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 Tramonto sull'Isola di San Pietro... di Carla
 

“Mi chiedo cosa si provi a possedere un corpo.”
Ophir. Codice vivente

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 20/08/2013 @ 18:45:55, in Lettura, linkato 2170 volte)

 Lettere dallo spazio
 
È raro imbattersi al giorno d’oggi in un romanzo epistolare, ancora più raro se si tratta di fantascienza. In realtà non me ne viene in mente nessun altro in questo genere. Spinta dalla curiosità, mi sono allora avventurata nella lettura di “Dear Cynthia”.
La storia è quella di un uomo clonato dopo la sua morte, cui sono stati impiantati tutti i ricordi della sua vita precedente, che viaggia a bordo di un’astronave impegnata nell’esplorazione dello spazio. Durante il viaggio, Max scrive al clone di sua moglie, Cynthia, che ha scelto di perseguire un tipo diverso di vita. All’interno di queste lettere, da una parte ricorda il passato del loro matrimonio, mostrando di continuare ad amarla nonostante tutto, dall’altra descrive le vicende a bordo dell’astronave.
L’idea, come ho detto, è di certo originale, il suo sviluppo un po’ meno convincente. La storia è carina, ma dà l’impressione di essere stata scritta col semplice scopo di fornire una lettura leggera, come quella di una lunga novella e non proprio di un romanzo. Infatti la trama non è molto articolata e la struttura epistolare non viene sfruttata al meglio nel catturare l’attenzione del lettore. C’è da dire che è un tipo di struttura narrativa molto difficile da sviluppare in maniera efficace, poiché dà molto risalto ai sentimenti, ma, trattandosi di un romanzo di fantascienza tutt’altro che plausibile, viene difficile immedesimarsi nei panni del protagonista e comprendene a fondo le dinamiche emotive.
Alla fine del libro non ho ancora capito perché Max abbia deciso di intraprendere questo viaggio, per poi sentire sempre più la nostalgia di Cynthia. Né perché i due personaggi, pur volendosi bene, non si siano riuniti. Non che una cosa del genere non sia comprensibile, ma semplicemente l’autore omette di approfondire l’argomento. Allo stesso tempo non è chiaro quale sia l’effettiva destinazione del viaggio. In tutto il libro il protagonista racconta cosa accade a bordo, ma neanche una volta è stata colta l’occasione per mostrare qualcuno dei luoghi che l’astronave stava scoprendo. Possibile che in anni non fosse approdata nei pressi di qualche corpo celeste degno di nota? Mi sembra improbabile che stesse viaggiando a caso. C’erano molti spunti che potevano essere ulteriormente sviluppati e ciò non è stato fatto.
Ciononostante non mi sono affatto pentita di aver letto questo libro e credo che l’autore abbia le potenzialità per produrre degli scritti di ben altro valore.
 
 
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Di Carla (del 17/08/2013 @ 18:10:16, in Lettura, linkato 3605 volte)

