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Tre millimetri al giorno - Richard Matheson
Di Carla (del 27/07/2016 @ 09:30:00, in Lettura, linkato 3105 volte)

 Terrificante, angosciante, geniale
 
Questa recensione sarà breve. Mi vengono così, quando un libro mi piace tanto da non riuscire a trovargli difetti e allo stesso tempo quando a renderlo un buon libro sono pochi elementi orchestrati magistralmente. Č il caso di questo romanzo abbastanza breve di Matheson. Esso racconta la vicenda singolare di un uomo che, a causa di una nube radioattiva, ha sviluppato una patologia che lo sto facendo rimpicciolire di tre millimetri al giorno.
La storia si svolge su due piani temporali che scorrono in parallelo. Uno narrato dal protagonista ormai piccolissimo e bloccato nel seminterrato di casa sua, dove deve lottare quotidianamente per procurarsi da mangiare e sopravvivere agli agguati di un ragno enorme (dal suo punto di vista). Nel secondo, invece, il personaggio ripercorre gli eventi che l’hanno portato da uomo normale a un essere tanto piccolo da non riuscire a uscire dal seminterrato.
Durante la lettura l’immedesimazione col protagonista è totale. La sua vergogna mentre diventa sempre più piccolo è anche del lettore, come pure il terrore che prova nel destreggiarsi nell’ambiente ostile del seminterrato che diventa ogni giorno più grande. Da una parte sei curioso di sapere come mai è finito là sotto e apparentemente a nessuno importi, dall’altra vuoi scoprire cosa accadrà quando arriverà il giorno in cui la sua altezza dovrebbe azzerarsi. E l’autore gioca bene le proprie carte, facendo accrescere la tensione al massimo per poi passare all’altro piano temporale, e quindi ripetere lo stesso crescendo.
E così, nell’andare avanti con la lettura, non hai mai idea di cosa potrà accadere nella pagina successiva e lo stesso finale, meraviglioso e geniale nella sua semplicità, ti lascia a bocca aperta.
Aggiungo inoltre che, nonostante si tratti di un libro con qualche decennio sulle spalle e di cui ho letto una traduzione non recentissima, sembra quasi contemporaneo. Non ho notato, né nel linguaggio né nel modo in cui si sviluppa la narrazione, alcuna ingenuità o altro aspetto che mi ricordasse la sua età. Ma ciò non mi stupisce più di tanto, poiché finora è stato quasi sempre così con i romanzi di Matheson.
 
 
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