Dula di Marte - Joe Haldeman
Di Carla (del 19/04/2013 @ 03:32:17, in Lettura, linkato 3257 volte)
Space opera e ironia
Che carino questo “Dula di Marte”! Questa è stata la mia prima sensazione nell’iniziare a leggerlo ed è continuata per tutto il romanzo, che in realtà è il primo di una trilogia. Per qualche strano miracolo è approdato anche in Italia. In realtà la motivazione è semplice: è un romanzo di medie dimensioni. Questo però non è, a parer mio, di certo il suo pregio, anzi tutto il contrario.
Ma andiamo per ordine. In questo romanzo fa la sua apparizione la giovane eroina per caso Carmen Dula, che insieme alla famiglia si trasferisce su Marte. Con una neanche tanto sottile ironia Carmen ci racconta tutte le fasi della sua avventura, dal viaggio, alla scoperta del sesso e dell’amore, alla difficile vita della colonia fino al suo totalmente casuale incontro con i marziani. Accanto a numerosi aspetti molto hard sci-fi, tramite i quali Haldeman ci racconta tutti gli aspetti tecnici del viaggio e della vita sul pianeta rosso (non senza qualche imprecisione e volo pindarico), c’è la parte ironica e a tratti veramente surreale di questa ragazza che ti fa ridere a crepapelle mentre si trova più volte sul punto di morire. Si nota qualcosa di strano nella protagonista, come spesso capita quando un autore sceglie di narrare dal punto di vista di un protagonista di sesso diverso dal proprio, ma questo non fa altro che aumentare l’effetto comico e divertire il lettore.
Come dicevo, però, il libro è corto, cosa abbastanza inusuale per la space opera, soprattutto in un romanzo come questo che si dipana per un arco temporale abbastanza lungo. E così si alternano parti dal ritmo coinvolgente ad altre in cui la storia corre in avanti, quasi con l’avanzamento veloce, catapultando il lettore in una realtà completamente diversa e facendolo sentire orfano di quelle sensazioni provate nella parte precedente. Ciò dà al libro un che di episodico, con lo svantaggio che non tutti gli episodi hanno la stessa efficacia nel far immedesimare il lettore. In molte scene, soprattutto verso la fine, si ha la sensazione che l’autore abbia fretta di concludere col risultato che i sentimenti dei personaggi risultino poco credibili e le stesse azioni eroiche avvengano talmente in fretta da impedire al lettore di goderne.
Nel compenso si tratta comunque di una lettura veramente simpatica, che consiglio a chi ama quel tipo di fantascienza che non si prende troppo sul serio.
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