 Fantascienza dal passato ma sempre attuale
 
Recentemente mi sto imbattendo in alcuni classici della letteratura fantascientifica davvero interessanti. Ne è un esempio questo del fantomatico Charles Carr, autore di soli due libri, del quale si hanno poche notizie, tanto che c’è chi pensa si tratti di uno pseudonimo. Purtroppo non ho avuto modo di leggere il precedente “I coloni dello spazio”, di cui “Le orribili salamandre” è il sequel, ma ciò non ha inficiato affatto il godimento di quest’ultimo romanzo, anche grazie alla breve introduzione presente in questa edizione.
La storia parla di due gruppi di superstiti della razza umana che vivono nel pianeta Bel, nella fascia avvolta in un perenne crepuscolo. Il primo proviene dall’astronave Colonist, il cui viaggio viene narrato dal romanzo precedente, il secondo è un gruppo di svizzeri, arrivati nel pianeta prima di loro e che hanno sviluppato un modello di società molto rigido.
Sorvolando sugli aspetti un po’ “fantasy”, come il fatto che i personaggi non dormono mai e invecchiano più in fretta o sulla fattibilità di produrre ossigeno in larga scala per rendere l’aria atmosferica respirabile, il romanzo in sé è ben congeniato. La storia, mostrata dal punto di vista del giovane Taylor, che fa parte del gruppo del Colonist, narra dello scontro tra gli umani e una specie aliena, vivente nella parte del pianeta perennemente irradiata dal sole, le salamandre. Da una parte ci vengono descritte le vicissitudini relative alla difesa della colonia umana e al tentativo di combattere e vincere gli alieni, dall’altra si osserva allo scontro tra due società con mentalità opposte, che però riescono a trovare un accordo di fronte al nemico comune. Non manca neppure un piccolo risvolto sentimentale.
Nella sua semplicità, quella che ci si può aspettare da un romanzo di fantascienza del 1955, “Le orribili salamandre” è un libro veramente godibile e avvincente. Il linguaggio è certo un po’ datato, ma non suona affatto obsoleto, sembra anzi quasi più una scelta di stile che un effetto del passare del tempo. Ci sono degli scorci narrativi molto affascinanti.
Ma ciò che sorprende di più è l’originalità della trama, che rimane tale dopo quasi sessant’anni, oltre che il suo sviluppo, che non ha nulla da invidiare a molti romanzi contemporanei.
L’unico elemento che ne tradisce l’età è il modo misurato in cui vengono trattati alcuni aspetti controversi, rendendolo una lettura adatta anche a un pubblico molto giovane. Allo stesso modo lo consiglierei a un lettore poco avvezzo al genere, ma che volesse iniziare a scoprirlo.
Insomma, è davvero un bel libro.
 
Le orribili salamandre (copertina rigida) su Amazon.it.
 
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Di Carla (del 13/08/2013 @ 06:45:02, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2768 volte)

Un anno fa in questo periodo stavo scrivendo la prima stesura di “Abitanti di Marte” e l’idea di finire “Deserto rosso” mi sembrava qualcosa di molto lontano. Ero insieme ai cinque membri delle missione Isis e ne raccontavo le vicissitudini durante la loro permanenza su Marte. Dodici mesi dopo (e con oltre 2100 copie vendute) mi ritrovo a dedicarmi all’editing dell’episodio finale, “Ritorno a casa”, cosa che mi procura un mix di emozioni che vanno dalla soddisfazione alla malinconia.
 
Dopo aver vissuto per oltre un anno e mezzo nella testa di Anna e degli altri personaggi della serie, è stato davvero strano dover scrivere la parola fine alla loro storia. Adesso la sto rivivendo, mentre mi occupo della revisione. So che la rivivrò ancora almeno altre tre volte, ma sarà in maniera quasi passiva, poiché nella mia mente gli eventi sono già accaduti e non cambieranno. Il destino dei personaggi è già segnato, o almeno lo è fino al punto in cui arriva il romanzo.
 
Ritorno a casa” si distingue parecchio dell’episodio precedente. “Nemico invisibile” si svolge nell’arco di pochi giorni e ha un ritmo incalzante, in cui la tensione e l’azione vanno di pari passo con le emozioni dei personaggi. Quest’ultimo episodio, invece, si dipana in un periodo di 26 mesi dall’inizio al penultimo capitolo. Sì, avete letto bene. Anche se poi la parte conclusiva copre il tempo di mezza giornata. È più lungo (oltre 96 mila parole). Prevede un notevole cambio nell’ambientazione principale, benché non si perda mai di vista l’altro pianeta. Ma soprattutto è caratterizzato da un’anima thriller più marcata e ricca di suspense, cosa che accanto all’utilizzo di più punti di vista lo avvicina in un certo senso ad “Abitanti di Marte”, ma allo stesso tempo con il ritorno all’uso di brevi flashback a “Punto di non ritorno”, benché abbiano per protagonista un personaggio diverso da Anna.
 
Ma andiamo per ordine.
La storia si apre con una scena a ridosso del finale, una scena ricca di azione dal punto di vista di Anna, in prima persona e al presente. Poi si torna indietro, a 26 mesi prima, esattamente al punto in cui ci eravamo fermati in “Nemico invisibile”, ma questa volta vedremo cosa è accaduto a Houston. Da qui il romanzo si muove con una serie di balzi temporali in avanti. Troveremo Anna e Hassan impegnati a portare avanti un certo intento, a scontrarsi con una serie di imprevisti e ad affrontarli, utilizzando sistemi non proprio ortodossi.
 
