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 Luna... di Carla
 

"Tu ami essere un astronauta, fa parte della tua essenza." Deserto rosso - Ritorno a casa

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 15/03/2011 @ 21:08:24, in Lettura, linkato 2520 volte)

More about Vita e miracoli di Tieta d'Agreste


 Lo scherzo è bello quando dura poco

Questo libro però non voleva finire più!
La prosa di Amado è spumeggiante e soprattutto all'inizio mi sono ritrovata a ridere di gusto mentre leggevo, purtroppo a lungo andare questo continuo parlare di donnine pubbliche con annessi e connessi (alcuni dei quali sfociano candidamente in relazioni vagamente incestuose e pedofiliache) diventa a dir poco pesante, soprattutto perché accompagnato da una certa eccessiva lentezza della narrazione che va a insistere sempre sugli stessi temi, che riescono a mettere alla prova anche le mentalità più aperte.
Peccato, perché nell'ultima parte il ritmo accelera e la storia diventa decisamente godibile. Questo però non assolve le centinaia di pagine centrali, che hanno suscitato più di uno sbadiglio.
È un libro che mi sento di consigliare solo a chi ha davvero molto tempo per leggere, poiché le oltre 600 pagine a caratteri microscopici e il notevole numero di personaggi richiedono un notevole impegno e attenzione, senza le quali a volte si rischia di perdere il filo.

 

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Di Carla (del 27/02/2011 @ 04:13:02, in Musica, linkato 2268 volte)

ARTISTA SELEZIONATO

Grown Up

La scelta di questo mese ricade una volta tanto su di un artista italiano. Si tratta del duo fiorentino Grown Up, formato da Filomena  Menna e Paolo Clementi.
Il fatto che siano italiani in realtà pare del tutto accidentale. Ascoltando la loro musica, già dalle prime note sono rimasta colpita dalla grinta della voce di Filomena accompagnata dal caldo suono della chitarra di Paolo e mi sono ritrovata ad accostare il loro sound accattivante, che svaria dal rock-pop fino ad arrivare al blues, ad altri progetti musicali ben più famosi ed internazionali, sebbene senza riuscirci veramente. Forse la loro forza è proprio questa: propongono una musica che "suona" famosa, ma che allo stesso tempo è assolutamente originale.
Il nome dei Grown Up rispecchia ciò che già si intuisce nell'ascoltarli: non sono dei semplici esordienti, bensì degli artisti maturi con una vasta esperienza alle spalle.
Filomena persegue da più di 20 anni la carriera di cantante, nell'ambito di cui ha collaborato a numerosi progetti, che vanno dal folk, blues, soul fino ad arrivare al jazz e grazie ai quali ha avuto la possibilità di esibirsi sia a livello nazionale che internazionale. Oltre a ciò è insegnante di tecnica vocale e membro dell'Associazione Insegnanti di Canto Italiana.
Paolo invece è un polistrumentista che prima di arrivare all'acustico si è cimentato sia nella musica classica che nel rock-blues. Ha collaborato con artisti quali David Byrne, Morgan e Raf ed è anch'egli insegnante, oltre che dedicarsi a registrazioni in studio per i principali cantanti italiani (tra cui Alessandra Amoroso, Fabrizio Moro, Irene Grandi e Laura Pausini).
Questo progetto musicale, che li ha visti lavorare insieme per la prima volta, è invece relativamente giovane, nonostante il nome. I Grown Up infatti nascono nel 2009 con l'incontro dei due a Scandicci, cosa che si rivela subito provvidenziale. Dall'esecuzione di cover famose del repertorio rock-pop femminile sono passati in breve tempo alla creazione di brani inediti, frutto della loro perfetta intesa artistica e dai quali scaturisce ora il loro primo CD, intitolato "Dragons & Flowers".
L'album, che contiene 6 brani originali e 3 cover completamente rivisitate, è interamente acustico, proponendo la voce di Filomena accanto alla chitarra acustica e alla viola di Paolo.
Il titolo del disco nasce direttamente dalla loro musica e ne è in qualche modo il suo stesso emblema. Non è, come spesso capita, il titolo di un brano né ha origine da qualcuno dei testi, bensì da un disegno creato dall'artista Francesco Chiacchio, in cui egli ha rappresentato con un immagine le emozioni che la musica dei Grown Up suscitava in lui durante l'ascolto.
"Dragons & Flowers" adesso si presenta al pubblico italiano attraverso il primo singolo estratto, "Bubbles". Si tratta di un bel brano acoustic-rock, dove Filomena fa pieno sfoggio della potenza e della versatilità della sua voce, accompagnata dal tocco perfetto e coinvolgente di Paolo, in cui si esprime in poco più di tre minuti l'anima e il cuore dei Gronw Up: un piccolo gioiello musicale in grado di conquistare già dal primo ascolto.
Per saperne di più sui Grown Up e ascoltare altri brani, vi invito a visitare i seguenti link, dove potrete anche vedere alcuni video:
http://www.myspace.com/grownupduo
http://www.youtube.com/user/GrownUpDuo
Attualmente i Grown Up sono impegnati in numerose date nell'area di Firenze e Pisa, ma la loro musica merita sicuramente di superare tali confini.


