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Nuovo anno, nuovi propositi (?): 2024
Di Carla (del 31/12/2023 @ 22:15:00, in Propositi, linkato 338 volte)
È di nuovo arrivata la fine dell’anno e con essa il tempo di farne un bilancio e definire degli obiettivi per quello che sta per iniziare.
Ma è davvero necessario?
 
Recentemente ho riorganizzato buona parte dei contenuti di questo blog e mi sono resa conto che i post dedicati ai propositi per il nuovo anno erano addirittura dodici, vale a dire che questo è il tredicesimo anno che decido di chiudere scrivendo un articoli del genere. E mi sono chiesta se abbia ancora senso farlo.
Certo, si tratta più che altro di un esercizio per rinfrescarmi le idee sulle cose che ho fatto negli ultimi dodici mesi, ma è nato originariamente come un modo per spronarmi a portare avanti i miei progetti relativi alla scrittura e poi all’editoria.
Per quanto quest’anno abbia concluso dei progetti editoriali preesistenti (ve ne parlerò fra poco), è almeno dalla fine del 2020, quando ho finito di scrivere e pubblicato il mio ultimo libro in italiano, che non ne ho iniziato alcuno di nuovo.
 
Come vi avevo già accennato un anno fa, infatti, al momento ciò che desidero di più in ambito editoriale è portare a termine tutto quello che ho iniziato, in modo da tirare una riga sul mio lavoro, prima di capire finalmente in che direzione indirizzare i miei sforzi. In poche parole, ho assoluto bisogno di completare una volta per tutte i propositi degli anni passati prima di poterne definire dei nuovi.
A questo scopo all’inizio del 2023 ho compilato una lunga lista che li includeva tutti, più tante altre cose che consideravo da un po’ di tempo, ma non avevo mai elencato in un unico posto, e da quel momento in poi ho iniziato ad affrontarne ogni punto, possibilmente in ordine, per poi depennarlo una volta completato. La lista contiene qualcosa come una cinquantina di voci, alcune delle quali hanno numerose sottovoci. Finora ne ho depennato diciotto, mentre sei sono in fase di svolgimento (qualcuna molto vicino alla conclusione).
Insomma, la strada è ancora lunga, ma non ne faccio un problema, finché si continua ad andare avanti.
 
Guardando la lista adesso, potrebbe sembrare che abbia fatto poco. In realtà, alcune delle voci includono impegni tutt’altro che rapidi, a partire da quelli che erano stati i propositi che mi ero posta alla fine del 2022.
Li ricordate? Erano tre in tutto.
Il primo, e più corposo, era completare la preparazione e pubblicazione della trilogia del detective Eric Shaw in inglese. Alla fine del 2022 avevo pubblicato la nuova traduzione di “The Mentor”, mentre, come avevo programmato, “Syndrome” e “Beyond the Limit” sono usciti rispettivamente il 28 febbraio e il 31 maggio.
Come potete immaginare, in questo modo i primi cinque mesi dell’anno e buona parte del sesto sono stati occupati da tutto il lavoro di preparazione, dalla pubblicazione e dalla promozione.
 
 
Sono molto soddisfatta dei libri, sia per quanto riguarda il contenuto e che il confezionamento.
Rispetto alle versioni italiane ho fatto poche modifiche alle copertine, principalmente riguardano il carattere usato per il mio nome e, nelle versioni cartacee, il dorso, dove è visibile sia il mio nuovo logo che il fiore di loto stilizzato, con all’interno il numero del volume, che rappresenta la trilogia.
Anche per questi due libri ho creato cinque edizioni diverse (una ebook e quattro cartaceo, di cui due in copertina rigida), ognuna delle quali ha richiesto qualche modifica per venire incontro alle linee guida delle diverse piattaforme. Inoltre, ho preparato delle immagini promozionali di presentazione, sulla falsariga di quella creata per “The Mentor”, che potete vedere in questo articolo.
 
La promozione è andata più o meno come me l’aspettavo: finché ho promosso i libri, questi hanno venduto, appena ho smesso, anche loro hanno smesso. Ma purtroppo è così in generale, ancora di più in un mercato sconfinato come quello anglofono.
È stato però divertente realizzare un blog tour e leggere le recensioni dei blogger che vi hanno partecipato e di quelli che ho contattato separatamente: tutti hanno sembrato apprezzare i libri. Ho inoltre seguito con interesse le varie attività promozionali, in particolare le newsletter a pagamento, tra cui ho avuto un Bookbub Featured Deal internazionale (su Regno Unito, su Canada e Australia), che è andato meglio di quanto mi aspettassi. Guardando i numeri, ho notato con piacere che buona parte dei lettori che acquista il primo libro procede poi col secondo e successivamente col terzo.
 