Rispetto a ciò cui siete abituati, tutto sarà capovolto. La distinzione tra buoni e cattivi sarà così sottile da diventare trascurabile. Vi troverete a tifare per l’uno o l’altro personaggio in difficoltà, perdendo forse di vista ciò che dovrebbe essere giusto, per il semplice motivo che non avrà alcuna importanza.
 
Il tutto si svolgerà in un accrescersi di suspense, in cui si alterneranno capitoli più movimentati con altri che prediligono la riflessione e la tensione, fino al precipitare degli eventi che ci riporterà esattamente alla scena con cui si è aperto il romanzo, permettendoci finalmente di comprenderla a fondo.
Parallelamente vedremo delle scene provenienti dai ricordi di un personaggio, che riveleranno degli aspetti che non erano stati del tutto chiariti.
 
Alla fine, quando la parola torna ad Anna, tutti le tessere del puzzle saranno tornate al loro posto e conosceremo la verità sulla storia del nemico invisibile e del suo intento.
A quel punto, che ne sarà della Terra? E di Marte? Riusciranno Anna e Hassan a vincere i loro demoni?
 
Le risposte verranno fornite da una lunga scena ad altissimo tasso di adrenalina. A essa seguirà nel capitolo finale l’epilogo di questa avventura iniziata oltre un anno fa, ma parecchi anni prima per i personaggi che ne sono stati protagonisti. Scopriremo che nessuno può avere tutto ciò che desidera e che il futuro avrà sicuramente altro in serbo per loro, dopo “Deserto rosso”.
 
Il mondo creato in questa serie, infatti, continuerà a esistere nella mente dei lettori e nella mia, e lo ritroveremo, poi, insieme 35 anni dopo ne “L’isola di Gaia” (che uscirà l’anno prossimo) con nuovi protagonisti e nuove avventure, ma un unico filo conduttore.
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Di Carla (del 12/08/2013 @ 00:38:27, in Interviste, linkato 2727 volte)


Anche in estate si continua con il blog tour di "Deserto rosso - Nemico invisibile" che raggiunge la sua sesta tappa (diciottesima in totale per tutta la serie di "Deserto rosso"). Questa volta ho fatto visita al blog dell'autore Alex Coman.

Uno degli argomenti principali di questa intervista è stato Marte. Ho parlato con Alex del mio coinvolgimento con l'associazione Mars Initiative e della mio opinione sulla colonizzazione del pianeta rosso. Abbiamo parlato anche della Terra (non dimentichiamocela), per poi passare a parlare di "Deserto rosso", di Anna Persson, di self-publishing digitale, di autori esordienti, di come sta andando la stesura dell'ultimo episodio della seria "Ritorno a casa" e persino del modo in cui vedo il futuro e di come questo si riflette nelle mie storie. L'intervista ha anche accolto la domanda di un lettore, Diego Luci, sulla scelta di utilizzare Marte come ambientazione del romanzo.

Siete curiosi?
Andate a leggere l'intervista sul blog di Alex Coman facendo clic sull'immagine o su questo link.

Se vi siete persi le tappe precendenti del blog tour di "Deserto rosso", le trovate rispettivamente nella rassegna stampa di "Punto di non ritorno", di "Abitanti di Marte" e di "Nemico invisibile".

Grazie mille ad Alex per la sua ospitalità!
Alla prossima tappa!

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Eccoci alla quarta puntata di "Domande in cerca d'autore", ultima prima della pausa estiva.
Per un autore è normale immedesimarsi nei personaggi, ma in questa serie di risposte raccontiamo cosa faremmo se diventassimo uno dei personaggi del nostro libro.

Se per un attimo ti ritrovassi catapultato dentro la storia che hai creato, che faresti?
Resisteresti all'impulso di intervenire o modificare qualcosa?

La domanda e le risposte sono ospitate nel blog di Germano Dalcielo.

Tra di esse vi è anche la mia risposta relativa a "Deserto rosso".

Siete curiosi?
Allora fate clic qui e leggete anche le risposte degli altri autori. Avrete modo di conoscere qualcosa sulle loro storie e magari scoprirete qualche nuovo libro da leggere.