Di seguito vi riporto la scheda di presentazione di "Dragons & Flowers", brano per brano.

Dragons & Flowers, Draghi e Fiori, racchiude esperienze di vita e musica dei Grown Up. Draghi che rappresentano le difficoltà e le delusioni che la vita riserva insieme ai Fiori,  novità e speranze che sbocciano costantemente. Riuscire a tradurre in suono tutte queste “emozioni” ha portato all'essenza del suono, fatto di legno, corde e aria.

If you know Non sempre le scelte fatte nella vita sono dettate dal cuore, spesso si accettano compromessi che alla lunga si pagano. Quando finalmente capisci chi sei in realtà semplicemente sii te stesso, vivi la tua vita e ama.
15 days lullaby Una ninna nanna ispirata dalla calma e dalla dolcezza che si intreccia con la speranza di poter esaudire un desiderio. E anche se non si avvera “.....non rinunciare mai ai tuoi sogni...”
Bubbles Nata da un testo scritto una notte dopo aver passato la serata a tavola con una persona che “parla solo di se senza mai ascoltare gli altri....” e quando provi ad intervenire “ è come soffiare bolle in aria, le guarda l'attimo che durano e poi ricomincia col suo monologo”
Every breath you take Reinterpretazione dei Police, un ossessione che diventa amore.....
Roots E' un pezzo introspettivo e malinconico che lascia immaginare il protagonista seduto su una scogliera con il mare agitato come i sui pensieri, e il suono di una viola lontana che porta con sé l'orgoglio e la gioia di vivere.
Writing a love song Come abbiamo immaginato di scrivere una canzone d'amore!
Pay for it La canzone più cattiva del disco! Quando ti hanno veramente fatto male non vuoi altro se non “fargliela pagare”.
Help Una rielaborazione più blues di una canzone dei Beatles che noi sentiamo molto vicina.
Dirty job E’ veramente uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare… eh sì, magari per tutta la vita.


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Di Carla (del 16/02/2011 @ 19:29:48, in Lettura, linkato 2260 volte)

More about Hannibal Lecter

 
 Il giovane Lecter

Comprato e letto in pochi giorni, prima di vederne la versione cinematografica, quest'ultima (finora) opera di Harris conferma il mio estremo apprezzamento nei confronti di questo autore.
In questo romanzo si fa un balzo indietro nel tempo a scoprire ciò che ha generato il famigerato cannibale. Già nel precedente "Hannibal" l'autore aveva accennato al passato di Lecter, qui invece ci porta a vederlo con i nostri occhi.
In un ambientazione carica di malvagità e orrori, il piccolo Hannibal si trasforma nel giovane mostro vendicatore, dal quale prenderà forma uno dei personaggi più belli e carismatici della letteratura moderna.
Una lettura essenziale per chi, come me, subisce il fascino di questo personaggio. Un'opera che ti cattura e non ti lascia andare, finché non ne avrai letto l'ultima parola.

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Di Carla (del 15/02/2011 @ 19:49:40, in Lettura, linkato 3028 volte)


 In assoluto il mio libro preferito

In questo libro Thomas Harris a mio parere raggiunge davvero il suo apice, facendoci entrare dentro la testa di Hannibal Lecter, nel suo palazzo della memoria, mostrandoci un personaggio che in fondo, se paragonato a tutti gli altri, non è neppure il più cattivo, bensì l'eroe di una storia dove i buoni, quelli veri, non esistono.

