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"Qui si parla di andare su Marte. Vivere su Marte!" Deserto rosso - Punto di non ritorno

 

\\ Blog Home : Storico : Luoghi dei romanzi (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carla (del 13/09/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4184 volte)

Un appassionato del grande schermo in visita a Londra non può certo fare a meno di recarsi a Leicester Square. Questa isola pedonale è infatti sede di due cinema di grande rilievo nel Regno Unito: l’Odeon Leicester Square (foto accanto) e l’Empire Leicester Square (che include 9 sale, di cui una con lo schermo più grande del Paese; foto sotto). In passato c’era anche l’Odeon West End, ora chiuso, mentre nelle vicinanze si trova il Prince Charles, in cui si proiettano i cosiddetti film cult.
 
Tale peculiarità fa sì che questa piazza veda spesso importanti attori e registi sfilare davanti al pubblico e ai rappresentanti dei media in occasione delle prime europee o addirittura mondiali di importanti film. Io stessa una volta, nell’autunno del 2004, passando per caso per Leicester Square mi imbattei nella prima britannica diGarden State” nell’ambito del London Film Festival e vidi sul tappeto rosso Zach Braff e una infreddolita Natalie Portman.
 
Leicester Square è situata nel West End (nella City of Westminster), proprio nel cuore di Londra. A pochi passi di distanza è circondata da altri luoghi di interesse turistico come Trafalgar Square, dove si affaccia la National Gallery (l’ingresso alla mostra permanente è gratuito), e Piccadilly Circus, con la sua famosa statua di Eros. Al centro della piazza è situato un piccolo parco, che è stato rinnovato nel 2012 in occasione delle Olimpiadi.
 
Moltissimi ristoranti delle nazionalità più varie punteggiano l’intera zona che è particolarmente frequentata la notte durante il weekend e in generale d’estate. E poi ci sono i teatri del West End (una quarantina in tutta la Theatreland), all’interno dei quali vengono rappresentati famosi musical anche per diversi anni di seguito. L’ultimo che ho visto, nel 2011, è stato “Chicago”. I biglietti possono essere un po’ cari, ma se si acquistano in anticipo sul web ve la potete cavare con poche decine di sterline.
 
 
Proprio nei pressi della piazza vi è il Leicester Square Theatre, che, inizialmente costruito come chiesa nel 1955, divenne negli anni ’60 del secolo scorso una location per concerti di musica dal vivo, cambiando più volte nome. Nel 1976, quando ancora si chiamava Notre Dame Hall, ospitò uno dei primi concerti dei Sex Pistols.
 
Sulla piazza si affaccia anche il casino Hippodrome e la sede di Global Radio, al cui interno si trovano ben otto emittenti radio.
Leicester Square è, inoltre, uno dei luoghi di Londra dove vengono organizzati degli eventi in occasione del Capodanno Cinese.
 
La stazione di metropolitana più vicina è appunto chiamata Leicester Square e ne “Il mentore” (il primo libro della trilogia del detective Shaw) il detective Eric Shaw e Adele Pennington sono proprio approdati a essa in un sabato di giugno del 2014, per poi andare a mangiare in un ristorante vicino. Quell’uscita improvvisata segnerà il passaggio da un semplice rapporto di lavoro all’inizio di qualcos’altro tra la giovane criminologa e il suo capo.
 
Dopo la cena si siederanno su un muretto, esattamente nello stesso punto dove io stessa mi sono seduta nell’agosto del 2012, pochi mesi prima di scrivere la prima stesura del romanzo, e ho scattato la seconda foto che vedete in questo articolo.
 
Credo proprio che, la prossima volta che andrò a Londra e passeggerò in Leicester Square, non potrò fare a meno di guardarmi intorno, quasi sperando di vederli passare di lì.
 
Di Carla (del 31/08/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4681 volte)

Nel centro della capitale britannica, nel cuore della City of Westminster, contornato su tre lati dai Buckingham Palace Gardens, dal Green Park e dal St James’s Park, troviamo la residenza ufficiale del sovrano del Regno Unito: Buckingham Palace, detto anche semplicemente The Palace.
Nonostante sia una costruzione relativamente giovane, il suo nome di fatto viene usato per indicare la stessa monarchia britannica.
 