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Di Carla (del 03/08/2013 @ 06:03:59, in Lettura, linkato 4469 volte)
Più riguardo a L' amante indiano

 
 Un quasi impossibile incontro tra culture

Questo libro viene descritto in maniera un po’ fuorviante ed è stato solo dopo aver letto altre recensioni che ho deciso di leggerlo. Non si tratta affatto del solito romanzo rosa, e non è affatto caratterizzato da un’impronta erotica in senso stretto (nelle scene mostrate i protagonisti non fanno che parlare), è bensì una storia di incontro tra due culture estremamente diverse ambientata oltre novant’anni fa, con tutte le difficoltà che ciò ne consegue.
Isabel è una ricca donna inglese, sposata con un soldato d’istanza in India, che inizia una relazione con un medico indiano, educato in Inghilterra e con forti legami con quel Paese. Il problema principale contro cui cozza la loro storia è quello razziale, non tanto per loro ma quanto per il mondo che li circonda. Le vicende si svolgono durante le fasi finali del dominio britannico in India e offrono uno spaccato poetico e allo stesso tempo spietato di questo Paese e del periodo storico.
La storia d’amore di per sé è molto bella, per quanto si fa difficoltà a credere che nella realtà sia stata possibile una devozione di questo tipo, così incrollabile e priva di tentennamenti, visto le impossibili prove che si trova ad affrontare, ma è forse l’unico aspetto certo in una vicenda piena di elementi incerti, a tratti molto violenti. Lo stile dell’autrice è così coinvolgente da rendere in pieno la drammaticità di certi momenti insieme all’aspetto avventuroso. Un senso di angoscia pervade il lettore man mano che la storia si porta verso la sua parte conclusiva, imponendogli di continuare a leggere. Arrivi a odiare alcuni personaggi, le storie terribili che vengono riferite, non solo quelle dei protagonisti, la stessa India e la stessa Inghilterra.
Una scelta un po’ anomala è quella di porre i dialoghi all’interno del resto del testo. Ciò crea a tratti confusione, ma è un valido espediente che permette alla protagonista, dal cui punto di vista tutta la storia viene raccontata, di riportare fatti ai quali non assiste tramite le parole di altri personaggi e di farlo in modo altrettanto efficace. Si creano infatti quasi degli spostamenti del punto di vista, senza preavviso, che permettono di avere una visione più ampia della storia.
Notevole è inoltre la capacità evocativa delle scene, ricche di metafore potenti capaci di generare nella mente del lettore immagini vive. Si ha quasi l’impressione di sentire gli odori, persino quelli sgradevoli, i suoni, i colori della stessa India, e se ne riceve tutte le sensazioni sia positive che soprattutto negative, legate ad abusi, torture, uccisioni.
Non amo le storie che finiscono male, anzi le odio proprio. Il fatto che venisse catalogato come romanzo rosa mi faceva ben sperare, ma ammetto di aver temuto il peggio al precipitare degli eventi. Per fortuna sono stata smentita, questo però ha lasciato in me il ricordo di una forte emozione che solo i buoni libri riescono a dare: quella di aver vissuto in prima persona la storia.
Voglio fare una piccola citazione a uno dei personaggi più riusciti di questo romanzo: Joseph, il domestico di Isabel. Sebbene si tratti di un comprimario, il suo ruolo è fondamentale e la sua evoluzione, il modo in cui si rivela al lettore, ne fa uno dei personaggi più belli nei quali mi sia mai imbattuta in un libro.
 

Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
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Mentre i lettori vanno in vacanza, noi scrittori continuiamo a lavorare e a girovagare tra i blog dei nostri colleghi. E così siamo giunti alla terza puntata di "Domande in cerca d'autore", in cui raccontiamo il momento in cui è nata l'idea per il nostro libro.

Ricordi il momento preciso in cui è nata l'idea portante della tua storia? Raccontaci il come, il dove, il cosa o il perché.

La domanda e le risposte sono ospitate nel blog di Giulia Beyman.

Ovviamente ho risposto anch'io a proposito di "Deserto rosso".

Siete curiosi?
Allora fate clic qui e leggete anche le risposte degli altri autori. Avrete modo di conoscere qualcosa sulle loro storie e magari scoprirete qualche nuovo libro da leggere.

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Di Carla (del 25/07/2013 @ 19:56:54, in Scrittura & pubblicazione, linkato 4098 volte)


Nella precedente puntata di "Domande in cerca d'autore" ospitata in questo blog abbiamo parlato di personaggi, questa invece si concentra sulle peculiarità di una storia capaci di renderla unica.