 
Non mi aspettavo di ripetere il successo che “The Mentor” aveva avuto con AmazonCrossing nel 2015, perché stavolta ero da sola, non potevo contare sulla spinta promozionale di Amazon Publishing, ma il mio intento principale era proprio portare a termine il progetto di avere l’intera trilogia in inglese, in modo da permettere a chi ne iniziava la lettura di arrivare fino alla fine della storia. Inoltre, solo avendola tutta in inglese avrei poi potuto pensare a nuovi modi per raggiungere altri lettori.
Nella prima metà di quest’anno ho anche provato a muovermi verso uno dei miei sogni, che probabilmente non verrà mai realizzato (anche se mai dire mai!), cioè vedere qualcosa di scritto da me riportato sullo schermo (grande o piccolo). Ci ho provato proprio con la trilogia. Ho riscontrato un certo interesse nell’Europa continentale, mentre è stato nullo quello nel Regno Unito, nonostante in quest’ultimo avessi racimolato molti più contatti nel corso di questi anni passati. Alcuni produttori hanno anche letto il primo libro. Uno di questi (di una casa di produzione di serie TV con sede in Germania) ne era persino entusiasta e ha valutato la possibilità di opzionare il libro (o l’intera serie).
Purtroppo, come potete immaginare, visto che non ve ne ho parlato, alla fine non se n’è fatto nulla. Mi è dispiaciuto, ma un po’ me lo aspettavo. Certo, un’opzione non significa che poi se ne sarebbe fatta una serie, ma sarebbe stata una soddisfazione personale (oltre che, entro certi limiti, economica).
E va bene: l’importante per me era non lasciare nessuna strada intentata. Sono contenta di averci provato e non escludo di provarci ancora.
 
Tutto questo per dirvi come è volata via metà del 2023.
E cosa è successo nell’altra metà?
Be’, non sono riuscita a completare l’aggiornamento di tutti i miei siti per renderli adatti alla navigazione sui dispositivi mobili.
Ci sto ancora lavorando, anche se almeno per quanto riguarda il sito principale in italiano (Anakina.net) sono molto vicina a completare il lavoro. Sul sito al momento non si vede nulla di tutto ciò, poiché lo sto rivoluzionando e quindi le modifiche andranno online solo quando sarà tutto pronto. Però ormai la sua struttura generale è completa. Devo solo finire di inserire i contenuti di alcune pagine sui miei libri (nello specifico quelle dei vari generi) e compilare le pagine degli eventi (che per ora conterranno solo quelli passati), dei contenuti extra (alcuni dei quali devo ancora realizzare) e dei contatti.
Realizzare la versione in inglese dovrebbe essere relativamente rapido, visto che il sito sarà uguale ma con gli elementi grafici in inglese e i libri disponibili in questa lingua, che sono solo otto sul totale di quindici in italiano (cui si aggiungono i libri di Richard J. Galloway che ho tradotto nella nostra lingua).
Infine, mi resterà da fare il sito del Ciclo dell’Aurora. Non cambierà il contenuto, ma mi limiterò a crearne una versione alternativa fruibile per i piccoli schermi.
In aggiunta a ciò, dovrò fare qualcosa di simile anche per il mio sito da traduttrice freelance.
 
Cos’altro ho fatto nel 2023?
Ho continuato ad aggiornare i vecchi libri in modo da eliminare link non funzionanti e informazioni datate. Ciò ha riguardato il mio saggio sull’autoeditoria, “Self-publishing lab. Il mestiere dell’autoeditore”, che per sua natura richiederebbe aggiornamenti ogni pochi mesi, ma sto almeno provarlo ad aggiornarlo una volta l’anno.
Sono poi passata alle edizioni in inglese, in particolare ai libri della serie di Deserto rosso (Red Desert). Qui, oltre ad aggiornare il front e il back matter (cioè le pagine prima e dopo del testo del romanzo), mi sono avventurata in una rilettura per provare a scovare qualche errore sfuggito all’editor e alla correttrice di bozze. Ovviamente ciò richiede un po’ più di tempo. Comunque, i primi due libri sono stati aggiornati e le versioni corrette sono ora online. Del terzo sto in questi giorni rivedendo l’ultimo capitolo, quindi conto di finirlo entro gennaio. Poi resta il quarto, che è il più lungo, ma posso dire che anche questo impegno potrò portarlo a termine in tempi brevi.
 