Il palazzo svolge questo ruolo dal 1837 ed è anche ufficio amministrativo del monarca, la Regina Elisabetta II. Si estende su una superficie di 77.000 mq e include qualcosa come 775 stanze.
Proprio di fronte a esso sorge il Victoria Memorial, un enorme scultura che raffigura su un lato la Regina Vittoria e sugli altri tre degli angeli, il tutto sormontato da una statua della vittoria alata attorniata da due figure sedute. Al di là di questo monumento parte la lunga via denominata The Mall che collega il palazzo all’Admiralty Arch, oltre il quale c’è Trafalgar Square.
 
 
Buckingham Palace è senza dubbio un’importante meta turistica per chi visita Londra. Durante l’estate i Saloni di Stato, che sono 19, sono aperti al pubblico.
È possibile ottenere maggiori informazioni sulla visita delle State Rooms, delle Royal Mews (le scuderie reali) e della Queen’s Gallery nel sito della Royal Collection, dove è anche possibile prenotare i biglietti e scoprire le attuali mostre.
 
Ma una cerimonia che attrae particolarmente i turisti durante tutto l’anno è il cambio della guardia, una vera e propria parata che si svolge tra la piazza antistante il palazzo e il suo cortile interno.
La prima foto che vedete in questo articolo è appunto stata scattata da me durante uno di questi eventi nel 2008, ma ne potete vedere delle altre nel profilo ufficiale della monarchia britannica su Flickr, per rendervi conto di quanto possano essere suggestivi.
 
Il palazzo, The Mall, Green Park e il cambio della guardia appaiono anche ne “Il mentore”, in uno dei post sul blog di Mina, dove la nostra serial killer percorre la lunga via e si ritrova in mezzo alla folla dei turisti, mentre sta pedinando Christopher Garnish. La sequenza poi continua e arriva fino al suo epilogo a Holloway.
Buckingham Palace è anche molto vicino a New Scotland Yard, la sede della Polizia Metropolitana, e alla stazione della metropolitana di St James’s Park, che, sempre ne “Il mentore”, è teatro di un inseguimento dello stesso Garnish da parte di Eric Shaw e della detective Miriam Leroux.
 
L’intera area che circonda il palazzo include altri luoghi di interesse turistico, come il numero 10 di Downing Street (residenza del primo ministro), la sede del parlamento col suo famoso Big Ben, l’Abbazia di Westminster e la Cattedrale di Westminster (cattolica; che compare in un altro mio libro: “L’isola di Gaia”).
 
Contrariamente a quanto molti credono, Buckingham Palace non appartiene alla Regina, ma è un bene statale, su di esso però la presenza di Elisabetta II viene segnalata dallo sventolare dello stendardo reale (come nella foto che mi ritrae davanti al palazzo nel 2011 e in quella della vittoria alata; non si distingue bene perché è piccola, ma vi assicuro che la bandiera che si vede sventolare è proprio lo stendardo).
In sua assenza, dal 1997, questo è sostituito dalla bandiera del Regno Unito, la Union Flag, che viene tenuta a mezz’asta in caso di lutto reale o nazionale.
 
Oltre che durante ogni cambio della guardia, che soprattutto la domenica richiama a sé moltissime persone, di recente la piazza di fronte al palazzo è stata invasa da una folla molto più consistente durante il giubileo d’oro della Regina nel 2002 (50 anni di regno) e durante quello di diamante nel 2012 (60 anni di regno).
 
In entrambi gli eventi sono stati organizzati dei concerti e degli artisti hanno suonato dal tetto del palazzo, ma, in particolare nel 2002, Brian May, chitarrista dei Queen (la band, non Elisabetta!), ha suonato dal tetto l’inno nazionale del Regno Unito “God Save The Queen, brano con cui di solito la band britannica conclude ogni suo concerto, accompagnato da Roger Taylor e altri musicisti sul palco nella piazza.
 
Di Carla (del 12/08/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4624 volte)

Ai confini del Borough di Islington si trova il quartiere di Holloway, che è uno dei più densamente abitati di Londra e che ospita una popolazione multiculturale. È attraversato dalla Holloway Road, che fa parte della A1, la più lunga strada numerata della Gran Bretagna (di fatto fuori della città diventa un’autostrada).
 
