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Hitman: Agent 47: sparatorie coreografate e assassini senza emozioni
Di Carla (del 28/09/2016 @ 15:49:46, in Cinema, linkato 3698 volte)

Siccome è un film tratto da un videogioco le mie aspettative non erano altissime. Ho deciso di vederlo, perché i film d’azione con alto tasso di morti ammazzati sono divertenti e questo, in particolare, vede il confronto tra due attori interessanti: Rupert Friend, che ho già apprezzato in “Homeland”, e Zachary Quinto, che da luglio si è installato in pianta stabile sullo sfondo del mio computer nelle vesti di Spock.
 
Friend è già avvezzo al ruolo di killer. In “Homeland” era un agente operativo della CIA che più di una volta era stato inviato a uccidere qualche obiettivo strategico. La sua espressione glaciale, che in “Hitman: Agent 47” viene accentuata dalla rasatura dei capelli e l’abbigliamento impeccabile, gli conferisce l’aspetto di assassino programmato e quindi privo di emozioni. Di certo non è in questo ruolo che possiamo apprezzare al meglio le sue abilità recitative, ma nei panni dell’agente 47 è assolutamente perfetto.
 
Quinto, che qui si ritrova a interpretare il ruolo dell’antagonista John Smith, per quanto il film in sé non richieda particolari doti recitative, mostra comunque la propria bravura. Il suo personaggio modifica il proprio atteggiamento nell’arco del film e Quinto riesce a rimarcare questo cambiamento, dandoci quasi l’impressione di trovarci di fronte a un nuovo personaggio. Gli basta davvero poco. La sua espressività è tale che una minima alterazione nelle linee del volto e nello sguardo gli conferiscono un’immagine completamente diversa agli occhi dello spettatore.
 
Spettacolari sono gli scontri, spesso a mani nude, tra i due, tanto che quasi senti dolore al loro posto per quante ne prendono o per i voli che fanno. Ovviamente se la cavano al massimo con qualche graffio. Per non parlare poi delle sparatorie perfettamente coreografate. In entrambi in casi mi sono ritrovata più volte a ridere da sola per quanto fossero divertenti.
 
 
Il film include anche un terzo personaggio principale, Katia van Dees, interpretata da Hannah Ware, ma devo ammettere che (forse perché io sono donna) ho appena notato la sua presenza!
 
È chiaro che non stiamo parlando di un film che pretende di apparire minimamente plausibile. È la trasposizione di un videogioco e ne ricalca il suo essere sopra le righe, ma a ciò si aggiungono ottimi effetti speciali che conferiscono una notevole realisticità alle dinamiche delle scene, anche quelle più splatter, senza provocare, però, alcuna particolare forma di orrore o disgusto, proprio come avviene nei videogiochi, poiché mantengono chiaro nella mente di chi le guarda che ci troviamo nell’ambito della finzione.
 
Hitman: Agent 47” è il secondo film della serie “Hitman”. Il primo, “Hitman - L’assassino”, è uscito nel 2007. Ma potrebbe non essere l’ultimo. Un indizio a questo proposito è dato dalla piccola scena incastrata all’interno dei titoli di coda, ma non vi dico altro per evitare di rovinarvi la sorpresa.