Tra le altre cose relative all’editoria che ho fatto quest’anno c’è stato che ogni tanto ho provato a rimettermi davanti al foglio bianco, anche se con una certa riluttanza (volendo usare un eufemismo). Si è trattato più che altro di un esercizio che, in una manciata di sessioni, ha portato alla scrittura delle prime due scene de “La prova”, cioè la novella prequel della trilogia del detective Eric Shaw.
Ma niente entusiasmi!
Come vi avevo raccontato, ho già l’outline completa di questo libro. Mi sono limitata a provare a trasformarne i primi due punti in pagine scritte e ammetto che far battibeccare Miriam Leroux e l’agente Mills (che non era ancora sergente in quel periodo) è stato divertente. Comunque, non so quando o se andrò avanti e non voglio prendere impegni in merito, poiché non muoio particolarmente dalla voglia di farlo.
 
Poi ovviamente c’è tutto ciò che non riguarda scrittura ed editoria, e neppure i lavori di traduzione (che svolgo comunque abitualmente).
Ci sono state le vacanze estive. Anche quest’anno sono voluta andare in montagna a luglio. Stavolta ho passato una settimana in Val Venosta, una delle poche valli del Trentino Alto Adige che non avevo mai visitato. Con il mio compagno siamo stati una settimana a Silandro (o meglio a Corzes, che ne è una frazione) e da lì ci siamo mossi in varie direzione per visitare luoghi come il lago di Resia (quello col famoso campanile che spunta dalle acque; foto in alto), le fonti dell’Adige, Glorenza, l’Abbazia di Marienberg, il passo dello Stelvio (foto in basso), la Val Senales, Merano e tanti altri.
Se seguite la mia pagina su Facebook, avrete visto le foto e i video. Potete recuperarli più facilmente sul mio profilo su Instagram, anche vedendo le storie in evidenza indicate come “Vacanze 2023”. Se poi siete tra i miei amici del profilo personale su Facebook, potete trovare un’enorme album di foto (esagero sempre!).
È stata una settimana davvero rilassante circondata dalla pace delle montagne, dedicata a lunghissime (e spesso faticose) camminate in luoghi bellissimi, molti dei quali non erano affatto gremiti da turisti. Anzi, nel camminare intorno ai laghi o nel fare uno dei tanti percorsi il più delle volte si incontrava gente del posto, magari con un cane al seguito, e allora era tutto un “Hallo”, “Bitteschön” e “Dankeschön” per salutarsi, lasciare il passo all’altro e ringraziare. Devo dire che eravamo molto bravi a mimetizzarci, grazie al nostro aspetto!
 
 
E, visto che sto parlando di lingua tedesca, posso dire di essere contenta dell’essere riuscita a rinfrescarla un po’ soprattutto nella seconda metà dell’anno. Sono ancora lontana dal livello che avevo una decina di anni fa, ma inizio a vedere dei miglioramenti. Ho anche preso in mano un libro (si fa per dire, visto che è su Kindle) di una collega svizzera. L’avevo scaricato diversi anni fa e adesso mi sto cimentando nella lettura. Vado lenta, perché non ricordo diverse parole che prima conoscevo, ma con l’aiuto del dizionario online e di un po’ di perseveranza stanno pian piano tornando.
Dovrei fare lo stesso anche con il francese, ma magari ne riparliamo più avanti. Una lingua per volta!
Il trucco per riuscirci è stato inserire lo studio nella mia routine prima di iniziare a lavorare. Non è stato difficile, perché per me studiare le lingue è un divertimento (come pure lo è tradurre). Il fatto che sia anche utile raddoppia la soddisfazione.
 
E sempre nella mia routine sono riuscita a inserire un po’ di attività fisica, che era poi uno dei miei tre propositi per l’anno.
Ammetto di non essere stata proprio costante. Ho interrotto più volte per un paio di mesi, ma ultimamente sto riuscendo a farlo appena alzata, per svegliare il fisico, mentre la testa è ancora un po’ addormentata.
Non immaginate però chissà qualche sforzo! Me la prendo con calma, dopo aver controllato le mail e le notifiche sul cellulare (ancora a letto), dopo essermi mangiata una banana (altrimenti svengo) e bevuta un succo di frutta. Poi mi metto davanti alla TV con una lezione di Zumba, che può andare dal quarto d’ora all’ora. Adesso che è iniziata la nuova stagione di tennis mi rimetterò anche a fare cyclette davanti alla TV.
 
