Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carla (del 21/06/2011 @ 20:33:20, in Lettura, linkato 1758 volte)
Ottimo libro
Questo è il secondo libro di Aden Fisher che leggo. È un autore che ho scoperto su MySpace e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. La storia è molto accattivante e ti tiene incollato alle pagine del libro finché non lo finisci. Nonostante si tratti di un genere che non prediligo, perché spesso ripropone gli stessi cliché, ho apprezzato questo libro proprio perché veramente originale. Fisher ha veramente fantasia da vedere. Complimenti.
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Di Carla (del 03/06/2011 @ 18:50:00, in Lettura, linkato 2745 volte)
Storia complessa un po' troppo riassunta
La Kress ha una fantasia galoppante e degli spunti narrativi veramente intriganti, ma leggendo questo libro in più punti ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un bozza di un romanzo più che ad un romanzo vero e proprio. In alcuni passaggi l'autrice sceglie di riassumerci quanto accade senza farcelo vedere, oppure liquida con una frase avvenimenti complicati senza spiegarci come i personaggi abbiano fatto a fare certe cose. In altri casi anticipa quello che poi succederà, eliminando ogni forma di suspense. D'altra parte invece inserisce qua e là riflessioni dei personaggi che dovrebbero caratterizzarli meglio, ma che a mio parere li trasforma in stereotipi, e che dovrebbero spiegare il perché di certe loro azioni, senza però riuscirci. Si ha l'impressione di essere davanti ad una banda di matti dal comportamento incoerente, che seguono dei fili logici che sfuggono completamente al lettore. Forse l'autrice ha voluto mettere nel calderone troppi ingredienti, che per essere ben sfruttati andavano distribuiti almeno in una trilogia. In ogni caso la storia è abbastanza divertente, ma l'escalation di non-sense, che ha inizio a metà del romanzo e culmina in un finale improponibile, m'impedisce di andare oltre la terza stelletta.
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Di Carla (del 01/06/2011 @ 05:41:40, in Musica, linkato 1917 volte)
ARTISTA SELEZIONATO
The Vegabonds
L'estate si avvicina e torniamo a parlare di rock in queste pagine. L'artista del mese è un gruppo americano, fondato nel 2009 in Alabama, dall'unione di due band e due nuovi elementi. La loro musica subisce l'influenza di vari artisti che vanno da Led Zeppelin, ai Pink Floyd, i Gov't Mule, i Kings of Leon fino ai My Morning Jacket. Il loro primo album risale all'estate del 2010, intitolato "Dear Revolution", che ha avuto ottimi riscontri sia a livello regionale che nazionale, ottenendo una recensione anche da parte del Relix Magazine di New York. Nello stesso anno la band ha suonato in oltre 100 concerti in tutto il sud-est statunitense per promuovere il loro album. In questo ambito hanno partecipato ad alcuni show televisivi e radiofonici in Alabama. Nel giugno 2010 hanno partecipato al 2010 Alex City JazzFest insieme a Honey Island Swamp Band e Hill Country Revue. Dopo la pubblicazione dell'album, due brani da esso tratti hanno raggiunto le classifiche International Independent Artist di IAIRA, in particolare "Shaky Hands" ha raggiunto la prima posizione, mentre "The Wanderer" è entrato nella top 100. Nel successivo autunno hanno ottenuto la recensione del CD con una pubblicità a piena pagina sul Relix Magazine, che ha anche inserito uno dei brani nella compilation venduta insieme alla rivista. Nel febbraio 2011 The Vegabonds hanno iniziato la produzione del loro secondo album a Nashville. La band comprende attualmente sei elementi: Daniel Allen (voce solista), Richard Forehand (chitarre/voci), Jamie Hallen (tastiera/organo/voci), Alex Cannon (chitarre/voci), Paul Bruens (basso) e Bryan Harris (batteria).
