mia breve guida. Spero che vi sia stata utile e vi incoraggio a condividerla con tutti coloro che possano essere interessati all'auto-pubblicazione digitale.
    Un testo indispensabile per qualsiasi scrittore
Ci sono molti libri che parlano di scrittura. Ognuno di loro, a suo modo, può essere utile allo scrittore di fiction (che siano romanzi, novelle o racconti), poiché gli permette di riflettere sulle mille sfaccettature del suo lavoro. Ma c’è un libro in particolare sulla scrittura che credo qualsiasi scrittore debba leggere e consultare tutte le volte che inizia il lavoro di riscrittura. Si tratta proprio di “Self-Editing for Fiction Writers”. Questo libro è una vera e propria guida passo passo che fornisce allo scrittore, qualunque sia la lingua in cui scrive, le basi stesse del processo di editing. In ogni capitolo si affronta un particolare argomento e viene mostrato, tramite brani tratti da scritti più o meno famosi, il modo per individuare i problemi, relativi ad esso, nel proprio testo, in modo da poterli correggere. Per facilitare il lavoro, alla fine di ogni capitolo è riportata una checklist con una serie di domande e punti da controllare prima di andare avanti. Gli argomenti proposti sono: 1) differenza tra raccontare e mostrare; 2) caratterizzazione ed esposizione; 3) punto di vista; 4) come funzionano i dialoghi; 5) voce dei personaggi; 6) monologo interiore; 7) uso dei “beat” nei dialoghi; 8) paragrafazione; 9) ripetizioni; 10) proporzioni; 11) sofisticazioni e infine 12) voce dell’autore. Analizzando i singoli capitoli, non solo si migliora il testo su cui si sta lavorando, ma si capiscono più a fondo i meccanismi della scrittura e di conseguenza si impara a scrivere meglio. Ci vuole pratica, ma questo libro è scritto in maniera talmente chiara che l’assimilazione dei concetti avviene in modo semplice, senza grandi sforzi. Qualcuno potrebbe pensare che un libro del genere non vada bene per un autore che scrive in una lingua diversa dall’inglese, in realtà “Self-Editing for Fiction Writers” si concentra su argomenti universali riguardanti l’editing. E anche laddove fa dei riferimenti specifici alla lingua inglese, per essi esiste sempre (o quasi) il corrispondente italiano (per esempio l’uso degli avverbi in –ly/-mente o dei verbi in –ing/al gerundio). In realtà ciò che mi ha veramente stupito di questo libro è il fatto che non sia mai stato tradotto nella nostra lingua, ma anche in generale che non esista nessun libro in italiano che tratti in maniera così sistematica e lineare l’argomento dell’editing, quasi che si voglia lasciare gli scrittori italiani nell’ignoranza. Fortunatamente non serve una conoscenza esagerata dell’inglese per comprendere questo testo molto semplice. Infine un punto assolutamente in favore è il prezzo contenuto (circa 7 euro la versione Kindle, meno di 9 euro in cartaceo) rispetto ad altri libri simili, ma molto meno utili di questo. Lo consiglio vivamente a tutti gli scrittori, ma in particolare agli autori indipendenti e a tutti coloro che vorrebbero diventare degli editor (e magari anche a chi fa già questo lavoro).
Self-Editing for Fiction Writers (formato Kindle) e Self-Editing for Fiction Writers (cartaceo) su Amazon.it. Self-Editing for Fiction Writers (formato Kindle) su Amazon.com. Questo libro è in lingua inglese!
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su: aNobii: http://www.anobii.com/anakina/books Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
  Originale ed esteticamente bello, ma porta alla distrazione
Romanzo molto particolare. Si tratta del secondo di una serie ambientata in un Egitto alternativo, a metà strada tra l’argomento storico e la fantascienza. In esso si mescolano luoghi e usanze dell’antico Egitto ed elementi fantasy, presi in prestito dalla religione egizia, a tecnologie fantascientifiche e pseudoecologistiche. Ne esce fuori un mondo pieno di contraddizioni e fortemente anacronistico, ma non privo di un certo fascino.
All’autrice, Clelia Farris, si deve riconoscere l’enorme fantasia che, unita a una certa conoscenza della storia e religione egizia, è stata in grado di concepire questo universo dall’indubbia originalità.
Molto particolare è anche il suo stile, fortemente costruito, elaborato, ricco di figure allegoriche, in cui si fa ampio uso di sensi inusuali per descrivere la realtà in cui si muovono i personaggi, cioè olfatto, tatto, perfino gusto. Questa scelta tende a trasmettere un’immagine quasi misteriosa delle scene mostrate.
Dovendo giudicare il romanzo, solo tenendo conto di questi due aspetti, cioè stile e ambientazione, non posso che considerarlo originale, quasi geniale, ed esteticamente molto bello.
Il problema, però, è che un romanzo deve anche raccontare una storia, che sappia emozionare i lettori e tenerli attaccati alle pagine, per sapere come andrà a finire, tanto più che questo libro sembra avere le caratteristiche di un thriller, o addirittura di un vero e proprio poliziesco. Infatti ci sono degli omicidi, c’è una squadra che investiga e alla fine si scopre il colpevole.