Il quartiere, che è perlopiù residenziale, non presenta particolari attrazioni turistiche, a eccezione del nuovo stadio della squadra di calcio dell’Arsenal, l’Emirates Stadium (nella foto accanto, in cui trovate anche me, e nel dettaglio delle foto sotto, entrambe scattate nel marzo 2011), che con i suoi 60.000 posti è il terzo più grande di Londra, dopo quello di Wembley (ci sono poi l’anno dopo in occasione delle Olimpiadi) e quello di Twickenham (in cui però si gioca il rugby).
L’Emirate Stadium si trova esattamente a Ashburton Grove, nome con cui veniva chiamato prima di prendere quello dello sponsor (Emirate Airlines), nella stessa zona in cui si svolge una scena de “Il mentore” all’interno del blog di Mina.
Durante la scena la nostra serial killer preferita ha seguito Christopher Garnish sino all’abitazione in cui si nasconde, dove rischia di essere vista dall’agente Mills (che in “Sindrome” scopriamo essere stato promosso al grado di sergente), anche lui sulle tracce del sospettato degli omicidi. I personaggi arrivano in zona, però, dalla stazione della metropolitana di Arsenal, che si trova nel quartiere adiacente di Highbury.
La casa in cui si trova Garnish esiste veramente. Leggendo la sua descrizione del libro, dopo aver seguito la strada percorsa dalla stazione, e dando un’occhiata a Ashburton Grove con la street view su Google Maps, forse potreste riuscire a individuarla.
 
 
Holloway ritorna anche in “Sindrome”, questa volta per mostrare una scena in cui il detective George Jankowski incontra un informatore della polizia. Il detective a capo della squadra della sezione scientifica che interviene sui crimini che hanno luogo a Islington (un collega di Eric col suo stesso grado, detective ispettore capo) si trova nei pressi della stazione della metropolitana di Holloway Road e segue in macchina l’informatore in una traversa.
 
Nella scena vengono nominati altri due luoghi interessanti. Il primo è il Campus Nord della London Metropolitan University (nella terza foto, di Alan Stanton, è visibile l’Orion Building che ne fa parte). L’ateneo è chiamato anche semplicemente London Met e comprende anche un secondo campus nella City.
Il secondo sono gli Studios di Islington (da non confondere con gli Islington Studios, che erano degli vecchi studi cinematografici situati in un altro quartiere). Il nome preciso in inglese è The Studios Islington e si tratta di un complesso che include uffici, locali commerciali, ristoranti e spazi creativi.
 
In “Sindrome” si racconta anche qualcosa in più sulla storia del quartiere di Holloway. A questo proposito, cito solo il fatto che è stato teatro di un famoso caso reale di cronaca nera all’inizio del secolo scorso: il cruento omicidio di Cora Crippen a opera del marito, anche se adesso si mette in dubbio che fosse stato lui l’assassino (poi condannato a morte e giustiziato). Purtroppo non si saprà mai la verità.
L’ho riportato nel romanzo anche perché ho avuto il piacere di leggere un libro che ne parla in parallelo con la biografia di Guglielmo Marconi. Mi riferisco a “Guglielmo Marconi e l’omicidio di Cora Crippen” di Erik Larson, un saggio romanzato che racconta come grazie al radiotelegrafo inventato da Marconi la polizia sia riuscita a catturare Hawley Harvey Crippen, che stava fuggendo in America con l’amante. Il comandante del transatlantico in cui viaggiava avvertì Scotland Yard e Crippen si ritrovò la polizia ad attenderlo al suo arrivo in Canada, a un passo dal riuscire a sparire per sempre.
 
Holloway è stato anche il quartiere di residenza di Douglas Adams, l’autore di “Guida galattica per gli autostoppisti”, e tuttora ospita numerosi artisti, giornalisti, autori e altre persone che lavorano in campo televisivo e cinematografico, tra cui l’attrice Kaya Scodelario, già interprete della serie di Maze Runner e che troveremo nel quinto film dei Pirati dei Carabi (con Johnny Depp).
La prigione di HMP Holloway, che ora è diventata un carcere femminile, è anche tristemente famosa perché al suo interno è stato detenuto Oscar Wilde.
 
Nella finzione di “SindromeHolloway ospita anche la famiglia Murphy, proprietaria di una catena di pub e di una rete di traffici di droga. Non me ne vogliano gli irlandesi se ho scelto dei cognomi e dei nomi che richiamano alla mente l’Irlanda, anche se ciò non viene mai specificato nel libro. Come ho detto, si tratta assolutamente di finzione. In realtà non so se a Holloway ci siano molti irlandesi (o discendenti), ma mi sono assicurata che non esistesse nessun pub col nome di Murphy’s Den.
 