Per maggiori informazioni e per ascoltare la loro musica, visitate anche: http://www.thevegabonds.com/ http://www.myspace.com/vegabonds http://www.facebook.com/pages/The-Vegabonds/77078941586 http://www.last.fm/music/The+Vegabonds http://www.twitter.com/TheVegabonds http://www.reverbnation.com/thevegabonds http://www.sonicbids.com/TheVegabonds1
Di Carla (del 25/05/2011 @ 18:39:32, in Lettura, linkato 4561 volte)
Fantastica miscela di suspense e humour
Con questo romanzo Andy Brazil è diventato uno dei miei personaggi letterari preferiti. Terzo del filone dedicato a Brazil e a Judy Hammer, "L'isola dei cani" è un gran bel romanzo, che prima di tutto diverte il lettore. Nonostante si tratti sempre e comunque di un thriller, il tono leggero con cui è scritto ti fa spesso sorridere e talvolta ridere di gusto, cosa che difficilmente accade nella serie ben più drammatica dedicata a Kay Scarpetta, la quale però è presente in un piccolo "cameo" anche in questo romanzo, rivelando che i due filoni in realtà si trovano nella stessa linea temporale. Molto interessante è inoltre la parte storica, che ci racconta la colonizzazione dell'attuale Virginia e le storie di pirati ad essa collegate, come pure la descrizione dei bizzarri abitanti di Tangier Island e del loro bizzarro modo di parlare. Mi è inoltre piaciuto particolarmente l'uso del blog (mezzo di comunicazione sul web a me molto caro) da parte del protagonista, che rispecchia l'esplosione di una vera e propria moda nel periodo in cui il romanzo è stato scritto (2001), la quale a suo volta anticipa la nascita degli odierni social network. Sulla trama non voglio dire molto, anche per non togliere la sorpresa a chi deve ancora leggerlo. La quarta di copertina è un po' fuorviante e non rivela affatto il tono con cui è scritto il libro. Non attendetevi il solito thriller drammatico, con tanti morti ed efferati killer. Qualcuno muore e ci sono i cattivi, ma il bello della storia è tutt'altro e senza dubbio ti lascia col sorriso sulle labbra quando arrivi alla fine. Mi chiedo quando la Cornwell ci delizierà di nuovo col prossimo episodio di questa serie.
Unico neo riguarda l'edizione italiana: la Biavasco è decisamente molto avara di congiuntivi!
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Di Carla (del 11/05/2011 @ 02:59:40, in Musica, linkato 3252 volte)
Ciò che ho il piacere di presentarvi oggi è il nuovissimo album, il terzo, del Dirk Blümlein Terzett, intitolato "Fette Beute", che tradotto significa "grasso bottino". Pubblicato lo scorso marzo dalla Rodenstein Records, la stessa etichetta con cui uscì il primo album del trio ("Alles für den Künstler"), sta rapidamente facendo il giro del mondo, grazie soprattutto ad internet, e presto probabilmente lo farà insieme ai musicisti che lo propongono dal vivo: il grande Dirk Blümlein, uno dei più ricercati bassisti tedeschi, Andreas Francke al sassofono contralto e al clarinetto, ed Eckhard Stromer alla batteria. La particolarità di questo trio, che quest'anno festeggia il suo ottavo anniversario, è il fatto stesso che manchi uno strumento di armonia. Tuttavia esso presenta un suono molto particolare. A volte il basso viene in primo piano, e forma insieme alla batteria un piacevole background. Mentre per le belle melodie interviene qui il sassofono o il clarinetto. Il risultato di questa miscela inusuale è un suono morbido, dove rimane un sacco di spazio per l'improvvisazione, ed essa include una energia molto speciale, che questa band riesce abilmente a trasmettere sia tramite i propri CD che soprattutto dal vivo. Lo sanno di certo coloro, come me, che hanno avuto la fortuna di poterli ascoltare qualche anno fa in Italia, al festival di Musicastrada di Montopoli (PI), e coloro che assistono ai loro numerosi concerti in Germania e nel resto dell'Europa. Parlando di questo particolare album con Dirk, egli mi ha confidato che lo considera il migliore che abbiano mai prodotto, anche perché "l'ultimo è sempre il migliore!" "Registrato in due giorni e mixato in cinque giorni. Per questo disco tutto è avvenuto molto facilmente, soprattutto se paragonato al precedente" spiega Dirk. "La composizione è stata portata avanti in due anni. Le prove e la registrazione hanno avuto luogo senza alcun problema, come tutto il resto. Esso contiene i brani che sono nati nella mia mente negli ultimi anni, ad eccezione di due tracce originali di Andreas [Francke], che mi piacciono moltissimo." Parlando di "It's Not The Moon", che era presente anche nell'album precedente, Dirk racconta: "Abbiamo pensato che potevamo farlo meglio e aggiungerlo al nuovo in una versione leggermente differente." E così è stato. "Fette Beute" contiene ben 14 tracce, tra cui una, "La Rossa", ispirata dalla città di Bologna. "Inizialmente volevo scrivere una trilogia su Bologna, con i nomi la rossa, la dotta e la grassa, perciò questo ne è il primo movimento. Forse ce ne sarà un altro nel prossimo album." Di questo brano l'album include anche una versione demo, intitolata "La Rossa Clarinet". "Questo è il demo che abbiamo registrato con il clarinetto di Andreas. Mi piaceva così tanto che ho voluto aggiungerlo all'album. L'abbiamo registrato nel mio soggiorno." L'album è disponibile dalla fine di marzo nei migliori negozi di dischi in Germania e online su Amazon.de, iTunes e CD Baby. È come sempre possibile ascoltare alcuni brani sul profilo MySpace di Dirk. Nel frattempo il trio lo sta già portando in tour in Germania e presto varcherà i confini del proprio Paese per presentarlo nel resto dell'Europa. In questo contesto sarebbero davvero felici di tornare nel nostro Paese.