Nel leggerlo, però, succede una cosa strana: ci si distrae.
Lo stile bello, ma a volte criptico, non permette di visualizzare le scene e i personaggi, o meglio permette di farlo solo grazie a un certo sforzo da parte del lettore. Il risultato è che più volte mi sono ritrovata a tornare indietro e rileggere, perché semplicemente avevo perso il filo, avevo iniziato a pensare ad altro, perdendo la concentrazione nei riguardi della storia.
In poche parole la storia non riusciva a prendermi.
Ho cercato di capire quali fossero le cause delle mie distrazioni, a parte lo stile, al quale pian piano si finisce per abituarsi e diventa più facile da seguire.
C’è da dire che non ho letto il primo romanzo (“La pesatura dell’anima”), ma non penso che ciò abbia influito, in quanto mi sono documentata su di esso, per comprendere meglio l’ambientazione in cui mi stavo immergendo. Dal punto di vista della trama questo romanzo è indipendente rispetto al precedente, quindi non credo che sia questo il motivo.
Una causa può essere il fatto che io sono un’egittofila, cosa che poi mi ha spinto a leggere il libro, e mi sono trovata più volte a storcere il naso di fronte a certe scelte dell’autrice, come quella di un Egitto in cui il popolo si sia ribellato contro la dinastia, creando un governo rivoluzionario. Una storia del genere, che costituisce il background in cui si muove il romanzo, diverge moltissimo dall’idea che un egittofilo si fa della civiltà egizia (e da cui proviene gran parte del suo fascino), dove i faraoni erano venerati, ma soprattutto amati senza alcun tipo di costrizione, e visti come servi dell’Egitto e non come suoi padroni.
Okay, questo è un romanzo distopico e quindi si può fare quello che si vuole, ma non siamo tutti costretti a farcelo piacere.
Ma il motivo principale delle mie perplessità non è neppure questo. L’impressione generale che ho avuto è di una storia piena di tante di quelle cose, così da distrarre il lettore dalla stessa trama. Ci sono tante scene, belle e poetiche, che però non fanno avanzare la trama, ma la rallentano, la interrompono. Ci sono tanti personaggi, su cui l’autrice si è soffermata parecchio, ma alla fine nessuno di loro, nemmeno la protagonista, riesce a convincermi del tutto. L’(ab)uso dei sensi alternativi e delle figure allegoriche per la descrizione degli ambienti di fatto il più delle volte non permette di “vedere” la scena. Il coinvolgimento di più sensi dovrebbe arricchire questo aspetto, ma non se questo avviene a discapito dei sensi principali: vista e udito. Oppure laddove c’è una vera descrizione oggettiva di un ambiente, essa è talvolta ridotta a un freddo elenco.
Inoltre la parte per così dire poliziesca è un po’ dispersiva. Il cattivo di turno è evanescente, si ha l’impressione che non abbia nessuna importanza. Non si capisce esattamente quale sia il motore della storia: gli omicidi, gli scambi dell’anima o i cambiamenti fatti dalla protagonista nell’ambito sua vita? Forse tutti, ma nessuno di essi sembra mosso da motivazioni credibili.
Alla fine è forse una faccenda di credibilità.
O magari solo di gusti. Voglio inoltre aggiungere un piccolo appunto all’eccessivo uso di terminologie “tecniche”, che insieme ai nomi, spesso difficili da ricordare, spezzano il ritmo del racconto. L’idea di mettere un glossario è buona. Peccato, però, che il suo eventuale uso, spesso poco agevole, non sia altro che un ulteriore fonte di distrazione durante la lettura.
    Divertente e veramente… spaziale
Ho una particolare predilezione per la space opera, soprattutto laddove gli autori mettono grande cura nel creare in maniera dettagliata un universo complesso e credibile. Un libro con viaggi interstellari, situazioni d’azione, personaggi caratterizzati da ironia e coraggio ha già ottime probabilità di piacermi. Se poi la storia è carina ed è ben scritto, allora mi conquista.
Questo è il caso di “Galassia nemica” di Allen Steele, una vecchia conoscenza di questo sottogenere della fantascienza. La sua produzione letteraria comprende un buon numero di libri inseriti nella stessa linea temporale, ma indipendenti l’uno dall’altro, per cui li si può leggere in qualsiasi ordine e, una volta ambientati nel suo universo, ci si muove con disinvoltura concentrandosi quindi sulla trama.
La storia di “Galassia nemica” è avvincente, perché, come succede dei buoni libri, non sai cosa aspettarti dalla pagina successiva e, per questo, continui ad andare avanti. Il protagonista è simpatico, non si prende troppo sul serio e più di una volta ti fa scappare una risata durante la lettura. L’ambientazione, pur essendo fuori della realtà a cui siamo abituati, è comprensibilissima per merito dell’autore, che accosta immagini eccezionali ad altre molto più comuni e nelle quali è possibile riconoscersi. Il ritmo è incalzante e anche la parte tecnologica è molto credibile (nell’ambito della sospensione dell’incredulità).
Insomma, un bel libro.
E per una volta devo dare merito a Urania di averlo pubblicato in Italia.
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