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 Lago di Ledro... di Carla
 

"Qui si parla di andare su Marte. Vivere su Marte!" Deserto rosso - Punto di non ritorno

 

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 15/08/2011 @ 07:05:34, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3546 volte)

Nella fantascienza e nella fantasy ci sono spesso degli elementi, che vengono introdotti nella storia senza particolari spiegazioni, che si tratti di qualcosa di soprannaturale o di ipertecnologico poco importa. Agli occhi di chi legge o di chi guarda un film è in ogni caso "magia". Le persone tendono spesso ad accettarla così com'è, senza farsi domande, grazie alla sospensione dell'incredulità, su cui si basa la finzione in generale.
È quindi opportuno spiegare questa magia o è meglio lasciare che venga acquisita così com'è?
Leggevo qualche giorno fa un articolo sull'argomento nel blog dell'editor Jason Black sui tipici errori degli scrittori, che mettono in evidenza la loro mancanza di esperienza nel raccontare delle storie. Se siete curiosi, l'articolo a cui faccio riferimento in particolare è questo.
Secondo Black non si dovrebbe mai spiegare la magia. L'esempio classico che fa è quello di "Star Wars: La Minaccia Fantasma", dove la Forza viene spiegata scientificamente (si fa per dire) con la teoria dei midichlorian.
Pressoché tutti i fan della saga sono d'accordo nel dire che questa spiegazione rovina la visione "mistica" che finora avevano avuto della Forza, grazie alla semplice spiegazione di Obi-Wan Kenobi in "Guerre Stellari", dove il personaggio dice che cos'è e insegna a Luke ad usarla, ma non dice come funziona. Questo perché era semplicemente superfluo. Noi tutti l'accettavamo così com'era, una sorta di potere sovrannaturale perfettamente credibile in una galassia lontana lontana.
Ovviamente anch'io non posso che essere d'accordo con Black su questo punto.
Ma c'è un "ma".
Star Wars è sì fantascienza, nel dettaglio space opera, ma nella vecchia trilogia presenta una notevole componente fantasy, dovuta sia alla Forza, che appare come un superpotere, che alla scelta di personaggi e armi che ricordano un contesto quasi medievale (cavalieri Jedi, spade laser, lord, imperatori, principesse ecc..). Si tratta, cioè, dello stesso tipo di elementi fortemente utilizzati nel cinema e nella letteratura fantasy classica. Questo suo essere un po' "crossover" tra i generi è forse uno motivi per cui questa saga ha avuto tanta presa nel pubblico sin dall'inizio. Pur essendo ambientata in una galassia lontana lontana, era piena di elementi facilmente riconoscibili.
Nel momento in cui ne "La Minaccia Fantasma" viene data una spiegazione scientifica della Forza, ecco che la magia viene meno e ci troviamo a storcere il naso. Questo perché si passa inaspettatamente da una fantascienza/fantasy ad una fantascienza pura e semplice.
Ed è proprio questo il punto a causa del quale non sono completamente d'accordo con le argomentazioni di Jason Black, che afferma che nella fantascienza la "magia" non deve essere mai spiegata. Nel caso specifico di Star Wars ha sicuramente ragione, ma non per tutta la fantascienza.
Personalmente non amo quei romanzi o film di fantascienza, cioè finzione basata sulla scienza (!), che non danno spiegazioni. Li trovo superficiali. È ovvio che non si possono dare spiegazioni scientifiche su argomenti inventati, ma si può anzi si deve provare a darne una pseudo-scientifica, che faccia riferimento anche soltanto in maniera marginale ad aspetti reali. Tant'è vero che molta fantascienza nasce da una vera e propria speculazione su reali tecnologie esistenti o sulle quali si stanno facendo degli studi. Talvolta addirittura si verifica l'effetto contrario: la fantascienza ha tali legami con la realtà che fa da spunto alla ricerca, indirizzandola verso determinate direzioni.
Inoltre c'è da dire che chi legge o guarda film di fantascienza è spessissimo interessato anche alla scienza in sé. O almeno questo succede a me. Per cui sicuramente si diverte ancora di più se accanto alla finzione ci sono delle spiegazioni basate sono conoscenze reali, soprattutto in storie ambientate nel presente o in un futuro prossimo o in generale in un'ambientazione legata alla nostra realtà (che non sia, insomma, una galassia lontana lontana o qualche altra dimensione del tempo e dello spazio). In questo modo la letteratura aiuta ad ampliare le proprie conoscenze, unendo l'utile al dilettevole.
Da persona affamata di conoscenza, quale sono io, non posso che affermare che, perché un libro o un film di fantascienza mi piaccia veramente, un po' della magia deve essere spiegata. Alla fine della lettura mi deve rimanere qualcosa. Voglio imparare qualcosa, per poco che sia.
È chiaro che però non bisognerebbe abusare delle spiegazioni, dovrebbero bensì essere inserite nella storia in maniera intelligente, senza dilungarsi troppo sugli aspetti che non hanno una qualche utilità nell'ambito della trama, altrimenti c'è il rischio che diventino noiose.
Tutto questo ovviamente lo dico da lettrice e mi limito ad esprimere i miei gusti rispetto a quello che mi piacerebbe trovare in un romanzo. Non posso affermare con assoluta certezza che si tratti di una regola generale da seguire per piacere a qualunque lettore.
D'altra parte il blog di Black non parla di gusti, ma di ciò che può permettere (o impedire) ad una storia di essere pubblicata. Noi tutti, però, sappiamo che esiste una fondamentale differenza tra ciò che vende bene e ciò che può piacere singolarmente ad ognuno di noi.
Sicuramente esistono delle regole generali da seguire, come quelle proposte da questo editor, per ottenere la prima cosa, ma purtroppo non può esisterne alcuna per la seconda.

