Ho iniziato a leggere questo libro nell'estate del 2001, ma poi dopo l'11 settembre non ce l'ho fatta ad andare avanti e l'ho messo da parte. Harris è così bravo a farti entrare nella mente dei personaggi, in questo caso dei terroristi, che davvero è difficile non farsi coinvolgere. L'ho ripreso anni dopo e l'ho finito in un baleno. Sebbene scritto un bel po' di anni fa (1975) già in questo libro ci sono tutti gli elementi che caratterizzano le opere di questo autore e sono stata colpita da quella che chiamo la sindrome Harris (perché nessun altro autore mi fa questo effetto, che invece si è manifestato con tutti i suoi libri): cioè quella strana sindrome per cui sei così preso dal libro che sei costretto a portartelo dietro e leggere anche solo una paginetta nei tempi morti pur di andare avanti e sapere cosa succede dopo. Fantastico.
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