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Riflessioni dopo la Buchmesse: cosa c’è da sapere se si vuole pubblicare come self-publisher nel mercato in lingua tedesca
Di Carla (del 03/12/2014 @ 06:15:02, in Eventi, linkato 3753 volte)
Con questo terzo e ultimo articolo concludo le mie riflessioni dopo la partecipazione come relatrice all’evento intitolato “Think Local, Act Global: How to Reach a Global and Successful Audience through Self-Publishing” presso lo stand di Kobo durante la Fiera Internazionale del Libro di Francoforte.
 
Nel primo articolo ho parlato in generale dell’opportunità per un self-publisher di uscire dai propri confini linguistici e pubblicare i propri libri tradotti in un’altra lingua. Nel secondo mi sono soffermata sul mercato in lingua inglese analizzando se e quando vendere un libro in quest’ultimo sia più facile rispetto ai mercati minori.
 
Voglio chiudere adesso questa serie riportando le informazioni che ho raccolto dalle parole di Matthias Matting, ospite insieme a me dell’evento, a proposito del mercato in lingua tedesca.
Ve le propongo di seguito, per comodità, in maniera schematica.
 
 
1) Dimensione del mercato. Secondo quanto affermato da Matting, il mercato degli ebook in lingua tedesca è il secondo al mondo dopo quello in lingua inglese, che include cioè tutti i paesi anglofono. In particolare il mercato degli ebook nella sola Germania è il terzo dopo quello degli USA e del Regno Unito. Ciò si riferisce ovviamente alle dimensioni economiche del mercato, che dipende da quanti ebook si vendono effettivamente e dal loro costo, e non al numero di potenziali lettori, che è superiore per lingue parlate da molte più persone nel mondo.
Questo dato va preso con la dovuta cautela, ricordando che comunque tra i due mercati linguistici c’è ovviamente una differenza abissale.
 
2) Costo della traduzione. Proprio per via delle dimensioni ridotte del bacino linguistico e allo stesso tempo dell’interessante giro d’affari che comunque genera, far tradurre un libro in tedesco può essere relativamente più costoso rispetto a lingue più diffuse come inglese o spagnolo, per le quali esiste maggiore concorrenza tra i traduttori.
 
3) Copyright sui titoli. In Germania i titoli dei libri sono coperti da copyright, quindi è importante verificare che nessuno abbia già usato lo stesso titolo in lingua tedesca che intendete usare, altrimenti si può andare incontro a problemi legali (e relativi costi).
Chiaramente questa regola dipende dalla situazione. Un titolo molto comune, che probabilmente è stato già usato da molti, non può essere coperto da copyright e quindi può essere utilizzato senza problemi, ma, se esiste solo un libro pubblicato con un certo titolo, allora è meglio sceglierne un uno diverso per il vostro.
 
4) Prezzo fissato per gli ebook. In Germania la legge impone che gli ebook abbiano lo stesso prezzo in tutti i retailer in cui sono in vendita. Ciò impedisce di fatto di attuare delle promozioni specifiche per un solo retailer, incluse quelle gratuite. Bisogna inoltre stare attenti che eventuali conversioni da altra valuta (come nel caso si usi un distributore come Smashwords in cui si impostano i prezzi in dollari) portino al medesimo prezzo finale.
 
5) Tolino. Ovviamente anche nel mercato in lingua tedesca il Kindle Store di Amazon è il principale retailer per la vendita degli ebook, ma subito dopo viene Tolino, che si contende una consistente fetta del mercato (30%). Avere il proprio ebook in vendita su Tolino (acquistabile direttamente dal dispositivo) non è però semplicissimo. Tolino fa accordi diretti con editori tradizionali, con alcuni autori (è possibile chiedere informazioni in merito sul sito dell’ereader) e con specifici distributori di self-publishing (molti di questi prevedono delle tariffe, cioè non sono completamente gratuiti).
 
6) Prezzo medio più elevato degli ebook. La buona notizia è che il mercato di ebook pubblicati da self-publisher in lingua tedesca ha dei prezzi medi più elevati rispetto a quello italiano, sebbene siano comunque più bassi rispetto al mercato anglofono. In altre parole, i lettori di lingua tedesca non pretendono di acquistare libri di centinaia di pagine a meno di un euro (come succede purtroppo qui in Italia), anzi, tendono a guardare con sospetto i libri troppo economici.
 
7) Vendere ebook dal proprio sito. Se si risiede in Germania è possibile vendere i propri ebook direttamente (fintanto che sono i propri e non di altre persone) senza dover aprire una partita IVA. A questo proposito però, visti i continui cambiamenti a livello di legislazione europea in ambito IVA, è meglio informarsi con un commercialista locale per verificare le modalità e i limiti di tale vendita diretta e se questa sia ancora possibile (le informazioni che ho si riferiscono all’ottobre 2014).
 
8) Edizione cartacea. In Germania è diffuso un servizio di print on demand chiamato BoD (Books On Demand), che pare essere migliore come costi, qualità e servizi rispetto a CreateSpace.
 
9) Distribuzione dell’edizione cartacea tramite un editore tradizionale. Come già avviene spesso negli USA, anche in Germania alcuni self-publisher di successo sono riusciti a stipulare dei contratti di distribuzione della propria opera per quanto riguarda la sola edizione cartacea con grossi editori tradizionali.
 
Come potete vedere la situazione del mercato in lingua tedesca è abbastanza particolare ed è necessario valutare i pro e i contro prima di decidere se far tradurre il proprio libro.
 
 
E con ciò chiudo questa serie di articoli, in cui ho riportato solo una parte di quanto discusso a Francoforte, limitandomi agli argomenti che avrebbero potuto interessare il self-publisher italiano.
Se però siete curiosi di sapere cos’altro è stato detto durante l’evento, potete leggere la serie di articoli che sto pubblicando sul mio blog inglese. Essi sono rivolti ai self-publisher stranieri che potrebbero pensare di far tradurre il loro libro nella nostra lingua, perciò contengono delle mie considerazioni sul mercato italiano e un resoconto della mia esperienza personale maturata dall’inizio del 2012 fino a oggi.