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Di Carla (del 14/08/2011 @ 05:44:12, in Lettura, linkato 2090 volte)


 Come rendere la banalità interessante

L'argomento di questo romanzo di Hornby non è certo originale, soprattutto ultimamente (essendo ipersfruttato al cinema e in TV), tanto meno lo è il finale, ma ciò che lo rende un buon libro è la capacità di questo autore di raccontarci delle storie semplici in un modo che non ti aspetti.
E allora ti ritrovi a ridere a voce alta già a partire dalla prima pagina.
Quando aggiunge questa sua capacità a delle storie un po' meno prevedibili, allora raggiunge il suo massimo.
In questo caso però non c'è riuscito.
È comunque una lettura divertente che consiglio sicuramente a tutti.

Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su aNobii:
http://www.anobii.com/anakina/books

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Di Carla (del 12/08/2011 @ 23:29:00, in Varie, linkato 2706 volte)
Non si tratta probabilmente di un argomento di cui io abbia vaste conoscenze, ma dicono (?) che sia dotata un certo gusto nel vestirmi e mi piace seguirlo senza farmi troppo influenzare delle tendenze del momento. Di sicuro però mi compiaccio quando mi imbatto in qualcosa di tendenza che rientri nelle mie corde.
Come tutte le donne, poi, vado matta per scarpe e borsette, benché alla fin fine abbia davvero poco tempo per fare sfoggio, visto che lavoro in casa ed esco praticamente solo nel weekend. Esiste però questa attrazione inspiegabile soprattutto per quelle cosine che andrebbero messe ai piedi.
Navigando su Facebook, non so come, un giorno sono finita nel profilo pubblico di un marchio tailandese (se non ricordo male) di scarpe da donna, che definirei un po' "borderline" tra il genere di Lady Gaga e i miei gusti, cosa che presuppone che ci sia un qualche punto di contatto (!) fra le due cose.
Si chiama Syu Shu (ho copiato e incollato, perché col cavolo che mi ricordavo come si scriveva) e lo trovate a questo url: http://www.facebook.com/lovely.syushu
Come potrete subito notare le scarpe Syu Shu sono abbastanza appariscenti. Salvo il caso di qualche ballerina, parliamo di scarpe molto alte sempre dotate di uno spesso plateau. Mi chiedo spesso se siano, come mi dico di solito, "camminabili". In mezzo a tanti modelli, alcuni di dubbio gusto, però qua e là si trovano veramente delle chicche.
Peccato che non ci si possa fidare delle misure tailandesi e che per pagare usino solo bonifico e Western Union, metodi troppo cari per spese sotto i 100 euro, come nella maggior parte degli articoli.
E allora, se non posso comprarle, non mi resta che ammirarle, tanto poi non avrei il tempo di metterle!