È inoltre un caso che in entrambi i libri il cattivo di turno abbia a che fare proprio con Holloway. Giuro che ci ho fatto caso solo dopo aver finito di scrivere la prima stesura del secondo!
 
 
Di Carla (del 03/08/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 4998 volte)

Incastrato tra Regent’s Park, a nord, e la famosa Oxford Street, a sud, si trova il quartiere di Marylebone nel centro di Londra, all’interno della City of Westminster. Si tratta di una zona perlopiù residenziale, sebbene vi siano situati alcuni edifici di carattere diplomatico (consolati). Nel tempo ha ospitato diversi personaggi famosi, quali John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr, l’autore H.G. Wells (nella foto la targa che indica quella che fu la sua abitazione), Jimi Hendrix, Madonna (al tempo del matrimonio con Guy Ritchie) e tanti altri, ma forse il suo abitante più illustre, benché soltanto nella finzione, è stato e sarà sempre Sherlock Holmes.
 
In questo quartiere, infatti, si trova l’indirizzo 221B Baker Street, che Arthur Conan Doyle indicò come residenza del protagonista dei suoi gialli (la statua della foto però è situata di fronte alla stazione di Baker Street).
Ovviamente la casa di Holmes non è mai esistita, addirittura al tempo della pubblicazione dei romanzi Baker Street non raggiungeva neppure quella numerazione, adesso però la stessa via ospita il Sherlock Holmes Museum. Non si trova esattamente al numero 221B (è situato tra il 237 e il 241), ma dal 1990 dopo una lunga disputa il museo ha ottenuto che diventasse il suo indirizzo ufficiale, nonostante ciò alterasse la numerazione della via.
 
Volendo in parte omaggiare il personaggio creato da Conan Doyle, in una traversa di Baker Street, chiamata York Street, ho inserito l’abitazione (ugualmente immaginaria) del detective Eric Shaw.
Il secondo motivo di questa mia scelta è che conosco molto bene Marylebone, poiché tutte le volte che vado a Londra prendo una camera in un hotel in Gloucester Place, chiamato Hotel 82.
Oltre a essere un hotel carino e a non costare tanto, pur trattandosi di un quattro stelle (e chi è andato almeno una volta nella capitale britannica sa quanto sia importante la categoria dell’hotel scelto, per non avere brutte sorprese in fatto di pulizia!), ha la peculiarità di trovarsi a cinque minuti di cammino dalla fermata della navetta EasyBus per l’aeroporto di Stansted e allo stesso tempo in una zona, Marylebone appunto, da cui a piedi, se non si ha timore di camminare un po’, si può in pratica visitare tutto il centro di Londra.
 
Infatti, spostandosi verso sud, lungo Gloucester Place (che poi continua in Portman Street) o la parallela Baker Street si arriva alla famosa via dei negozi, Oxford Street, direttamente accanto ai magazzini Selfridges.
Da lì, spostandosi verso ovest, si arriva in breve tempo al margine di Marylebone, segnato da Marble Arch, da cui inizia l’enorme Hyde Park. Se invece si va verso est, si raggiunge Oxford Circus, si imbocca Regent’s Street e in men che non si dica si arriva a Piccadilly Circus.
 
Ma torniamo nel cuore di Marylebone, dove è situata l’abitazione anche di un altro personaggio della trilogia del detective Shaw, vale a dire quella di Adele Pennington, esattamente in Dorset Street. Questa via è anch’essa una traversa di Gloucester Place e Baker Street, e per un tratto si estende parallela a York Street (con un’altra via intermedia tra le due). Insomma, i due personaggi abitano davvero a breve distanza l’uno dall’altro.
Un caso? Chi ha letto i libri conosce la risposta a questa domanda.
 
Ho scelto queste due vie in particolare, perché mi è capitato di percorrerle spesso e i loro nomi mi sono rimasti impressi. E mi sembravano dei luoghi carini dove far abitare i miei personaggi.
Si tratta in realtà di una zona residenziale tutt’altro che a buon mercato e, infatti, la mia collega scrittrice (e amica) Stefania Mattana, che a Londra ci vive, dopo aver letto “Il mentore” commentò che Eric e Adele dovevano essere ricchi per abitare lì!
Be’, effettivamente dal libro poi emerge che Adele se la passa abbastanza bene e, leggendo che Eric, oltre ad avere quella casa, una bella macchina, un cottage in campagna, paga anche gli alimenti del figlio Brian (avuto con la ex-moglie Crystal), si deduce che pure lui qualche soldo da parte deve averlo.
Ma, d’altronde, essendo dei personaggi di fantasia, perché non farli vivere in un bel posto?
 