Link d'interesse: www.dirkie.de www.myspace.com/dirkbluemlein www.anakina.net/dirkie (in italiano)
Contatto per il booking in Italia: booking@anakina.net
Ecco il Dirk Blümlein Terzett al completo insieme ai tre maialini che portano sempre con sé sul palco!
Di Carla (del 10/05/2011 @ 06:00:06, in Lettura, linkato 2553 volte)
Imprevedibile e bizzarro
Che dire di questo romanzo? Sicuramente ti cattura, poiché narra una storia così bizzarra da non darti il minimo riferimento su come si evolverà, cosa che ovviamente aumenta la curiosità del lettore. Sicuramente a tratti è veramente divertente. Molto interessante anche il modo in cui l'autore ha strutturato la storia, inserendo i quattro racconti, uno per ogni elemento (acqua, terra, fuoco, aria). C'è evidentemente un gran lavoro sotto e Coe si è sicuramente divertito a farlo. Ciò che mi ha lasciato perplessa, motivo per cui mi sono fermata a quattro stellette, è la scoperta che il protagonista fa verso la fine, addirittura su suggerimento di un altro personaggio che lo conosce appena. Più che perplessa direi sconcertata. È sicuramente una bella trovata, di quelle che non ti aspetti, ma allo stesso tempo la trovo banale e ripetitiva, perché già usata all'interno della storia, ma soprattutto poco credibile. Il tutto però viene salvato dal colpo di scena finale: la finzione nella finzione che ti permette di sorvolare su molte cose. Ovviamente non entro in dettagli per non rovinare la sorpresa a chi avesse intenzione di leggere questo romanzo.
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Di Carla (del 30/04/2011 @ 04:06:09, in Musica, linkato 1984 volte)
ARTISTA SELEZIONATO
Caroline Jones
Questo mese ci tuffiamo nel pop-country americano con Caroline Jones, cantautrice, chitarrista e produttrice di New York. Questa talentuosa artista ha iniziato la sua preparazione classica grazie ad Andy Anselmo, il fondatore del The Singer's Forum di New York, cantando arie di opere, standard del cabaret e melodie dello spettacolo alla tenera età di nove anni. Sotto la gestione di Tommy Mottola e Chris Apostle, ha iniziato a registrare le sue prime canzoni originali con il produttore Chris Toland agli studi Sony e Avatar di New York, quando era ancora una studentessa. Nel 2008 Caroline ha iniziato i suoi viaggi mensili a Nashville dove ha registrato con numerosi talenti. Attualmente la Jones si esibisce nell'area di New York in importantissimi luoghi quali la Julliard, Madison Square Garden, il New York Comedy Club, Lincoln Center, New World Stages, Bar East, Canisius College, The National Underground, The Bitter End, Space 43, Arlene’s Grocery, The Living Room, Googie’s Lounge, e Bowery Wine Co. Ha anche suonato alla Millennium Music Conference e al Singer/Songwriter of Cape May Festival. La sua musica viene trasmessa da numerose radio indipendenti quali Women of Substance Radio, Radio Crystal Blue, the Real Radio Show, iRadio LA, e New Music Tampa Bay Podcast. Inoltre numerosi magazine hanno parlato di lei, tra cui Black Tie, New York Cool, Skope Magazine “Artists to Watch”, Junior’s Cave “Artist Spotlight” e G3 Magazine “Next”. Il 2010 è stato l'anno in cui Caroline ha raggiunto la finale del Contest RadioBuzzD’s Best Band in the USA e la semifinale della 2010 100% Music Songwriting Competition. Dopo tantissima gavetta, finalmente nel 2011 Caroline ha pubblicato il suo primo album "Fallen Flower", che ora è disponibile su iTunes, eMusic, Thumbplay, Napster, Spotify, Amazon, e Bandcamp.