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Di Carla (del 14/02/2011 @ 19:42:40, in Lettura, linkato 2494 volte)


 Adrenalina

Ho letto questo libro per curiosità solo dopo che il film vinse l'Oscar nel 1992. Avevo il libro da un paio d'anni, ma non mi ero mai avventurata nella lettura e, a dire la verità, non ero molto interessata neppure al film.
Il fatto che un thriller vincesse un Oscar come miglior film era decisamente insolito e mi ha portato a pensare che si trattasse di una storia eccezionale.
Ricordo ancora quanto mi batteva forte il cuore mentre leggevo la scena clou a casa dell'assassino, di notte seduta sul mio letto. Non credo che nessun altro libro sia mai riuscito a coinvolgermi a tal punto da perdere il contatto con la realtà.

 

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Di Carla (del 13/02/2011 @ 19:52:21, in Lettura, linkato 1769 volte)
More about Red Dragon


 La prima apparizione di un mito

Ho letto questo libro tra l'aver visto "Manhunter - frammenti di un omicidio" e "Red Dragon" (il film). In tutti e tre i casi la storia mi ha appassionato tantissimo.
Sarà perché è davvero una bella storia?
Anche se qui Lecter ha un ruolo marginale, inizia comunque a trasparire il suo carisma, che lo renderà, a mio parere, uno dei personaggi letterari meglio riusciti in assoluto e indubbiamente il mio preferito.

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Di Carla (del 12/02/2011 @ 19:40:54, in Lettura, linkato 2777 volte)


 Opera prima di un grande

Ho iniziato a leggere questo libro nell'estate del 2001, ma poi dopo l'11 settembre non ce l'ho fatta ad andare avanti e l'ho messo da parte.
Harris è così bravo a farti entrare nella mente dei personaggi, in questo caso dei terroristi, che davvero è difficile non farsi coinvolgere.
L'ho ripreso anni dopo e l'ho finito in un baleno.
Sebbene scritto un bel po' di anni fa (1975) già in questo libro ci sono tutti gli elementi che caratterizzano le opere di questo autore e sono stata colpita da quella che chiamo la sindrome Harris (perché nessun altro autore mi fa questo effetto, che invece si è manifestato con tutti i suoi libri): cioè quella strana sindrome per cui sei così preso dal libro che sei costretto a portartelo dietro e leggere anche solo una paginetta nei tempi morti pur di andare avanti e sapere cosa succede dopo.
Fantastico.

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Di Carla (del 11/02/2011 @ 20:38:06, in Lettura, linkato 6777 volte)

More about Il romanzo di Ramses


 Ramses prima di essere faraone

È sempre difficile scrivere un commento su di un'opera di Jacq senza essere ripetitivi. L'autore affronta le storie immortali dei grandi personaggi dell'antico Egitto con un approccio molto simile e allo stesso tempo sempre vincente.
Questo romanzo, primo di una serie di cinque, ci racconta l'adolescenza del giovane Ramses II, forse il più famoso faraone egiziano, mescolando sapientemente fatti storici e personaggi mitologici, entrambi in genere ben noti al lettore, con la finzione della trama da lui creata.
Usando un linguaggio degno del protagonista della sua opera, unisce argomenti vari, quali intrighi di corte, amore, religione, azione, suspense e magia, che come sempre è descritta come qualcosa di reale, allo stesso modo in cui era sentita nella civiltà egizia, dove essa rappresentava un tutt'uno con religione e scienza.
Il risultato è un'opera in cui il lettore si trova così pienamente a suo agio, tanto che non stupisce affatto che si tratti di uno dei maggiori bestseller degli anni '90, che è stato in grado di avvicinare sempre più persone alla conoscenza e lo studio dell'antico Egitto.
E questo è solo il primo capitolo di una lunga storia.

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Di Carla (del 04/02/2011 @ 06:27:18, in Lettura, linkato 2547 volte)

 Bioetica e Star Trek, e poi?