Inoltre, quelle stesse vie sono teatro, sempre ne “Il mentore”, della parte iniziale di un inseguimento in auto, che però termina fuori del quartiere.
 
Marylebone ospita, infine, un’altra importante attrazione turistica, che a mio parere chiunque si rechi a Londra dovrebbe visitare: il bellissimo museo delle cere Madame Tussauds.
Io ci sono stata due volte, a distanza di oltre vent’anni l’una dall’altra, e la seconda l’ho trovato completamente diverso rispetto alla prima, ma sempre divertentissimo (nella foto sono insieme al Sherlock Holmes interpretato da Robert Downey Jr, be’, ovviamente si tratta della sua copia in cera).
L’ingresso purtroppo è molto caro, ma come per tutti i luoghi di interesse turistico a Londra esiste un modo per visitarlo spendendo fino alla metà, vale a dire sul sito ufficiale del museo, dove è possibile acquistare biglietti scontati soprattutto in determinati periodi dell’anno. Per esempio, l’ultima volta che ci sono stata, ho speso appena 15 sterline per l’ingresso nell’ultima ora di apertura in un giorno specifico.
In fondo, un’ora è assolutamente sufficiente per vederlo tutto, fare delle bellissime foto e non farsi tentare dall’acquisto di troppi souvenir!
 
Di Carla (del 22/07/2016 @ 09:30:00, in Luoghi dei romanzi, linkato 6640 volte)

Nell’uso comune il termine Scotland Yard è un altro modo per definire la Polizia Metropolitana di Londra, detta anche Met, che ha giurisdizione sull’area chiamata Greater London (ne è esclusa la City, che ha un corpo di polizia proprio), ma in realtà indica l’edificio dove essa ha sede, il cui nome completo è New Scotland Yard, spesso definito semplicemente come la Yard. Questa denominazione trae la sua origine dall’indirizzo della prima sede del corpo di polizia in Great Scotland Yard (1829), sebbene l’entrata principale fosse al numero 4 di Whitehall, e ha seguito gli spostamenti prima sul Victoria Embankment (1890), con l’aggiunta dell’aggettivo “New”, e poi sulla Broadway (dal 1967).
 
Accanto all’attuale sede della polizia londinese c’è la famosa insegna rotante (vedi immagini), che è diventata una vera e propria attrazione turistica (infatti anch’io non ho resistito alla tentazione di farmi una foto di fronte a essa; vedi sotto). Ma l’edificio al numero 10 della Broadway sarà presto abbandonato dalla Polizia Metropolitana. È stato, infatti, già venduto dal 2014 all’Abu Dhabi Financial Group (ADFG), nonostante sia comunque ancora utilizzato. Nell’ambito di una riorganizzazione delle proprietà immobiliari destinate alle forze di polizia, il quartier generale verrà trasferito, insieme alla sua insegna, entro la fine del 2016 (così dicono) nel Curtis Green Building (di nuovo su Victoria Embankment), che è tuttora in fase di ristrutturazione.
 
Non avete idea di quanti problemi questi ultimi sviluppi, le cui tempistiche sono tutt’altro che certe, mi abbiano creato durante la stesura di “Sindrome”, fino alla sua pubblicazione, e ancora me ne creeranno per l’ultimo libro della trilogia, “Oltre il limite”.
Dovendo scrivere dei libri ambientati alcuni mesi dopo la loro stessa stesura, mi sono ritrovata e mi ritroverò a dover tirare a indovinare riguardo al futuro.
Il mentore” fortunatamente è stato pubblicato prima che l’edificio della Broadway venisse venduto, ma per “Sindrome” sono stata costretta a spulciare le notizie sulla rete per capire quando il trasferimento al Curtis Green sarebbe avvenuto. Manco a dirlo, le informazioni erano poche e spesso contraddittorie. Una volta assodato che non avrebbe avuto luogo prima di questo giugno 2016 (ma per sicurezza prima di pubblicare il libro sono andata a controllare nella pagina dei contatti della Met che l’indirizzo fosse sempre lo stesso), mi sono limitata a fare cenno all’imminente trasloco all’interno del romanzo. Per il prossimo, però, la questione diventerà più complicata.
 