Per saperne di più vi consiglio di visitare il suo sito interattivo http://www.carolinejones.com dove è possible vedere i suoi video, ascoltare la sua musica, leggere le sue poesie e i suoi testi. Inoltre nella sezione dei concerti Caroline si connette con i suoi fan tramite delle esclusive performance acustiche in livestream. Potete inoltre stare in contatto con lei tramite Tweeter: http://www.twitter.com/carolinedorothy
Altro link per ascoltare la sua musica: http://www.sonicbids.com/CarolineJones
Caroline sta cercando delle opportunità anche in Italia. Volete contattarla per scrivere su di lei o intervistarla o collaborare con lei in qualche modo? Fatelo tramite il suo sito, ma non dimenticate di citare questo articolo.
Di Carla (del 28/04/2011 @ 21:21:01, in Lettura, linkato 5071 volte)
Di Carla (del 13/04/2011 @ 21:27:00, in Lettura, linkato 3699 volte)
In fondo si lascia leggere con piacere
Si tratta senza dubbio di un libro pieno di difetti, a iniziare dalla pretesa di essere un romanzo per adulti, come la stessa Meyer afferma nell'intervista riportata alla fine del volume. C'è poco da fare: non è un libro per adulti. I personaggi principali non saranno adolescenti, a parte uno, ma sono comunque poco più che ventenni e quindi giovanissimi. Il loro comportamento è in ogni caso più coerente con quello dei cosiddetti giovani adulti e non degli adulti in senso assoluto. Lo stesso fatto che il personaggio principale, un'aliena in un corpo umano, indugi nel raccontare le proprie sensazioni fisiche ed emotive fa di lei una metafora dell'adolescenza. La trama ha alcuni punti deboli, che però sono essenziali per portare la storia nella direzione voluta dall'autrice, ma restano comunque delle forzature del tutto improbabili e il lettore se ne rende conto. Un altro grave difetto della trama è il fatto che vi siano solo conflitti interiori, mentre mancano quelli esterni, cioè un po' di azione. In poche parole nella storia succede veramente poco per oltre 600 pagine di romanzo. Quel poco che succede tende a risolversi volta per volta troppo facilmente (ci si chiede come abbiano fatto le anime ad invadere tutto il pianeta se sono così facili da prendere in giro!) prima che venga fuori il problema successivo. Quest'ultimo aspetto crea dei momenti di stanca nella narrazione, in cui si rischia di perdere per strada qualche lettore meno motivato, che potrebbe non sentire la necessità di continuare la lettura. Nonostante tutti questi difetti, ho deciso di dare 4 stelline a questo romanzo. Il motivo è semplice: in un modo o nell'altro sei portato a continuare a leggere, a girare pagina, a leggere il capitolo successivo e lo fai con piacere. Insomma il romanzo assolve il suo scopo: si fa leggere fino alla fine. Sebbene il suo essere eccessivamente melenso ti porti immediatamente a decidere che sarà l'ultimo che leggerai di questa autrice. Sebbene il trucchetto di spezzare l'azione per riprenderla nel capitolo successivo sia solo un mezzuccio per farti andare avanti. Sebbene 600 pagine raccontate in prima persona da un'aliena impaurita e confusa ti facciano pensare che sia stata sprecata una buona idea per un romanzo di fantascienza come si deve. Sebbene leggendo la sopraccitata intervista della Meyer scopri che non solo non si rende conto che ha scritto un romanzo per ragazzini, ma neppure che è a tutti gli effetti un romanzo di fantascienza: dice che lo è formalmente solo perché ci sono gli alieni, mostrando così che non ha la più pallida idea del significato della parola science fiction e del fatto che un genere tanto vasto non parli solo di alieni e tecnologia inventata, ma che tutto questo crei solo l'ambientazione per raccontare delle storie. In questo caso la storia parla d'amore. Infine ho deciso di soprassedere sulla decisione di aggiungere a fine volume delle domande (e che domande!) per i gruppi di lettura (solo gli americani possono fare dei gruppi di lettura su dei libri del genere!) e su quella di mettere una playlist di brani. Capisco perfettamente che quando si scrive si tende a vedere delle scene attraverso la musica che ci piace, ma l'autrice deve capire che l'esperienza della lettura è qualcosa di totalmente diverso ed è specifica di ogni singolo lettore. Io stessa ho provato ad associare alcuni brani alle parti del libro suggerite, ma non riuscivo a vedere alcuna affinità, perché non posso ovviamente vedere un libro allo stesso modo di chi l'ha scritto. Non sarà mica che la Meyer si prende un po' troppo sul serio per una che scrive storie d'amore per adolescenti? Spero si tratti solo di una mossa commerciale del suo editore. Un'altra cosa che spero è che chi farà il film (perché pare proprio che si farà) sia veramente capace, perché la riduzione cinematografica di un romanzo del genere non è possibile a meno di ridisegnare gran parte della trama. Questo perché in letteratura va bene tutto, ma il cinema, con i suoi costi, pretende una storia che funzioni, cinematograficamente parlando.