Pur non avendo letto in precedenza alcun romanzo di Sawyer, mi sono avvicinata a questo libro con grande interesse, un po' perché ha scritto "Flashforward", da cui è stata tratta una serie tv che mi è piaciuta particolarmente, e un po' perché in questi mesi ho seguito assiduamente il suo profilo Facebook e mi sono documentata su di lui nel suo sito e nel suo blog. L'immagine che ne ho avuto è stata quella di un professionista della fantascienza, che nelle sue opere tratta argomenti che non possono che suscitare l'interesse di un lettore del genere in questione. Mi sono anche illusa di trovare una trama bella complessa che stimolasse al massimo la mia attenzione, diventendomi.
La trama di per sé si presentava bene e lo stile è quello che ti spinge a continuare a girare pagina per vedere cosa succede dopo. Ma dopo le prime 100 pagine mi sono resa conto che c'era qualcosa che non mi tornava.
All'inizio avevo dato colpa all'edizione, che di pecche ne ha parecchie, e soprattutto alla traduzione, talvolta esageratamente fedele all'originale tanto da dare luogo ad espressioni che di italiano hanno ben poco. Retrotraducendo mentalmente certe frasi, già dalle prime pagine, però mi rendevo conto che probabilmente le stesse frasi nella lingua originale parevano sicuramente meno strane e probabilmente funzionavano. C'è da dire a questo proposito che l'inglese si presta di per sé ad un linguaggio più immediato di quanto non faccia l'italiano. Con questo intendo che un'espressione scarna e immediata può funzionare benissimo nell'inglese scritto, mentre non si può sempre dire altrettanto dell'italiano.
In ogni caso si trattava di problemi minori. Uno stile semplice e di rapida lettura è sicuramente adatto ad un romanzo di fantascienza, in cui altri aspetti fanno la parte del leone.
Il problema sorge quando questi aspetti iniziano a venire meno.
La narrazione è semplice e a tratti accattivamente, l'argomento di sicuro stimola l'immaginazione (il poter ringiovanire e in pratica rivivere da capo la vita da adulto), l'aspetto sentimentale della storia come pure quello (pseudo?) etico probabilmente può attrarre molti lettori, soprattutto quelli che cercano un tipo di romanzo in cui quello (fanta)scientifico non sia necessariamente l'argomento centrale e magari normalmente leggono tutt'altro.
Ma se chi si avvicina a quest'opera è un lettore che legge i romanzi di fantascienza, perché parlano essenzialmente di finzione scientifica, allora c'è il rischio che storca un po' il naso.
I motivi sono tanti e provo ad elencarli man mano che mi vengono in mente.
I più palesi sono l'eccessiva ingombranza di due argomenti nel testo, che tendono a lasciare ben poco spazio ad altro.
Il primo è l'etica o la bioetica. L'autore, soprattutto nella parte centrale, spezza continuamente la già lenta azione, lanciandosi, tramite il dialogo dei protagonisti, in disquisizioni di etica un po' troppo pretenziosa per un romanzo di questo genere. Più di una volta sono stata colta da un certo senso di noia e dal desiderio di passare oltre per tornare all'azione vera e propria. Tutto questo perché se voglio leggere un testo che tratti di bioetica (ammesso che la cosa mi interessi e così non è) non acquisto di certo un romanzo di Urania. Il mio fastidio mi pare quindi assolutamente giustificato.
L'impressione che traggo dalla lettura è quella di un'opera abilmente costruita, buonista e in numerose parti sfacciatamente politically correct. In alcuni casi addirittura tali parti sono aggiunte, magari successivamente, tra parentesi, cosa che è un probabile segno di un intervento editoriale per rendere il prodotto appetibile per un pubblico più vasto, sebbene l'argomento di partenza fosse di per sé potenzialmente controverso.
Il secondo elemento super-ingombrante è Star Trek.
Abbiamo capito che l'autore è fan della saga, questo non significa che debba essere citata di continuo lungo tutto il testo, anche perché non tutti conoscono Star Trek a menadito e possono apprezzare certe cose, sebbene si tratti di fan del genere fantascientifico. Probabilmente i trekker si saranno divertiti nel ritrovare tutte queste citazioni. Io dopo un po' mi sono stufata.
Al di là di questi due aspetti, che, volendo, si possono ignorare (con un po' di sforzo), il problema di fondo è che praticamente non c'è altro.
La trama è staticissima. Quasi tutta la storia si svolge a casa dei protagonisti. Nessuno dei mille possibili intrecci che potevano scaturire della premessa del libro (cioè il ringiovanimento del protagonista maschile) è stato sviluppato.
Il protagonista maschile, Don, che passa dagli 87 ai 25 anni, praticamente non fa nulla oltre che citare Star Trek o altri film/serie fantascientifiche e giocare a Scarabeo. E ovviamente "fottere come un riccio", citando dal libro (stendiamo un velo pietoso sull'uso di un linguaggio così volgare posto candidamente accanto alla pretesa di affrontare seriamente certi temi etici). Questo personaggio pare praticamente non avere alcun altro interesse e non si sa bene come passi il tempo.
Il punto è che il personaggio in sé, per quanto sia quello principalmente seguito dalla storia, appare privo si spessore, insieme a quello della moglie, Sarah, con cui è completamente interscambiabile. I due protagonisti sembrano pensare allo stesso modo, come se non fossero distinti.
Gli altri personaggi sono appena delineati e quello (Leonore) che viene appena un poco più approfondito finisce per ricadere nello stesso personaggio base Don/Sarah.
L'unico che si stacca da questa tendenza è il robot, che a mio parere è il personaggio migliore. Non pare forzato e progettato al tavolino come gli altri, ma spontaneo e realistico. È più umano degli umani, che per un robot forse non è il massimo. E, diciamocelo, è pure il più simpatico.
Nel frattempo la storia si sposta sempre più dalla fantascienza (il messaggio alieno passa in secondo piano) al romanzo sentimentale, degno del peggiore degli harmony. L'azione è lentissima: accade poco o nulla. I pochi avvenimenti iniziano a diventare sempre più fastidiosamente prevedibili e il finale teoricamente lacrimevole è talmente surreale che non riesce neppure in questo intento.
Certamente il libro si lascia leggere senza troppe difficoltà (a parte i due ingombri sopra citati), alla fine, però, hai come l'impressione che l'autore abbia semplicemente fatto bene il suo compitino e niente più di questo.