Ma, come dicevo, io non sono certo un'esperta di moda. A questo proposito c'è chi ne sa sicuramente più di me. E allora, se mai la cosa vi interessasse, colgo l'occasione per invitarvi a visitare il blog di MV Fashion and Beauty (http://mvfashionandbeautymilan.blogspot.com), nuova realtà nella consulenza di moda e bellezza a Milano, gestita da due care amiche: Marianna Laglia e Veronica De Lorenzo.
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Di Carla (del 12/08/2011 @ 06:08:40, in Scrittura & pubblicazione, linkato 2452 volte)
Immagine proveniente da Google

Si è parlato tanto ultimamente della legge Levi, che dal prossimo 1° settembre inserirà dei tetti massimi di sconto nella vendita dei libri. Nel dettaglio si tratta del 15% per le librerie, incluse quelle online, e del 25% da parte degli editori (ma solo in promozioni particolari) che devono essere uguali per tutti coloro che vendono libri (cioè librerie, grande distribuzioni ecc...).
È la fine, insomma, degli sconti selvaggi del 30, 40 o addirittura 50%, che si vedevano costantemente in giro, tanto che i libri non venivano venduti mai al loro prezzo di copertina.
Notevole è lo sgomento da parte dei lettori nei confronti di questa legge, i quali si vedono defraudati della possibilità di risparmiare nell'acquisto dei loro prodotti preferiti.
Ma c'è davvero così tanto da preoccuparsi?
Le posizioni sono diverse e anche io vorrei dire la mia.
Prima di tutto ciò che noto è che si parla di percentuali di sconto, non di prezzi in senso assoluto. Queste sono senza dubbio diventate uno strumento di marketing, con cui le librerie "reali" e online si fanno letteralmente la guerra, soprattutto dopo l'arrivo in Italia di Amazon.it.
Ma siamo sicuri che più alto è lo sconto, maggiore è la convenienza?
Bisogna vedere se questo sconto interessa un articolo, che avremmo comprato in ogni caso, o se diventa la scusa per comprare qualcosa, solo perché "è conveniente". Il fatto che una cosa sia conveniente, perché scontata, spessissimo ci porta ad acquistare il superfluo, che parlando di libri può significare pessime letture. Certo che gli sconti possono interessare anche i nostri autori preferiti e comunque i libri che compreremmo in ogni caso, ma bisogna capire in quale misura.
Un'altra riflessione che va fatta è quella sul prezzo dei libri. Non so se ci avete fatto caso, ma questo sta salendo vertiginosamente anno dopo anno. Adesso quasi non ci stupiamo del fatto che ci sono libri in prima edizione rilegati che costano più di 20 euro e in brossura (in un formato non molto diverso dalla versione economica) che non scendono sotto i 12 euro. Oppure se hanno prezzi più bassi, sono talmente sottili, che potreste utilizzarli come segnalibro. Un esempio su tutti è "È nata una star" di Nick Hornby, che ha come prezzo di copertina 10 euro per poco più di 70 pagine di libro stampate anche abbastanza larghe (in pratica un racconto) e che seppur con uno sconto selvaggio del 40% costa sempre 6 euro: una cifra esagerata per qualcosa di così breve.
Vi rendete conto?
Il problema qui è un altro: i libri costano troppo.
Per quanto ci propinino favolosi sconti, continuano a costare troppo. Inoltre se riescono a venderceli a prezzi scontati tanto più bassi, continuando ovviamente a guadagnarci, non vi viene il dubbio che forse il prodotto in sé non vale poi quanto scritto sulla copertina?