Aggiornamento del 2015. Anni dopo aver scritto questa recensione ho avuto modo di vedere il film di Andrew Niccol al cinema. Be’, devo dire che purtroppo i tagli e gli adattamenti hanno trasformato questa storia in un film di adolescenti (l’attrice protagonista aveva solo 17 anni all’epoca e ne dimostrava qualcuno in meno) che fanno i grandi, eliminando quel poco di buono che c’era nel romanzo e tirandone fuori una storia affrettata e poco coinvolgente.
L'ospite (Kindle e brossura) su Amazon.it. The Host (Kindle e brossura, inglese) su Amazon.it The Host (tutti i formati, inglese) su Amazon.com.
Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su: aNobii: http://www.anobii.com/anakina/books Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina
Di Carla (del 31/03/2011 @ 21:25:38, in Musica, linkato 1894 volte)
ARTISTA SELEZIONATO
Brian L. Hughes
Questo mese si cambia di nuovo genere e si esplora il folk contemporaneo di Brian L. Hughes, cantautore di Seattle (USA). La sua musica mescola chitarra acustica ed elettrica, tastiere, percussioni e voce, cercando di trasmettere un unico sentimento che scaturisce dalle battaglie sociali che si combattono ogni giorno. I ritmi sincopati e i testi leggeri cercano di aggiustare i rapporti spezzati dalle avversità e di pacificare la negatività con humor e allegria. Nel fare questo ha creato una sua nicchia nel mondo musicale, in cui ha intenzione di continuare il suo viaggio. Cresciuto in una cittadina nello stato di Washington, si è dedicato per tutta la vita alla musica. Adesso sta lavorando al suo nono CD, è un membro votante dei Grammy e i suoi ultimi tre album hanno raggiunto le selezioni preliminari di questi premi nella sezione musica folk contemporanea. Hughes si occupa di tutti gli aspetti della produzione, dalla composizione, alla registrazione, dal missaggio alla pre-programmazione. Si occupa inoltre della creazione delle copertine dei suoi CD, inclusa la fotografia e la grafica. Il suo attuale album s'intitola "Prolific Mingle". È possibile ascoltare la sua musica (e acquistarla) nel suo sito ufficiale, http://www.bhughes.com, dove tra l'altro nella sezione "More Wild Ideas" potete leggere alcune idee di questo artista, che dimostra di avere anche degli interessi di natura scientifica molto particolari. Potete inoltre seguirlo su Facebook, Twitter e MySpace: http://www.facebook.com/pages/Brian-L-Hughes/120191117991435 http://www.myspace.com/brianlhughes http://www.twitter.com/#!/Brian_L_Hughes Si può ovviamente acquistare la sua musica su iTunes e su Amazon (http://www.amazon.com/Brian-L-Hughes/e/B001LI0YYC/ref=ep_artist_tab_glance?_encoding=UTF8&sn=d). Infine vi consiglio di ascoltare la sua radio: http://www.live365.com/stations/bhughes01
Questo artista vorrebbe farsi conoscere anche nel nostro Paese, perciò non esistate a contattarlo (anche tramite me) se volete intervistarlo, scrivere su di lui o magari collaborare con lui in vari modi.
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