Quale aspetto della tua storia ritieni sia particolare rispetto agli altri libri dello stesso genere?

La domanda e le risposte sono ospitate nel blog di Francesco Zampa I Racconti del Maresciallo Maggio.

Siete curiosi di sapere cosa ho risposto a proposito di "Deserto rosso"?
Fate clic qui e cogliete l'occasione di conoscere altri autori, che come me si sono cimentati in questo gioco, e i loro libri.

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Di Carla (del 24/07/2013 @ 02:53:36, in Interviste, linkato 2670 volte)


Ecco una nuova intervista e una nuova tappa del blog tour di "Deserto rosso" (diciasettesima in tutto e quinta di "Deserto rosso - Nemico invisibile"). A ospitarmi è il blog di Bookolico, grazie a Martina Suppo che mi ha fatto questa gradita intervista che verte soprattutto sul self-publishing, anche se ovviamente ho avuto modo di parlare del libro.

Nelle mie risposte ho raccontato quali autori più di tutti influenzano la mia scrittura, del modo in cui svolgo la mia attività di self-publisher, del rapporto con i lettori-utenti, del rapporto con i social media e dei progetti per il mio prossimo futuro.

Siete curiosi?
Andate a leggere l'intervista su Bookolico facendo clic sull'immagine o su questo link.

Se vi siete persi le tappe precendenti del blog tour di "Deserto rosso", le trovate rispettivamente nella rassegna stampa di "Punto di non ritorno", di "Abitanti di Marte" e di "Nemico invisibile".

Grazie mille a Martina per la sua ospitalità!
Alla prossima tappa!

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Di Carla (del 16/07/2013 @ 23:45:12, in Scrittura & pubblicazione, linkato 7330 volte)


Con questo post parte un'iniziativa attraverso i blog di alcuni autori indipendenti italiani (hashtag su Twitter, Facebook e Google+ #indieitaliani), che porranno una domanda specifica ai loro colleghi e riporteranno le loro brevi risposte nel loro blog.
In questo modo voi lettori avrete la possibilità di conoscere degli aspetti inusuali dei loro libri e magare trovare tra questi la vostra prossima lettura.

Siete curiosi? Bene, allora iniziamo!


 Eccovi la domanda che ho deciso di porre ai miei colleghi.

Qual è, secondo te, il personaggio più originale del tuo libro, quello che in qualche modo lo impreziosisce? Descrivilo.

Ed ecco le loro risposte.


Francesco Zampa
"In questo terzo episodio (in realtà è il quinto), oltre l'approfondimento sul protagonista, mi è piaciuta la figura dell'antagonista, il sicario prezzolato e spietato che si contrappone a Maggio fino alla fine. È un personaggio insolito, non solo perché compie delitti a pagamento, (non proprio un mestiere quotidiano!), ma in tutte le sua caratteristiche. Non è sicuramente la persona che ci si aspetterebbe sia un killer, ma quanto conosciamo le persone che incontriamo ogni giorno? Chi ha mai conosciuto un assassino? Siamo tutti tipi comuni nell'immaginario degli altri, finché la nostra anormalità non viene rivelata. Non ho detto fino a quale fine? Non lo posso proprio dire!"
Gioco pericoloso, Maresciallo Maggio!


Giovanni Venturi
"Diego. È un personaggio nato a libro avanzato, inizialmente non era previsto, ma mi ha permesso di condurre la narrazione in una certa direzione di mistero, di aprire ulteriormente il tema del libro, ma con cautela, di giocarci, portando il lettore, assieme al protagonista Andrea, dritto al cuore del momento di massimo impatto emotivo della seconda parte del romanzo. A volte le rivelazioni arrivano in maniera inattesa proprio da chi meno te lo aspetti.
Diego e Andrea si conoscono per caso e pian piano diventano buoni amici, finché accade qualcosa che sconvolge il mondo perfetto e ideale di Andrea."
Le parole confondono