È un po' come la storia dei saldi, durante i quali si aumenta il prezzo di partenza per poi apporvi lo sconto esagerato, ma alla fine poi il prezzo scontato non è mica tanto basso.
Adesso che non si potrà scontare a più non posso, che cosa succederà?
Tanto per iniziare Amazon.it ha sfruttato questa novità, di cui tanto si parla, per fare uno sprint finale di sconti, vendendo libri a minimo -40%. E tutti lì ad affannarsi ed afferrare l'occasione, spesso magari acquistando libri che mai si sarebbero sognati di prendere, solo perché possono portarseli via a pochi euro.
Ammetto che anche io sono tentata, ma cercherò comunque di acquistare dei libri che avevo già intenzione di prendere e che so che difficilmente usciranno fra qualche mese o anno in edizione economica. In caso contrario attenderò quest'ultima (ricordiamo che i libri non scadono!), che sicuramente avrà un prezzo molto inferiore anche di quello scontato.
Come me moltissimi si stanno facendo tentare e scommetto che in questo mese Amazon.it starà registrando un picco di vendite senza precedenti sul settore libri, tanto da fregarsene su eventuali minori guadagni futuri, tanto più che vende moltissimi altri prodotti (CD, elettronici, abbigliamento ecc...).
Ma prima o poi il primo settembre arriverà.
A differenza di quanto leggo più o meno ovunque nel web, io decisamente non mi lamento di questa legge, poiché essa imporrà per forza di cose un cambiamento radicale. E i cambiamenti, soprattutto laddove la situazione è stagnante (come il mercato dei libri con i suoi prezzi assurdi), non possono che fare bene. Io, personalmente, li adoro. Alla fine in qualche modo portano dei vantaggi a noi consumatori.
Non so di fronte a quale scenario ci troveremo da qui a un mese, ma nel frattempo non mi strappo i capelli. Ho la mia bella scorta di libri da leggere (più di 30), che sicuramente allungherò ancora un po' con un ultimo ordine superscontato da Amazon. Per il prossimo futuro, inoltre, ho da parte un paio di buoni regalo di Amazon comprati a metà prezzo da BuyVip (società di Amazon!), che sono certa riproporrà la cosa in futuro. Perché chiaramente la legge parla di sconti sui libri, non sconti sui buoni regalo, che possono essere usati per qualsiasi prodotto, compresi i libri! Insomma: fatta la legge e (già) trovato l'inganno.
Per il resto mi affiderò con piacere a venditori di libri usati, remainder (non so se saranno toccati dalla legge, ma dubito), mercatini, edicole e ovviamente ci sono sempre i libri prestati. Di certo non rischierò di rimanere senza leggere, se smetterò per un po' di acquistare in libreria (online o non).
Alla peggio poi posso comprare libri in inglese, sempre su Amazon, visto che all'estero i libri costano meno.
Di sicuro sopravviverò e sono altrettanto certa che nel frattempo qualcosa sarà cambiato, qualcosa che ci spingerà a comprare i libri anche senza i megasconti. Anche perché, se diminuiranno le vendite, dovranno pur fare qualcosa.
Magari, che so, abbassare i prezzi all'origine.


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Di Carla (del 11/08/2011 @ 03:58:38, in Lettura, linkato 3310 volte)
More about L'ultimo giurato