Oltre al limite” sarà ambientato alla fine di maggio 2017. In teoria per allora il trasferimento dovrebbe essere terminato, ma dubito di averne la certezza a novembre e dicembre, quando intendo scrivere la prima stesura. Sarò costretta a scegliere se mostrare che i miei personaggi si trovano già nella nuova sede o se dare a intendere che lasceranno a breve quella vecchia, poi a ridosso dell’uscita del libro dovrò accertarmi di quale sia la verità ed eventualmente modificare alcuni passaggi del romanzo.
 
© 2014 Hayes DavidsonC’è poi un secondo problema. L’attuale New Scotland Yard ospita uno dei tre laboratori di scienza forense della Polizia Metropolitana, cioè quello in cui lavora la squadra del detective Shaw nella mia trilogia. Considerando che il Curtis Green è un edificio più piccolo (l’immagine è un’illustrazione che mostra quello che sarà il suo aspetto finale), che la polizia sta cercando di ridurre i costi e che tra i progetti c’è la ristrutturazione del laboratorio che si trova a Lambeth, non ho proprio idea se la sede di lavoro dei miei personaggi verrà spostata nel nuovo quartiere generale o altrove o accorpata a un altro laboratorio. Finora non sono stata in grado di trovare informazioni in merito e dubito che ne troverò finché il cambiamento non sarà avvenuto. In questo caso la mia unica soluzione sarà scegliere una possibilità e attenermi a quella. La cosa più semplice è parlare di un semplice trasferimento al Curtis Green Building. Se questa sarà la verità, andrà bene. In caso contrario, diventerà un’altra delle tantissime licenze artistiche che ho preso nella creazione di questa storia!
 
Ma torniamo all’attuale sede, quella sulla Broadway (vedi sotto).
Essa comprende anche il Museo del Crimine, detto anche Black Museum, che contiene, tra i vari oggetti esposti, delle lettere presumibilmente scritte da Jack Lo Squartatore. Purtroppo non è aperto al pubblico, ma solo agli agenti di polizia di tutto il Regno Unito, tramite appuntamento. Questo verrà trasferito al Curtis Green e c’è la possibilità che venga aperto a tutti.
 
 
L’area in cui si trova New Scotland Yard è comunque molto interessante dal punto di vista turistico. È praticamente a metà strada tra l’Abbazia di Westminster, che è a due passi dal Parlamento, e la Cattedrale di Westminster (quest’ultima è cattolica), collegate dalla trafficata Victoria Street. La stazione della metro più vicina è St James’s Park, sulla stessa Broadway e vicino all’omonimo parco.
Vista la posizione, vale senza dubbio la pena andare a darci un’occhiata, prima del trasloco, se avete intenzione di fare un viaggio a Londra nei prossimi mesi. Chiaramente si può vedere solo dall’esterno, a meno che non abbiate intenzione di farvi arrestare!
 
Onestamente non ho idea di come sia l’interno di New Scotland Yard. Nel descrivere il laboratorio di scienza forense de “Il mentore” e “Sindrome” mi sono affidata all’immaginazione, ma durante le mie ultime ricerche ho trovato un articolo del Daily Mail che mostra vecchie foto dell’interno dell’edificio risalenti al periodo (1967) in cui la polizia vi si era trasferita. Le potete trovare a questo link. Sono davvero immagini d’altri tempi che raffigurano archivi pieni di carta, immensi centralini, enormi cartine e telescriventi automatiche che al tempo erano il massimo della tecnologia.
 
Chissà com’è adesso. Forse da qualche parte c’è un computer dell’ultima generazione (facciamo pure della prossima!) e un criminologo nerd, come Martin Stern, che si aggira per il dipartimento con una t-shirt di Darth Vader. Oppure c’è l’ufficio di un detective ispettore capo, come Eric Shaw, con una porta semitrasparente da cui scruta una giovane collega, come Adele Pennington. O forse c’è una sala riunioni, con un tavolo, uno schermo e tante sedie, in cui insieme alla detective di un Team di Investigazione della Omicidi, come Miriam Leroux, tutti i personaggi discutono degli indizi e delle prove fisiche per scoprire l’identità dell’assassino.
Non so se ci sono, ma mi piace comunque pensarlo.
 
 
Pagine: 1 2

 

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