Germano Dalcielo
"A rendere una storia originale e diversa dal solito potrebbe contribuire un personaggio fuori dagli schemi, o addirittura non inquadrabile nelle sequenze di Propp: ebbene, il vero eroe de "Il Peccatore (Il discepolo ombra)" non poteva che essere un sicario insolito, che a tutto può far pensare tranne che alla fisicità di un soldato/mercenario vero e proprio. Ferruccio ha 65 anni, ha un principio di gobba e soffre di meteorismo. Eppure si rivelerà uno strenuo difensore dell'organizzazione che lo ha assunto, abbracciandone la causa con fedeltà incondizionata e obbedienza cieca.
È un camaleonte, un attore nato, un trasformista: il miglior talento possibile che un committente possa desiderare nell'assoldare un sicario."
Il peccatore (il discepolo ombra)


Isabel Giustiniani
"La particolarità della vicenda narrata nel mio libro risiede proprio nell'atipicità del suo personaggio principale. Esso infatti non è una persona bensì un oggetto dotato di coscienza. Questo escamotage consente una visione dei fatti da un punto di vista nettamente diverso: immerso nella storia ma al contempo distaccato, protagonista e spettatore, l'oggetto passando di mano in mano sposta il focus delle vicende attorno alle persone che incontra nel suo “cammino”. Un personaggio dai mille nomi e nessun nome, in un racconto che si compone come un mosaico tra le mani dei protagonisti della storia (e della Storia)."
File JE60754


Giulia Beyman
"Ho qui la mia Nora che già mi guarda di traverso, ma non potrei non rispondere che è proprio lei il mio personaggio più originale. E non solo perché è la protagonista di tutta la serie.
Nora ama le case (non a caso fa l'agente immobiliare), la sua famiglia, la cucina italiana e il giardinaggio. È una donna sensibile e onesta. E 'nel mezzo del cammin' di sua vita si ritrova davvero in una 'selva oscura'. Perché una serie di accadimenti che racconto nel primo libro della serie la portano a scoprire risorse che non credeva di avere e a rivedere i confini tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
La sua originalità? Attraverso le lettere del gioco dello Scarabeo si accorge di poter comunicare con suo marito morto da poco. E piano piano, per risolvere i misteri in cui si ritrova coinvolta, scopre il potere dei segni e dei sogni. Non da poco, no?"
Prima di dire addio


Pierluigi Di Cosimo
"Due nomi un solo uomo, Mr. X o Roberto? Il protagonista, che assume durante il suo percorso nella storia identità diverse, passa da freddo e spietato killer a uomo fragile ed innamorato. Attraverso l’evoluzione del protagonista, a cui sono stati portati via l’infanzia e l’amore, si intrecciano storie e avventure che lo porteranno in mondi a lui e a tutti noi sconosciuti, in spirali di violenza, atrocità ed erotismo. Insomma frammenti di un uomo spinto alla freddezza da un lavoro che non perdona, e che una donna riuscirà a ricomporre anche se ad un prezzo troppo elevato."
I rotoli dell'immortalità


Noemi Gastaldi
"Fino a prima di pubblicare ti avrei risposto che la mia protagonista, Lucilla, è il personaggio più originale: lei è un'eroina piuttosto atipica per un romanzo di genere fantasy.
In realtà, vedo che il personaggio che più ha colpito i lettori è Fantasy, una bellissima ragazza dall'aspetto etereo che è riuscita a far innamorare la protagonista... e i lettori.
Fantasy ha un nome “particolare”, che in realtà non è il nome con cui è nata, ma è quello che si è scelta, nel momento in cui una persona a lei cara ha iniziato ad accusarla di non esistere, di essere “solo Fantasia”. Mi sono accorta solo tramite recensioni e commenti delle potenzialità di Fantasy, che è stata definita “un perfetto principe azzurro al femminile”."
Il tocco degli Spiriti Antichi (Oltre i confini)


J. Shoulderblade (Giuseppe Scapola)
"C’è un personaggio, che appare alla fine del libro, che permette la chiusura del cerchio impossibile del mio racconto: è questo il personaggio più incredibile che abbia fatto mai muovere. Non ha nemmeno un nome. Eppure è il personaggio che permetterà, forse, al protagonista di capire cosa si nasconde dietro il mistero racchiuso nei dieci capitoli che compongono Sine Die. Tratteggiato in poche righe, la sua comparsa, descritta negli ultimi capitoli, farà fermare il lettore, poggiare l’ebook reader e chiedersi se quello che ha appena letto è vero."
Sine Die


 

 

 

 

La prossima puntata di "Domande in cerca d'autore" sarà presto ospitata nel blog di Francesco Zampa, I Racconti del Maresciallo Maggio.

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