  Il pretesto della legge

 In questo libro, come in molti altri di Grisham, l'approfondimento su argomenti di natura legale e la suspense del thriller sono un mero pretesto per raccontarci tutto un mondo a noi sconosciuto.
 Ciò che sorprende di questo autore, che è tra i più prolifici del momento, è la capacità di presentare sempre nuove storie, tutte con estrema dovizia di particolari, quasi come se lui stesso le avesse vissute in prima persona, tutte quante.
 Ciò accade anche per "L'ultimo giurato" in cui Grisham ci racconta nove anni (dal 1970 al 1979) della storia di una cittadina nella Ford County, utilizzando come filo conduttore gli eventi di cronaca riportati dal giovane proprietario del settimanale locale, con particolare riferimento ad un omicidio e alle conseguenze dello stesso, che si sono protratte per tutto il tempo della narrazione. E nel frattempo ci troviamo a vivere con i cittadini di Clanton, le loro molteplici congregazioni religiose, l'integrazione razziale, la corruzione, i rapporti familiari, gli interessi sportivi e la loro vita di tutti i giorni.
 Grisham è un grande scrittore.

Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su aNobii:
http://www.anobii.com/anakina/books

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Di Carla (del 10/08/2011 @ 06:07:12, in Musica, linkato 1898 volte)
Proprio oggi Dennis Hirdt dei Don Gator mi ha inviato un nuovo brano della band "Arms Dealers & Art Collectors", suggerendomi di postarlo e allora ho deciso di prenderlo in parola
Buon ascolto!

Ascolta altri artisti su Anakina.WEB Musica Int'l e Myspace Music

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Di Carla (del 09/08/2011 @ 01:29:43, in Varie, linkato 3080 volte)

Cari amici smanettori del web (e non), vorrei tanto rendere il mio blog un po' più "social" e mi chiedevo se qualcuno di voi potesse darmi una mano.
Soprassediamo per ora sulla parte grafica, che ho intenzione di rinnovare (insieme a tutto il mio sito) nel prossimo futuro. Al momento vorrei concentrarmi sulla parte tecnica dove non sono proprio ferratissima, ma sono una che impara in fretta. 

Per intenderci, il blog in questione è questo dove leggete.
È stato creato usando un blog in .asp open source che si trova a questo url http://www.dblog.it/sito/ e che è adatto allo spazio web su Aruba su server Windows (senza MySQl, che si paga a parte). La piattaforma non viene più aggiornata da qualche anno, ma per le mie esigenze va sempre bene.
Premettendo che non ho intenzione di cambiare il mio provider né acquistare nuovi servizi né cambiare completamente la piattaforma blog (a meno che non ne conosciate una migliore con tutte le funzioni di Dblog, che vada bene sul mio spazio su Aruba e che sia gratuita), voglio però rendere questo spazio più social.

In altre parole, vorrei fare le seguenti cose in modo che appaiano in ogni singolo articolo:
1 - inserire il tasto di condivisione per FB, Twitter (ecc...), magari anche quello "Mi piace" e quello "Invia" di FB, sebbene non sono essenziali;
2 - migliorare il sistema dei commenti già esistente, aggiungendo la possibilità per l'utente di evitare di dover reinserire ogni volta i propri dati (tramite cookie);
3 - migliorare il sistema dei commenti già esistente, aggiungendo la possibilità per l'utente di ricevere un messaggio se qualcuno scrive altri commenti dopo il suo;
4 - oppure in alternativa sostituire il mio sistema per i commenti (o affiancarlo)  con uno esterno (gratuito) che mi semplifichi la vita (tipo Disqus e/o il box commenti di FB).

Come fare tutto ciò?
Non sto chiedendo dove trovo gli script per i punti 1 e 4, fin lì ci arrivo. So anche come inserirli in una pagina statica.
Vorrei capire come usarli per fare in modo che appaiano in ogni singolo articolo del mio blog.

Per i punti 2 e 3 mi serve proprio tutto. Ho cercato nel forum di Dblog, ma è abbandonato dal 2007, e non mi pare di aver trovato i plug-in che mi servono (ma potrebbero anche essermi sfuggiti).

Ringrazio in anticipo chiunque sappia darmi delle dritte!

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Di Carla (del 04/08/2011 @ 03:56:22, in Lettura, linkato 3938 volte)
More about Punto Critico


 Chi ha paura di volare?