E, a proposito di tennis, proprio come l’anno scorso, ne ho visto tantissimo, probabilmente anche di più. Devo dire che è stata da questo punto di vista una stagione molto soddisfacente per noi appassionati italiani e ciò ha contribuito al mio buonumore generale, in particolare negli ultimi mesi.
Ma non mi sono limitata a guardarlo da casa.
A maggio sono andata al torneo ATP Challenger 175 che hanno organizzato qui a Cagliari (Sardegna Open) e, soprattutto, a settembre, sono andata va vedere la fase a gironi della Coppa Davis a Bologna (anche di questo potete trovare le foto su Facebook e Instagram; qui sono potete vedere Lorenzo Sonego prima di un incontro) e ho colto l’occasione anche per fare un po’ la turista in città.
Avrei voluto andare anche a Malaga (e, visto come è andata alla fine, un po’ mi mangio le mani), ma, a parte che bisogna fare delle scelte (anche per ovvi motivi economici), c’era poco tempo per organizzarsi a livello logistico quando hanno messo a disposizione i biglietti dedicati ai tifosi di una specifica squadra nazionale. Il fatto di vivere in Sardegna e di dover prendere due voli, che non sono disponibili tutti i giorni, di certo poi non aiuta, ed è anche uno dei motivi che mi frena dall’andare a vedere altri tornei in giro per l’Europa. Spesso, infatti, i voli non esistono proprio fino a pochi mesi prima, quando poi non si trovano più i biglietti per i tornei.
Comunque i tre giorni a tifare Italia all’Unipol Arena sono stati fantastici, a parte una certa scomodità delle seggioline, che per una permanenza anche di dieci ore di fila può diventare abbastanza fastidiosa. Ma per il tennis si fa questo e altro!
 
 
Be’, direi che questo è più o meno tutto quello che ho fatto quest’anno.
Se date un’occhiata all’articolo dell’anno scorso, noterete che ho tenuto fede a due propositi su tre, quello di completare la pubblicazione della trilogia in inglese e di promuoverla e quello di fare attività fisica.
Inoltre, sono a buon punto con il terzo, cioè il rinnovamento dei miei siti web. Qui c’è ancora tanto da fare, ma rispetto a un anno fa la strada è ora tracciata. Devo solo continuare a lavorarci, una pagina alla volta.
 
Quali saranno invece i propositi per il 2024?
Vi confesso che stavolta non mi va tanto di definire una lista precisa, poiché finisco per mettere su di me una pressione assolutamente non necessaria.
Il mio obiettivo resta lo stesso: completare quella famosa lista di cui vi ho parlato. Sicuramente non posso riuscirci in un anno, poiché riporta alcuni obiettivi a lungo termine, ma vorrei almeno portare a termine le cose in sospeso.
E va bene: facciamo una lista!
 
1)      Completare l’aggiornamento dei siti web per renderli adatti alla navigazione sui dispositivi mobili, vale a dire l’unico proposito dell’anno scorso rimasto in sospeso. Se non vengo distratta da eventi inattesi, credo di potercela fare (speriamo!).
2)      Continuare a fare attività fisica e a togliere dal ruggine dal mio tedesco. Questo proposito è facile, perché è la parte divertente.
3)      Riuscire finalmente a mettermi davanti alla domanda “Cosa faccio adesso?” e provare a darmi una risposta.
 
Okay, questo proposito è un po’ generico, ma lo è volutamente, anche perché questo articolo sta diventando troppo lungo per approfondire l’argomento.
In realtà, la domanda mi frulla in testa da un po’, e alcune possibili risposte iniziano a presentarsi, ma ciò che mi manca è liberarmi prima delle faccende in sospeso per non dover affrontare nuovi progetti avendo a disposizione solo poche ore al giorno o magari neppure tutti i giorni.
Tra le varie cose che fluttuano nei miei pensieri c’è il desiderio di dedicare più tempo alla scrittura di articoli, che porto avanti probabilmente da quando ho iniziato a bloggare negli anni zero, però non voglio che sia un passatempo, anche perché tempo da “passare” non ne ho. Deve essere qualcosa di più articolato, con uno scopo, un po’ il blog dedicato all’autoeditoria con cui ho promosso il mio saggio nel 2020-2021. Non parlo di un progetto a tempo indeterminato, poiché solo il pensiero mi mette ansia! Bensì un’esperienza di scrittura breve e circoscritta, che mi consenta di scrivere senza imbarcarmi in un nuovo libro.
Quest’ultimo richiede un impegno mentale di ben altro livello, che al momento, e sicuramente finché avrò altro da portare a termine, non mi va di prendere.
In futuro si vedrà!
 
 
Come sempre, chiudo ringraziando di cuore tutti voi per il sostegno che mi date e vi auguro un 2024 ricco di soddisfazioni.
 
Se vi va, raccontatemi il vostro bilancio del 2023 e i vostri propositi per il 2024 nei commenti, qui o sui social network.
Buona fine e buon inizio!