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Di Carla (del 31/01/2011 @ 23:51:15, in Musica, linkato 1591 volte)

ARTISTA SELEZIONATO

Ahoora

La selezione di questo mese è una indie rock band proveniente dall'Iran, Ahoora, che lo scorso anno ha pubblicato il suo terzo album "Awkward Diary".
La formazione del gruppo risale alla fine del 2001 a Teheran. Le influenze principali che si possono individuare nella loro musica spaziano tra Iced Earth, Iron Maiden, Black Sabbath e molti altri. Il loro primo demo venne registrato nel 2004, con il titolo "The Call of Beneath", per ottenere il permesso da parte del ministero della cultura dell'Iran. Nel 2005 suonarono il loro primo concerto: la prima performance metal cantata in Iran. In quell'occasione la band suonò un set con dei brani degli Iced Earth e un altro con quattro brani inediti, che successivamente sarebbero stati inseriti nel loro album di debutto. Purtroppo però il secondo concerto in programma per il giorno successivo venne annullato.
Nel 2006 venne finalmente pubblicato, nonostante il divieto, il loro primo album intitolato "Ahoora". Sebbene questa pubblicazione può essere considerata come un evento unico per la scena musicale iraniana, il feedback internazionale è stato sempre molto forte, con numerosi articoli positivi comparsi su magazine quali The Metal Observer, Ultimate Metal e Chronicles of Chaos.
Nello stesso anno vennero invitati a partecipare all'Evergreen Music Festival a Washington D.C., ma persero questa occasione a causa delle leggi del loro paese, che non permisero loro il viaggio. Il concerto che avrebbero dovuto fare nel settembre successivo, per supportare l'uscita del loro album, venne annullato dalle autorità, trasformando gli Ahoora in una band proibita. Durante la registrazione del loro secondo album vennero invitati a suonare all'edizione 2007 del famoso Metal Camp, ma ancora una volta non ottennero il permesso di uscire dal paese.
Il secondo album "All in Blood with You" uscì nel settembre 2007, ottenendo numerosi consensi dai media metal e underground (Metal Mayhem, Ultimate Metale, Progressive Rock&Metal). All'inizio del 2008 British Real2Can pubblicò in digitale il primo album della band.
Il terzo album di Ahoora "Awkward Diary" venne scritto durante il 2008 e la band iniziò la registrazione nel 2009. Nell'ottobre di quell'anno pubblicarono il loro primo singolo "Crimson Baby", dedicato a Neda e tutti coloro che sono morti nelle strade di Teheran durante i conflitti del giugno 2009. Venne quindi seguito dal secondo singolo "Closure", che fu un successo nelle web radio e nei podcast.
L'album venne pubblicato da Zirzamin nel marzo del 2010 e ancora una volta ottenne un responso molto positivo dalla critica musicale (Classic Rock Magazine, Rock Pulse).
L'attuale proposito di Ahoora, per poter sopravvivere e continuare, è quello di fissare alcune date fuori dall'Iran.
Mi auguro che questo breve articolo su di loro possa essere di aiuto.

Per sapere di più sugli Ahoora e ascoltare la loro musica, date un'occhiata ai link sotto riportati:
http://www.ahoora-band.com
http://www.myspace.com/ahooraband
http://www.twitter.com/ahooraband
http://www.reverbnation.com/ahoora
http://www.last.fm/music/ahoora
http://www.facebook.com/pages/Ahoora/

 

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