Ho acquistato questo libro l'anno scorso e ricordo di averne rimandato negli ultimi mesi la lettura, in seguito ad un commento di un passeggero del volo da Cagliari a Londra dello scorso marzo, il quale me la sconsigliava prima di un viaggio aereo.
Lì per lì ho pensato che dovesse essere veramente inquietante, ma adesso, dopo averlo letto, mi rendo conto che mi ha fatto esattamente l'effetto contrario.
Siamo senza dubbio di fronte ad un gran bel thriller, che ci racconta di uno strano incidente aereo e segue tutte le investigazioni sulle sue cause, con tanto di ingerenza da parte dei media, che tendono come sempre a dare maggior risalto all'aspetto sensazionalistico della faccenda, invece che alla verità, in maniera assolutamente spietata, tanto da poter mettere in ginocchio una grande azienda. Tutto sulla base di supposizioni, senza alcuna prova.
Anche in un altro libro Crichton aveva mosso delle critiche non tanto velate sulla pessima tendenza a diffondere teorie con ben poco fondamento pur di creare sensazione e paura. Sto parlando di "Stato di paura", che però è successivo di ben dieci anni.
Il fastidio e la rabbia provocata nel lettore è pressoché la stessa, sebbene in "Punto critico" riguardi un argomento, quello delle persone che lavorano dell'industria aerea, che non ci tocca da vicino. Ma ecco che, grazie alla bravura dell'autore e all'evidente ampia ricerca fatta prima di scrivere il libro, ci troviamo a conoscere un mondo affascinante che si muove continuamente davanti ai nostri occhi (o sarebbe meglio dire sopra le nostre teste) e che quasi diamo per scontato, senza comprenderne l'enorme complessità.
Leggendo questo libro, impariamo come volano gli aerei, come sono fatti, tutta i professionisti che ci sono dietro la loro costruzione, ma soprattutto capiamo quanto siano estremamente sicuri.
E, quando si arriva a capire bene qualcosa, è difficile averne veramente paura.
Per questo motivo mi sento di consigliarne la lettura a chi ancora teme questo affascinante mezzo di trasporto, a patto che (e non è cosa da poco!) s'impegni ad affrontarla con attenzione e magari abbia qualche conoscenza minima di fisica o un particolare interesse o semplicemente curiosità verso un argomento così tecnico.
Detto così si potrebbe pensare che si tratti di una sorta di saggio romanzato, proprio come il succitato "Stato di paura". In realtà non è così. Si tratta di un thriller a tutti gli effetti, che ti cattura e tiene incollato al libro. Non a caso l'ho letto in meno di una settimana (stiamo parlando di un romanzo di più di 400 pagine), nonostante la mia cronica carenza di tempo. Semplicemente non riuscivo a smettere. Ma ciò non toglie che la descrizione della parte tecnica sia senza dubbio essenziale per cogliere tutti gli aspetti della trama e cercare di scovare la causa "colpevole" dell'incidente, quasi si tratti di un giallo.
E proprio come in un giallo ben congegnato, gli elementi per scoprire la verità sono disseminati ovunque nella trama, ragione in più per cui consiglio di leggerlo in ogni sua parte con estrema attenzione.

Punto critico (Kindle e brossura) su Amazon.it.
Punto critico (Kindle) su Amazon.com.

Leggi tutte le mie recensioni e vedi la mia libreria su:
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Goodreads: http://www.goodreads.com/anakina

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Di Carla (del 29/07/2011 @ 05:44:33, in Musica, linkato 2392 volte)

