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Fantascienza e scienza al femminile
Di Carla (del 28/06/2013 @ 13:15:42, in Scrittura & pubblicazione, linkato 3940 volte)


La scorsa settimana è comparsa una mia intervista fatta da Elena Bottari di Psicomamme.it nell'ambito di un articolo sul blog di Francesco Gavello. Di quell'intervista due domande sono poi rimaste fuori dall'articolo per motivi di spazio e così, con il permesso di Elena, che ringrazio, ho deciso di riportarle sul blog, anche perché le ritengo particolarmente interessanti.

Come definiresti il mondo della fantascienza? Come ti sei inserita in questo ambiente? Essere una donna ha influito o no nella tua esperienza?
La comunità dei fan della fantascienza in Italia, come spiegavo prima, è bella compatta. Dal punto di vista dell’editoria pare che siamo di nicchia, mentre se parliamo di cinema, TV o videogiochi siamo mainstream. Alla fine siamo essenzialmente dei nerd, chi più chi meno, e per qualche motivo tendiamo ad attrarci. Se non ci conosciamo direttamente, abbiamo almeno un amico (o un amico di un amico) in comune.
Ovviamente la rete è il nostro regno, perché amiamo la tecnologia (per forza), ed è proprio grazie alla rete che nel lontano 1998 sono entrata in un newsgroup di fan di Star Wars, anzi, allora era Guerre Stellari. Devo dire che mi ci sono trovata benissimo. Noi donne eravamo ovviamente di meno (ma non così poche come si possa pensare), ma comunque non meno preparate dei maschietti. Davanti a un pc poi si è tutti uguali, non c’è differenza di genere né di età né d’altro. Eravamo accomunati dalla stessa passione.
Essere donna in sé quindi non ha influito in modo particolare.
Certo che, quando poi la donna in questione si mette a pubblicare un romanzo a puntate di fantascienza, ecco che si crea la curiosità, perché sei un po’ una mosca bianca, visto che la maggior parte degli autori di fantascienza sono uomini. A quanto pare, però, questo è stato tutt’altro che uno svantaggio. Anche quelli che erano un po’ diffidenti, incoraggiati dalla trama (la colonizzazione di Marte), da una copertina di qualità e dal basso prezzo, e successivamente dalle buone recensioni, hanno deciso di dare una chance al mio lavoro. E devo dire che i commenti di questi diffidenti sono quelli che mi fanno più piacere, perché in qualche modo sono riuscita a conquistarli.
Alcuni di loro, poi, hanno affermato che apprezzano l’evidente tocco femminile della mia scrittura, che ovviamente non si può vedere negli autori dell’altro sesso, poiché porta qualcosa di nuovo all’interno del genere.
 
Sul tuo blog abbiamo trovato approfondimenti scientifici. I tuoi libri sono scientificamente informati? Questo aspetto ti caratterizza rispetto ad altri autori italiani?
L’idea alla base di “Deserto rosso” nasce dalla lettura dei libri di Robert Zubrin, il fondatore della Mars Society, forse il maggiore esperto al mondo su Marte. Sono un’appassionata di scienza e tecnologia in generale, oltre a essere biologa, e in particolare sono sempre stata affascinata dall’astronomia e dalla possibilità di viaggiare nello spazio e vivere in altri pianeti. Sono una donna dalla mentalità scientifica e per questo scrivo delle storie che si configurano per gran parte nel sottogenere dell’hard sci-fi, cioè di quella fantascienza che tende a rimanere ancorata a delle basi scientifiche.
E così ho scritto una storia che parla di una possibile colonizzazione di Marte, anche se questa rappresenta poi solo il contesto in cui i personaggi si muovono.
Da una parte abbiamo infatti i personaggi, con i loro problemi umani, dall’altra la tecnologia e il mondo alieno in cui vivono, dei quali ho sempre cercato di descrivere con accuratezza le caratteristiche. Molto spesso nel libro inserisco informazioni scientifiche, che sono funzionali alla trama, nei pensieri o nelle parole dei protagonisti. Con questo stratagemma spiego al lettore come è fatto Marte, come funzionano i sistemi di supporto vitale, le astronavi, le navette spaziali, descrivo il volo iperbolico, il rientro orbitale, ho persino parlato di terraformazione e così via. Inoltre nel libro c’è tutto un aspetto relativo ad argomenti di carattere microbiologico, genetico ed ecologico.
Su ognuno di essi ho cercato di mantenermi il più vicino alla realtà o comunque rendere le tecnologie credibili in base alle conoscenze esistenti, senza entrare eccessivamente nel dettaglio, per non annoiare il lettore.
Ovviamente mi sono presa delle licenze, molti argomenti sono stati semplificati, in altri casi ho preferito parlare di tecnologie meno fattibili al lato pratico, solo perché era più facile farle comprendere al lettore. Questo perché si tratta pur sempre di un romanzo. Ma ciò che vorrei è che il lettore, una volta terminata la lettura, oltre a essersi divertito con la storia, avesse anche imparato qualcosa. D’altronde si tratta di quello che io cerco nei libri: arricchimento culturale accanto all’intrattenimento.
Inoltre alla fine di ogni volume ho aggiunto una bibliografia che riporta libri o siti dai quali ho preso spunto, ma che possono essere usati dai lettori per eventuale approfondimento.
Insomma i miei libri rispecchiano in un certo senso le due parti di me: quella scientifica, anche un po’ perfezionista, e quella creativa, sognatrice, che si lascia andare alla fantasia.