ARTISTA SELEZIONATO


DON GATOR

Oggi usciamo completamente dagli schemi e ci tuffiamo nella saga spionistica di Don Gator, novello 007 con una vita che si divide tra armi, inseguimenti, appuntamenti galanti e cocktail senza fine.
Ma come - qualcuno di voi chiederà - non si doveva parlare di musica?
Ed è proprio così!
Don Gator è il personaggio fittizio, la storia del quale viene narrata nei brani dell'omonima band newyorkese fondata da Dennis Hirdt, modello e musicista che un bel giorno ha inventato niente meno che un nuovo genere musicale: lo spyrock (rock della spia).
L'idea è nata quando si è reso conto che la sua vita, fatta di continui viaggi e compagnie strane ed esotiche, dove tutti volevano fotografarlo (in inglese "shoot" significa anche sparare), non era poi tanto diversa da quella di una spia.
Il progetto Don Gator si avvale della collaborazione di ottimi musicisti, quali i chitarristi Justin Gild e Ben Rosenberg, il cui lavoro è predominante nel sound della band. Le radici vere dello spyrock si fondano nel ben più noto surf rock. La generale sfacciataggine della musica dei Don Gator svaria da elementi dance all'indie rock fino all'americana, qua e là contornata da pregevoli ballate.
Ai chitarristi si aggiungono Rus Wimbish al basso e Dan Wintersteen alla batteria.
I testi sono ricchi di metafore che permettono all'ascoltatore di immedesimarsi nelle avventure della spia protagonista delle storie in essi raccontate. Gli argomenti sono quelli che ci si attende da una spia: amori perduti, battaglie personali, il brivido della caccia e la vendetta
Il tutto viene raccolto in un concept album intitolato "Naked With A Loaded Gun".
La storia si apre con una fuga da una prigione nel Sahara, che fungerà da innesco per gli avvenimenti narrati nei brani dell'album, al cui interno scoprirete che Gator è diventato una spia dopo aver perso la donna che amava in un attacco terroristico e seguirete il primo capitolo delle sue avventure.
Sono riuscita a suscitare la vostra curiosità?
Per soddisfarla non vi resta che visitare i link sotto riportati per ascoltare alcuni brani e vedere alcuni video di questa band/spia.

 
http://www.sonicbids.com/DonGator (qui potete ascoltare alcuni brani e vedere il fantastico video di "Benedict Mauvais")
http://www.myspace.com/dongatorband
http://www.facebook.com/dongatorband
http://dongator.com/


Volete collaborare con questo artista? Contattatelo direttamente tramite i suoi siti, citando questo articolo. Oppure, se preferite, scrivetemi e sarò felice di aiutarvi.

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Di Carla (del 28/07/2011 @ 00:28:42, in Lettura, linkato 4774 volte)
More about Il romanzo di Ramses - vol. 4


 Il culmine della saga

Non so cosa mi attenda nell'ultimo volume del romanzo di Ramses, ma senza dubbio questo è stato il più bello dei primi quattro.
Qui un Ramses maturo si scontra con tutti i suoi nemici, cioè gli Ittiti, l'ex-amico Mosè, il fratello Shenar, e in un formidabile intreccio di eventi che mescola la storia, il mito e la religione ne esce vincitore.
Sebbene conoscessi la storia dei fatti raccontati (sia quelli più propriamente storici che quelli legati alla Bibbia), devo riconoscere il genio di Jacq nel riuscire ad incastrarli perfettamente l'uno con l'altro rendendoli credibilissimi.
Particolarmente suggestivo è lo "scontro" tra gli dei egiziani e il Faraone da una parte e il Dio degli ebrei e Mosè dall'altra. Gli ultimi ne escono sicuramente ridimensionati, come ci si attende da un romanzo su un Faraone che ci racconta la magia/scienza/religione egizia come se fosse reale, ma anche come risultato del tentativo ben riuscito di riportare il racconto della Bibbia entro i limiti della plausibilità. Tutto questo in un contesto affatto storicamente provato, in quanto non si sa esattamente a cosa si riferisca l'episodio dell'esodo riportato nella Bibbia, ma pare abbastanza improbabile che il Faraone in essa citato sia Ramses.
Ma il bello sta nel mettere da parte tutte le certezze storiche o dettate dalla fede e godersi questa meravigliosa opera di fantasia, che tra un'invenzione e un adattamento, inserisce abilmente fatti accaduti realmente o, perlomeno, raccontati nei meravigliosi monumenti e preziosi manufatti che sono giunti fino a noi.

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